“Sabato,
29 Agosto 2009
Caro
Diario,
oggi è il giorno del mio sedicesimo compleanno! Anche se non
ho molti amici ho
deciso di dare una festa questa sera. Mia madre mi ha aiutato a
decorare la
terrazza di un albergo, non è molto grande ma a me piace. Ci
sarà un rinfresco,
della musica e ovviamente la torta. Sono un po’ emozionato,
non so proprio cosa
possa uscirne fuori ma spero di divertirmi. Magari così
conquisterò la ragazza
che mi piace e riuscirò a farmi altri amici. Incrocio le
dita!
Vado a prepararmi.
Liam.”
Liam
era in bagno a farsi la barba anche se non ne aveva
molta, ma era o no il suo sedicesimo compleanno? Stava crescendo e
voleva
apparire più grande.
Non era molto apprezzato e rispettato al City of Wolverhampton College
ma quel
giorno il ragazzo era deciso a fare bella figura, a conquistare la
ragazza per
cui aveva una cotta e la quale lo aveva ignorato diverse volte
poiché non lo
riteneva alla sua altezza.
Liam era un ragazzo dal cuore buono e generoso, era timido e gentile,
sempre
molto educato con il prossimo. Ma quegli aspetti del suo carattere non
erano
apprezzati dagli altri. Lui spesso era stato usato, preso in giro e
addirittura
picchiato dai suoi coetanei. Liam era vittima di bullismo, escluso ed
emarginato da tutti, non aveva un rene e non veniva mai accettato da
nessuno,
ma nonostante tutto lui si rialzava sempre, andava avanti, affrontava
tutto a
testa alta, anche se a volte i colpi, i rifiuti che riceveva erano
troppo
forti.
A volte si fermava davanti allo specchio e rimaneva a fissare il suo
riflesso
per delle ore cercando di capire cosa in lui non andasse. Per quanto
volesse
ignorare tutti, far finta di non sentire, farsi scivolare addosso
critiche e
insulti, lui spesso cedeva, non era di certo fatto di pietra. Alle
volte si
chiudeva in camera a piangere silenziosamente, cercando di reprimere i
singhiozzi per non farsi sentire dalla madre. Non capiva dove stesse il
problema, era un ragazzo come tanti, con i suoi difetti ma anche con i
suoi pregi.
Perché tutti erano così ingiusti con lui?
Di solito per non pensare alle risatine delle ragazze quando entrava in
classe,
o alle minacce dei bulli che lo malmenavano, Liam sognava ad occhi
aperti il
suo futuro, un futuro in cui lui era quello che desiderava essere, un
cantante.
Lui voleva essere una persona che riusciva ad arrivare al cuore della
gente, a
far spuntare il sorriso sui volti che erano rimasti spenti per molto
tempo, lui
voleva emozionare, aiutare, ridere e far ridere, piangere e far
piangere.
Quello era l’unico pensiero che riusciva a farlo andare
avanti, oltre alla sua
famiglia.
Terminato
di fare la barba, il ragazzo prese il phon dal
cassetto sotto il lavandino e cominciò ad asciugarsi i
morbidi e abbastanza
lunghi capelli biondo cenere. Li sistemò come era solito
fare poi si infilò i
boxer ed uscì per andare a vestirsi.
Non voleva essere elegante, lui era sempre stato sportivo nel vestire,
così
optò per una leggera camicia azzurra e un paio di jeans
stretti blu, delle
converse nere ed era pronto, mancava solo una spruzzata di profumo.
Scese
al piano di sotto dove trovò sua madre intenta a
preparare i suoi dolcetti speciali da mettere accanto alla torta. Liam
era molto
legato a lei, la guardava e vedeva una donna piena di vita, lui era
fiero di
essere suo figlio e lei era orgogliosa dell’uomo che aveva
cresciuto con tanto
amore. Voleva davvero il meglio per suo figlio, sapeva che il ragazzo
non era
benaccetto a scuola, che non aveva molti amici, ma lei era certa che
Liam non
ne avesse nessuna colpa. Non riusciva a capire come certa gente potesse
essere
tanto cieca da non riconoscere un ragazzo d’oro quando ce lo
avevano davanti.
