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Autore: Sherlokette    20/04/2014    1 recensioni
Tratto dal testo:
Era il 2002 quando mio nonno finì in manicomio. Avevo 10 anni.
Oggi di anni ne ho 21, e per tutto questo tempo non mi è stato mai permesso di andarlo a trovare. Come se la follia fosse contagiosa.
Solo adesso mi rendo conto che non è pazzo.
Cosa succede quando i miti racchiudono un fondo di verità?
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Due giorni dopo il disastro al locale, camminando mi ritrovai di fronte a quest'ultimo. Le porte erano chiuse, e sulla soglia era stato affisso un cartello con su scritto “Chiuso per rinnovo locali fino a data da definirsi”. Sogghignai soddisfatta, convinta che Mr White avesse avuto una crisi isterica e un conseguente esaurimento nervoso.

Ripresi la mia strada, leggera, prendendomela con calma. Avevo solo il turno di pomeriggio alla biblioteca, perchè il signor Wednesday aveva avuto un contrattempo e mi aveva comunicato che avrebbe aperto verso le tre.

Così, girovagando per le strade, incappai in una graziosa pasticceria, e colta dall'ispirazione entrai a comprare dei bignè ripieni. Trasportai il mio pacchetto di leccornie con aria allegra fino a casa, ma quando andai ad aprire la porta del mio appartamento la chiave non voleva entrare.

-Ma che succede? - Tentai più e più volte, ma non ci fu niente da fare. Provai a cambiare chiave, e anche lì fu un insuccesso. Controllai se per caso non avessi sbagliato piano per distrazione, ma a quel punto la porta si aprì, e Loki mi squadrò: - Che stai facendo? -

-Ho provato ad aprire con la chiave, ma... -

-Ecco chi stava armeggiando la nuova serratura! -

-Cosa? Hai cambiato la serratura? -

-Per un valido motivo. Oggi la nostra amica dalla felpa grigia si è rifatta viva. - Mi fece entrare e chiuse la porta con forza: - Ho incantato la serratura in modo che solo una chiave possa aprirla, perciò te ne darò una copia al più presto. Quella donna è ricomparsa sotto la finestra del salotto che dà sulla strada, e ho preso questa precauzione. -

-Non posso crederci... - Lasciai la mia spesa in cucina, tolsi il cappotto emi accomodai su una poltrona. - Dobbiamo fare qualcosa, perchè se come temiamo viene da Asgard, chi ci dice che non tenterà di portarti via? -

-Dovrebbe solo provarci. Ma se hai qualche idea sono disposto a sentirla. -

-Per il momento no. - Spostai lo sguardo sulla confezione di bignè: - Hey, Loki? -

-Sì? -

-Non pensiamo a lei, adesso. Ti va una dolce distrazione? -

-Di che tipo? -

Mi rialzai e lo invitai a seguirmi. Aprii la confezione e andai a prendere un vino abbinabile ai dolci.

-Cosa festeggiamo? - domandò il dio.

-Un po' di cose. Non c'è un motivo particolare. -

Stappai la bottiglia e versai un po' di vino in due bicchieri.

-Attenta, ricordati che il vino su di me non ha effetto. -

-Rilassati, io non vado matta per gli alcolici, non mi vedrai mai ubriaca. Cin cin! -

 

 

 

Con la nuova chiave appesa nel mazzo assieme alle altre dentro la mia borsa, raggiunsi la biblioteca alle tre precise. Trovando le saracinesche ancora abbassate mi misi lì in piedi ad aspettare. Ma quando mi resi conto che il Big Ben suonava le quattro in lontananza, pensai subito che fosse successo qualcosa di grave. Volevo chiamare il signor Wednesday, ma il numero a mia disposizione era solo quello del negozio.

Con una brutta sensazione crescente nel cuore, feci dietrofront per tornare a casa, quando mi ritrovai la strada bloccata da niente di meno che dalla donna dalla felpa grigia.

Senza andare nel panico, stavo per domandarle che cosa voleva, ma mi anticipò: - Oggi la biblioteca resterà chiusa. -

-Come fai a dirlo? Cosa hai fatto al signor Wednesday? -

-Assolutamente niente. Ha avuto un impegno improrogabile ed è dovuto andare via per qualche giorno. -

-Stai spiando anche lui oltre a me, vero? Perchè? -

-La domanda che vuoi pormi non è questa. -

-No, lo ammetto. Voglio sapere chi sei e che cosa vuoi da me e da Lawrence. -

-Non usare il suo nome falso con me, conosco benissimo la sua reale identità. -

Indietreggiai: -Davvero? -

-Loki, il dio degli inganni. Deve averti fatto qualche incantesimo per far sì che ti fidassi di lui. -

-Nessun incantesimo, io mi fido di lui e basta. -

-Non riesco a crederci... - Lei sembrava di nuovo sorpresa.

