Vi chiedo di nuovo scusa per
questo ritardo, ma purtroppo l’università non mi lascia un attimo di respiro e
di tempo. La stressante vita dello studente universitario, fra treni da
prendere e lezioni da seguire, mi distruggerà, lo sento D:
Ma torniamo a noi.
PENULTIMO capitolo di questo
crossover! Mi sta già piangendo il cuore, non riesco a pensare come starò
quando posterò l’ultimo capitolo della traduzione T^T
Come sempre fatevi sentire!!! Fatemi sapere cosa ne pensate di questa storia e
della traduzione!! E, come sempre, consiglio e critiche sono super richiesti!!
xD
A tra pochi (spero tanto pochi pochi) giorni con l’ultimo capitolo!! Intanto,
buona lettura <3
Declaimer:
Né io né l’autrice scriviamo per far soldi, anzi, e ovviamente non siamo noi ad
aver creato i personaggi qui rappresentati e non ne deteniamo i diritti.
link alla storia in lingua originale.
Mary, who?
Chapter 5
Amy rientrò nella stanza e trovò Mary che
osservare fuori dalla finestra.
“Oh, hai visto la statua dell’angelo.” Realizzò Amy, mentre teneva in braccio Anthony.
“Il Dottore ti ha mai parlato degli Angeli Piangenti?”
“No.” Mary spostò lo sguardo su Amy. “Ci siamo incontrati solo per poco. Cosa
sono?”
“Sono coloro che ci hanno spedito in questa epoca. Sono il motivo per cui non
possiamo tornare nel Ventunesimo secolo.” Rispose con calma Amy, guardando come
Anthony si fosse addormentato tra le sue braccia. “Un tocco e ti mandano
indietro nel tempo, oppure un tocco e ti uccidono. Sono inarrestabili. E
quantisticamente bloccati, il che significa…”
“Non posso muoversi quando li guardi.”
Finì la frase Mary.
“Proprio così.”
Mary riportò con esitazione lo sguardo su
Amy. “Non temete possa venire a prendervi?”
“No, in realtà è un fantoccio. È stata un’idea di Rory; forse se sembra che un
Angelo Piangente ci stia sempre guardando, quelli veri ci lasceranno in pace,
smettendo di seguirci. Un po’ strano, ma sembra funzionare (1). Amy ricambiò lo
sguardo di Mary.
“Geniale.” Mary tornò a guardare la statua. “Ma per quale motivo seguono voi
due?”
“Seguono principalmente me.” sospirò Amy. “Penso che stessi per diventare una
di loro, ma l’intera razza degli Angeli Piangenti sparì in una crepa nel tempo.
Dimenticati. Sembra che quelli che erano a New York sapessero cosa era
successo.”
“Un angelo che ti guarda si pensa dia la sensazione di essere protetto. Suppongo
non valga più adesso.” Commentò Mary.
Amy sorrise “Verissimo”
Amy fissò Mary per qualche altro secondo.
“Sei una viaggatrice del tempo?”
“Per alcuni aspetti, sì.”
“Ma non sei un Signore del Tempo.”
Mary sorrise. “Perché non parliamo nel vostro salotto?”
Amy fece strada, tenendo cautamente il figlio tra le braccia.
“Quando avete deciso di adottare?” Chiese Mary.
“Rory ed io eravamo consapevoli che il
Dottore non sarebbe potuto tornare indietro, e sapevamo che passare il resto
delle nostre vite insieme era quello che avevamo sempre voluto. Abbiamo voluto
qualcosa di costante nelle nostre vite, qualcosa che ci ricordasse che nonostante
il Dottore fosse andato via potevamo ancora contare l’uno sull’altra. Anthony è
entrato nelle nostre vite perché io e Rory volevamo un altro figlio. Sapendo
che saremmo stati sempre con Anthony, e non avanti e indietro nel tempo, eravamo
sicuri di poterlo crescere normalmente.” Ridacchiò “Nel modo più normale
possibile.”
“Gli hai raccontato qualche storia,
quindi? Sul Dottore?”
