Il viaggio più lungo della mia vita.
Le sei ore in macchina più stressanti mai trascorse.
Non
sono riuscita a dormire neanche
dieci minuti, nonostante la sveglia alle quattro.
Anzi, sveglia la si chiamerebbe se solo
avessi dormito. Sono stata tutto il tempo a fissare il soffitto
questa notte.
Le valige preparate il giorno prima, ai
piedi del letto. Così tentata di disfarle e non presentarmi
alla
festa. Di punto in bianco così, senza neanche avvisare.
Dante sembra abbastanza di buon umore
invece, abbastanza da canticchiare sottovoce le canzoni che passano
alla radio e battere a ritmo le dita sul volante.
Ogni tanto mi lancia un'occhiata
veloce, per controllare se mi sono addormentata, dato che il silenzio
non gli da' alcun indizio.
Non ci voglio andare.
Non voglio.
Perché ho accettato?
Cosa è successo quando ho detto di sì?
-Sto
seriamente pensando che in un
momento di mia distrazione tu mi abbia ipnotizzato per convincermi.-
La prima cosa che dico dall'inizio del viaggio che non fosse un
"Sì",
"mh", "okay" semplicemente mimato con un cenno
della testa o un'alzata di spalle.
-E con cinque ore e quaranta minuti
stabilisci il tuo record personale di silenzio assoluto, complimenti
Bea!- dice dopo aver controllato l'orologio sul cruscotto. Si volta
appena per vedere la mia espressione totalmente indifferente alla
battuta appena fatta. -Comunque no, e sono contento che tu lo abbia
deciso di tua spontanea volontà- Ride, ma non è
la solita risata.
-Non è proprio così, lo sai.-
-Beh qualcuno doveva pur smuoverti un
po'- ride ancora, come prima. La sua risata naturale di solito
è un
po' roca e bassa, questa invece è più alta. Tesa.
-Ti sei messo ad organizzare tutto
ancora prima che ti dicessi se volevo venirci oppure no, questo suona
come forzatura.-
-Suona come organizzarsi per tempo, e
conoscendoti, se non avessi fatto così avresti deciso il
giorno
prima come minimo.- Guardi fisso la strada, a qualche centinaio di
metri, l'uscita. -Siamo arrivati. Da qui guidami tu.-
-Se ti dico che la riconoscerai appena
la vedrai mi credi?-
-Questo dipende...-
-Ricordati di com'è fatto l'invito e
prova ad immaginare.- Quel foglio di cartoncino con scritte e
decorazioni in rilievo che era riuscito a rovinarmi la
giornata.-Segui questa strada.-
Esegue in silenzio le mie indicazioni.
-Adesso prendi quella stradicciola
sulla sinistra.-
-Casetta in campagna?- chiede svoltando
sulla stradina sterrata in mezzo ai campi.
-Casetta non direi...-
Un colle più in là ci ritroviamo
davanti alla residenza Blanchard.
Dante frena davanti al cancello, con
un'espressione confusa ed allibita.
-Adesso più di prima mi chiedo perché
tu non volessi venire.-
Sbuffo.-La vedi quant'è grande? Sarà
piena di persone che non conosco e di un rango sociale che dovrebbe
essere per intero preso e sterminato.- apro la portiera e vado ad
aprire il cancello.
-Beh anche tu fai parte di questo rango
sociale...-
Mi affaccio dentro dal finestrino
aperto. -Non direi, io sono solo una cacciatrice di demoni.-
Sorride e rimette in moto per entrare.
Io rimango fuori e cammino verso la porta, alla fine del vialetto.
Sono ancora in tempo.
Giro i tacchi e corro via.
Non se ne accorgerà nessuno.
-Non pensarci neanche.- compare di nuovo alle
mie spalle prendendomi per un braccio.-Ho guidato per sei ore, se
proprio vuoi scappare via almeno concedimi di riposare prima.-
-E' in questi momenti che mi pento di
non avere la patente.-
Un passo. Due passi. Cinque. Dieci.
Il portone è davanti a me.
Allungo il braccio e suono.
Sento dei passi affrettarsi per venire
ad aprire.
