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Autore: dreamey    25/04/2014    6 recensioni
Quando la vita sembra prendersi gioco di te; quando sai perfettamente quanto sia importante quel minuto; quando ti rendi conto che ti accade proprio quello che non avresti mai creduto possibile; quando la persona che non avresti mai assolutamente pensato, diventa l'amore della tua vita.
Quando un litigio tra perfette estranee per un taxi,si trasforma in un'inaspettata storia d'amore.
E' quando accade tutto questo, che scopri che la vita ti ha regalato i momenti più preziosi della tua esistenza.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Scusate il ritardo di un giorno. Ma sono stata parecchio incasinata.
Vi auguro una buona lettura e, immancabilmente, ringrazio tutte voi che leggete e chi vorrà farmi sapere ciò che ne pensa!
 
Capitolo 7

Era strano quel giorno a Seattle. Non pioveva. Non pioveva per niente.
C'era il sole. Era una limpida giornata di inizio maggio, col sole alto nel cielo azzurro, poche nuvole, vento non fastidioso.
Era una gran bella giornata. Una di quelle giornate in cui non ti va per niente di chiuderti a lavoro, ma, vorresti startene tutto il giorno in giro per godere di quell'aria mite, dei colori tutt'intorno, del calore del sole.
E allora, perchè a lei dava così fastidio?
Non sopportava quel cielo azzurro, quel sole splendente.
Voleva la pioggia.
Se ne stava seduta al tavolo del bar dell'ospedale, con le dita che tamburellavano sul bicchiere che aveva in mano da quasi un quarto d'ora, senza riuscire a svuotarne il contenuto nella sua bocca.
Guardava fuori e disprezzava quella giornata. In altri tempi, in qualche altra situazione, avrebbe ben gioito di quella luce che splendeva fuori e, avrebbe desiderato godersela a pieno, senza starsene confinata nell'ospedale, che, seppur abbastanza grande, era pur sempre un luogo chiuso. E lei, odiava starsene rinchiusa quando fuori c'era il sole.
Quella mattina invece, era ben felice di starsene li, al chiuso ed evitare quella splendida giornata che non stava più sopportando.
Per la prima volta, stava desiderando che piovesse.
E non perchè le piacesse la pioggia. Quella dannata, splendida giornata,non faceva altro che peggiorare il suo umore già nero.
Callie Torres, era un fascio di nervi. Lo era da ben due giorni. Lo era da quella sera, da quando era sparita da quella dannata festa.
L'aveva evitata, tutto il tempo. Aveva a tutti i costi, disperatamente, evitato Arizona Robbins.
Ma non nella sua mente.
Era a lei che pensava continuamente quand'era sola a casa. Solitamente si ritrovava a fissare il vuoto, quando si sorprendeva  a pensare a lei. Succedeva all'improvviso, senza più nemmeno accorgersene.
All'improvviso, c'era lei. Non lo sopportava.
Tutto ciò, la irritava.
 Forse, stava tornando ad odiarla.
Forse, non avrebbe più dovuto evitarla a lungo.
Riusciva ad evitare di parlare con lei, persino ad avere casi clinici in comune. Ma non sempre riusciva a distogliere lo sguardo da lei quando la vedeva per caso in ospedale, al bar o al parcheggio.
Quella donna, attirava i suoi occhi come una calamita. Era riuscita finalmente ad ammetterlo: Arizona Robbins era dannatamente bella. Lo era ogni volta che sbucava all'improvviso. Era bella, lo era sempre.
Era per questo che stava cominciando ad odiare i giorni di sole. Quella giornata calda, luminosa, quel sole splendente, quel cielo azzurro, le ricordavano lei. I suoi occhi, il suo sorriso, le sue dannate fossette.
Quella splendida giornata di sole era perfetta, come lo era la bellezza di Arizona.
Eppure, non la sopportava. Non sopportava lei, la sua bellezza.
 Non sopportava che anche lei, stesse cercando di evitarla. No, non stava cercando. La evitava. Anche Arizona Robbins, la evitava.
Doveva fare un sospiro di sollievo. Forse, tutto stava tornando come prima. Sarebbero tornate ad odiarsi come prima.
 Forse.
E invece, ciò che provava ogni volta che si accorgeva che quella donna la evitava, era delusione.
Era delusa quando la vedeva evitare i posti in cui già c'era lei. Quando si sedeva ad un altro tavolo a mensa.
Era delusa. E gelosa.
 Era gelosa quando la vedeva rivolgere il suo splendido sorriso all'infermiera al bar o, a parlare e ridere seduta a mensa con altre colleghe di altri reparti. Colleghe di dermatologia soprattutto.
Arizona Robbins, flirtava continuamente con quasi tutte le donne dell'ospedale.
 Era gelosa. Insopportabilmente, eccessivamente, incoerentemente gelosa.
Arizona Robbins, sembrava aver superato facilmente quel loro strano quanto impensabile imprevisto.

