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Autore: kannuki    19/04/2014    1 recensioni
“Chi ti ha parlato di me?”
“La donna che mi ha partorito.”
“Un po' macabra come favola della buonanotte...”
"Tentare di risvegliare il suo amore, è come gettarsi su un coltello affilato. Non puoi lamentarti se ne esci ferita, dopo."
DAL CAPITOLO 8, GUEST STAR -> ELENA, JEREMY GILBERT + MATT DONOVAN ^^
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash, Crack Pairing
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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°Pecchiamo insieme, che all'anima fa bene.°

V.Majakowskij


L'ultima volta che Nadia aveva danzato era stato nel 1878. Stava viaggiando con una compagnia teatrale rumena, quando la notizia della ritrovata indipendenza della Romania, sancita durante il Congresso di Berlino - che aveva appena rettificato il trattato di pace di Santo Stefano - li aveva travolti in un piccolo villaggio austriaco.

I festeggiamenti andarono avanti per giorni, Nadia li passò in lieta compagnia, cantò quando le fu chiesto di cantare, ballò battendo i piedi e le mani come le avevano insegnato e sollevò la veste con grazia, inchinandosi con altrettanta leggerezza. Faceva tutto parte dello spettacolo e Nadia non ne traeva particolare piacere. Piroettare era un lavoro duro, sorridere le costava molti sospiri. Ballare non era proprio fra le sue attività preferite. Ci aveva riprovato, un centinaio di anni dopo, ma i risultati erano stati patetici: il suo corpo rifiutava sistematicamente di lasciarsi condurre e/o abbandonarsi ad un qualsivoglia ritmo. Non aveva controllo, ne coordinazione.

L'aveva avvertito che sarebbe stato doloroso (per i di lui piedi), ma Klaus non aveva dato ascolto. Le aveva 'ordinato' di afferrare la sua mano e piantarla con le 'menate'.

Ti fai troppo problemi, ragazza mia.”

Oh, beh... se ne sarebbe reso conto da solo. Dopotutto, l'aveva interrotta nel bel mezzo di un discorso di una certa rilevanza, annunciando che gli serviva una tregua da tutto quel 'moralismo bigotto' e le aveva versato da bere, senza neppure chiederle il permesso. Katherine l'aveva messa in guardia dagli exploit di Klaus ma Nadia aveva mai immaginato di trovarsi in una simile situazione. Aveva deposto le 'armi' e si era alzata in piedi, afferrando la mano del vampiro con un sospiro agitato. “Te ne pentirai.”

Mai sottovalutarsi, mia cara.”

Era stato il tono farle saltare il cuore in gola. O forse era stata la vicinanza, il profumo, il calore. Aveva obbedito malvolentieri alle indicazioni 'la mano qui e qua' ed era certa di essere arrossita, quando le aveva cinto la vita, fermandosi ad una certa altezza della schiena.

Questo non mi distrarrà dall'argomento principe del nostro discorso.”

Il tuo noioso monologo sulla redenzione, non mi farà cambiare stile di vita” aveva chiarito facendo un passo avanti, quando Nadia ne avrebbe dovuto fare uno indietro, col risultato di intrecciare gli arti inferiori in una vicinanza sensuale. La donna si era cimentata in uno stupido saltello sul posto per riacquistare l'equilibrio, imbarazzata.

Apprezzo chi cerca di agire moralmente, ma la maggior parte delle volte è una fatica inutile. Sono certo che la tua coordinazione migliorerebbe, se mi lasciassi condurre.”

Lo farei se sapessi da che parte cominciare.”

Non guardare i piedi, guarda me.”

Nadia aveva alzato la testa in tanti piccoli scattini. Prima il torace, poi il mento con la barba dorata, infine gli occhi, scuri nel riverbero del fuoco. Klaus aveva inclinato la testa, sorridendole e un lampo azzurro aveva squarciato l'oscurità del suo sguardo. Nadia era tornata a guardare a terra e tutto il suo corpo si era irrigidito. “Il Bene e il Male esistono contemporaneamente, devi solo trovare uno stato di equilibrio...”