L'uscio si apre lentamente con un
cigolio.
-Signorina l'aspettavamo.- la voce
pacata seppur evidentemente lieta della mia presenza.
La cameriera dal viso fin troppo
familiare si scosta su un lato per farci passare.
-Se mi lasciate le chiavi dell'auto ci
occuperemo noi delle valige e di sistemarle nella vostra stanza.-
Dante gliele fa cadere sulla mano mentre si guarda intorno.
-La signora Margaret vi attende in
salotto.- ed in un secondo si è dileguata.
-Che te ne pare? Ed è solo
l'ingresso.- Non che sia di dimensioni particolarmente grandi, ma
rende abbastanza bene l'idea di quel che è il resto della
casa.
Una grande vetrata di fronte alla
porta, contornata da delle tende pesanti color rosso scuro. Il
parquet quasi interamente ricoperto di tappeti e quadri grandi e
piccoli qua e là.
-Non mi aspettavo tutto questo...
specialmente la servitù.-
-Hai presente quel luogo comune della
zia vecchia e ricca? Beh nel mio caso è così.-
-Ah, quindi questa non è casa tua.-
-Già, anche se praticamente ci ho
vissuto.- Mi guardo un po' intorno per riportare alla mente i vari
ricordi. Corro verso la finestra e scosto un lembo della tenda.
Sorrido rimirando uno dei miei pasticci di bambina. Un bel
scarabocchio fatto sulla carta da parati.
Ritorno subito al presente ed indico a
Dante un corridoio. -Vieni.-
Come sempre è stata questa casa, così
l'ho ritrovata. Neanche un angolo buio. Ovunque una finestra o un
lampadario illuminano tutto.
Arrivati nel salotto, vedo la figura di
mia zia che mi aspetta seduta sulla sua poltrona vicino alla
finestra.
-Cara, ti trovo bene.- mi sorride,
alternando lo sguardo tra me e l'uomo albino al mio fianco.
Qualsiasi cosa tu, cara zietta stia
pensando, ti sbagli. E di grosso pure.
Le vado incontro e la abbraccio:-Anche
tu stai bene zia.-
Il suo sorriso così candido e dolce incorniciato dalle rughe
che
scavano il suo volto mi fanno tornare bambina. -Buon compleanno,
Beatrice.- Mi accarezza la guancia con la mano magra e delicata.
-Grazie-
-E' lui il tuo compagno?- mi sussurra
all'orecchio indicando Dante ancora sulla porta.
-Collega, zia. È il mio collega.- la
correggo tentando di non scoppiare a ridere.
Si avvicina e stringe la mano a mia
zia. -Dante, molto piacere signora.-
-Oh il piacere è tutto mio, sono
contenta che la mia nipotina si sia sistemata finalmente.-
-Zia.- La riprendo di nuovo -Siamo
colleghi di lavoro.-
-Oh certo certo, era quel che
intendevo!- ride, notando l'insistenza con cui la correggo.
Alla fine ci siamo messi a sedere sul
divano a chiacchierare un po'. Nonostante le numerose lettere ce ci
siamo mandate, abbiamo passato comunque molto tempo a parlare, mentre
Dante è rimasto quasi sempre in silezio ad ascoltare in
nostri
discorsi.
Appena
la lancetta dei secondi ha
oltrepassato il dodici segnando l'una precisa, sulla soglia
è
apparso uno dei maggiordomi.
-Signorina Beatrice buongiorno e
bentornata. Madame Margaret il pranzo è pronto.-
-Molto bene, grazie.- Risponde lei. Ci
alziamo in piedi ed andiamo nella sala da pranzo.
Durante il pasto, ogni membro della
servitù che compare mi rivolge un sorriso radioso
accompagnato da un
"Bentornata signorina".
-Vedo che non hai cambiato nulla alla
casa zia.- commento dandomi l'ennesimo sguardo intorno.
