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Autore: WishfulThinking    13/07/2008    13 recensioni
"se fosse stato tutto facile come il click di un pezzo di un puzzle che si mette in un buco, e improvvisamente non c’è più confusione, rabbia e ansia, ma solo pace." ShikaIno day, babies! Ora e sempre, the Night is White! Orgoglio MB!
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Puzzling

Puzzling

 

 

Ino se ne stava rannicchiata ai piedi di un ciliegio. Che ironia. Avrebbe riso, se ne avesse avuto le forze.

Invece se ne stava rannicchiata con le gambe e il cuore a pezzi mentre un solo pensiero le rimbalzava nel cervello: non sarebbe tornata a casa. Per tutto l’oro del mondo, per tutti i sorrisi del mondo, per il mondo intero.

Non sarebbe tornata. Non lì. Mai.

Sembrava che un pezzo di quel puzzle che era la sua vita fosse d’un tratto venuto a mancare, e di colpo nulla avesse più lo stesso senso. La figura non era più completa.

Tanto valeva distruggere tutto. Tanto, oramai…

Era strano pensare come un avvenimento così insignificante per l’universo fosse diventato d’un tratto un terremoto nella sua vita, scompigliandola irreparabilmente, mandando all’aria quel paesaggio che si era con tanta cura costruita scegliendo i pezzi giusti, circondandosi dei colori e delle atmosfere esatte, curvando attorno alle difficoltà e andando dritta al cuore dei problemi, fino a disegnare quello che non si sognava, ma che aveva trovato infine più aderente a se stessa di quanto avrebbe potuto fare ogni sua immaginazione.

Tanta fatica, continui aggiustamenti, e poi, quello.

Un pezzo in meno.

La vita a pezzi.

 

 

Shikamaru stava passeggiando da una mezz’ora.

Peccato che non stesse facendo come di solito amava fare, vagando senza una meta mentre aspettava che il sole calasse, da qualche parte nell’universo.

Stava passeggiando perché una donna (tutte, tutte seccature, le donne) gli aveva chiesto di farlo. E lui (maledetto lui) a uno sguardo del genere non aveva mai saputo dire di no. Così camminava, da un’ora oramai, senza avere una meta precisa, ma avendo bene in mente un obiettivo.

Camminava con le mani in tasca e vari pensieri in  testa: primo fra tutti, dove diamine si fosse cacciata quella scema. Eppure, a pensarlo, i pugni gli si stringevano nelle tasche, e gli occhi gli si stringevano per la polvere. (o così gli piaceva pensare).

 

 

“Sta piovendo”.

Un ragazzo guarda una ragazza, seduta davanti al tronco di un albero.

Che cosa stupida da dirsi, mentre lei se ne sta rannicchiata in una palla, ai piedi di un ciliegio (che ironia), e guarda dritto davanti a sé, senza vedere nulla. Non sbatte neppure le ciglia mentre le prime gocce di pioggia cominciano a cadere dal cielo.

Non gli rivolge nemmeno lo sguardo, non gli concede nemmeno un riconoscimento della sua presenza, in nessun modo. Solo, continua a guardare dritto davanti a sé.

 

A Shikamaru quella situazione non piaceva. Non era quello il suo ruolo, piantato davanti a lei che non lo degnava d’attenzione, non lo era mai stato: era Ino quella che si imponeva, era Ino quella che rompeva le scatole pur di essere notata, era lei che doveva essere vista.

Ma non c’era altra soluzione logica, così Shikamaru si parò davanti a lei: “Tua madre è preoccupata” ritentò. (patetico. Sai dirle solo questo?)

Nulla. Ancora.

“Ino?”

Questa volta la ragazza sbatté le palpebre, ma le sue pupille erano ancora fisse in quel punto indefinito. Quel punto che non era lui.

“Ino avanti, alzati”.

Shikamaru cominciava a spazientirsi.

“Ino mi vuoi ascoltare?” fece prendendole il volto con una mano (brutale) e costringendola a fissarlo.

Quello che lesse nei suoi occhi lo spaventò immensamente, perché negli occhi di Ino Yamanaka c’era il vuoto.