Ma era sicura che un giorno qualcuno se ne sarebbe reso conto.
Ora che lo vedeva lì, in piedi di fronte a lei, capiva
quanto era cresciuto e
ammirava l’uomo che era. Gli occhi le pizzicarono e ben
presto si riempirono di
lacrime. Piano scesero calde sulle sue guance. Liam
l’abbracciò forte e non
potette fare a meno di commuoversi anche lui.
Era
da poco arrivato all’albergo. La festa sarebbe
cominciata alle nove, mancavano pochi minuti all’arrivo dei
primi invitati.
Liam non vedeva l’ora di fare conoscenza con qualcuno, sapeva
che probabilmente
si sarebbe sentito in imbarazzo, lui era fatto così, ma
almeno per una volta
doveva mettere da parte la timidezza e lasciarsi andare.
Era agitato, non riusciva a stare fermo, aveva paura che la festa non
sarebbe
piaciuta, andava avanti e indietro, a destra e a manca per la terrazza
senza
mai fermarsi. Tremava leggermente, le mani erano umide, il cuore gli
batteva
forte per l’emozione. E se
sarebbe stato un
fiasco? Se non si sarebbe presentato nessuno? Se lo avrebbero preso in
giro? Ma
se invece si sarebbero divertiti tutti? E se avrebbe persino fatto
colpo su
qualcuna? In quel momento il ragazzo pensava a tutte le
opzioni
possibili. Ma ci credeva davvero, credeva fortemente in sé e
nel successo che
avrebbe potuto portare a termine quella sera.
Erano
le dieci, non era arrivato nessuno, ma lui ancora non
si calmava, probabilmente era anche più agitato.
C’era ancora tempo, qualcuno
doveva pur presentarsi no?
Aveva perso il conto di tutte le volte che si era fermato al minimo
rumore, di
tutte le volte che si era morso il labbro dal nervosismo, di tutte le
volte che
ansioso si era affacciato sperando che la prossima auto fosse quella di
un
invitato. Ma lui ci sperava ancora.
Erano
le undici e trenta, ormai non c’era più nulla in
cui
credere, più niente in cui illudersi. Non sarebbe arrivato
nessuno. Per
l’ennesima volta era stato offeso, preso in giro, ignorato.
Per l’ennesima
volta si era sentito inutile, insignificante. Per l’ennesima
volta si ritrovava
a piangere in silenzio, deluso e demoralizzato. Come aveva potuto
sperarci? Era
arrivato a crederci così tanto, così
profondamente da restare ancora più
ferito, da sentirsi ancora più inesistente agli occhi di
tutti.
Sua madre lo raggiunse sulla terrazza, lui aveva ancora le mani sul
viso, i
gomiti poggiati sulla ringhiera. La donna non sapeva che fare, si
sentiva
impotente, l’unica cosa che le venne spontaneo fare fu
abbracciarlo, stringerlo
sempre più forte per farlo sentire al sicuro, per fargli
capire che lei ci
sarebbe sempre stata. Era distrutta, non sopportava la vista del figlio
in
lacrime, sapeva che un giorno o l’altro non avrebbe
più retto e si sarebbe
chiuso in sé stesso. Non voleva vedere Liam rovinarsi,
diventare freddo e
insensibile, perché se la gente avesse continuato a
comportarsi così con lui,
probabilmente il ragazzo avrebbe smesso di essere quello che era, si
sarebbe
nascosto per sempre dietro un freddo muro di dolore.
-Tesoro, mi dispiace- non sapeva che altro dire, perché non
c’era nessuna frase
di consolazione che in quel momento poteva aiutarlo ad andare avanti.