Tu devi perderlo, l'equilibrio” aveva sentenziato e Nadia non aveva capito bene se intendeva quello mentale o quello fisico, perchè un secondo dopo Klaus l'aveva fatta inarcare all'indietro: il sangue era finito nelle orecchie, un gemito le era sfuggito e quando era tornata in posizione eretta, aveva battuto più volte le palpebre. “Aspetta... mi gira la testa...”

Klaus si era fermato, e Nadia gli aveva stretto la spalla, strofinando la fronte sul dorso della propria mano. “M dispiace, non riesco a mantenere il passo. Non sono portata.”

Non vuoi essere portata. Come pretendi di riscattare la mia anima se non hai fiducia in me?”

Nadia era trasalita, cercando di afferrare il filo rosso del ragionamento. “E' diverso! Completamente diverso!”

Pensaci bene. Mi chiedi di credere in te e nel tuo dio invisibile ma mi tieni a distanze per paura di sporcarti le mani.”

Questo cosa centra con la mia inettitudine a danzare?”

Ti ho dato dei consigli e dei suggerimenti. Non ne hai seguito neanche uno. Non mi ritieni all'altezza o temi che la mia dissolutezza ti contagi?”

Non attecchisce il male in un giardino ben curato.”

Klaus aveva sorriso in maniera sinistra, quasi divertita. “I peccati non possono essere disfatti, solo perdonati.”

E' quello che sto cercando di farti capire” aveva sentenziato cercando di mantenere il controllo. "Il riscatto dell'anima è troppo alto, e il denaro sarà sempre insufficiente."

Perciò cosa mi suggerisci? La penitenza, la preghiera?” aveva domandato con un altro ghigno sarcastico. “Vuoi che mi spogli degli averi come San Francesco?”

Nadia si era guardata intorno, indicando la stanza. “Hai così tanto bisogno di oggetti preziosi?”

Ognuno di essi racconta una storia. Non ti piace l'arredamento?”

Una brusca piroetta l'aveva fatta inciampare nei piedi del vampiro. Superata la confusione del cambiamento, si era accorta di essere ormai stretta fra le sue braccia. La novità le aveva fatto sgranare gli occhi ma non aveva sentito lo stesso effetto in Klaus che la scrutava, immobile e fisicamente 'distante'. “Scoprirò il tuo segreto, Nadia. Spera solo che sia di buon umore, quando accadrà.”

Klaus aveva capito di aver centrato il segno quando aveva deglutito e un sottile orrore era trapelato dal volto. La donna l'aveva guardato con le labbra socchiuse e il respiro trattenuto, convalidando tutti i suoi sospetti. Un secondo dopo, l'aveva spinta contro il muro e il movimento veloce aveva mosso le fiamme del camino, facendo crepitare il ciocco di legno al suo interno.

Nadia sentiva chiaramente l'ossatura della mano che premeva la base del collo. Non le toglieva il fiato, ma era un avvertimento sufficiente e non fraintendibile. Si erano guardati negli occhi, poi Klaus l'aveva lasciata andare. Nadia era rimasta immobile, dispiaciuta più che risentita. Ferita più che impaurita. “Non ti fidi di me...”

Non è mia abitudine” aveva risposto strusciando il palmo della mano contro il pugno chiuso. La pelle di Nadia era soffice e calda. Aveva sentito il battito del suo cuore attraverso la cassa toracica, il singulto di paura che si era perso fra i denti quando l'aveva toccata. Avrebbe voluto affondare la bocca fra i seni della donna e godere della reazione finale del suo corpo. “Riconsidera il soggiorno a New Orleans, mia cara.”

La stava bandendo dalla città?! “Permettimi di restare, ti prego!”

