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Autore: Morgan__    24/04/2014    2 recensioni
Sin da piccola ho vissuto nella consapevolezza che la mia famiglia nascondesse un segreto,un segreto che non poteva essere rivelato a nessuno. Al compiere dei miei sedici anni di vita mi venne rivelato quel segreto.
La mia famiglia custodiva,da secoli ormai,ancor prima che Roma venisse fondata,un potente manufatto che era passato tra le mani dei grandi Imperatori romani,da Gaio Giulio Cesare,non Imperatore di nome ma di fatto,a Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto,primo vero Imperatore di Roma,meglio conosciuto come Augusto,e così via,fino ad arrivare a noi,la loro discendenza.
Ma ormai il manufatto non era più al sicuro,così fui costretta ad andarmene,contro il mio volere,da Roma per portare con me il manufatto.
Però non servì a niente. La mia famiglia venne uccisa lo stesso.
Per mano di Cesare Borgia. E io,io venni imprigionata a Castel Sant'Angelo e per mesi cercarono di farmi parlare.
Ormai avevo perso la fiducia in tutto e in tutti.
Questo prima di incontrare Ezio Auditore e gli Assassini.
Grazie a loro ho ricominciato a credere nel prossimo.
Mi chiamo Giulia Colonna e questa è la mia storia.
[CONCLUSA]
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ezio Auditore, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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23




Luglio
Anno Domini 1504




Vi prego,se qualcuno mi sente da lassù,che venga data una tregua alla mia povera schiena.
Ma subito dopo aver fatto quella richiesta scossi il capo,dicendomi che era davvero una sciocchezza chiedere qualcosa al cielo. Soprattutto una cosa di poco conto come far passare i dolori,per quanto fastidiosi fossero diventati in quei mesi.
Abbassai lo sguardo sul mio ventre,diventato ormai evidente sotto gli abiti,e sospirai accarezzandolo.
Non era nato e questo bambino mi dava già non pochi problemi.
Mi guardai attorno,sentendo la brezza del cielo estivo accarezzarmi il viso.
L'inverno era passato in maniera abbastanza tranquilla e la primavera era corsa via ancor più velocemente ed,infine,l'estate aveva preso il suo posto da un paio di settimane,alzando le temperature a livelli davvero caldi. Entro poco le temperature si sarebbero fatte afose.
Quella mattina mi ero fatta accompagnare alla Rosa in Fiore,per passare una piacevole giornata con Claudia e Madonna Maria,ed in quel momento me ne stavo seduta placidamente su di una poltrona in vimini in compagnia di Claudia,sul terrazzo del retro della Casa di piacere.
Ripensai con apprensione alla visita che avevo fatto quella mattina a Madonna Maria,trovandola più smagrita e pallida dell'ultima volta che l'avevo vista.
Si stava lasciando andare. Lentamente,ma lo stava facendo.
Il male a quanto pare la stava indebolendo più in fretta di quanto avremmo voluto. Claudia mi aveva addirittura rivelato che aveva ripreso a parlare di loro padre e dei loro fratelli,cosa che non faceva ormai da anni. Inutile dire che la cosa l'aveva preoccupata.
È come se cercasse nei suoi ricordi le loro figure,per poterli sentire più vicini quando sentirà che è giunto il momento,aveva commentato Claudia con apprensione. Io non mi ero sentita da rassicurarla,perché sapevamo tutti che ormai non avrebbe retto ancora per molto.
-Ho saputo che Enea ha chiesto di venire addestrato.-
La voce di Claudia mi riportò al presente e,al pensiero di mio nipote,sorrisi.
Nel giro di pochi mesi,con mio grande piacere,ero riuscita ad accendere la fiducia dei miei nipoti nei nostri confronti,anche grazie all'aiuto di Enea che li spronava. Nelle prime settimane Claudio e Silvia non si facevano avvicinare più di tanto;si fidavano di loro fratello,ma non di noi.
Poi,piano piano,era accaduto che,come niente fosse,i più piccoli avevano iniziato a parlare con me e con gli altri,affascinati dalle parole di Leonardo,che con un sorriso si era offerto di far loro da precettore,conquistati dall'amicizia di Giovanni,che aveva iniziato a giocare con loro-ed il fatto che anche lui parlasse fluentemente lo spagnolo aveva giovato-,conquistati da mio marito che,quando poteva,portava qualche souvenir bizzarro ed affascinante dai posti in cui andava in missione.