Lo fissava senza guardare Ino, gli occhi spalancati che riflettevano il cielo nuvoloso perché di loro non avevano espressione, né impressione.

Semplicemente, orribilmente, nulla.

Non sarebbe tornata in quel posto. Quello che era successo era stato semplicemente troppo. Abbastanza da farle decidere che non ci sarebbe tornata, mai.

“Ino, quello che è successo non…Tua madre…” cercava di ragionare Shikamaru, senza trovare le parole per farlo.

Lei continuava a fissarlo perché la mano di lui continuava a imperniarle il mento verso di lui.

Ancora, nei suoi occhi, nulla.

Così, Shikamaru d’un tratto capì. Capì che non c’era nulla da capire.

Semplicemente, si sedette accanto a lei, appoggiandosi al tronco del ciliegio.

Volse lo sguardo al cielo, mentre la pioggia inzuppava i vestiti di entrambi.

Respirò profondamente per calmarsi, lasciò che la pioggia gli penetrasse sotto i vestiti, si sforzò di non pensare a lei, di fianco a lui, inerme.

A quel punto decise di agire con forza. Si voltò verso Ino, le prese un polso e la costrinse ad alzarsi, mentre lei si dimenava.

Questo era quello che cercava. In qualche modo, una qualsiasi reazione. La ragazza gli assestò un  pugno contro il petto, poi si rimise a sedere, e  riprese a fissare il vuoto.

Shikamaru non poteva permettere che accadesse. Così la costrinse di nuovo ad alzarsi, e prima che lei si rimettesse a sedere se la caricò in spalla di peso.

Camminò sotto la pioggia fino a casa sua: fu facile in realtà, perché Ino lo aveva percosso per poco, poi si era abbandonata su di lui, a peso morto.

Shikamaru aprì la porta di casa e la posò sul divano.

La ragazza aveva smesso di dimenarsi, e aveva ripreso la sua apatia.

Il ragazzo le si inginocchiò dinanzi, e le prese il capo tra le mani. Entrambe. Dolcemente.

“Ino…”

Lei non lo guardava. Lo vedeva, forse, ma non lo guardava.

Ora Shikamaru cominciava ad essere davvero preoccupato.

Si alzò e chiuse la porta in silenzio, poi la prese di nuovo in braccio e la portò in camera sua come avrebbe fatto con la sua sposa il giorno delle nozze. La appoggiò delicatamente sul letto e prese a spogliarla.

Nemmeno allora Ino disse nulla. Non un moto di stizza, non una protesta mentre se ne stava davanti a lui in mutande e reggiseno.

Shikamaru allora le lanciò una maglia asciutta e se ne andò stizzito.

Quando fu uscito, Ino si coprì il volto con una mano.

 

Era sceso di un piano, Shikamaru, era sceso dove suo padre lo allenava e aveva preso a pugni tutti i sacchi, i cuscini e ogni cosa avesse trovato sul suo percorso.

Non così, dannazione, non così!

Se solo fosse riuscito a trovare quella cosa…quel pezzo del puzzle che avrebbe rimesso tutto a posto, che avrebbe dato nuovamente un senso a tutto quanto, che avrebbe rifatto scorgere panorami e cielo negli occhi di Ino. Così, semplicemente; se fosse stato tutto facile come il click di un pezzo di un puzzle che si mette in un buco, e improvvisamente non c’è più confusione, rabbia e ansia, ma solo pace.

 

Tornò al piano superiore a notte inoltrata, speso negli allenamenti fuori programma, sovrastato dalla fatica fisica (quella mentale lo aveva già battuto da tempo). Si diresse in cucina per chiamare la signora Yamanaka e informarla che sua figlia era da lui: “Signora Yamanaka? Sono Shikamaru.

“Shikamaru, tesoro, hai trovato Ino? Sono così in pensiero…”

“L’ho trovata, stia tranquilla. È qui da me”

“Come…”

“Lo so. Lasci fare a me”

“Shikamaru…”

“La prego”.

