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Autore: lillixsana    25/04/2014    4 recensioni
Tratto dal primo capitolo:
Fissando il nome scritto in grassetto sul campanello feci un sorriso amaro, quella casa, era la rappresentazione simbolica della mia rinascita. Non ero scappata, semplicemente ero pronta a voltare pagina...
Genere: Comico, Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Vetri scuri!
 
 

Rimasi di stucco alla vista di quelli che, fino a qualche minuto prima la mia mente aveva definito “disturbatori” .


-Ayame, Sangooo- dissi, lanciandomi a braccia aperte su di loro – ma… cosa ci fate qui?- chiesi curiosa poi, scostandomi per guardarle negli occhi.


Quando non mi degnarono di uno sguardo, ma bensì iniziarono a battibeccare tra loro m’imbronciai, ma continuai comunque a guardarle divertita, per capire un po’ la strana situazione in cui mi ero cacciata.

-tu conosci Kagome?-

-anche tu? Ma perché non mi hai detto nulla?-

-potrei chiedere lo stesso a te!-

-avevamo detto che saremo venute a presentarci insieme! Sangoooo!-

-ma, infatti siamo qui insieme, genio!-

-e allora come fai a..-

-SCUSATE!-


Mi sentii in dovere di interrompere “l’equivoco” se si poteva definire tale poi, non lo sapevo mica.


-Aya, oggi ho conosciuto sia te che Sango alla Taisho’s..-


Le due mi rivolsero uno sguardo stranito, per poi scoppiare a ridere. Sul momento, mi ritrovai a pensare che nemmeno raccontando una barzelletta avrei ottenuto quei risultati, ma che situazione… forse le cose, iniziavano ad andare finalmente nel verso giusto.

Dopo che l’attacco di ridarella si fu placato le feci entrare in casa, parlammo parecchio e capii il perché di quella visita inaspettata… proprio come mi aveva detto Koga, loro erano alcune componenti della ‘’famiglia’’ condominiale di cui anche io ora facevo parte.

Sango abitava nell’appartamento soprastante insieme ad Aya, la rossa però si era trasferita da poco, proprio come me.

Scoprii che si conoscevano già dai tempi delle medie, ma che poi si erano perse di vista. Fin quando, proprio com’era successo con me quella mattina, nei corridoi della Taisho’s non ebbero un incontro/scontro.

Mentre mostravo loro la casa e ricevevo continui complimenti per l’arredamento, un brontolio fece capolino dal mio stomaco, prese com’eravamo dalle chiacchiere avevo totalmente dimenticato la cena.


-ehi ragazze, che ne dite di prendere una pizza? Tanto anche voi dovete cenare, no?-

-per me va benissimo, che ne dici Sa-chan?-

-e me lo chiedi? Alla pizza non si dice mai di no!-


Ringraziai i Kami, e chiunque avesse inventato il servizio a domicilio. Le nostre pizze arrivarono in un batter d’occhio. Sango prese una capricciosa, Aya optò per la diavola ed io una margherita, il classico non sbaglia mai.


-Aya, come mai ti sei trasferita da Sango?-


Chiesi, addentando un triangolo della mia piazza fumante.


-mhrchè, mio fratemhllo..-

-Aya, manda giù il boccone prima di parlare santo cielo!-


Mi portai una mano alla bocca per non scoppiare a ridere, e vidi Ayame deglutire, guardando indispettita Sango.


-dicevo… da piccola avevo una casa in periferia, ma quando mio fratello iniziò l’università prese un appartamentino a qualche isolato da qui, io decisi di andare con lui, quindi per anni abbiamo vissuto insieme… sei anni fa conobbe una ragazza con cui iniziò una beeeella storia d’amour… e il mese scorso finalmente si è deciso a farle la proposta… quindi per non essere di troppo ho deciso di prendere armi e bagagli e… eccomi qui!-


Disse alzando le braccia in segno di vittoria, beh… contenta lei.

Pensai alle sue parole… sei anni… proposta… troppe cose riaffioravano nella mia mente. Per fortuna Sango mi riscosse dai miei pensieri, anche se con la domanda sbagliata!


