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Autore: demebi    20/04/2014    5 recensioni
Durante il sesto anno Hermione e Draco diventano più vicini ed iniziano a conoscersi.
Dal primo capitolo: - tu sei di ghiaccio Malfoy, per favore insegnami a diventare di neve -
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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"Una fine ed un nuovo inizio"




Mi risvegliai in infermeria, la testa mi scoppiava, dovevo essermi presa un bel raffreddore. Accanto al tavolo c’era uno di quegli stick incantati che servivano a misurare la febbre, lo appoggiai sulla fronte e aspettai che emettesse quel fastidioso beep beep, tanto odioso che mi ricordava tanto quello dei macchinari che lo controllavano. La nostra stanza un tempo piena di giochi e di disordine si era riempita di macchinari bianchi, di siringhe e di farmaci salva vita. Finalmente mi ero calmata un po’ dopo quella consegna, non avevo passato un solo secondo senza piangere e persino il cielo aveva pianto con me. Il dolore non mi abbandonava da ormai due giorni, da quando avevo ricevuto quella notizia. Qualcuno mi ridestò dalle mie riflessioni:

- Devi togliere il termometro Granger, suona da un’ora. E poi servirebbe anche a me! – era Malfoy, aveva il volto arrossato e i capelli leggermente arruffati. Non mi aveva chiamato mezzosangue ed aveva usato un tono scherzoso e da amico, forse dovevo avere la febbre davvero alta. Non so per quale strano e assurdo motivo gli dissi – Chi ha la temperatura più bassa dovrà affrontare una penitenza.-

Sul suo volto si dipinse un ghigno stranissimo pieno di sfida mentre pronunciava le parole – Ci sto! –

Lesse sul display e per poco non si strozzò con la sua saliva – 39.6° -

Ero stranamente contenta di avere la febbre, avrei sicuramente vinto, gli posai il termometro sulla fronte, proprio come facevo con Heiji, con dolcezza e con un sorrisetto sulle labbra, quel gesto me lo ricordava tanto, lui intanto chiuse gli occhi porgendomi la fronte. Dopo un po’ il termometro risuonò, lo controllai e non potei far a meno di ridere di gusto – 39.6°- anche lui si unì alla mia risata. Non lo avevo mai sentito ridere, la sua era una risata normale, fresca e allegra come dovrebbe essere ogni risata.
All’ingresso Madama Chips ci osservava stranita, doveva pensare che stessimo davvero male per andare d’accordo, così ci mandò a letto. Nonostante l’infermeria fosse del tutto vuota i nostri posti erano uno accanto all’altro, almeno avrei avuto qualcuno con cui parlare, anche se si trattava di Malfoy era meglio di niente. In fondo per me quei giorni per me non sarebbero potuti andare peggio. Guardai sotto il letto, le mie cose si erano magicamente trasportate lì, sull’infermeria c’era un incanto particolare che portava lì tutto quello che poteva servire al malato. Sorrisi al vedere che l’incantesimo aveva trasportato anche la chitarra di Heiji, così ancora una volta mi intristii ripensando alla sua lettera. Mia madre me l’aveva inviata insieme alla terribile notizia ed alla sua chitarra.

_________________________

Cara sorellina,


so che non ti piace che ti chiami così, ma concedimelo almeno per un ultima volta, vorrei essere lì per

vedere il sorriso amaro che ti increspa le labbra e quel luccichio di rabbia che hai negli occhi quando ti

senti impotente davanti a qualcosa. Ti conosco molto bene, vero piccola. Non dovrei chiamarti piccola: sei

sempre stata tu a prenderti cura di me, a misurarmi la febbre, a sorridere e a mentirmi sui risultati delle

analisi, sei un libro aperto. Persino un bambino riuscirebbe a capire quando menti, sai gli occhi vagano da

una parte all’altra, sei troppo sincera per riuscire a dire una bugia come si deve..