Klaus non sopportava quel servilismo. Non in lei, almeno. “Per tediarmi l'anima con i tuoi discorsi creazionisti?”

Voglio conoscerti.”

Nadia, non amo ripetermi...”

Non voglio nuocerti!”

Non potresti comunque.”

Di cosa hai paura?!”

Klaus aveva distolto lo sguardo, nel tentativo di riacquistare il controllo di se stesso. Pur di prolungare la permanenza della donna nell'abitazione, aveva finto di ascoltare le sue chiacchiere strampalate sulla salvezza e la redenzione. Nadia aveva un bagaglio culturale vasto e predicava come se ne andasse della propria vita. Sarebbe stata perfetta al suo fianco nel Consiglio, per controbattere con pugno di ferro le tediose disquisizioni diplomatiche del fratello e della rappresentante mortale, un'imbrogliona fatta e finita che dava l'idea di voler sedurre anche il diavolo.

Poiché la risposta tardava ad arrivare, Nadia si era infine staccata dal muro, avanzando verso il vampiro e prendendogli le mani. Klaus era stato brutalmente strappato ai suoi pensieri organizzativi: le sopracciglia si erano avvicinate al centro della fronte e un muscolo era guizzato nella mascella. “Il tuo comportamento non fa che convalidare i miei sospetti” aveva dichiarato, tirando indietro le braccia. Ma Nadia non l'aveva lasciato andare e quel movimento non aveva fatto altro che colmare la distanza fra i loro corpi.

Le avevano sempre rimproverato di essere cocciuta ed insistente ma Nadia non avrebbe gettato la spugna con Klaus. “Io ti vedo per quello che sei realmente.”

Klaus mi era morso la lingua per non controbattere acidamente mentre il suo corpo reagiva alla dolce presenza. Se non avesse cianciato sulle stronzate morali, non sarebbe stata dissimile da quella strega di Genevieve. Ma Nadia aveva qualcosa che lo fermava, una vocina che gli suggeriva di attendere per ottenere una ricompensa ben più alta della pura soddisfazione fisica. “E come sono realmente?” aveva domandato con un filo di voce mentre i pensieri gli urlavano nella testa.

Nadia aveva sorriso, come una mamma che perdona il suo bambino. Un coltello aguzzo aveva trafitto il cuore di Klaus, lasciando entrare la speranza. Forse... forse lei poteva capire... cosa era costretto a fare... per se stesso e gli altri... o forse era solo una trappola per fargli abbassare la guardia! “Devi andartene oggi stessi. Sei bandita dalla città, se solo provi ad avvicinarti ai confini, ti uccido personalmente.”

La delusione appesantì i lineamenti di Nadia, privandola della parola.

Non era studiato, non era voluto, era completamente naturale e spontaneo. Possibile che si fosse sbagliato?

La definizione di follia è ripetere all'infinito la stessa azione aspettandosi un risultato diverso.” aveva sentenziato, lasciandolo andare. “Sei l'essere più stupido che abbia mai conosciuto in tutta la mia vita... ed io ho avuto a che fare con gli Inquisitori, so quel che dico!”

Un momento prima gli era sembrato che stesse per scoppiare in lacrime, di seguito l'aveva insultato con eleganza ed infine l'aveva fatto sorridere. “D'accordo... puoi restare ma non devi criticare il mio arredamento.”

Non me ne importa un fico secco del mobilio. Mi interessi tu.”

Sarebbe stato bello, detto un'altra situazione. “La mia anima” la provocò. Era diventata veloce la sua lingua, così veloce che la mente stessa non riusciva a stare al passo.

Un uomo è fatto di corpo e spirito, non si può pensare di salvarne una parte a discapito dell'altra. Nadia fece una panoramica del vampiro da capo a piedi e mugolò fra i denti qualcosa che Klaus non capì e non interpretò. Però lo fece sorridere di nuovo. Si stava rendendo conto del 'caso disperato'?