Apparentemente.
 
Non dormiva da due notti ormai. La sua mente era praticamente ferma a quel giorno. A quel momento. La sua mente, era pienamente occupata da Callie Torres.
Si sorprendeva a pensare a lei quasi ogni momento e non riusciva a spiegarsi come mai, una sola, singola persona, potesse intasare completamente la sua mente.
Ma la spiegazione era semplice se i suoi pensieri si chiamavano Callie Torres.
Lottava con tutta se stessa per imporsi di stare lontana da lei, cambiare direzione quando per caso la incrociava nel corridoio dell'ospedale. Evitarla al bancone del bar.
La stava evitando, perchè era meglio così.
Si era dimostrata debole. Una sola volta. Non si doveva ripetere mai più. Non doveva sperare in nessuna relazione di nessun tipo. Non con Callie Torres.
Era e sarebbe stata una cosa impossibile.
L'unica soluzione sarebbe stata quella di non imbattersi in quella bellissima mora che da giorni le stava letteralmente facendo perdere la testa.
O, più facilmente, avere piccole, semplici, relazioni non impegnative. Ma con chiunque che non fosse Callie Torres.
Perchè, Arizona Robbins, aveva sempre adottato una sola ed unica regola: mai legarsi a lungo ad un'altra persona. La regola del sedurre e abbandonare, in fondo, aveva sempre funzionato.
Finora.
 
- Torres, hai intenzione di mangiarla quell'insalata o hai intenzione di fissarla tutto il tempo? Non ti riempirà di certo lo stomaco se continui a guardarla-
- Addie.. dicevi?-  Rispose una Callie visibilmente sovrappensiero rivolgendo lo sguardo verso l'amica.
- L'insalata, Callie. La guardi da mezz'ora e ancora non ti ho vista metterla in bocca.-
Intanto, l'affascinante rossa, col suo vassoio in mano, aveva preso posto accanto alla mora.
-Già, non ho molta fame. Per niente.-
- Troppi pensieri?-
- Uno solo in realtà.-
- La Robbins-
- Già. Lei.-
- No, pattini a rotelle è qui. Si sta dirigendo al bancone. E non è sola.-
Improvvisamente, Callie, fermò a mezz'aria la forchetta che si stava portando alla bocca.
Guardò nella stessa direzione dell'amica. La vide flirtare con un'infermiera. Era Coleen, una delle infermiere del reparto di ortopedia. Del suo reparto.
- Callie, tutto ok? Hai una cera.-
La voce di Addison, la distolse subito.
- Certo. Va tutto bene.-
- Sul serio? Sai, se non ti conoscessi bene, direi che è gelosia quella che stai provando ora.-
-Cosa?-
- Callie. Lei ti piace. Ma la vuoi evitare a tutti i costi.-
- No, Addison. Lei non mi piace. Lei è una stronza.-
- E' bella. Non c'è da meravigliarsi se tutte le corrono dietro.-
- Tranne me. Per quanto mi riguarda può fare quello che vuole.  Non è successo, e non succederà mai niente tra noi due. Anzi, sai che ti dico? La odio esattamente come dieci anni fa. Non la sopporto.-
Tornò a mangiare la sua insalata, con lo sguardo scettico dell'amica sopra di lei.
 
