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Autore: LadyLisaLaurie    14/07/2008    3 recensioni
SEQUEL DI GELOSIE: Perché Gregory House vuole un bambino, e perché Lisa Cuddy, invece, no? La vita di coppia è difficile, anche di più se si è House e Cuddy. Le responsabilità sono molto pesanti...(l'ho data per OOC, perché in realtà non so come altro definirla!)
Genere: Drammatico, Suspence, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Greg House, Lisa Cuddy
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il secondo (cap VIII) Vado spedita nel postare perché vorrei arrivare presto ai momenti più sentiti. Questi sono dei passaggi dovuti perché possa comprendersi la storia, senza sarebbe un vero disordine.
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“Hai litigato con il letto o semplicemente volevi dormire scomodo?” Wilson entrò nell’ufficio di House alle 7 di mattina. Doveva sbrigare del lavoro arretrato e se non l’avesse fatto…essere il migliore amico del compagno del capo non gli era di nessun aiuto: Cuddy l’avrebbe comunque sbranato! Trovò House sdraiato sul pavimento, con una mano sopra la faccia e un bicchiere di whisky scadente nell’altra.

“Mi piace sperimentare sempre posizioni nuove!” la sua voce era soffusa, quieta, probabilmente a causa del forte mal di testa dovuto all’alcohol ingurgitato tutta la notte.

“Battuta fiacca…che hai fatto alla Cuddy questa volta?”

“La domanda giusta è…che ho fatto IO di male per meritarmi una paternale alle… - guardò l’orologio – L del mattino?” non capiva nulla.

“Sono le 7, non le L e tu devi bere un caffè…e piantala con questa roba!” Wilson prese il bicchiere dalla mano e sparì nella stanza accanto. House si alzò seguendolo.

“Tu sei la versione peggiore di quella strega che ho a casa!” si avvicinò di nuovo alla bottiglia, ormai quasi del tutto svuotata, per bere quegli ultimi sorsi, ma Wilson lo fermò prima.

“Beh se siamo passati agli insulti in sua assenza, l’hai fatta proprio grossa…quindi prendile dei fiori, dei cioccolatini, datti una ripulita e chiedile scusa!” gli porse la tazza di caffè.

House la ingurgitò in un solo sorso, sentendo quel liquido bollente bruciargli tutte le pareti dello stomaco e per un attimo sembrò riacquistare lucidità.

“Era incinta…” gli disse

“C-cuddy?”

“No mia madre…potevi avere un altro gregghino!”

“Speriamo di no! E…non dirmi che sei scappato di casa come la prima volta…”

“Non adesso cretino…5 anni fa…ha avuto un aborto! E non me l’ha detto…” adesso sì che si era ripreso e la sua voce stava rinvigorendosi.

“House ci sono molti motivi per questo…cosa ti ha detto?”

Mi dispiaceioti amo! Ha detto solo questo, dei tuoi tanti motivi non ne ha menzionato uno…”

“L’hai lasciata spiegare?”

“Ma tu hai sbagliato lavoro? E comunque come investigatore fai schifo!Io…”

“Ti sei incazzato e sei andato via sbattendo la porta…”

“Magari non fai proprio schifo…”

“House…torna da lei e chiarite!” il tono di Wilson si fece perentorio.

“Perché ti preoccupa tanto? Era tuo il bambino?”. Con House esisteva una scala di valore degli insulti: aggettivi maligni, si stava divertendo; accuse di tradimento, era ad un passo dall’esplosione di rabbia; aggettivi più pesanti, ira funesta. Questa scala la conoscevano solo Cuddy e Wilson e solo loro due sapevano che nei primi due casi bastava ignorare e proseguire nel discorso.

“Hai provato a pensare come si è sentita lei? Cosa deve aver provato? Ti sei mai chiesto cosa significhi starti accanto giorno e notte?”

“Ahh il giorno no, ma la notte…non me lo chiedo, lo vivo!”

“Tu ci scherzi, ma resta il fatto che sei un codardo. Sei andato via, lasciandola probabilmente in lacrime, quando aveva più bisogno di te. Lei sta male e tu sei qui a bere whisky di terza scelta e fare battute a sproposito”

“Ma tu non dovevi lavorare?? Corri Jimmy Boy o Satana ti frigge e ti infilza col forcone…anche se magari a te può piacere!”

“Eheh…scherza scherza…non sono io quello che perderà la persona amata! Ma a questo punto c’è da chiedersi se veramente l’ami…”

“Io voglio solo che lei non mi menta…”

Non puoi sempre avere quello che vuoi!” Wilson stava andando via.

“Aspetta un momento – House lo fermò. – Perché ti incuriosisce tanto? Io e Lisa abbiamo litigato miliardi di altre volte ma solitamente alla prima battuta ti fermavi…perché andare in fondo? O sei un dannato masochista oppure tu sai…qualcosa… - fece una smorfia – Tu lo sapevi non è vero? Lisa te ne ha parlato…tu lo sapevi e non mi hai detto niente infame…tu hai tenuto un segreto con lei, alle mie spalle…bell’amico!”

“Perché urli con me? Ti fa sentire uomo? Ti fa stare meglio? Noi siamo coperti dal segreto professionale e Lisa era lì come paziente…”

“Perché verrebbe da te? Sono io il suo medico…”

“Ora sei anche il suo uomo però…” questa frase lo fece riflettere più di quanto avrebbe pensato. Lisa era andata da lui per le iniezioni e quella volta che stava male, con la febbre, aveva chiamato lui eppure House solo allora si rese conto che da quando stavano insieme aveva smesso di essere il suo medico ed era diventato il suo uomo a tempo pieno. Era il suo migliore amico, quello al quale lei confessava tutto, almeno per quanto House potesse sapere, ed era il suo amante, quello con cui condivideva l’intimità più pura.