E si erano di nuovo riavvicinati a me che,con un sorriso sulle labbra,parlavo loro dei ricordi di quando erano piccoli e ancora vivevano a Roma,circondati dall'amore dei loro genitore,mio e dei nonni.
Ma la cosa che più mi aveva fatto piacere e che più mi aveva dato la certezza che iniziavano a sentirsi al sicuro era che,finalmente,avevano ripreso a parlare nella loro lingua madre.
Certo,avevano ancora qualche problema di pronuncia e di traduzione,ma ero sicura che in poco tempo avrebbero ripreso a rimaneggiarla fluentemente.
-Oh!-
L'esclamazione di Claudia mi riportò al presente.
-Cosa c'è?-chiesi preoccupata.
-Nulla,si è mosso.-rispose accarezzandosi lievemente il ventre.
A quelle parole sentii il mio muoversi quasi prepotentemente.
-Non sono ancora nati e già si capiscono al volo!-esclamai divertita appoggiando una mano sul ventre,nel punto in cui l'avevo sentito.
-Chissà quante ne combineranno insieme.-
-Non farmici pensare.-ribattei divertita.
-Quindi? Lo allenerete?-mi chiese,riprendendo il discorso di poco prima.
-In effetti ha chiesto di entrare nell'Ordine,ma è ancora troppo giovane per fare ciò che lui vorrebbe,quindi per ora gli è stato concesso di allenarsi per poter,un giorno,entrare a tutti gli effetti nella Confraternita se ancora lo vorrà.-
-Sei preoccupata?-
-Certo,ma non posso impedirgli di fare ciò che vuole. E fin tanto che si tratta di allenamenti va bene,quando poi sarà il momento si vedrà. Ha il diritto di decidere,ma non mi piace tanto l'idea di lasciarlo fare.-
-E Silvia e Claudio come stanno? Ultimamente non ho avuto molte occasioni per uscire dalla mia camera. Questa gravidanza mi impedisce di fare molte cose. Il dottore ha detto assoluto riposo,e Diego si sta assicurando che sia così.-
Sorrisi al suo sguardo irritato.
-Silvia sta studiando tutti i giorni con Leonardo...è affascinata dai suoi studi. Ha la stessa capacità di apprendimento di mio fratello. Claudio invece ha accettato di allenarsi col fratello,ma non sembra avere la stessa convinzione di Enea. Lo fa più che altro perché non ha altro da fare,a parte studiare. Cosa che non gli è mai piaciuta troppo.-
-Bé,mi fa piacere sapere che tutto sia andato nel verso giusto. Ci è voluto relativamente poco per ottenere la loro fiducia.-
-Grazie soprattutto a Enea e Giovanni. Li hanno spronati molto.-
-Per il resto?-
Compresi all'istante che stava parlando di Ares.
-Non si è fatto più risentire,e a me va bene così. L'ultima volta ha detto che deve risparmiare le energie per quando avverrà la transazione e parlare con noi lo affatica.-
-Ti vedo molto più serena ultimamente.-azzardò dopo qualche attimo di silenzio.
-Infatti. Il ritrovamento dei miei nipoti mi ha aiutata moltissimo. Indubbiamente. Non so se avrei la stessa fiducia che ho ora,se non fossero con me.-
La sentii sospirare chiudendo gli occhi:-Io spero solo che mia madre ci sia ancora,per quando nasceranno i nostri figli. A me mancano più un paio di settimane e anche a te non manca poi molto.-
-Se è testarda come i suoi,di figli,sono sicura che dirà ai cieli di aspettare fino a quando non dirà lei che è il momento.-
Fu quello che dissi e,per il sentimento che mi legava a Claudia e a mio marito,quello che sperai con tutto il cuore.



Ritornai al Covo al calar del sole,in compagnia di mio marito che,mezz'ora prima,era tornato a prendermi dalla Casa di piacere,non senza prima aver dato un'ultima occhiata alla madre che stava dormendo nella sua stanza ed aver scambiato due parole con la sorella.
Raggiungemmo il Covo passando per le solite vie secondarie nonostante le ormai poche possibilità di aver problemi con guardie papali o soldati,visto che Giulio Secondo era un segreto sostenitore della Confraternita.