Sai non sono mai stato bravo con le parole, questo probabilmente lo sai, ti ricordi la mia pagella 4 in quasi

tutte le materie, noi siamo sempre stati molto diversi. Ricordi quando giocavamo a ricorrerci, quando

vincevo io diventavi così arrabbiata e così pericolosamente paonazza da far paura, così cominciai a farti

vincere, poi le cose cambiarono, le forze mi stavano abbandonando e nonostante i nostri genitori non ci

avessero mai detto nulla tu sapevi della malattia, sei sempre stata molto intelligente e le cose si

capovolsero, rallentavi all’ultimo per permettermi di raggiungerti, fingevi di cadere, di avere l’affanno e

andavi al mio stesso passo.


Non prendertela con la mamma, le ho chiesto io di non dirti nulla, e di avvisarti solo quando io sarei stato

morto, non avrei sopportato vederti piangere, per favore non tornare a casa, non ora, non adesso quando

tutti sono tristi e imbronciati, divertiti e vivi anche per me sorellina. Vivi perché è la cosa più bella del

mondo e soprattutto non essere triste, non permettere mai a nessuno di toglierti il sorriso, neanche a me. 

 
__________________


era difficile anche solo pensare di non essere triste, mio fratello era morto, quella era la prima volta che< realizzavo quel pensiero, sentirlo in modo così esplicito fece male, più male di quello che mi aspettavo
 
crack
 
un pezzo del mio cuore si era appena staccato dalla mia anima, faceva male, tanto male.
Non riuscì neanche questa volta a trattenere le lacrime, che prepotenti avevano coperto il mio volto, ormai quello era il loro habitat naturale e come quella famosa frase dice nascevano dai miei occhi, vivevano sulle mie guance e morivano sulle mie labbra. Non ne potevo più salate si scontravano con il deserto, la mia bocca assetata di quella sete che non avrei mai potuto placare la sete di una battutina idiota , di una sua parola, del suo respiro affaticato nella notte e del suo cullarmi quando c’era una tempesta. Avevo sete di una persona, eppure non mi ero mai trattenuta dal ridere di quelle frasette fatte che d’erano in quei piccoli romanzetti sentimentali, mai come allora non avrei mai voluto criticare quei libri e criticare quelle persone che si fermano e smettono per sempre di vivere, perché al momento era l’unica cosa che volevo fare.

- Granger, cos’è che vuoi nascondere? – chiese il mio compagno di raffreddore a bruciapelo, la febbre non doveva essergli migliorata era sudato e quel rossore sulle guance poteva farlo sembrare quasi umano. Era bello, gli occhi lucidi e i capelli scompigliati lo facevano sembrare un bambino, anzi era così simile a quel bambolotto che mi avevano regalato da piccola: quando si premeva il pulsante due luci gli facevano diventare le guance rosse e lo facevano piangere, si chiamava “Ciccio bello bua” era così carino. Un momento non potevo pensare quello di Malfoy, no io avevo detto che il Ciccio bello era carino, ma i due si somigliavano. Le guance mi andarono a fuoco e lui se ne accorse. Mi venne vicino e mi toccò la fronte, a quel contatto se possibile diventai ancora più calda, fu allora che venimmo interrotti.

- Hermione Malfoy cosa state facendo? – riconobbi all’istante quella voce infuriata era Ron, lui si giro verso di lui e poi mi sussurrò di far finta di dormire, mi fidai e chiusi gli occhi.

- Le controllo la temperatura Weasley! – disse come se fosse ovvio.

- Perché non ti fai fatti tuoi, neanche tu mi sembri in ottima forma.-

- Vorrei vedere te al mio posto –

I due furono separati da Madama Chips che controllò entrambi. Malfoy era arrivato a 38.7 ed io 39.1. Beh si poteva dire che per merito di quel suo gesto affettivo stava perdendo e avrebbe dovuto affrontare una penitenza.

- Volete dargli qualcosa, scottano entrambi e voi non fate niente- disse Ron con impertinenza alle infermiere, che aiutavano la Madame il martedì e il giovedì.