Nadia l'aveva minacciato con un gesto veloce, smorzando il ronzio improvviso del cellulare. Perchè Matt la chiamava? La donna sorrise, sentendosi quasi bene. “No, non fare nomi” aveva sussurrato in tutta fretta quando aveva inteso il motivo della chiamata. Dal silenzio protratto, Nadia aveva capito. Ma aveva sperato tutt'altro.

>Stai bene?<

No, che domande...” aveva bisbigliato con la gola stretta e lo sguardo fisso nel fuoco. “Dimentica questo numero.”

Klaus aveva fischiato internamente. Roba grossa per un'affermazione tanto forte. Nadia aveva gettato la scheda nel camino e l'odore di plastica bruciata gli aveva invaso le narici. Non sembrava intenzionata a parlarne e non l'avrebbe sollecitata in quel senso.

Nadia dondolò verso il mobiletto dei liquori e si versò da bere con mano tremante. “Mia madre è deceduta.”

Le mie condoglianze.”

Non mi ha mai voluto bene, non c'è nulla di cui dispiacersi...”

Non parlavo di lei. Porgevo il mio cordoglio alle tue speranze infrante” disse ma Nadia non lo stava ascoltando. Stava pensando che se fosse andata diversamente e il nonno avesse permesso a Katherine di tenerla, le sarebbero state risparmiate tutte quelle immonde sofferenze. Sarebbe morta nella devastazione del villaggio ad opera di Klaus? O avrebbe avuto pietà di una bambina innocente?

Non credo che tua madre non ti amasse. Forse non era capace di dimostrarlo.”

Nadia emise un gemito e una risatina isterica e delusa. “Katerina Petrova non ha mai amato nessuno.”

Il nome risuonò come un colpo di cannone nella stanza e nell'anima di Klaus. L'impressione di averla già conosciuta, il piacere della sua presenza, l'attrazione violenta che sentiva per Nadia... ma non poteva essere la figlia di Katherine! Non aveva mai dimostrato un briciolo della sua onestà morale, non aveva mai creduto in niente se non in se stessa e nel potere, non aveva idea di cosa fossero compassione o pentimento! “Era questo, il segreto. Se non fosse morta, non l'avrei mai saputo.” Katherine era stata egoista fino alla fine. Invece di chiedere il suo aiuto, invece di mostrare un minimo di palle e umiltà, aveva lasciato che Nadia viaggiasse sola e malata fino a New Orleans... l'aveva lasciata in balia del mostro che temeva da secoli, anziché assumersi le proprie responsabilità. Klaus pensò che erano entrambi vittime degli errori genitoriali ma, come soldati, andavano avanti per la loro strada. “Hai l'onere di organizzare il funerale?”

Il corpo è stato bruciato.”

Non meritava neppure il disturbo.

Un attimo dopo, Nadia aveva scagliato il bicchiere di cristallo spesso contro il muro ed era rimasta ansimante e piangente a fissare il nulla. “Una cagna sarebbe stata una madre migliore di lei.”

Klaus non aveva commentato, si era limitato a pensare quanti bicchieri erano rimasti nel mobiletto, poiché lui stesso non lesinava gesti violenti quando era irritato. La seguì con lo sguardo quando infilò gli stivaletti ordinatamente risposti ai piedi del divano e la giacchetta leggera. “Dove vai?”

A pregare per l'anima di quella stronza” disse, ferma sulla porta del salotto. “Hai un'idea migliore?”

Oh, sì. Assai migliore.

***

Non ha mai visto nessuno crollare in quel modo e riprendersi altrettanto velocemente. Per un momento ha creduto che avesse spento i sentimenti, poi si è accorto che Nadia padroneggia l'arte della finzione come nessuno mai e se l'è tirata appresso. Se deve restare a New Orleans, che si renda conto di quel che succede al di fuori della vita turistica.

