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Autore: Letiziajromano    18/04/2014    0 recensioni
La mattina ti svegli, ti guardi allo specchio, e vedi qualcosa che non ti é mai appartenuto, un fisico sproporzionato, capelli arruffati, statura media e un sentimento auto distruttivo verso ciô che fai e pensi.
Non mi sono mai piaciuta, mi sono sempre guardata con quel sorriso spezzato, ho sempre pensato che forse non era mio destino essere bella, magari avrei sbancato, oppure fatto successo nel campo della scienza, l'importante era quello, avevo perso fin troppo tempo dietro ciò che non era mai stato del tuo mio, in tutti i sensi.
Quella mattina ero li, a cercare di regalare un sorriso al mio riflesso , ma nulla, uno sguardo impassibile dipingeva il mio volto.
Camilla è una ragazza di 16anni .Discreta in ogni cosa che fa.Diversa da tutti i tipi di soggetti femminili dell'universo,odia il suo riflesso, ma ogni mattina la lastra riflettente l'attira, ed ogni mattina si ritrova lacrime amare sulla candida pelle.
Camilla incontrerà qualcuno che la farà sentire unica, diversa e amata.Camilla imparerà ad amarsi e ad essere forte.Fino a quando il destino, inevitabile e sfrontato, la metterà davanti a una delle più dolorose e difficili scelte della sua vita.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, Lemon | Avvertimenti: Bondage
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E' preferibile ascoltare questo brano durante la lettura del nuovo capitolo:  

Evanescencehttps://www.youtube.com/watch?v=Ih61MJ72v1Y



 
 
Le lezioni quella mattina erano tutto tranne che interessanti, i flashback delle ore precedenti mi impedivano di rimanere attenta, ero ancora persa in quei occhi, persa in un mare di incertezze e di paure.
Non potevo essermi invadita di un qualcuno che fino a poche ore fa non conoscevo minimamente.
Quando questi pensieri raggiunsero il mio sistema nervoso, mi alzai di scatto, mi reputai pazza, chi mai potrebbe pensare in questo modo a una persona che non conosce fino in fondo.
Mi alzai dalla sedia di legno, e chiesi semplicemente con cordialità al professore di letteratura di uscire fiori per recarmi in bagno.
e lui con sicurezza e senza esito disse:
Certo Miss, ma per favore, non ci cada in bagno
Con un ghigno divertito mi segui con gli occhi fino a quando non lasciai il reparto.
Le pareti del bagno scolastico erano perennemente ricoperte di scritte e colori.
Una piccola scritta in verde mi incuriosì:
Jimmy e Giuly”e al lato della scritta delle cifre in carattere più piccolo indicano l’inizio e la fine, 4 anni.
Cavolo 4 anni.
Io non credo di essere capace di amare così immensamente, sinceramente non amo nemmeno fino in fondo me stessa, chi mai potrei amare?
Quando ritornai in classe guardai il professore e sorridendo gli riferii:
Professore ho fatto ritorno, sono sana e salva, per vostra sfortuna
Ero una delle più brave del corse,potevo permettermi un po di confidenza in più, la letteratura era un qualcosa che mi permetteva di esprimermi in tutte le mie sfumature, quello stesso giorno il Prof lasciò un nuovo libro da leggere.
“Orgoglio e pregiudizio”Uno dei libri che avrò letto come minimo 100 volte, uno dei libri che con il suo orgoglio e il suo pregiudizio ha lasciato il segno in ogni cosa, in ogni desiderio e in ogni sensazione che provo.
Le lezioni terminarono recuperai tutti i miei strumenti da lavoro e senza fretta mi recai al cancello, rimasi immobile quando vidi il suo corpo, fermo al lato dell’auto, mi salutò con un cenno del capo e mi indico di raggiungerlo.
Mio fratello gli lascio l’incarico di recuperarmi da scuola.
Si posiziono al lato del guidatore e mise in moto l’auto, in grembo stringevo il libro che in realtà già possedevo, ma ero lo stesso sacro in tutti i sensi.
I suoi occhi lo scrutarono con interesse, e disse:
Dunque, ti piace orgoglio e pregiudizio
Sgranai gli occhi, lui, conosceva, orgoglio e pregiudizio.
Che c’è, credi che io non sia tipo da questo genere di cose?”
Lo guardai per pochi secondi senza dire nulla, era così bello, così irraggiungibile, ritornai sul pianeta terra e aggiunsi:
No è che, non credevo che tu…
Non mi fece finire la frase, eravamo giunti ormai sulla soglia di casa, il vialetto era illuminato da fioca luce, ma pima di afferrare le chiavi dell’entrata principale, mi accarezzò il polso, e disse:
Credo che sia opportuno dirti il mio nome.. sono Valentino
Ripetei ad alta voce il suo nome, come per memorizzarlo…
Rimarrò con voi per un certo periodo di tempo, sto cercando casa
Annui con un semplice sorriso, la sua mano lasciò il mio polso e afferrai questa volta con precisione le chiavi.
La mamma e mio fratello erano intenti nel cucinare, aspettate Michael cucinare?
Paralizzata entrai in cucina e con gli occhi sbarrati iniziai a dire:
Mamma, sai sono giovane, sono convinta che se lasci cucinare lui, proverà ad avvelenarmi così avrà più spazio per i suoi ospiti”
Valentino era li, a tre passi da me, stava ridendo, tutti ridevano, Michael mi lanciò uno sguardo anch’esso divertito e aggiunse:
Che buona idea
Quella sera notai uno strano comportamento in me.
Forse era la presenza di quella strana canaglia che rendeva tutto, un po più,diverso.
Le scale annunciarono il mio arrivo nella stanza con quello strano strepitio, ero li ferma, nuovamente davanti allo specchio, mi accarezzavo con delicatezza i capelli i miei occhi scintillarono al riflesso, mi avvicinai e tracciai il contorno dell’immagine,cosa avrei potuto fare per amarmi ?
 
 
 
 
SPAZIO AUTORE*
 
Questo è il terzo capitolo di "A tre passi da te".
Spero che la storia vi abbia colpito, grazie per le nuove visualizzazioni, se avete qualche consiglio da riferirmi o un semplice commento, RECENSITE.
La vostra Writer
-Letizia
  
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