“Come medico ti rispetto…come amico sei un infame!” prese la giacca e le chiavi della moto.

“Ora dove vai…siccome abbiamo litigato ti vai ad ubriacare?” chiese Wilson guardandolo soddisfatto: sapeva dove stava andando!

“Siccome abbiamo litigato, ti faccio un dispetto e vado a casa da mia moglie a farci sesso fino a scoppiare!” e gli fece la linguaccia uscendo.

Era la seconda volta che diceva “mia moglie”!

A casa

Gregory House entrava dentro casa cercando di non fare alcun rumore, voleva sorprendere Lisa Cuddy. In mano aveva un mazzo di fiori raccolto per strada e una scatola di cioccolatini. Aveva seguito i consigli di Wilson! Si diresse lentamente verso la stanza da letto, quando inciampò in un gioco del cane facendo un fracasso incredibile che fece destare il cane per primo, che iniziò ad abbaiare e Cuddy dopo, che preoccupata che potesse essere un ladro, istintivamente afferrò qualcosa per poterlo colpire. Entrambi tirarono un sospiro e misero le mani sulla maniglia della porta e mentre uno apriva e l’altro pure, House si trovò un colpo di mazza da baseball in pieno volto che lo atterrò. Cuddy rimase basita per un secondo e si lanciò poi verso l’uomo per soccorrerlo.

“Greg….Greg…” diceva mentre la bambina, che si era svegliata e pensava stessero giocando, saltellava qua e là per il corridoio insieme al cane che la inseguiva.

“Hai detto il mio nome due volte… - riaprì gli occhi e con un’aria molto stordita cercò di alzarsi. – Potresti metterci anche uno ‘scusa’ in mezzo!” lei sorrise e lo aiutò ad alzarsi mettendogli la spalla sotto il braccio e portandolo sul divano. Ritornò da lui con una busta di ghiaccio da mettere sul bozzo in testa.

“Scusa!” gli disse infine.

“Tesoro, devo iscriverti alla lega dei giocatori. Hai un tiro niente male!”

“Merito della tua mazza!”

“Ehi…siamo già a questo punto?”

“Scemo!” lui ricambiò solo con un sorriso e poi si accucciò sul suo petto, mentre lei gli teneva quella busta di ghiaccio in testa.

“Da qualche parte c’erano dei fiori per te…e dei cioccolatini! – la bambina arrivò da loro con in mano la scatola di cioccolatini, le mani e la bocca impiastricciati – Ok i cioccolatini c’erano…magari i fiori… - guardarono verso il cane che stava facendo a brandelli il mazzo di fiori. – Bene amore. La prossima volta ti porto un diamante e scommettiamo su chi dei due lo espelle per primo!” Cuddy non poté evitare di ridere.

Prese la bambina di peso, staccandola da quella scatola nemica dei denti sani, e la portò in cucina per farla pulire, mentre House, sdraiato sul divano si teneva la borsa del ghiaccio sulla testa. Il cane gli si avvicinò iniziando a leccargli il volto.

“Puah…cane rognoso…sparisci…solo una persona può leccarmi in faccia…che schifo!”

“A cuccia MisterT” Cuddy corse nel salone e vide House che si ripuliva la faccia dalla bava. Gli portò un fazzoletto e si sedette accanto a lui sorridendo.

“Te la stai spassando eh? Io ero venuto con intenzioni romantiche per parlare amabilmente e mi ritrovo con i regali smembrati, la faccia tumefatta e la saliva sbagliata in faccia…puah e peggio ancora sulle labbra! - Cuddy allora gli pulì le labbra con il fazzoletto e House osservava quel gesto così naturale, ma così poetico e profondo per lui. – Lisa…”

“Hai detto il mio nome…niente di buono!” lo canzonò lei con voce sensuale e poi iniziò a sfiorare le sue labbra, lentamente senza mai schiuderle in un bacio vero.

“Tu… - disse lui puntando il cane – Vietato ai Minori, fila via!”. Questa volta fu lui a prendere l’iniziativa, ma andò dritto al sodo, baciandola seriamente con un contatto profondo di labbra.

“Sei arrabbiato con me?” chiese Cuddy in un momento in cui si separarono le labbra.

“Se quando non lo sono mi picchi così…meglio dirti di no!” lei lo guardò fisso negli occhi con aria seria.

“Non devi mentirmi mai House!”

“Non hai detto il mio nome…non sei arrabbiata sul serio!”
“Greg!”

“Non sono io il bugiardo qui dentro…va bene forse un po’…ok sono il Re dei Bugiardi in questa casa ma…”

“Basta! Non voglio più parlarne! Mi basta sapere che non mi dirai mai bugie!”

“Ok…ah a proposito…sono incinto…il bambino è di Wilson…sai stanotte mi ha ubriacato e seviziato…conosce dei giochetti simpatici. Peccato che li applichi sugli uomini!” sempre il solito House.

“Va bene…l’affronteremo insieme…”

“Noi siamo House e Cuddy, insieme…”

“…spacchiamo il mondo!” terminò lei la frase sorridendo e poi lo baciò dolcemente.


  
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