Ormai i pochi sostenitori dei Borgia che ancora abitavano in città erano troppo deboli per poter arrischiarsi di fare agguati ai nostri danni,o almeno è quello che pensavo dopo aver visto il numero degli scontri drasticamente diminuire dopo il secondo arresto di Cesare.
Insomma,si,i sostenitori c'erano,ma si guardavano bene dal fare qualche mossa troppo rischiosa.
Appena entrammo nella Sala Comune sentii le voci di Leonardo e di Enea discutere animatamente.
-Vi prego,maestro!-
-Chiedi ai tuoi zii,poi ne riparliamo.-
-Sapete benissimo che mi diranno di no.-
-Appunto. Senza il loro permesso,piccolo uomo,io non progetto nulla.-
-Di cosa state parlando?-chiese mio marito,comparendo nella Sala.
-Il tuo amatissimo nipote,-iniziò Leonardo volgendosi direttamente a me,-mi ha chiesto di progettargli una balestra come quella di Francesco.-
A quelle parole guardai Enea con un'alzata di sopracciglia.
Lui scambiò il mio sguardo con un'espressione ostinata,di chi sa quello che vuole.
A quella risposta mi voltai verso mio marito che,sotto il mio sguardo,scrollò le spalle e si diresse verso il tavolo a cui era seduto Leonardo per versarsi un boccale di vino che era stato lasciato lì da qualcuno di passaggio.
Problema tuo,ecco quello che mi aveva detto con quella scrollata di spalle.
Maledetto.
Che dovevo fare? Accettare o rifiutarmi? Non volevo fare la parte della cattiva,però non ero per niente sicura che sarebbe stato prudente mettergli in mano un arma in grado di uccidere ad una così giovane età. Sarebbe stato da sconsiderati.
Sapevo che si stava allenando,ma era da troppo poco perché potesse avanzare richieste di quel genere.
Francesco,se non altro,aveva avuto la sua balestra dopo anni di continuo allenamento.
Quindi,la risposta più ovvia sarebbe stata no.
E non dovevo,in alcun modo,farmi distrarre dal suo sguardo ostinato e,in alcuni momenti,supplichevole.
-Ti stai allenando da troppo poco,Enea.-dissi,cercando di essere il più gentile possibile.
A quelle mie parole si inalberò.
-Sono grande abbastanza per farci attenzione.-
-Non lo metto in dubbio,che tu sia grande abbastanza,tesoro...dico semplicemente che sei ancora troppo inesperto per poter prendere un'arma vera in mano. Se ti può far felice Leonardo può progettarti qualcosa che sia innocuo ma che ti serva per allenarti. Se poi ti piace possiamo chiedergli,a tempo debito,di rifare lo stesso progetto con materiali apposta per adempiere al compito di un confratello.-
Sperai,con tutta me stessa,che quelle parole l'avrebbero fatto desistere dal suo intento.
Lo vedevo mentre si faceva pensieroso,pensando alla proposta che gli avevo esposto.
Per ora doveva accontentarsi di quello,mi dissi. Niente vie di mezzo.
-Appena Francesco dirà che sono pronto posso farmi fare subito l'arma? Anche se lo dicesse tra due mesi?-mi chiese dopo vari minuti di silenzio.
-Certo.-mormorai piano,dopo qualche secondo.
Lo guardai mentre sul suo viso compariva la soddisfazione pura.
Infine,gli avevo detto di si. Maledetta me.
Il fatto che fosse da così poco tempo di nuovo insieme a me e che volessi,a tutti i costi,dargli ciò che mi chiedeva-perché in tutti quegli anni non avevo potuto farlo-mi stava giocando un brutto scherzo. Mi sembrava di non avere il controllo su di lui.
Cocciuto come suo padre,ecco cos'era. Mio fratello lo avrebbe guardato orgoglioso in quel momento,perché un Colonna,come diceva sempre,se voleva qualcosa non c'era versi di farlo desistere.
-Ad una condizione,-dissi avvicinandomi a lui per avere gli occhi incatenati ai suoi,-prima ne parleremo con Francesco. Se dirà che sei pronto,bene,avrai la tua arma,se invece dirà che ci vuole ancora tempo dovrai aspettare...e senza proteste,intesi?-gli chiesi infine,scrutandolo attentamente.