Insistei: - Ma a parte questo voglio che tu mi risponda: sei una spia venuta da Asgard? -

-Non una spia, ma una specie di guardia. Ho il compito di tenere d'occhio Loki. -

-Perchè? -

-Perchè è pericoloso, e se non stai in guardia prima o poi ti ucciderà! -

-Non lo farà mai. Siamo amici. -

Lei si lasciò sfuggire una risata amara: - Non è la prima volta che lo fa. Appena sente di essere in pericolo, elimina i testimoni a lui più vicini e svanisce senza lasciare traccia. Ha fatto così fin da quando è fuggito dalla sua prigione. -

-Sei una bugiarda, non ti credo! - Mi arrabbiai: come poteva dire certe cose?

-Va bene, non credermi se non vuoi, io ti ho avvertita. - Mi voltò le spalle, pronta ad andarsene, ma io la raggiunsi di corsa e le strappai il cappuccio dalla testa, urlando: - Ti ordino di dirmi chi sei!!! -

Una fluente chioma corvina le scese sulle spalle quando la portai allo scoperto, e senza rendermene conto la strattonai, facendole cadere gli occhiali da sole. Due splendidi e grandi occhi azzurro cielo mi fissarono, confusi, e mi ritrovai a terra con una spinta da parte della sconosciuta, dotata di una forza della quale non la credevo capace.

Sdraiata sull'asfalto, la vidi troneggiare su di me, mentre si infilava nuovamente gli occhiali: -Mystery Endless Sky, ricordati le mie parole: Loki si serve delle persone finché gli fa comodo, ma poi le getta via come carta straccia. -

Rialzandomi, anche se a fatica, replicai: - Ma lui mi ha... salvata... -

-Solo perchè voleva conquistare la tua fiducia. - Si voltò di nuovo, per lanciarmi un ultimo avvertimento: - Prega che sia rimasto un briciolo di umanità in quel cuore di ghiaccio, altrimenti non garantisco per il tuo futuro. - Corse via, e non mi impegnai neanche a tentare di inseguirla. Sapevo che sarebbe sparita nel nulla, e in quel momento le sue parole mi risuonavano in testa come un'eco inquietante. Guarda i palmi delle mie mani: erano tutti graffiati e mi facevano male.

-Merda... -

 

 

 

Tornata a casa, notai che Loki era uscito. Ancora turbata da ciò che avevo appreso, decisi che non dovevo girarci intorno quando lui fosse rientrato. Andai in bagno a medicarmi le mani, coprendo i graffi più profondi con dei cerotti.

Aspettai almeno un paio d'ore, rannicchiata sul divano, prima che il dio si rifacesse vivo, ed entrando esclamò: - Mystery? Devo dirti una cosa che... - Il sorriso che aveva in volto gli svanì all'improvviso quando mi vide. Dovevo avere un aspetto terribile, perchè lasciò di corsa il cappotto che aveva poggiato sul braccio sul pavimento per venirmi vicino.

-Ma che hai fatto? Cosa sono questi? - domandò, indicando i cerotti.

-L'ho vista in faccia... -

-Chi? -

-La donna con la felpa grigia... L'ho vista. -

Gli spiegai l'accaduto, tralasciando per un istante ciò che lei mi aveva detto, e quando arrivai a descrivergliela Loki si lasciò sfuggire un ghigno amareggiato: - Ma certo. Dovevo capirlo subito. -

-Sai chi è? -

Lui si alzò, con aria grave: - Mia cara, hai conosciuto la più forte fanciulla di tutta Asgard. La guerriera più valorosa di tutte! - Il suo tono era beffardo, ma lo vidi stranamente preoccupato.

-Loki... Chi è? -

-Sif. Non posso credere che mi abbiano messo alle calcagna proprio lei. E di solito non è da sola. -

-Sif?!? - Mi alzai: - Quella Sif? -

-Proprio lei. -

Abbassai lo sguardo: - Mi ha detto delle cose... su di te... -

-Come? -

A voce bassa, mi ritrovai a ripetere le esatte parole pronunciate dalla dea, per poi riportare gli occhi, che sentivo umidi, verso di lui: - Quanto di questo è vero, Loki? -

Lui non rispose subito: si sedette sul divano e mi fece cenno di accomodarmi accanto a lui.

Io obbedii, preparandomi al peggio, con un nodo in gola.

-Mystery... Sif ti ha mentito: io non ti torcerei neanche un capello. -

-Ma... Quel che ha detto... -

-E' vero. Ho ucciso in passato. Ma non da quando sono fuggito dalla mia prigione. -

Lasciai vagare lo sguardo davanti a me, per poi alzarmi: - Devo prendermi un momento per stare da sola. - Andai in camera mia, senza aggiungere altro. Mi lasciai andare sul letto, e iniziai a rimuginare nella mia testa per decidere a chi dare ascolto. Fissai la mia attenzione sul libro dei giorni, con un segnalibro ad indicare che ero arrivata al martedì, poggiato sul mio comodino, e piano piano mi addormentai.

  
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