-allora Kagome? Come ti trovi in ufficio? Hai conosciuto il signor Inuyasha?-


-si, purtroppo per essere assunta, sono stata costretta ad avere un faccia a faccia con quel pezzo d’idiota-


Le risate cristalline delle due ragazze si espansero tra le mura del mio appartamento, riempiendolo un po’ di più.. e scacciando, anche se di poco, tutti i silenzi di cui l’avevo riempito.


-sai, se impari a conoscerlo e non lo infastidisci, non è tanto male-

Esalò la castana.

-sicuramente è meglio di Sesshomaru!-

-sicuramente!-

-chi è Sesshomaru?-

-non lo sai? Il fratello maggiore di Inuyasha!-

Un fratello eh…

-già, lui gestisce la parte di azienda di cui faccio parte io, è molto più noioso del vostro capo!-

-beh, Aya… quella che ha l’idea sbagliata del lavoro sei tu, già che si chiama lavoro non include
divertimento!-

-no, Sango! Sei tu ad essere limitata!-

-ma non penso proprio!-


Risi attirando la loro attenzione


-beh? Che c’è da ridere Kagome?-

-oh, niente… niente!-


I loro sguardi di sbieco mi fecero ridere ancora, ma come facevano a vivere insieme quelle due? Non riuscivo proprio ad immaginarle in una convivenza pacifica.


-l’hai fatto di nuovo Ka-chaaaan!-

-si, scusate… mi chiedevo, come fate a vivere insieme se vi attaccate per ogni cosa?-

Dissi sincera.

-ma noooo, non guardarci così! È il nostro modo di volerci bene! Non è così Sangooo?-


L’espressione che la castana assunse la diceva lunga, ma liquidò tutto con un semplice: ‘’ la sopporto’’.

Ricevendo in compenso una schicchera dietro la nuca, ciò fece tornare a pulsare una vena sulla sua fronte che, avevo notato iniziava a gonfiarsi ogni qual volta voleva trattenersi, probabilmente, dall’appendere al muro la rossa.


-ma, Ka-chan dicci qualcosa di te. Noi ti abbiamo annoiato per tutta la sera!-


Ecco, quella era un’altra delle domande che negli ultimi tempi odiavo. Ovviamente sulla scala delle ‘’domande a cui farei volentieri a meno di rispondere’’ veniva dopo il: “sei fidanzata?”.


-che vuoi che ti dica? Sono una ragazza semplice, con poca gente intorno e tanta nella mente, amo leggere… emh, mi piacciono i gatti(?) e poi, boh-


Conclusi mostrando un bel sorriso, finto… ma bellino!


-sei così profonda!-

-ehi! Che fai sfotti Aya?-


Dissi puntandole il dito.


-no, semplicemente speravo in qualcosa di più… dettagliato?-

-Ayame, non tutti sono espansivi come te, sai? C’è chi ama la propria privacy!-

-ma no Sango, non ho alcun problema a parlare con voi!-

-Ka-chan… non importa, fa finta che non t’abbia chiesto nulla, anzi… scusami!-


Mi sentii un verme, certo, non ero il classico tipo che andava a raccontare i fatti suoi a tutti, ma per come stavano andando le cose con loro uno sforzo potevo anche farlo, no?


-invece no!-

-Kagome sul serio, non c’è bisogno di..-

-Sango, mi piace parlare con voi. E poi… come possiamo diventare amiche se non vi do almeno le basi?-


Notai i loro volti distendersi, e questo mi sollevò. Così, iniziai a raccontare.


-…fine-


Non avevo pianto, per tutto il tempo… non era uscita nemmeno una lacrima, eppure avevo raccontato tutto.

Ero rimasta sempre a testa bassa, mentre dicevo loro cosa mi aveva portato in quella casa, in quell’azienda e lontano il più possibile da casa mia. Quando alzai gli occhi per guardarle, mi concessi un sospiro di sollievo, ero stata brava, forse cominciavo a reagire.