Tornò al piano superiore per vedere Ino ancora con gli occhi sbarrati, che guardava il soffitto, e confessò a se stesso che avrebbe preferito vederla addormentata, non dovere guardarla negli occhi, fingere che andasse tutto bene, che stesse dormendo a casa sua spaventata dalla tempesta che impazzava all’esterno.

Il suo primo istinto fu quello di darle un calcio, di affondare un cazzotto sul suo bel visino, per vedere se c’era ancora qualcuno dentro quel corpo orrendamente vuoto, dietro quell’espressione così orribilmente vacua.

Sospirò a pieni polmoni, Shikamaru, sospirò pregando di trovare il coraggio e l’intuito di fare la cosa giusta. Perché Ino ne aveva bisogno.

Infine si stese al suo fianco, sospirando di nuovo.

Ino sbatté le palpebre.

Forse quello era il suo modo di dirgli che era disposta a parlare.

Forse.

C’erano troppi forse nel suo piano, era troppo rischioso, era troppo…inevitabile.

“Ino…” tentò.

“Ino” ripeté voltando il viso di lei verso il suo, come aveva fatto prima, quella stessa sera.

La ragazza sbatté le palpebre. Due volte.

“Ino, lo devi accettare”.

Le pupille della ragazza, che, ne era certo, per un attimo lo avevano guardato, tornarono a farsi assenti.

“Ino, TUO PADRE E’ MORTO!” non se ne era reso conto, Shikamaru, non aveva voluto farlo, ma aveva urlato.

Gli occhi di Ino si dilatarono improvvisamente, le pupille ingrandite di colpo.

“E’ morto” ripeté più piano il ragazzo.

“E’ morto e tu non puoi farci nulla” terminò in un sospiro.

Udì il respiro di Ino farsi più concitato mentre involontariamente vedeva una sua mano staccarsi dal suo fianco e posarsi sul volto di lei. Di nuovo.

“Ino…”

E allora, finalmente, accadde.

La ninja di ferro, la ragazza tosta che tutti conoscevano e che non avevano visto versare una lacrima al funerale di suo padre (se pregare davanti a una pietra poteva definirsi funerale) pianse.

“Ma io ho bisogno di lui” bisbigliò Ino incredula, col tono di una bambina dispersa.

“Ino, Ino guardami” fece Shikamaru prendendole di nuovo il viso tra le mani. Le accarezzò le gote coi pollici mentre lei abbassava lo sguardo.

“Ino, io non posso farci nulla. Nessuno può farci nulla. E per quanto ci sforziamo, tutti…per quanto mi sforzi, la verità è che non posso riempire il posto di tuo padre. Non voglio farlo.”

E guardandola così persa, così fragile, si sorprese a pensare che avrebbe voluto baciarla, che avrebbe voluto attaccare le proprie labbra alla colonna ordinata di ossa che si intravedevano sul collo di lei, allungato per permettere al capo di scivolare all’indietro, per permettere ai suoi occhi -finalmente- di chiudersi, alla sua bocca di respirare, alle sue lacrime –forse- di scorrere.

Piangi, piccola, piangi. Shikamaru non sapeva donde fosse venuto quel pensiero, come fosse arrivato lì; se, forse, ci fosse sempre stato.

E si vergognò di pensare così di lei, di trovarla bella, mentre lei stava passando il periodo più brutto della sua vita.

Sospirò, lui, sentendosi d’un tratto esausto a quei pensieri, sentendoseli gravare sul petto tutti insieme, abbassandosi e appoggiandosi involontariamente sul petto di lei, il viso incastrato nell’incavo del suo collo bianco.

 

Semplicemente perfetto, come il pezzo mancante d’un puzzle

 

Ino respirò profondamente, ma non lo respinse. Invece girò il suo capo a cercare quello di lui, a sfregare le loro guance, a intuire il conforto del contatto reciproco.

Stava sfiorando un aspetto della loro relazione del quale non avevano mai parlato, che non avevano mai intrapreso, che non era mai stata un’ipotesi. Forse.

Shikamaru allora scivolò sul suo corpo, fino ad appoggiarsi alla sinistra della ragazza, le sue gambe ancora intrecciate con quelle di lei, troppo pigro (davvero era quella la ragione?) per muoverle.