Vidi Enea fare un cenno affermativo con il capo,per poi voltarsi verso Leonardo con uno sguardo severo:-Allora inizia a progettarmi qualcosa di davvero letale,maestro,perché ho intenzione di migliorare entro pochissimo tempo. Pochissimo.-disse,dando maggior enfasi all'ultima parola.
-Va bene.-replicò Leonardo dopo aver chiesto il mio consenso con uno sguardo.
Alla risposta di Leonardo mio nipote si congedò con un inchino rivolto a tutti noi. Appena uscì dalla nostra visuale sospirai sconsolata e,portandomi una mano sul ventre,mi avvicinai al tavolo ove erano seduti e mi lasciai cadere anche io sulla panca.
Mi portai una mano alla schiena,mentre veniva attraversata da una fitta.
-Come va?-mi chiese Leonardo,notando il mio disagio.
-Nei tuoi studi documenta che le donne in maternità hanno la perenne sensazione di essere giovenche belle grasse e di muoversi come se portassero l'armatura completa tutto il tempo. Daresti delle buone descrizioni ai posteri.-
Sentii mio marito trattenere una risata. Lo colpii leggermente mormorandogli che tutto quello che mi stava capitando era solo colpa sua e che,al momento del parto,lo volevo vicino a me solo per poter sfogare tutto il mio dolore su di lui.
Per quanto fosse inconsueto,lui stesso mi aveva comunicato che voleva essere presente al momento del parto,e non solo perché ci sarebbe dovuta essere la transizione,ma perché semplicemente voleva esserci quando sarebbe venuto al mondo suo figlio.
Lo avevo guardato leggermente sorpresa,e lui mi aveva risposto con un semplice sorriso ed un bacio a fior di labbra.
Sapere che durante quel momento decisivo della mia vita,lui sarebbe stato con me mi aveva ulteriormente sollevata.
Ormai mancavano più pochi mesi al parto e la consapevolezza dell'avvicinarsi dell'evento mi mandava in paranoia. Ultimamente ero diventata sempre più lunatica. Ci voleva poco per irritarmi e altrettanto poco per farmi versare lacrime senza una ragione ben precisa.
La nausea se ne era andata da un bel po',ma era tutto il resto che si era fatto,se possibile,ancor più prepotente.
-Non vedo l'ora che nasca. Non ce la faccio più con questo mal di schiena.-borbottai massaggiandomi la schiena,facendo finta di non sentire il commento sulla 'giovenca' che aveva sussurrato mio marito.-Come sta andando Enea?-chiesi,rivolgendomi a lui,per portare la sua attenzione su qualcosa che non fosse la frase che avevo pronunciato poc'anzi.
Quasi ogni giorno chiedevo degli allenamenti,preoccupata che fosse successo qualche incidente e cose del genere. La maternità mi aveva resa ancor più apprensiva.
-Bene. È un allievo che ascolta e impara velocemente. Diverrà certamente uno dei più bravi se vorrà ancora far parte della Confraternita da grande.-
-Ha avuto qualche incidente?-
-No,nulla di grave. Con la sua bravura ha stupito pure Francesco. Di questo passo tra un anno potrà iniziare a prendere parte alle missioni più semplici per poter seguire le manovre degli Assassini.-commentò Ezio.
-Sarà sicuro?-
-Amore mio,l'esperienza si fa anche sul campo d'azione. In più dovrà imparare anche a lavorare in squadra,quindi niente di meglio che mandarlo con Maestri Assassini che potranno guidarlo nella giusta direzione. Io stesso prenderò parte ad alcune sue missioni se ti fa star meglio.-
-Si.-
-Allora è deciso.-
In quel momento sentimmo il portone d'ingresso aprirsi e,dopo qualche secondo,Niccolò fece la sua comparsa. Ci salutò con un cenno del capo,per poi voltarsi verso mio marito:-Quando vuoi io sono pronto.-
-Ti raggiungo subito.-disse Ezio alzandosi.
Lo guardai confusa,visto che non sapevo nulla di quella missione,e al mio sguardo Ezio mi spiegò che quella sera sarebbero andati a trovare le amanti di Rodrigo,Vannozza dei Cattanei e Giulia Farnese,e la moglie di Cesare,Charlotte d'Albret,per cercare di carpire qualche informazione sugli ultimi sostenitori dei Borgia,in modo di debellarli una volta per tutte.