Certo, trovarmi Ayame con il lacrimoni intenta a strappare il fazzoletto con la bocca disperandosi, e Sango che lanciava imprecazioni e si mordeva convulsamente le labbra per non scoppiare a piangere non era confortante, ma vederle così non fece altro che convincermi ancor di più di tutte le scelte che avevo fatto.


-oh, ma dai ragazze!-

-ka… kagomeeeeeeeeeeee- urlò Ayame prima di stritolarmi in un abbraccio, seguita poi da Sango.


Mi concessi qualche lacrima, non per Hojo, non per il mio passato… ma per quello che mi aspettava, quelle due ragazze… ero sicura che in qualche modo sarebbero state la mia salvezza.

Dopo esserci crogiolate per interminabili minuti in quell’abbraccio decidemmo di scacciare la tristezza con un film horror, per più o meno un’ora e mezza non facemmo altro che urlare. In un primo momento ci passò per la testa la malsana idea di dormire tutte insieme, ma il giorno dopo non era festa. Quindi, autoconvincendoci che tutto ciò che avevamo visto, era frutto di geniali effetti speciali, le accompagnai alla porta salutandole, e andai a dormire.
 
 
 
 

Quella mattina arrivai al lavoro con i miei soliti dieci minuti di anticipo, cominciai a leggere i manuali di cui Yura mi aveva parlato, impostai sul computer le date degli aventi in programma. Insomma, feci il mio lavoro al meglio.

Con Aya e Sango avevamo deciso che ogni giovedì sera avremmo fatto una specie di pizza party, a volte stando con loro mi sentivo di nuovo come un’adolescente.

Spesso mi ritrovavo a pensare a quel dannato idiota del mio capo, non l’avevo più visto.. in ufficio  tutti sapevamo che per questioni lavorative non sarebbe stato in città per un pò, infatti si respirava un’aria molto più serena. Notai che le dipendenti portavano tacchi molto più bassi e, gli uomini giravano senza cravatta, allora erano umani anche loro?!

Era passato già un mese da quando lavoravo in azienda, e stranamente era tutto davvero tranquillo, Yura non mi calcolava minimamente, Inuyasha era via da più di due settimane, il lavoro non era molto… solo, mi mancava organizzare eventi. Mi sentivo più una receptionist che altro.


-ehi Sango-

Dissi sporgendomi leggermente verso la sua postazione.

-si, Ka-chan?-

-si sa niente di quando tornerà Mr. Simpatia ?-

-ti riferisci al capo?-

Disse emettendo un risolino.

-e chi sennò?-

-mh, non ne ho idea-

-capisco..-

-perché?-

-no, così!-


Mentivo! La verità era che volevo sapere che diavolo di fine avesse fatto quell’idiota patentato! Ma è così che si dirige un’azienda?! Sicuramente era a fare qualche viaggio alle Maldive, o in Madagascar… o in qualsiasi altra meta turistica frequentata da ricconi come lui! Fatto sta che ovunque si trovasse, in qualsiasi oceano stesse facendo una nuotatina, speravo affogasse!
 

Avevo fatto tutto, segnato ogni evento in programma fino all’anno dopo, letto e riletto i manuali, e ora mi annoiavo a morte, così decisi di andare a prendere un caffè. Da sola però, dato che Sango, quale informatica… aveva il suo bel da fare.

Mentre mi dirigevo alla macchinetta qualcosa mi spinse a cambiare direzione.


-Ehi, Yura!-

-quando ti toglierai quel cipiglio arrogante dalla faccia Higurashi?!-

Disse la mora squadrandomi.

-non sono venuta per litigare!-

-buon per te!- mi guardò fredda – allora che vuoi?-

-mi chiedevo- dissi deglutendo – il signor NoTaisho, quando tornerà?-

-perchè t’interessa saperlo?-


Disse l’arpia ghignando, accidenti non gli entrava in quella testa bacata che non aveva ragione lei eh?!


