Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: koreangirl96    20/04/2014    3 recensioni
Simone è un angelo custode, curioso di conoscere gli uomini, con tutte le loro sfaccettature, con tutti i loro sentimenti. Viene affidato ad Agnese, una ragazza gentile, sincera, casta e pura, della quale rimane subito affascinato. In questo scenario di continua lotta tra il bene e il male, qualcosa sta per cambiare.
Genere: Fluff, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ricordo la lezione di Gabriele, quando diceva che l'amore é la cosa più potente che possa esistere, l'arma più potente da usare contro il male. É amore quello che provo per te mia dolce Agnese? Il primo giorno che ti vidi, provai qualcosa. Era quello l'amore di cui tutti parlano? ********************************** I suoi grandi occhi di smeraldo mi seguivano ovunque. Iniziai a temere che lei mi potesse vedere, e ciò era impossibile. Cosa dovevo fare? Informare Gabriele? Mi avrebbe preso per pazzo. No. Dovevo aspettare e vedere, erano passati pochi giorni dal mio arrivo, quindi dovevo solo aspettare e vedere come si sarebbero evolute le cose, ma questo fu uno degli errori che mi portò alla rovina. Quella famiglia era cosi bella, cosi pacifica, tranquilla, amorevole. I fratelli di Agnese, Marco, Giovanni e Angelo, andavano molto d'accordo; i genitori, Elisa e Alberto, erano delle persone gentili e sincere. Nei miei numerosi anni di vita non ho conosciuto persone come loro. Allora perché sono successe delle disgrazie a questa bellissima famiglia? Cos'hanno fatto di male? Agnese, piccola e innocente bambina, quanto hai sofferto... Come aveva detto Gabriele lei era molto intelligente per la sua età. Mi ricordo che un giorno dei bambini stavano rubando dei giochi nella classe di Agnese. 'Hey! Che state facendo?' chiese Agnese. 'Non ti impicciare!' gridò uno dei bambini. 'Lo sapete che non si ruba? É uno dei comandamenti di Dio. Volete disubbidire a Dio ed essere puniti?' disse trattenendo il sorriso. Sapevo quello che stava facendo, cercava di fargli paura e ci era riuscita. 'Quindi Dio ci punisce se prendiamo i giochi?' chiese un'altro di loro. 'Si, certo! Ma se li prendete solo per giocare e non per portarli a casa Dio non vi farà niente'. Ah, quanta felicità provai quando la vidi giocare con loro serenamente. Lei aveva la straordinaria capacità di attirare le persone, perciò era sempre circondata da tanti amici che amavano, lo vedevo. Quando fece nove anni ricevette tantissimi regali, era bellissima con quel suo vestito azzurro, sorridente e felice. Amavo quel suo sorriso, potevo sentire cosi tanto quella felicità, che per un attimo mi sembrò di essere li con lei in carne ed ossa e di gioire insieme a lei. Era questa l'altra stranezza che non sapevo spiegarmi. Le sue emozioni mi arrivavano, era come se anche io le provassi; ad esempio, se vedeva qualche ingiustizia si arrabbiava, e mi arrabbiavo anche io, o se piangeva quando si faceva male o cadeva, io provavo il suo dolore. Forse erano i primi sintomi di questo folle amore, solo che non me ne sono accorto in tempo. All'età di 10 anni Agnese partì con i suoi amici per il mare. Soffriva perché era lontana da casa, ma allo stesso tempo era felice di divertirsi stando con loro. Cosi, con il desiderio irrefrenabile di consolarla, iniziai a parlarle, mentre dormiva. 'Ciao piccola Agnese' le dissi dolcemente, accarezzando i suoi bellissimi capelli 'stai tranquilla, non sei sola. Ricordati che ogni volta che sarai lontana da casa, la tua famiglia sarà sempre accanto a te, perché tu li tieni qui dentro' dissi toccandole il luogo dove era situato quel suo piccolo cuoricino 'e, Agnese, ricordati che ci sono anche io qui, il tuo umile angelo protettore, il tuo Simone. Non ti lascerò mai sola, piccola mia'. Stupito da quello che avevo detto mi allontanai e la guardai attentamente e, ve lo giuro, mi sembrò per un attimo che lei stesse sorridendo. All'età di 11 anni Agnese iniziò ad andare alla scuola media e ciò segnava la sua crescita. Lei stava crescendo velocemente e io avevo paura, perché più cresceva, più si riduceva il tempo che potevo passare con lei. Pazzo Simone! Povero pazzo d'amore...