Lo salutai con un bacio e poi lo guardai uscire seguito da Nicolò.
Mi voltai verso Leonardo che al mio sguardo apprensivo non poté far altro che cercare di distrarmi parlando dei suoi progetti,dei suoi nuovi quadri e delle lezioni che teneva con Silvia.
Ma dentro di me,mentre lo ascoltavo,cercavo con tutte le mie forze di zittire il brutto presentimento che aveva iniziato a montarmi dentro da quando avevo visto mio marito uscire da quella porta.
E quella sensazione non mi passò nemmeno nelle ore successive,mentre ero circondata dai miei nipoti che con le loro chiacchiere mi facevano pensar ad altro,ma non senza darmi l'opportunità di lasciar scemare quell'insinuante pericolo che sentivo.
Mi portai distrattamente la mano al ventre,come a proteggere mio figlio da quelle sensazioni di pericolo,poco prima di sentire la porta d'ingresso aprirsi nuovamente.
Però stavolta sentii distintamente il portone sbattere contro la pietra del muro.
E quel suono mi fece venire i brividi.
-Claudia?!-sentii chiamare dalla voce preoccupata di Diego,prima di comparire nella mia visuale.
Sembrava sconvolto,il volto sbiancato e gli occhi sgranati dall'ansia.
-E' qui Claudia?-mi chiese non appena mi vide.
-No.-mormorai,iniziando a sentire quella sensazione riprendere il controllo sulla mia mente.
-Non la trovo da nessuna parte,ho cercato dappertutto!-esclamò angosciato il mio migliore amico.
Rimasi impietrita per qualche secondo,prima di riprendere il controllo delle mie facoltà ed alzarmi per afferrargli le mani che,tremanti,non smettevano di tormentare i suoi capelli per tutte le volte che vi affondava le dita:-Vai da Ezio e Nicolò,sono andati dalle amanti di Rodrigo e dalla moglie di Cesare,trovali e cercatela.-gli dissi con tono deciso. Lui era già abbastanza sconvolto per tutti e due,non dovevo fargli notare anche la mia preoccupazione.
-Cercare Ezio e Niccolò. Va bene.-mormorò quasi confusamente,prima di girarsi senza una parola ed uscire nuovamente dal Covo.
Mi voltai verso i miei nipoti che,per tutto il tempo,erano rimasti in silenzio ad ascoltare il nostro discorso e,con un cenno del capo,dissi loro di andare a dormire,essendo molto tardi.
Risposi alle loro domande preoccupate con un sorriso lieve sulle labbra,guidandoli verso le scale,per poi lasciarmi cadere sulla sedia più vicina,sentendomi mancare.
Rimasi lì per non so quanto tempo,probabilmente per delle ore,completamente in balia dei miei infausti pensieri,le mani sul ventre ad accarezzarlo,cercando conforto in mio figlio,prima di sentire nuovamente la porta aprirsi e veder comparire nuovamente la figura di Diego che,stavolta,portava tra le braccia la figura addormentata di Claudia.
Notai subito le lievi ferite che la ricoprivano e l'abito che indossava strappato in più punti.
-Che cosa è accaduto?-chiesi in un sussurro avvicinandomi a loro.
-L'avevano rapita i sostenitori dei Borgia. Era una trappola ai danni di Ezio,ma siamo riusciti ad ucciderli prima che potessero farle del male.-spiegò Diego.
Guardai Claudia con preoccupazione,notando il suo leggero pallore.
-Lei sta bene?-chiesi.
-Si,non l'hanno ferita gravemente e non è stata toccata,o almeno è quello che mi ha assicurato lei,a quanto pare a loro non interessava torturarla,volevano semplicemente avere una leva su Ezio per far in modo che se ne andasse da Roma.-
-Bene. Mi fa piacere. Mi sono preoccupata così tanto.-sussurrai lanciando un'occhiata a Claudia che ancora stava dormendo tra le braccia di Diego. Doveva essere esausta dopo le forte emozioni che aveva provato in quelle ore.
-Il bambino?-
-Bene,lo abbiamo sentito muoversi quindi è ancora vivo.- A quella risposta sospirai sollevata,per poi chiedere infine dove fossero mio marito e Nicolò.
