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Autore: _delilahmae_    15/04/2014    1 recensioni
Alcuni dicono che non si dovrebbe scappare dai propri problemi; ma Avery Holmes e Niall Horan stanno facendo esattamente questo.
scappando dal proprio inferno quotidiano fatto di minacce e perseguitazioni si troveranno nello stesso posto: uno squallido motel dimenticato da tutto e tutti.
cos'hanno in comune una semplice ragazza in cerca di tranquillità per lei e Aimee e una superstar della band piu famosa del momento?
il destino giocherà le sue carte per farli scontrare ed incontrare.
-Attenzione questa storia contiene situazioni delicate.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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ESCAPE

" Avery Holmes, vuoi venire al ballo con me?" chiese Jack, i suoi capelli che di solito erano a spazzola adesso erano gellati all'indietro. Ridacchiai, Jake era un ragazzo  così sdolcinato e adorabile allo stesso tempo.
Ero così preoccupata di non essere invitata al ballo scolastico e non sapevo nemmeno perchè, ma il fatto che  ora mi fosse stato chiesto mi diede una confidenza e sicurezza in me stessa che non avevo mai avuto. Infatti quando me lo chiese io non esitai e accettai immediatamente. Mi baciò sulla guancia e mi disse che sua madre mi sarebbe passata a prendere con il suo minivan.

Non mi interessava se mi sarei presentata al ballo con un minivan, perchè Jake Yoder era il mio appuntamento. Le altre ragazze mi avrebbero visto con lui e mi avrebbero subito guardato male ma non mi interessava,avrei avuto il mio momento con lui , tutto questo non avrebbe dovuto farmi sentire frivola e superficiale, ma in realtà lo fece eccome.

Questo fu l'inizio della fine.

" Ascoltami, Aimee, devi indossare la maglia" sospirai, guardando di traverso mia figlia di tre anni. Aimee era testarda quasi quanto me, il che rendeva incredibilmente difficile fare persino le cose più semplici con lei. La piccola scosse vigoraosamente  la testa  in segno di protesta.
" Ma perchè papà può dormire senza maglia?" puntualizzò Aimee, ancora non capendo perchè i ragazzi potevano andare in giro senza maglia e perchè le ragazze invece non potevano.
Provai più volte a dirglielo ma ogni mattina veniva a svegliarmi senza maglia. Ogni qualvolta io le dicevo che non doveva lei usava sempre la stessa scusa "ma mamma io ho troppo caldo con la maglia"
Senza speranza scossi la testa e abbandonai il discorso perchè si era ormai fatto tardi  e doveva andare a dormire.
Jake non tornava e io non sapevo se fosse una buona cosa o meno. Questo suo ritardo poteva significare due cose; era fuori con gli amici o stava bevendo con gli amici. Speravo fosse la prima ma era molto improbabile, lo conoscevo oramai.
Decisi così di andare da Aimee e accoccolarmi dietro di lei con le braccia attorno al suo corpicino. Il piccolo letto scricchiolò e fece dei piccoli rumorini e come sempre Aimee ne rise genuinamente pensando probabilmente che il suo "letto parlante" fosse la cosa più divertente del mondo.
Non le avevo mai detto che suo padre era troppo povero per comprargliene uno più solido e robusto.
" ti voglio bene" sosprirò Aimee baciandomi la guancia e rifugiandosi sul mio petto con il viso. " ti voglio bene anche io piccola" dissi in tutta risposta adagiandomi sul cuscino.
Per la maggiorparte delle persone apparivamo come una famigliola felice, ma in realtà non lo eravamo per nulla.