-non ricominciare con la storia dell’arrapamento di non so cosa… perché non è così!-

-femminile Kagome, femminile!-

-si, si.. quello!-

-se lo dici tu… comunque dovrebbe tornare domani, o al massimo dopodomani-

-do…mani?-

-mi preoccupi sai? Comunque, ti ho già detto che devi stargli alla larga!-


La mia espressione ebete si trasformo in un ghigno soddisfatto, di che aveva paura l’amichetta?


-sai Yura, la possessività verso qualcosa che non ci appartiene deriva dalle proprie insicurezze il più delle volte-

-Kagome non fare questi giochetti psicologici con me, non attacca!-

-staremo a vedere..-


Dissi, e poi girai i tacchi. Era la guerra che voleva? Bene! Intanto l’oca continuava a starnazzare qualcosa, ma non l’ascoltai nemmeno.


-stagli lontanaaaaaa!-
 

Quando staccai da lavoro mi diressi verso il mio appartamento, ero decisa a cambiarmi. Poi sarei andata a fare un po’ di spesa, e dovevo anche passare in banca per controllare se lo stipendio era stato depositato.

Feci i miei giri con molta tranquillità, ciò che mi destabilizzò fu la banca, ma non la banca in se, bensì la mia busta paga.

-ho… la paga di… una stagista?!- esalai guardando con orrore il foglio di  fronte a me- ma quello mi prende per il culo o cosa?!-


Uscita dalla banca, dopo la mia pessima figura (avevo urlato come un’aquila per più o meno mezz’ora) mi diressi a passo di marcia verso casa mia, sarebbe tornato domani eh? Il mio bentornato l’avrebbe ricordato a vita!
 

Quella mattina ero elettrica, e tutto sembrava contro di me. La sveglia non aveva suonato, la piastra arrivava a 180° e crepava, il piano cottura era completamente zuppo di caffe e sotto i miei occhi facevano bella mostra due borsoni da viaggio di Prada! Ma, parliamoci chiaro… come potevo dormire con tutto il nervoso che giocava a fare su e giù tra stomaco e petto?!


Fatto sta che dopo la mia serie di sfortunati eventi, riuscii ad arrivare in azienda, ovviamente… in ritardo! Ma che m’importava?! Ero una stagista, no?


-buongiorno Ka-chan, oggi ritardo eh-


Beata Sango, era bella sorridente. Probabilmente aveva passato momenti migliori dei miei… le sue parole mi riscossero.


-oggi è giovedì, te lo ricordi?-

-ah, già… sisi lo so-


Ma che sapevo? Con tutta la rabbia che mi scorreva nelle vene al posto del sangue avevo totalmente rimosso che giorno fosse.


-scusami Sango, sai se quel demente è tornato?-

-si, da sta mattina presto è con Yura nel suo ufficio, sembra dovessero discutere di questioni serie-


Ringraziai a mezza bocca Sango per l’informazione, e mi alzai, con la coda dell’occhio notai lo sguardo dubbioso che la mia amica mi stava riservando. Senza proferire parola mi diressi verso il corridoio che mi avrebbe condotto da lui. Gli avrei detto tutto quello che si meritava!


“sono contento di averla nel mio staff”…… “persone come lei non ci sono più”

Certo, persone così imbecilli! Balle, tutte balle! Ed io che m’ero anche fidata!

Questi erano i pensieri che affollarono la mia mente nel tragitto, arrivata davanti all’ufficio notai una differenza. I vetri, quelli che davano luminosità, quelli che non gli permettevano mai di avere un po’ di privacy, quelli da cui l’avevo visto la prima volta, ora, non offrivano alcun tipo di visuale. Tende di pesante velluto nero circondavano tutto l’ufficio.


Forse allora… era davvero qualcosa di serio. Stavo per fare marcia indietro quando una risata isterica mi arrivò all’orecchio, era ovattata, ma la voce di quella serpe l’avrei riconosciuta tra mille.


Un brutto presentimento si fece strada in me, ma non me ne curai. Ero lì per un motivo! E mi sarei sfogata per bene!