-Sono andati a Zagarolo,sembra che Micheletto si sia nascosto lì con un piccolo esercito.-
Detto questo lo lasciai andare,per poter assicurare a Claudia tutto il riposo di cui aveva bisogno,e quindi mi rimisi nuovamente a sedere al tavolo,decisa ad attendere il ritorno di mio marito.



-Giulia?-
Mormorai qualcosa di incomprensibile,conscia di sentirmi chiamare,ma ancora con la mente troppo intorpidita dal sonno per rispondere con una qualche frase di senso compiuto.
L'unica cosa che sentivo,oltre l'intorpidimento,erano i dolori che mi attraversavano tutto il corpo. Feci una smorfia,pensando ai risultati dolorosi della posizione in cui mi ero addormentata che per un po' mi avrebbero fatto compagnia.
-Giulia?-
Stavolta alla voce si aggiunse anche una leggera scrollata che riuscì a farmi aprire gli occhi.
Mi ritrovai di fronte lo sguardo di mio marito.
All'improvviso mi tornarono in mente gli ultimi eventi e subito mi fiondai tra le sue braccia.
-Ho avuto paura.-
-Anche io.-rispose Ezio,accarezzandomi con fare rassicurante.
-Cosa è successo?-chiesi guardandolo negli occhi.
-Stavamo andando alla casa di Giulia Farnese quando Claudio,una delle spie di Niccolò,ci aveva raggiunto per informarci che i sostenitori di Cesare avevano rapito Claudia. Subito siamo andati nel luogo indicatoci insieme a Diego,che nel frattempo ci ha raggiunto portando la stessa notizia della scomparsa di mia sorella,ma abbiamo scoperto che Claudio lavorava in realtà per i Borgia,quindi siamo caduti in trappola. Siamo riusciti a ucciderli,prima che le facessero del male,ma ti giuro,quando l'ho vista legata a quella sedia...-lasciò in sospeso,scuotendo il capo come per scacciare il ricordo,poi proseguì,-abbiamo saputo dove si nascondeva Micheletto,quindi abbiamo racimolato velocemente gli uomini che ci servivano per disfarci delle guardie di Micheletto e lo abbiamo preso. È nelle nostre mani,Giulia,e stavolta non scapperà.-
-E ora?-chiesi,semplicemente.
-Partiamo per Firenze,là con l'aiuto di alcuni dei nostri interrogheremo Micheletto.-
-Perché Firenze?-chiesi confusa.
-Non vogliamo che Micheletto venga aiutato da qualche sostenitore scappato,quindi lo porteremo in una città in cui saremo sicuri di riuscire a tenerlo nelle nostre mani. Partiremo all'alba di domani.-
-Quanto starai?-
-Qualche giorno. La mia presenza ora è richiesta qui,quindi un paio di giorni e sarò di ritorno. Nicolò è già in viaggio con Micheletto,sono passato di qui per avvertirti.-spiegò mio marito,accarezzandomi le braccia con movimenti lenti.
-E se dovessero riprovarci?-chiesi preoccupata.
-Non succederà.-mi rassicurò mio marito,prima di posarmi un bacio sulla fronte,-ora devo andare.-
-Tesoro?-lo richiamai alzandomi.
Si voltò verso di me aspettando cosa avessi da dirgli e,portandomi le mani sul ventre, mormorai:-Porgi i miei saluti a quell'uomo.-
Ci guardammo negli occhi per vari secondi,poi,con un cenno del capo,sparì oltre il portone d'ingresso.
Infondo,ero pur sempre una Colonna.




Angolo Autrice:
Salve a tutte/i!
Spero abbiate passato una buona Pasqua :)
Allora,passando al capitolo,i fatti narrati sono realmente accaduti nell'anno 1504,ovvero il rapimento di Claudia da parte degli irriducibili dei Borgia e il ritrovamento di Micheletto che poi verrà portato a Firenze per essere interrogato sotto tortura da Ezio,Niccolò e altri affiliati.
Spero di sentirvi anche in questo capitolo,i vostri commenti sono sempre importanti per me,perché almeno ho anche una vostra opinione e non solo la mia :)
Per ora è tutto,
un bazo,
Morgan

  
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