"Sarà divertente" si lamentò Jake strattonandomi e prendendomi per il polso. Gemetti e oscillai la testa cercando di liberarmi dalla sua presa.
I Tigers, la nostra squadra di calcio ,aveva appena vinto un'altra partita mantenendo il nostro oramai consolidato titolo di imbattuti. Ci sarebbe stato un grande festeggiamento a casa di qualcuno ma sapevo che mia madre si sarebbe infuriata se ci fossi andata.
Jake era ormai passato dall'essere un dolce e premuroso fidanzato a un possessivo e mostruoso ragazzo.
" Davvero, sono stanca." mentii, mimando la cosa anche un falso sbadiglio per far sembrare la situazione il più verosimile possibile. Lui girò in alto i suoi occhi e mi portò verso la sua macchina che sapeva di Doritos.
Sospirai, sollevata che non mi avesse pressato ad andare a quella festa, in fondo sapeva che odiavo quel tipo di occasioni mondane.
"Sei una bambina" ringhiò infilando le chiavi dell'auto nel quadro. Mi accigliai e mantenni i miei occhi fissi su casuali oggetti fuori dal finestrino quando ad un certo punto  mi sentìi le sue braccia intorno alla vita e le sue labbra sul mio collo " Non vuoi che io mi arrabbi vero? è solo un piccolo party, Ave."
Scossi la testa ancora.
"Jake, davvero..." dissi in un tono che si faceva sempre più rigido rispetto a quanto io volessi. " Non voglio andare, okay? possiamo tornare a casa mia e guardare un film o fare qualsiasi altra cosa.". Cercai di essere il più entusiasta possibile sperando di fargli cambiare idea. Scosse solo la testa e scavò con le sue unghie la mia pelle. Iniziavano a bruciarmi gli occhi, Jake non era mai stato così prima d'ora.
"Stiamo andando al party" impose lui " va bene piccola?"
" okay" risposi sentendomi spaventata più che mai.

Jake tornò a casa intorno alle due del mattino. Ero stata con Aimee finchè non si era addormentata. Il resto della notte mentre lo aspettavo lo passai in preda ad un esaurimento nervoso, guardando vecchie repliche di Wife Swap, l'unica trasmissione in onda in televisione.
Esaminai i vari lividi sul mio corpo. Erano tutti fatti da lui quando era arrabbiato, ubriaco e io pregavo Dio che stanotte non fosse in quelle condizioni  per il bene di Aimee e la mia salvezza.
Quando tornò, avevo pulito casa e sul bancone della cucina c'era dell'acqua e un maalox che lui prendeva sempre il mattino per far passare il doposbronza che oramai era diventata un'abitudine. Usciva sempre più spesso con gli amici e quel bar era una sorta di rifugio per lui.
" Sono esausto" borbottò Jake togliendosi le scarpe davanti alla porta.Sorrisi sommessamente e tornai a vedere la replica del telefilm sperando che sarebbe sgusciato in fretta verso la  sua camera da letto, la stessa in cui io avevo smesso di dormire circa tre mesi fa. Ora la maggiorparte delle notti le passavo sdraiata sul divano.
Stava vagando in cucina mentre io gli ero dietro come un cucciolo che ha perso il suo padrone; mi baciò dolcemente la guancia e poi si girò verso il bancone, in quel momento vidi la sua espressione passare dalla totale calma a una rabbia inaudita.
"Ma che cazzo succede?? avevo lasciato 20 dollari qui sopra prima di uscire"  urlò appoggiando maldestramente il bicchiere di acqua sul tavolo. sentìi l'aria uscire dai miei polmoni tutta d'un colpo
" No è ok" dissi timidamente frugando nel cassetto "li ho solo mes-"
Mi tirò uno schiaffo e fu lì che realizzai che sarebbe stata un'altra di quelle notti in bianco in cui l'unica cosa che avrei pensato era se lui fosse veramente il mio principe azzurro