Era un momento così delicato che sembrava di essere fuori dal mondo, in una dimensione ovattata, dove un respiro sembrava poter fare crollare la terra, una parola devastare l’equilibrio precario di quello sfiorarsi di corpi.

Shikamaru non aveva smesso di guardarla da quando era entrato nella stanza, e finalmente, finalmente gli occhi di lei si dischiusero per guardare, e per guardare lui.

In quel momento Shikamaru si sentì, per la prima volta in vita sua, importante.

Ino voltò il capo cercando lo sguardo del ragazzo: “Non ti chiedo di essere lui. Non voglio che tu sia lui” sussurrò.

Si attaccò a lui mentre Shikamaru l’accarezzava con una dolcezza di cui lui stesso non si credeva capace, mentre la consolava e la baciava…nemmeno questo sarebbe dovuto accadere, ma diamine, Shikamaru avrebbe potuto fare una lista pressoché infinita di cose che non sarebbero dovute accadere.

Un bacio sulla fronte, uno sulla guancia e uno sulla bocca. Casto, dolce, che non chiedeva più di quanto desse.

“Shikamaru…”

“Lo so, Ino, lo so

“Resta con me”.

Non aggiunse ‘stanotte’, come leggeva in tanti romanzi rosa, perché non era per una notte che lei lo voleva.

“Resta con me” ripeté lei piano, e questa volta fu come un’epifania quando lui le sorrise e senza accorgersene (perché lui, una cosa del genere, non l’avrebbe mai detta), mormorò: “Sempre”.

 

Click.

 

 

 

Sappy. E’ l’unico commento che mi auto-viene per questa fiction. Ma, onestamente, avevo voglia di qualcosa di semplicemente dolce su questi due. E sì, lo ammetto, anche un po’ angst. Scusate, tesorucci, ma più vi amo, più vi faccio soffrire. Aggrappatevi l’uno all’altra che arriva il mostro! XD

Sarà l’umore mio di questi giorni, altalenante e cangiante come il cielo d’estate. Non so che ne pensiate, o voi che avete aperto questa paginetta, ma spero di avervi fatto provare qualcosa, di avervi ispirato una reazione. In fondo, le fiction servono a questo.

 

E ricordate, ogni volta che qualcuno shippa ShikaTema muore un gattIno.

Salvate i gatti, ragazzi!

 

Scherzo, seriamente: si tratta solo di sana goliardia.

 

In any case,

 The night is White, folks!

E come disse Theoden: Desti, cavalieri! Non temete l’oscurità!

(.Perché noi siamo luce, nell’oscurità… -cit, per Mimi!)

 

Always and forever candida come una nuvola,

WT

 

Special thanks to:

Mio cugino Jacopo, che a due anni mi ha raccontato La compagnia dell’Anello con tutti i nomi esatti, roba che neanche i miei amici...piccoletto, sei l’orgoglio di tua cugina!

 

MillyMalfoy, che s’è letta tutte le mie ff ShikaIno, volente o nolente, e ne ha scritta una oggi!!!

 

Le mosche bianche, tutte, dalla prima all’ultima:

Mimi: ho quasi sentito più te che mia madre in questi giorni, e devo dire che ne è valsa la pena!

Luly: non ti potrò mai ringraziare abbastanza per aver messo in moto questa meraviglia con la tua collega! E quante cose in comune…*.*

Hilly: Uno spettacolo di ragazza. Una che converte la sua famiglia per metà non può che esserlo!

Francy: una parola: magica.

Sheeren: perché non ti devi demoralizzare, cara, se scrivi ShikaIno qualcosa di bello viene fuori per forza!

e tutte quelle/i che ancora devo conoscere!

 

Gli iscritti a http://shikainofanforum.forumcommunity.net/

 

Quelli che non lo sono, se ci faranno un salto XD!

 

E in un ultimo sprazzo di egocentrismo…me, che mi laureo dopodomani ma ho voluto partecipare! Perché ShikaIno fa fare anche questo, signori!

 

Grazie a chi ha avuto la pazienza di arrivare fin qui, a presto, e mi raccomando, leggete tante ShikaIno!!!

 

 

  
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