É naturale amare cosi tanto un essere umano? Io, che non sono altro che luce...Arrivò il giorno in cui Agnese compì 14 anni. Diventava sempre più grande, sempre più bella. In quei suoi occhioni vedevo ancora la bambina di otto anni di cui rimasi affascinato, che credevo fosse perfetta, un angelo come me. Iniziò la sua vita al liceo. Scelse il linguistico, amava le lingue e sognava che un giorno avrebbe viaggiato per tutto il mondo. Il primo dei tre fratelli, che aveva più di vent'anni, diventò un militare e andò in Afghanistan a combattere. Quanto soffrì la mia Agnese per sua partenza. Aveva un brutto presentimento e pregò a lungo, per mesi. Ricordo come pregava, piangeva e implorava Dio di proteggere il suo "fratellone". Un giorno freddo di dicembre arrivò la triste notizia: era morto, ucciso da un esplosione. La prima disgrazia della famiglia fu questa. Il dolore che provarono tutti i membri...non avevo mai visto persone soffrire in quel modo. Agnese non parlò per giorni, ma quando lo fece iniziai a preoccuparmi sul serio. 'Simone?...' mi chiamò piano dal suo lettino 'ti prego ascoltami. Mio fratello é in cielo?'. Rimasi pietrificato e senza pensarci risposi. 'Si, Agnese. Credimi, li é felice ed è in pace...'. 'Ed é nel mio cuore, giusto Simone?' chiese interrompendomi. Rimasi scioccato. Si ricordava di quello che le avevo detto anni prima. 'Giusto Agnese. Ora dormi e promettimi che ricomincerai a parlare'. 'Te lo prometto. Ti voglio bene Simone'. Ah...quelle parole, dolci e soavi parole, diedero inizio al mio tormento. Passarono due anni da quel giorno, lei aveva 16 anni, stava diventando una donna, aveva mantenuto la sua bellezza e la sua intelligenza, anche se era matura, in lei rivedevo sempre quella bambina dai boccoli castani, forse perché desideravo tanto tornare indietro, quando lei ancora era nel mondo fanciullesco. 'Agnese, sai mi piaci molto...magari potremmo uscire un sera' le disse un suo compagno. Io ero abituato a vedere come molti ragazzi le giravano intorno. A quale essere umano non poteva piacere una creatura di così tanta bellezza? 'Mi dispiace Luca, ma io sono innamorata di un altro' disse dispiaciuta 'possiamo uscire volentieri, ma non ti vorrei dare false speranze'. Com'era dolce e sensibile la mia Agnese...ma mi domandai chi fosse il ragazzo che le aveva rubato il cuore, come potevo non saperlo? Me ne sarei dovuto accorgere. Stranamente non fui geloso, anzi ero davvero felice per lei. 'Ma é un ragazzo che conosco?' chiese quel povero ragazzo rifiutato. 'No, non lo conosci. É lontano però, come se appartenesse a un altro mondo. La cosa che più mi piace di lui è che, anche se è lontano, cerca sempre di non lasciarmi sola, di farmi sentire protetta' disse sorridendo 'si chiama Simone, un bel nome, vero?'. Penso che quando disse il mio nome diventai più bianco di quanto già non fossi. Si girò verso di me e mi sorrise. Come faceva? Come...come poteva vedermi, sentirmi, amarmi? Ero confuso, ma soddisfatto allo stesso tempo. Quelle parole così piene di significato, di sentimento...parole così belle non le avevo mai sentite. Qualcosa stava cambiando dentro di me, e ciò fu la mia rovina. Ah...mia dolce Agnese, se quel giorno tu non avessi detto quelle parole, tutto questo non sarebbe successo e avremmo vissuto in pace.
  
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