-Mamma, ti prego, lasciami solo- sussurrò singhiozzando.
Anche se la madre era
l’unica persona su cui potesse contare, in quel momento aveva
bisogno di
restare solo, doveva soffrire in pace, in silenzio, come aveva sempre
fatto.
Solo che quella volta non sapeva se, come tutte le volte che aveva
avuto
delusioni, sarebbe riuscito a superarla.
Ma dove sbagliava? Voleva urlare, sgolarsi fino a che la rabbia e il
dolore non
fossero passati. Le lacrime gli rigavano il viso arrivando al mento e
cadendo
sulla fredda e nera ringhiera che stava stringendo tra le mani tanto
forte da
far diventare le nocche bianche. Gli occhi erano appannati ma Liam
riuscì a
vedere una piccola e graziosa mano poggiarsi delicatamente sulla sua.
Quel
tocco lo fece sussultare facendogli venire inspiegabilmente la pelle
d’oca.
Piano si voltò, deglutendo, chiedendosi chi potesse essere.
Appena incrociò gli occhi chiari della bellissima ragazza
che aveva di fronte,
il cuore prese a battergli forte. Respirò
profondamente, cominciò a sbattere gli occhi
ripetutamente credendo che
quello potesse essere solo frutto della sua immaginazione e della forte
voglia
che sentiva di voler parlare con qualcuno.
La ragazza lo fissava intensamente, il suo petto si alzava e abbassava
irregolarmente. Aveva degli occhi incantevoli e le labbra carnose piano
si
schiusero pronte a dire qualsiasi cosa.
-Scusa il ritardo- fece un mezzo sorriso e lui non poté fare
altro che
ricambiare. La ragazza si portò una ciocca di capelli
ribelli dietro l’orecchio
e abbassò lo sguardo leggermente imbarazzata. Il biondo si
affrettò ad
asciugarsi le lacrime.
-Meglio tardi che mai- rispose facendola sorridere. Si sentiva davvero
meglio,
più leggero, più forte, si sentiva qualcuno.
-Allora… che ne dici di far partire un po’ di
musica?- domandò la mora dondolando
sul posto. Liam annuì e mise su la prima canzone che gli
capitò a tiro. Un
lento.
-Vuoi ballare?- chiese timido, ma come si era ripromesso di fare, prese
coraggio e si avvicinò porgendole la mano.
-Con molto piacere- accettò lei. Il ragazzo venne investito
da un profumo dolce
e delicato. Lo respirò a fondo. Toccò con la mano
poggiata sulla schiena della
ragazza una ciocca dei suoi morbidi capelli neri. Era sicuro di averla
già
vista, probabilmente seguiva anche lei il corso di teatro.
-Tu sei Luce giusto?- gli chiese, quasi sicuro di aver azzeccato il
nome. Il
fatto era che pesava sempre a sfuggire ai bulli, era sempre troppo
preoccupato
di quello che avrebbero potuto fargli, non aveva tempo di accorgersi di
quello
che gli accadeva intorno.
-Sì, e tu sei Liam- affermò lei sicura. Il
ragazzo si sentì felice, lei sapeva
il suo nome, lei si era presentata alla sua festa, lei aveva avuto il
coraggio
di parlare allo sfigato. Lei probabilmente era un angelo.
Ballarono
e parlarono forse per ore, ore in cui lui la
conobbe veramente. Luce non era solo bella, era anche simpatica, dolce,
gentile. Liam si rese conto di trovarsi bene con lei, il che era strano
dato
che aveva una cotta per una ragazza del tutto diversa da quella che
aveva di
fronte. Ma probabilmente aveva preso un abbaglio con Charlotte,
capì che l’altra
era come tutti gli altri. Fredda e meschina.
Liam le raccontò un po’ di lui, di quello che
aveva passato, della sua famiglia
e non aveva paura di scoppiare in lacrime, o di cedere
all’imbarazzo perché lei
gli stringeva forte la mano.