Arrivata davanti alla porta di vetro bussai, senza delicatezza, anzi. Se avessi potuto frantumarla a mani nude, senza restare sfregiata, l’avrei fatto senza alcuna esitazione.

Continuai a bussare fin quando la testa di quel deficiente non sbucò da una delle fessure della tenda. Mi guardava con occhi spalancati, ero così spaventosa?

I miei occhi corsero ad esplorare l’interno dell’ufficio che si poteva vedere dallo spazio creato dall’uscita della sua testa vuota e quello che vidi mi disgustò.

Il mio capo settore e il mio direttore… a quanto pare si erano divertiti a fare il loro giochetti perversi in ufficio, dato che la cara serpe sprovvista del suo intimo se ne stava sdraiata sulla bella scrivania. Fin da quando avevo iniziato a lavorare in quel posto il sospetto che quei due se la facessero mi aveva sfiorato, ma non avevo mai avuto delle vere e proprie conferme. Abbassai gli occhi, per poi rialzarli ed incontrare quelli di lui che ora sembravano leggermente velati di dispiacere.

Mi ritrovai ad indietreggiare, senza interrompere il contatto visivo però. La mia rabbia… tutta quella rabbia con cui mi ero  diretta con convinzione verso l’ufficio di quel verme aveva lasciato spazio solo al disgusto e alla delusione.

Vidi le sue labbra mimare il mio nome. Girai la testa di scatto cercando di ricacciare le lacrime, e corsi, corsi veloce. Il piano su cui lavoravo era grande, enorme… avrei trovato un angolo in cui sfogarmi. Arrivai nell’ala sud, quella vecchia. C’erano solo scrivanie rotte, sedie impolverate e fascicoli inutilizzati.


Mi accovacciai in un angolo abbracciandomi le ginocchia, non m’importava dei centimetri di polvere su cui ero seduta, ne del mascara che ora probabilmente m’aveva formato una maschera veneziana sul viso.


L’espressione con cui m’aveva guardato era stata la stessa, la stessa identica smorfia colpevole che avevo visto sul viso di Hojo quel giorno, in un secondo tutte le sensazioni che avevo provato e riprovato a scacciare erano tornate in me. Quel senso di inadeguatezza… ero io, sempre io quella fuori posto.
Mi sentii una stupida, pensavo davvero che mi sarebbe bastato cambiare casa, città, lavoro.. per dimenticare?! Povera illusa.


Mi era bastato vedere un uomo qualsiasi, rivolgermi un’espressione dispiaciuta per aver commesso un atto sessuale non molto lecito. Già, un qualsiasi uomo… ma perchè proprio il mio capo?! Quello sicuramente m’aveva preso per pazza, prima una furia nera di rabbia e poi un tremante agnellino in lacrime!


I condotti lacrimali fortunatamente avevano smesso di erogare litri d’acqua, così, trovai molto interessante fissare una piccola crepa, nel muro di fronte a me. Non sapevo da quanto tempo ero lì, probabilmente parecchio, visto che sentivo un fastidioso formicolio alle gambe, segno dell’addormentamento muscolare dovuto alla scomoda posizione. Un rumore mi destò e, ciò che vidi mi fece venir voglia di ricominciare a piangere.


-accidenti, immagino che da bambina fossi un asso a nascondino-


Esordì sorridendo un trafelato Inuyasha .


Lo guardai sconcertata, perché diavolo mi aveva cercato? Che voleva da me? Possibile che per una volta in vita mia non potessi stare in pace!?!


-che vuoi?!-

Dissi nascondendo il viso.

-ehi, sono pur sempre il tuo capo!-

Ora pretendeva anche rispetto?! Incredibile!

-non sei nella posizione per pretendere il rispetto che si deve a un vero capo!-

-Higurashi…- si bloccò per poi continuare – Kagome, io… mi dispiace-

-si immagino-

Dissi continuando a non mostrare il viso.

-è vero, non è una cosa molto conveniente farsi vedere... nella situazione in cui emh, mi trovavo-


Notai della polvere alzarsi e mi costrinsi ad alzare gli occhi verso il mio interlocutore che ora era seduto a qualche palmo da me.