“Non ancora. Non è ancora arrivato all’età per capire quello che diciamo. Ma
quando sarà penso lo faremo. Rory, lui, ehm…” Fece una pausa Amy. “Ha detto che
quando noi ce ne saremo andati ed Anthony sarà ancora qui, avrà la stessa età
di suo padre. Rory vorrebbe far sapere a Brian, suo padre, dove siamo, e
Anthony sperò sarà in grado di spiegarglielo.”
“Sarà senza dubbio una questione complicata.” Affermò Mary.
“Altro che, viaggiare nel tempo è sempre
complicato.”
“Allora, cosa fai nella tua vita
quotidiana?” chiese curiosa Mary.
Amy sorrise. “Scrivo. Molto. Storie sulle mie avventure, storie su quello che
sarebbe potuto succedere e su quello che sarebbe dovuto succedere. Li stiamo
facendo pubblicare.”
“Sembra magnifico, Amelia.” Sorrise. “Ti si addice alla perfezione. Sono
veramente felice di vedere come sei maturata in una giovane donna così
splendida.”
Amy arrossì mentre il piccolo Anthony si
era svegliato. Lo sguardo nei suoi occhietti la fece sorridere.
“Ti piacerebbe prenderlo in braccio?” Le chiese.
“Certo.” Mary allungò le braccia verso Anthony mentre Amy glielo passava.
La tata si alzò e iniziò a cullarlo. Il piccolo prese a ridacchiare verso Mary
Poppins. E cercò più volte di afferrare il suo farfallino.
“Ecco qui! Non è buono come quello nella vecchia casa, ma è comunque
delizioso.” Rory mise giù il vassoio con tè e biscotti.
Rory si mise poi vicino ad Amy e le stette
affianco tutto il tempo mentre guardavano Anthony tra le braccia di Mary.
C’era qualcosa di straordinario per Amy e Rory nel vedere la tata dell’infanzia
di Amy nuovamente davanti a loro. Era stata lei a dare la speranza ad Amy sul
poter rivedere il Dottore. Era la stessa cosa che in questo momento pensava
inconsciamente Amy, senza sapere che fosse possibile che anche lui stesse
pensando la stessa cosa.
“È davvero curioso.” Disse Mary quando il
piccolo riuscì ad acciuffare un capo del suo farfallino. “E si vede subito che
adora afferrare le cose.”
“Già, gli piace proprio.” Rory si spostò per prenderlo in braccio e Mary glielo
porse delicatamente.
“Oh, un momento.” Mary andò a prendere la sua borsa.
La mise sul tavolo e la aprì. Dopo alcuni secondi trovò un piccolo sonaglio
d’argento che, pensava, sarebbe piaciuto al piccolo. Andando verso Anthony,
agitò il giocattolo e fece ridere il bimbo. Subito lui si allungò a prenderlo e
iniziò a scuoterlo con una certa veemenza.
“Posso vedere la mia stanza?” chiese Mary ad Amy e Rory.
“Certamente.” Amy si spostò. “Seguimi!”
La guidò alle stanze del piano superiore,
e passarono davanti a quella dove Amy lavorava. Anche solo con un’occhiata Mary
poté vedere quanto Amy stesse lavorando sodo – fogli pieni di storie e di
racconti erano sparsi ovunque.
“Bene, eccoci arrivate.” Disse Amy aprendo una
porta.
Mary entrò nella stanza. “È perfetta.”
Mise la sua borsa sul tavolino e la aprì. Amy guardò piena di stupore mentre
Mary tirava fuori un appendiabiti e vi poneva il suo cappello.
“Quella borsa è più grande all’interno.” Rifletté Amy. “Proprio come con il
Dottore.”
“Così mi è stato detto.” Disse Mary.
Il pianto del bambino catturò l’attenzione di Amy. “Un momento solo.”
“Certo, tranquilla.”
Mary si sistemò nella stanza e si diede una
rinfrescata. Diede un'altra occhiata all’inquietante statua “angelo” seduta
fuori e poi guardò verso il cielo.
“Oh, Dottore, se solo tu potessi vedere la tua Amelia adesso.”
(1)
Funny enough, it seems to
work
Bene,
questo “funny enough” mi ha tenuta un po’ in crisi, non sapendo quale fosse la
traduzione più adatta e fosse strettamente necessario tenermi sul letterale
nella traduzione di questa frase, ma spero di aver dato l’idea.