-Il tuo sogno è quello di diventare un cantante?-
ripeté le stesse parole che
aveva appena pronunciato il biondo.
-Sì ma ti prego non ridere- abbassò lo sguardo
Liam. Era la prima persona,
oltre a sua madre, a sapere del suo desiderio nascosto.
-Come potrei? Liam è bellissimo quello che mi hai detto!
Tu… tu vuoi farti
sentire, tu vuoi farti conoscere perché sei convinto di
poter aiutare gli altri
e questa è la cosa più bella che potessi
scegliere di fare!- parlò piano,
guardandolo diritto negli occhi.
-Come
potrei diventare qualcuno. Io sono solo… io.
Praticamente nessuno- sussurrò il ragazzo. Gli costava caro
dire quello che
stava dicendo perché sapeva che era la verità.
-Ed è proprio perché sei tu che diventerai
qualcuno, e quando succederà io sarò
lì. Sarò la tua fan numero uno!- gli
accarezzò il viso. Liam un po’
imbarazzato, ma toccato da quelle parole d’affetto,
abbassò ancora lo sguardo.
Non pensava che al mondo esistesse una persona tanto speciale e
meravigliosa,
una persona che sapeva cosa dire, che sapeva essere sé
stessa. Luce con un dito
gli alzò il mento e fece incontrare di nuovo i loro occhi.
Posò delicatamente
le sue labbra su quelle del biondo. Liam chiuse gli occhi, gli cadde
una
lacrima, probabilmente di gioia.
Il suo cuore era a mille, poteva sentire il battito accelerato. Provava
qualcosa che non aveva mai provato prima, qualcosa di unico, qualcosa
che lo
faceva tremare, che gli faceva scuotere il cuore dandogli una scarica
elettrica
potentissima. E lo stesso era per Luce, provava qualcosa per quello
strano e
riservato ragazzo dal primo giorno che lo aveva visto. Lei vedeva in
lui quella
luce, quell’emozione che non aveva mai colto in nessun altro.
Si staccò da lui piano, ancora con gli occhi chiusi mentre
finiva di assaporare
quel momento magico.
-Fidati di me- sussurrò a un centimetro dalle sue labbra.
Liam deglutì, non era
in imbarazzo, era solo stranamente e fortemente felice.
Il
ragazzo decise di fidarsi ma prima di tutto si fidò di
sé
stesso.
Così, quello stesso anno, si presentò alle
audizioni per X-Factor più
determinato che mai. Lì conobbe quattro ragazzi che ben
presto divennero i suoi
migliori amici. Il destino li volle unire a formare quella che oggi
è la più
famosa boy band al mondo.
Liam ha seguito il suo cuore e ha trovato la sua strada grazie a Luce.
Ed oggi molte persone sono fiere di dire che Liam Payne ha salvato loro
la
vita, che Liam Payne le ha fatte ridere, piangere, emozionare, che Liam Payne è il loro Idolo.
“Sabato,
19 Aprile 2014
Caro
Diario,
sono la persona più felice del mondo!!
Liam.”
Spazio
autrice
Ed
eccomi di nuovo qui con una nuova OS!!:)
Spero davvero che vi sia piaciuta, era da tanto che volevo scriverla ed
oggi mi
sono decisa finalmente.
Fatemi sapere cosa ne pensate attraverso una recensione, questa os mi
piace
molto e vorrei davvero avere un vostro parereJ
Allora recensite e grazie a tutte in anticipoJ
Baci
Alena18 xxx
P.S. Queste
sono le mie altre due OS:
Nothing
like Us:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2528087&i=1
TU
MI
COMPLETI:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1874921&i=1
E queste
sono lemie fan fiction:
Una
nuova vita:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1531912
Welcome to the hell: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2172199
Il
Risveglio: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2519515&i=1