Guardai di nuovo il mio test di gravidanza e strillai lanciandolo per terra. Questo non era ciò che volevo, tutto era iniziato con Jake obbligandomi a scopare con lui.
" No" dissi con la testa tra le mani, non riuscivo a pensare lucidamente e ad un  certo punto mi girai e vomitai nel water.
Qualcuno poi bussò alla porta "apri la porta piccola?" gridò Jake. Cercai di parlare ma nulla se non la colazione uscì dalla mia bocca. Ero agitata, nervosa, non sapevo cosa fare e il mio cuore batteva così forte, come se dovesse scoppiare da un momento all'altro.
" Stai bene? Sei malata?" chiese bruscamente,  io in tutta risposta scossi solo la testa non volendo incrociare il suo sguardo. Dovevo dirglielo o si sarebbe insospettito e sapevo che più glielo avrei tenuto nascosto peggio sarebbe stato.
"Sono incinta" sputai chiudendo gli occhi e piangendo copiosamente. La mia famiglia era lontana, loro vivevano a Boston mentre io vivevo a New York; se Jake mi avesse lasciata non sapevo dove sarei stata o andata o a chi mi sarei rivolta per chiedere aiuto.
" Ma che cos-" urlò Jake
Tutto quello che ricordo di quella notte fu il mio corpo che mi sembrava fosse stato fatto a pezzi. Mi sentivo così male, mi aveva lasciata li sul pavimento freddo del bagno, istintivamente mi toccai la pancia e sospirai " ti terrò in salvo piccolo" sperando che un giorno qualcuno avrebbe detto la stessa cosa a me.

Jake mi scaraventò sul bancone della cucina e io guaì in preda al dolore. Fece un sorrisino e iniziò ad avvicinarsi lentamente a me, misi il piede dietro e non appena fu abbastanza vicino mi feci coraggio e gli tirai un calcio sugli stinchi. Lo sentii urlare dal dolore mentre correvo nella stanza di Aimee che in quel momento si stava risvegliando. Presi tra le braccia Aimee mentre sentivo i suoi passi pesanti e cadenzati farsi sempre più vicini, raccolsi le due borse di emergenza che avevo creato in caso di una situazione del genere da sotto il suo letto e iniziai a camminare. 
" Tu, piccola puttana" disse Jake tenendosi la gamba ancora dolorante. Aimee iniziò a piangeere spaventata,le accarezzai la schiena mentre cercavo di avvicinarmi alla porta per uscire finalmente da quell'inferno. 
Jake mi raggiunse in un attimo e mi prese per la spalla mi spinse al muro. Mi feci ancora più protettiva verso Aimee mentre Jake stava lì, in piedi, glaciale.
" Tu pensi di potermi controllare" dissi con voce tremante e lacrime che scendevano calde dalle mie guance oramai segnate da numerosi pianti.
" Ti ho fatto fare cose che non volevo, ho sofferto per colpa tua e ora sono stanca di tutto questo;  sei diventato un mostro Jake e non ti posso addomesticare; io me ne vado" 

Con mia sorpresa Jake non si mosse ne parlò mentre noi ce ne andavamo, come se stesse ancor assorbendo tutto quello che gli avevo detto e finalmente apprendendolo.

Io e Aimee entrammo nella mia auto e guidai verso zone sconosciute nel pieno della notte. Sarei dovuta essere spaventata perchè non avevo dove andare, pochi soldi con me e nessun piano.
Invece mi sentii molto sollevata, come se ci fosse un peso in meno sulle mie spalle perchè sapevo che questo sarebbe potuto essere un nuovo inizio per me. Dopo tutti questi anni di infinito abuso io stavo scappando, mi sentivo libera, una sensazione che non provavo da tempo.












note:

Ciao, ecco il primo capitolo tradotto della fanfiction "motel 6" spero di essere riuscita a rendere al meglio il contenuto del capitolo anche se non è semplice :). 
In realtà questo è piu un prologo che un vero e proprio capitolo in quanto da questo breve spezzone ci addentriamo nella storia di Avery Holmes la protagonista  e capiamo qualcosa di lei. questo capitolo infatti è interamente dedicato al suo personaggio. più in la conosceremo anche gli altri personaggi. 

spero che questa storia vi piaccia quanto sta piacendo a me. 
i capitoli li posterò non appena riuscirò a tradurli, spero settimanalmente. 
Ah dimenticavo! la ff è ancora in svolgimento quindi potrebbero esserci dei ritardi. 
nulla non so più cosa dire se non grazie per essere arrivati fino a qua. 
siete dei temerari 



Se volete lasciare un pensiero o  avete domande o qualsiasi richiesta mi trovate anche qui @sensivitness su twitter :)


xx

 
   


 
  
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