-Ho voluto lasciare tutto com'era. Però
ho dovuto far fare dei lavori di ristrutturazione nell'altra casa.-
Per un momento ho temuto che a Dante
stesse andando di traverso il boccone.-Altra casa?-
-La casa dei miei genitori.- gli ho
risposto lapidaria. -Cos'hai sistemato?-
-Oh ho fatto ricostruire il tetto ed ho levato la muffa dai muri nello scantinato.-
-Bene, spero non sia costato molto.-
-Una sciocchezza.- ride. Mi è sempre
piaciuta la risata della zia. Cristallina ed acuta. Quasi come un
coretto di campane.
Finito il pranzo sono arrivate le
cameriere a sparecchiare insieme al maggiordomo.
-Se volete riposarvi la vostra stanza è
pronta.- dice rivolgendosi a me e Dante.
-Grazie mille.-
Saliamo al piano di sopra. Un lungo
corridoio che si estende sia a destra che a sinistra. Se non ricordo
male verso sinistra ci sono gli alloggi dei domestici e le stanze
mie, della zia e degli ospiti.
-Potrei sbagliarmi, ma mi sembra
abbiano detto "la vostra stanza" ci hanno sistemato
insieme?-
-Non ti sbagli. Mia zia quando ci si
mette è testarda.- Mi dirigo verso l'unica porta che non si
addice
ai colori del resto della casa.
Completamente bianca. E sopra dipindo
in corsivo con uno sgargiante rosso: "Bea"
-Deduco che questa sia la nostra
stanza.-
-Se vuoi posso farne preparare
un'altra.-
-Oh no, non preoccuparti, non voglio
disturbare.-
-Guarda che non è un problema...-
-Bea. Va bene così. Inizio a pensare
che non mi vuoi in camera con te, ti ricordo che abbiamo già
dormito
insieme.-
Colta dal rossore improvviso, apro
frettolosamente la porta.
Come ti prende Dante di ricordarmi una
cosa del genere all'improvviso?
Certe volte non ti rendi conto neanche
di quel che dici.
-Che stanza carina.- commenta.
-Niente di che. Forse è la cosa più
normale che si può trovare.- E neanche questa è
cambiata quasi per
niente. Quasi perché il mio letto ad una piazza era stato
sostituito
con uno più grande matrimoniale.
Ma per il resto è rimasta esattamente
come era otto anni fa: la scrivania sotto la finestra, l'enorme
libreria, l'armadio di legno bianco decorato da me con dei ghirigori
floreali ed il vecchio pianoforte verticale scordato e polveroso.
-Sai suonarlo?- mi chiede scostando con
una mano la polvere.
-Sapevo, ho preso lezioni per un po',
ma poi mi sono stufata, è uno strumento troppo raffinato per
me.-
Vado ad aprire il mio borsone, posto
dai camerieri ai piedi del letto insieme al bagaglio di Dante.
-È l'ora della droga?- ridacchia
mentre mi vede ingurgitare la pillola.
-Magari fosse solo una dipendenza
guarda, mi risparmierebbe un sacco di disagi.-
-Disagi?-
-Come lo chiami tu svenire in classe
nell'unico giorno in cui tutti i pantaloni sono a lavare e sei
costretta per forza di cose ad indossare una gonna?-
La sua risata rimbomba nella stanza.
-Ti è successo davvero?-
-...Purtroppo sì.- recupero il vestito
per la festa e lo poggio sul letto. -Vado a darmi una rinfrescata,
dopo se vuoi andiamo a fare due passi...-
-Non vuoi scappare vero?-
-No tranquillo, voglio solo farti
vedere un posto.-
L'angolo di Lilith!
Sciao amisci!
Quanto tempo eh? Ahah... ahaha... ahah.
È cortino lo so
mi dispiace c.c però il prossimo sarà bello bello
promesso **
volevo dirvi una
cosina e avrei bisogno del vostro aiuto (specialmente da parte di chi
abitualmente mi lascia le recensioni): innanzitutto ringrazio
Kingblade che mi ha fatto rendere conto di ciò, ovvero che
secondo
lui Dante sia OOC, in effetti lo stavo pensando anche io inizialmente
però non ero sicura se inserirlo tra le note, voi che mi
dite? Ci si
può passare sopra o è un must?
Aspetto i vostri
consigli :3
Alla prossima amisci!