-guarda che a terra è pieno di polvere-


-non sono un tipo che si schifa-


Ma perchè ogni volta finivamo sempre per giocare a botta e risposta?!


-seriamente, cosa vuoi? il mio silenzio?!-


-questa domanda dovrei farla io a te-


Il mio sguardo contrariato e allo stesso tempo interrogativo parlò per me.


-sei tu la furia dagli occhi infuocati che per poco non mi frantumava la porta!-

-ah, si… ero venuta a parlarti di una cosa…-

-la perfettina dell’ufficio che da del tu al suo capo, incredibile… domani vedrò elefanti volare!- mi guardò divertito, ma lo liquidai con un ‘’tsk’’

-comunque… di cosa volevi parlarmi?-

-ora non mi va di parlarne-

-perché?-


Perché? Perché quando ti guardo in faccia mi viene il voltastomaco, perché non metterò più piede in quello stupido ufficio che tanto mi affascinava, perché brucerei quella dannata scrivania. Perché anche se non è affar mio chi ti porti a letto tutta questa situazione mi fa sentire delusa e, maledettamente incazzata.

E non per aver ricevuto la paga di una stagista sta volta!

Ovviamente non dissi nulla di tutto ciò… non aveva senso!


-perché no!-

-non è una risposta!-

-per me lo è, fine del discorso!-

-ma quale discorso?! Voglio sapere perché volevi entrare a tutti i costi nel mio ufficio, ma quando hai capito ciò che stava succedendo sei corsa via, e soprattutto perché ti ho trovato qui con la faccia di una che per ore non ha fatto altro che piangere?! Puoi rispondere almeno a una di queste domande?!-


-no-


Dissi lapidaria, lasciandolo a guardarmi a bocca aperta.


-senti, io non ti con..-

-piantala-

-ma di fare co…-

-smettila!-

-ma se non m’hai fa..-

-ho detto di piantarla, falla finita accidenti!-


Piangevo di nuovo, odiavo la mia parte emotiva, la odiavo con tutta me stessa!


Sentii una leggera pressione sulla guancia, e avvampai quando mi resi conto di avere la sua mano sul viso, era un tocco così delicato, intimo… intimo… già…


Schiaffeggiai la sua mano allontanandomi di qualche centimetro da lui, nuova rabbia montava in me. Nuovo senso di… schifo!


-tu hai qualcosa che non va!-

-io? Io?! Ma pensi di avere a che fare con quella gatta morta che ti porti a letto?! Inuyasha io non sono Yura! Non sono quel tipo di ragazza che si fa consolare sotto le lenzuola, o su una scrivania d’ufficio! t'ho visto mezza volta, ma che vuoi?!-

-ma che ti passa per la testa?! E poi quello che faccio, e dove lo faccio con Yura o con chicchessia non credo ti riguardi!- si tirò in piedi e continuò – impara a vivere la tua vita Kagome, non impicciarti di cose non tue. E poi, tutto questo tuo astio verso il mondo… fammi il favore, controllalo! È fastidioso!-


Disse per poi andarsene, non so se mi sentì, ma poco dopo averlo visto oltrepassare la porta dovetti proprio dirglielo.


-io l’astio l’ho solo verso di te!!!- … brutto idiota.










Bene, bene... bene(?)
Saaaaaalve ciurma, come va? Ok lo sò, sono pessima... direi che scusarmi per il ''ritardo'' è il  minimo dato che la mia è stata una vera e propria sparizione ^^'' eheh però... sono tornataaaaaa tadààààà (so di non esservi mancata tranquilli) ahahahaha
Alluuuura... capitolo... mm come dire... un pò di passaggio, purtroppo è ancora presto per l'azione, volevo far capire un pò i ruoli degli altri personaggi principali... anche se so quanto l'attesa sia snervante, mi spiace non poter soddisfare a pieno le vostre aspettative T.T perdonatemi...
Detto ciò... Spero che abbiate gradito almeno un pò ^^ fatemi sapere:)

Baci LillixSana
  
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