Al momento, Nadia se ne sta in silenzio, appoggiata al muro della stanzetta nel retro di uno strip club. L'occhiata di sufficienza che ha lanciato a Klaus quando ha visto la scritta, parlava da sola.

La rappresentante della controparte umana è una bella donna dai lunghi capelli neri e i modi di una cortigiana parigina. Le è sfuggito il nome, ma anche lei sembra annoiata dalla riunione forzata. La strega la conosce: Genevieve è di una bellezza abbagliante che distrae lo sguardo. La sua pelle è burrosa, sottile, pura. Le viene voglia di affondarci i denti dentro. Non sembra particolarmente entusiasta dell'evento. Forse non le piace il locale. Forse non le piace trovarsi in compagnia di Klaus.

Nadia ascolta tutto senza lasciar trapelare alcun sentimento. Klaus si chiede a cosa pensi. Che cosa provi. Chissà cosa starà pensando di Hayley, la legale rappresentante della fazione mannara, incinta di quasi nove mesi che sta discutendo come una carrettiera con Elijah. Il vampiro se la gode a vedere il fratello messo in difficoltà dalla donna che ama e ogni volta che lei tocca la pancia, i suoi toni si smorzano lievemente. Lo tiene per le palle. “Adoro sentirvi litigare ma vi ricordo che la colpevole è stata morsa e quasi uccisa dal braccio destro della nostra bella Hayley.”

La bellezza bruna controlla il cellulare brontolando su un impegno e li prega di non tirarla per le lunghe. “Camille O'Connell non ha lasciato alcuna dichiarazione in merito.”

Perché sono lì, allora? Nadia stacca la schiena dal muro e avanza di un passo, attirando l'attenzione di Hayley. “Stai cercando di scatenare una guerra inutile per radere al suolo la città?”

La bruna sospira e infila il cellulare nella borsetta, sorridendo a Klaus. “Bella ed intelligente.”

Nadia la ignora, concentrandosi su Hayley. “Stai volontariamente obliando il fatto principale: quattro lupi mannari si sono arrogati il diritto di affrontarmi tutti insieme per 'darmi una lezione'. Quattro uomini che non vedo in questa stanza!” urla all'improvviso battendo il pugno e facendo trasalire anche Klaus. “Il loro coraggio si manifesta solo in gruppo? Mandano avanti una donna incinta a fare il lavoro sporco?!”

Hayley la guarda, sorpresa e un po' stizzita. “Sono il capofamiglia e rispondo io...”

Se quattro pezzi di merda di qualsiasi razza proveranno ad aggredirmi nuovamente, non ci saranno tavole rotonde o discussioni filosofiche che tengano! Al mio paese, la gente finiva impalata per molto meno!”

Klaus sente un brivido intenso di eccitazione percorrerlo da capo a piedi. Non ha sbagliato a definirla la persona più interessante di New Orleans ed ora lo vede, un accenno del carattere di Katherine in lei.

Come legale rappresentante della controparte umana, è a conoscenza della reale entità del danno inflitto a Camille O'Connell?”

La bruna scuote la testa, in ritardo e poco attenta. Nadia risucchia il labbro inferiore e lo lascia andare con uno schiocco umido che rizza i capelli sulla nuca di Klaus. Di nuovo torna a concentrarsi su Hayley attirando il fastidio di Elijah. “E' una caccia alle streghe, dico bene? Ho assistito a molti roghi ed annegamenti, so quel che dico.”

Quella donna lo eccita come un ragazzino tredicenne!

Genevieve sospira, schiarendosi la voce. “Ti chiami Nadia, giusto? Beh, Nadia non possiamo permetterci di rendere manifesto quel che accade dietro le 'quinte'.”

I turisti sono influenzabili. Mostra loro un po' di azione e crederanno ad una messinscena...” commenta Klaus, annoiato. “Non ci sono stati danni e Camille sta bene. Di cosa siamo parlando, ancora?”

