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Autore: Marauder_    16/04/2014    0 recensioni
Allora, vi spiego come funziona: ogni capitolo porta il titolo di un personaggio, il personaggio che, solo per quel capitolo, racconta la storia.
Insomma, il capitolo che si chiama “MADDY” è raccontato da Maddy, il capitolo che si chiama “JAKE” è raccontato dal punto di vista di Jake, e così via.
Se hai voglia di leggere, preparati quindi a venire sballottato continuamente tra un personaggio e l'altro, una mente e l'altra, un cuore e l'altro.
Preparati a vedere il mondo con gli occhi di Maddy, di Jake, di Tom, di Alice e tutti gli altri: forse ti stupirà, ma lo stesso mondo può sembrare mille mondi diversi, se visto da mille occhi diversi...
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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MADDY

 

Mi svegliai nel mezzo della notte, madida di sudore: il mio sonno era appena stato interrotto da un brutto incubo.

Rannicchiandomi meglio sotto il piumino, guardai fuori dalla finestra, nel tentativo di rilassarmi.

La neve cadeva leggera e ricopriva l'intero paesaggio: riuscivo a vedere i fiocchi che volteggiavano nel cono di luce del lampione sulla strada.

Mentre mi voltavo dall'altro lato, quasi mi stupii di trovare Nick steso al mio fianco.

Il suo corpo emanava un piacevole calore, mentre il suo respiro regolare sembrava una dolce ninnananna.

Nemmeno mi ricordavo che quella sera era venuto a dormire da me: succedeva raramente, solitamente solo quando mi arrabbiavo e lui doveva farsi perdonare.

Questa volta, però, non aveva combinato niente, almeno da quanto ne sapevo.

Non mi feci troppe domande, ero sempre felice di passare un po' tempo con il mio ragazzo; ultimamente, tra l'altro, ne avevo particolare bisogno.

Le cose non andavano proprio a gonfie vele tra di noi e la cosa che mi preoccupava di più era che non ne ero poi così addolorata.

Forse non ero più innamorata, forse non lo era più nemmeno lui, però avevo lo stesso molta paura di perderlo: oltre che il mio ragazzo, Nick era sempre stato anche un buon amico con cui passare dei piacevoli momenti.

Entrambi stavamo evidentemente tentando di ricucire il nostro rapporto, ma non sembravamo riuscirci.

Sicuramente, comunque, non eravamo pronti a lasciarci: almeno io non lo ero di certo.

Scacciai quei pensieri tristi e pensai a come sarebbe andata la giornata successiva: le vacanze di natale erano terminate e le lezioni all'università sarebbero ricominciate.

Finalmente, lasciando libera la mente di vagare dove voleva, riuscii ad addormentarmi di nuovo.

 

Mi svegliai in un letto completamente vuoto, fatta eccezione per un bigliettino verde appoggiato sul cuscino di Nick: Sono andato a casa a prendere i libri. Ci becchiamo più tardi ad informatica

Che messaggio affettuoso pensai io.

Ormai, comunque, ci ero abituata: negli ultimi mesi, il Nick dolce e gentile di cui mi ero innamorata, stava via via scomparendo.

Mi alzai e accesi lo stereo; amavo la compagnia della musica.

Preparai la colazione e, dopo essermi messa un paio di pantaloni comodi, una felpa celeste e la giaccia, mi avviai a piedi verso il campus.

La nevicata notturna aveva lasciato posto ad un timido sole che tentava di farsi spazio tra le nuvole che stavano abbandonando piano piano il cielo.

Camminavo lentamente, con le cuffiette nelle orecchie, godendomi la piacevole tranquillità che l'inverno aveva portato.

Tutto quel bianco che, salendo verso l'alto, si tramutava nell'azzurro del cielo, riusciva a rasserenarmi come nessun'altra cosa: qualsiasi preoccupazione avessi, bastava uno sguardo fuori a farmela dimenticare.

 

La mia migliore amica Alice mi raggiunse all'entrata dell'aula in cui si sarebbe tenuta la lezione di matematica.

“Hey Maddy, come stai?”

“Alice! Tutto apposto, tu?” risposi togliendomi una cuffietta dalle orecchio.

“Bene dai.. E Nick? Vi siete finalmente parlati?”

“Nick? Oh.. No.. Ma non servirebbe a nulla”

Come al solito, Alice iniziò a elencarmi i mille motivi per i quali avrei dovuto spiegare a Nick che qualcosa non andava tra di noi, ma, per fortuna, l'inizio della lezione interruppe il suo discorso.

Sapevo perfettamente che aveva ragione, ma non trovavo né la forza né il coraggio di seguire il suo consiglio.

“E tu invece? Come procede con Tom?” iniziai io al termine della lezione, in modo da impedirle di riprendere il discorso di prima.

Alice arrossì violentemente “Cosa? Oh.. Siamo andati a fare un giro insieme in centro l'altro pomeriggio..” rispose mentre si attorcigliava una ciocca di capelli attorno ad un dito.

“E.. Sei innamorata persa, vero?”

“E va bene, lo ammetto, mi piace da impazzire! Ma non credo che lui provi niente per me..”

“Per ora! Vedrai che appena ti avrà conosciuto meglio si renderà conto che sei una persona spavento.. Hemm.. Meravigliosa!”

“Ahahah! Idiota che non sei altro!”

Sbirciai l'ora sul cellulare: ero in super ritardo per la lezione di informatica.

Salutai Alice con un abbraccio e corsi verso il palazzo che si trovava dal lato opposto del campus.

Quando vidi Nick appoggiato al muro affianco all'entrata, rallentai il passo.

Improvvisamente, mentre lo salutavo con la mano, qualcosa mi spinse e persi l'equilibrio, finendo con le gambe all'aria.

La prima cosa che vidi fu un mucchio di libri e quaderni sparsi per terra e, un po' più in là, un ragazzo dai capelli neri che, come me, tentava di capire cosa fosse successo.

“Merda, scusami, è colpa mia.. Non ti avevo proprio vista!”

“No, scusa io, sono davvero un'imbranata!” risposi, aiutandolo a tirare su tutti i fogli che si stavano inzuppando per via della neve.

Raccolsi un libro di matematica avanzata e, porgendoglielo, osservai con maggiore attenzione il mio “incidente”: aveva due luminosi occhi azzurri, un sorriso gentile (e perfetto) e una capigliatura spettinata, che gli dava un'aria simpatica.

Quando le sue dita sfiorarono le mie nell'afferrare il libro, il suo sguardo si spostò lentamente dalle nostre mani ai miei occhi, riversandosi nel mio.

Per un attimo mi sentii sprofondare nell'azzurro delle sue iridi, un attimo che venne subito interrotto da una voce alle mie spalle, che pareva piuttosto scocciata.

  
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