- Sono migliorati, da ieri notte. E poi il San Mungo ha finito quasi tutta la scorta di pozioni, per questa volta si dovrà procedere alla babbana.-

Sbirciai aprendo un po’ l’occhio sinistro, Ron stava per fare un sfuriata, così feci finta di svegliarmi, ma lui non si calmò – Alla babbana! Come alla babbana?! – allora intervenni- Ron, mi hanno curato alla babbana milioni di volte non mi farà certo male no? Ci vorrà solo un po’ più di tempo. – dissi pacata. Ancora risentito e offeso come un bambino se ne andò senza neanche salutare, in un altro momento gli sarei corsa dietro, ma ora quel piccolo battibecco mi sembrava così assurdo ed immaturo, la vita era troppo breve per lasciarsela rovinare Heiji aveva proprio ragione. Quando restammo di nuovo soli Malfoy mi ripropose la stessa domanda di poco prima, sapevo che si riferiva al discorso dell’altra sera, probabilmente stavo delirando, ma quell’aria così umana e quasi debole che emanava in quell’infermeria mi ispirava fiducia, gli raccontai tutto. Gli dissi di Heiji, della sua malattia e del suo eterno amore, la sua chitarra. L’alzai da terra con non poco sforzo, erano creature meravigliose i gufi, erano riusciti a trasportare oer chilometri un oggetto così pesante.

-Sai suonare? –

- Solo una canzone, la sua preferita -

- La suoneresti per me? –

Quella domanda mi risultava così assurda, suonare per Draco Malfoy, stavo letteralmente impazzendo. Eppure tutto quel disprezzo si era staccato dal mio cuore proprio come quegli inutili battibecchi che non facevano altro che inasprirmi la vita. Cantai per due volte il ritornello.
 
Mamma mia, here I go again

My my, how can I resist you?

Mamma mia, does it show again?

My my, just how much Ive missed you

Yes, Ive been brokenhearted

Blue since the day we parted

Why, why did I ever let you go?

Mamma mia, now I really know,

My my, I could never let you go.

 
La seconda volta canto con me, facendo delle face buffe, non sembrava lui.

- Granger, mi sono stancato di litigare, mi sono stancato di perdermi la vita in sciocchezze e mi sono stancato di salvare le apparenze, voglio stare con chi voglio, divertirmi e fare tutto quello che fanno gli altri ragazzi. –

- Malfoy, mi insegnerai a farmi scivolare le cose addosso e a rendere la mia maschera impenetrabile? –

- D’accordo, ma tra  noi no ci dovranno essere segreti.-

Entrambi ci appoggiammo al letto, eravamo senza forze, parlammo a lungo, di lui, di me. Non avrei mai creduto che si potesse comportare d’amico. Aveva ragione avrei vissuto anche per lui, non avrei mai più litigato con nessuno e non avrei permesso a nessuno di rovinarmi la vita e di farmi sentire triste.
 
 

 




Ciao  ;) Per prima cosa Buona Pasqua a tutti. Ho deciso di postare oggi il capitolo in modo di poter dare a tutti gli auguri. Spero che abbiate passato una buona Pasqua e che le vostre vacanze stiano andando bene.
Cosa ne pensate di questo capitolo? Come lunghezza come lo trovate, io di solito prediligo i capitoli lunghi quando leggo una storia, ma per le mie non so mai come regolarmi. Provvederò ad aggionare settimanalmente o al massimo ogni 15 giorni, cercando di non trascurare mai la storia.
Vorrei ringraziare chi ha messo la storia tra le seguite e tra le preferite ed i lettori silenziosi, ma soprattutto ludo112345678 che ha commentato.
Ancora auguri vi lascio alle note.
1. Il nome Heiji è stato preso dall'anime "Detective Conan" dal personaggio Heiji Hattori, uno dei miei preferiti.
2. La canzone è "Mamma mia" degli Abba, vi consiglio di ascoltarla perchè ha un ritmo molto allegro, che mi sembrava perfetto per questo momento di pace tra i nostri due protagonisti.
Questa è la traduzione del ritornello:

Mamma mia, rieccomi ancora
Santo cielo, come posso resisterti?
Mamma mia, si vede ancora
Santo cielo, quanto mi sei mancato?
Sì, ho avuto il cuore spezzato
sono stata giù dal giorno in cui ci siamo separati
Perchè, perchè ti ho lasciato andare via?
Mamma mia, ora so veramente
Santo cielo, che non potrei mai lasciarti andare via.



A presto
  
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