Nadia è sorpresa che nel Consiglio ci siano soprattutto donne. Elijah rappresenta la fazione vampiresca, ma non capisce bene quale sia il ruolo di Klaus. “Gradirei mostrarvi ciò che è avvenuto fra me e Camille O'Connell” mormora fissando la bruna. “Mi ricordi il suo nome.”

Francesca Correa. Guai a te se lo dimentichi ancora” sussurra con un sorriso accattivante, scivolando gli occhi lungo la figurina maga di Nadia. “Finiamola una volta per tutte. Ho un appuntamento e sono già in ritardo.”

Ed io ho una veglia funebre a cui partecipare” risponde cupa, prendendole il volto fra le mani e baciandola con un certo ardore. Nadia la sente rispondere, poi la donna la allontana da se con un gesto fermo. “Non toccarmi i capelli a meno che non te lo chieda espressamente” soffia frugando con due dita nella borsetta. Le porge un biglietto da visita e chiude la clutch con uno scatto metallico. Le strizza l'occhio, scivola fino alla porta e scompare in una nuvola di profumo.

Il silenzio della saletta di protrae anche dopo il congedo di Francesca. Nadia ha un pensiero compiaciuto mentre intasca il biglietto. Che classe, pensa con un sorrisetto malizioso, tornando a rivolgersi ai presenti e in particolare ad Hayley che ride sotto i baffi. “Questa la normale reazione di un uomo” mormora indicando l'immobilità stupefatta dei due vampiri. “In quanto capofamiglia, puniscili come è giusto.”

Klaus è tramortito dalla scoperta. Fatica a mantenere la calma e dentro ribolle di fastidio ed eccitazione. “Abbiamo finito? Il comitato scolastico per la salvaguardia del Decoro e della Decenza può sciogliersi?”

Non ancora.”

Klaus alza gli occhi al cielo ed espira rumorosamente ma Elijah lo ignora e si rivolge ad Hayley, non più gentile come prima. “Ti consiglio di radunare il branco e rimarcare la tua posizione di dominio.”

La mia guida non è in discussione.”

Povera illusa...” soffia Klaus lasciando ricadere a terra il piede che stava dondolando. “Ti stanno lasciando al comando perché sei incinta della bimba miracolosa ma quando partorirai, ti detronizzeranno, mia regina!”

Non siamo una monarchia, Niklaus.”

Detesta essere chiamato a quel modo. Gli ricorda di quando era giovane, ingenuo ed umano! Spazientito, Klaus tamburella le dita sul tavolo, lanciando uno sguardo a Nadia che sta osservando la tavolata. Nella postura è identica a Katherine. La invita a sedersi con un gesto svogliato, ma la donna resta distante. E gelida. “Siete seduti su una polveriera che sta per esplodervi sotto il culo. Non contate su di me” mormora abbandonando la stanza.

Nadia attraversa con i paraocchi la folla eccitata dello strip club. Restare a New Orleans è una follia ed è stata coinvolta nella presa di una città, più di una volta. La prima volta non è stata così brava a scappare o a difendersi...

Fermati!”

La donna si blocca nel bel mezzo del marciapiede, Klaus gira il braccio attorno alla sua vita e la spinge avanti. Quando sono abbastanza distanti dal locale, il vampiro si infila in una stradina poco battuta. “Tu ed io faremo grandi cose, insieme.”

Loro... cosa?

Ho bisogno di qualcuno che non si perda in ciance diplomatiche ma vada dritto al punto. Niente in contrario se è una bella donna a farlo.”

Sta tentando di incastrarla.

A farla breve, ho bisogno di una Regina guerriera.”

Lui... cosa?

Non è una proposta romantica ma un puro accordo politico.”

Nadia aggrotta la fronte, perplessa. “E cosa dovrei fare, esattamente?”

  
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