 
- Teddy! ti va di andare da Joe con me, stasera?- Una sorridente Arizona, aveva raggiunto il chirurgo cardiotoracico che era in piedi, a segnare qualcosa sul tabellone degli interventi.
- Arizona! Sei di buon umore, oggi! Merito di Coleen?- Rispose Teddy, rivolgendosi all'amica e restituendole il sorriso. - A proposito, come mai non ci esci anche stasera? Non dirmi che l'hai già scaricata!-
- No, finisce tardi il turno.-
- E così fate coppia fissa?-
- Cosa? No. Diciamo che.. è piacevole stare con lei. E ho già chiarito tutto, sin dall'inizio. Niente cose serie.-
- Sei la solita.- Fece un attimo di silenzio e poi, incerta aggiunse: - E Callie?-
- La sto evitando, Teddy. Non potrà mai esserci niente tra noi. Deve essere così. Ci siamo sempre odiate. Non ci siamo mai piaciute.- Rimase per un attimo a fissare il vuoto.
Palesando un sorriso forse un pò finto, riprese a parlare, ritornando a guardare l'amica.
- Allora, passo dal tuo reparto appena finisco il turno. Si va da Joe stasera.-
Senza aspettare la risposta di Teddy, girò l'angolo, sfrecciando sulle sue scarpe con le rotelle.
 

- Wow, ti sei messa in tiro stasera!-
- Non mi capita tutte le sere, di poter andare al bar con la mia migliore amica, Addison!-
Rispose alla battuta dell'amica, prendendola sottobraccio ed entrando nel bar.
Si diressero al bancone.
- Ordino io?-
- Fa pure. Ho intenzione di non pensare a niente stasera-
- Due tequila, per favore Joe-  ordinò la bellissima rossa.
- Offriamo noi, se le signore non hanno nulla in contrario.-
A quella voce maschile, le due donne si voltarono di scatto.
In piedi, dietro di loro, c'erano due affascinanti uomini, chiaramente intenzionati ad attaccare bottone con le due dottoresse.
- Perchè no?!- rispose una seducente Addison.
- Addison, ma cosa fai? Era una serata tra amiche. Una semplice serata tra amiche, senza complicazioni.-
Stampando un finto sorriso ai due uomini, Callie si avvicinò all'amica, sussurrandole all'orecchio il suo disappunto.
- Rilassati Callie. Non facciamo niente di male in fondo. Solo due chiacchiere.-
Accogliendo l'invito di Addison, i due uomini si sedettero rispettivamente accanto alle due donne.
Cominciarono a sorseggiare e chiacchierare.
Lasciandosi andare all'alcol, si misero a flirtare spudoratamente.
Addison, si era appartata appena, lasciando Callie, sola al bancone, in balia del suo corteggiatore.
Fu in quel momento, che la vide entrare. Con Teddy.
Avanzava così naturale,nei suoi jeans stretti, decolletè nere con tacco alto e maglietta che le lasciava appena scoperta una spalla.  E sorrideva. Quella donna sorrideva quasi sempre. E il suo sorriso aveva quel strano potere di incantare chiunque si ritrovasse a guardarlo. Lo trovava quasi magico. No, non lo trovava. Arizona Robbins, aveva un sorriso magico.
Distolse subito lo sguardo da lei, rivolgendolo all'uomo che in quel momento stava richiamando la sua attenzione.
 
- Arizona, tutto ok? Perchè ci siamo impalate praticamente al centro del bar?-
Prendendo l'amica sottobraccio, Teddy, guardandosi imbarazzata intorno, la trascinò al bancone.
- Sembra che tu abbia appena visto un fantasma.-
- C'è la Torres.-
- E quindi? Il bar è a due passi dall'ospedale. C'è un'alta probabilità di incontrare altri colleghi.-
- Appunto. Tra tutti gli ALTRI colleghi, doveva esserci proprio lei.-
-Teddy, Arizona.- Riconoscendo la voce della collega, le due donne bionde si voltarono leggermente di lato.
Sorridendo, risposero quasi all'unisono ad una Addison leggermente alticcia.
Callie invece, se ne stava comodamente seduta al bancone a flirtare.
Arizona spostò più volte lo sguardo in direzione di Callie e si sorprese infastidita non appena notò che alla mora, non sembravano dare per niente fastidio le avances dell'uomo.
Anzi, dalla prospettiva dalla quale la guardava, sembrava invece che ci stesse senza troppi preamboli.
Callie, non si era più voltata a guardarla. Sentiva la presenza dell'altra a pochi passi da lei, ma cercava in tutti i modi di non incontrare quegli occhi.
O non avrebbe avuto vie di scampo.
Avevano ordinato anche loro della tequila. Ne mandò giù qualche bicchiere, poi,  prima che Teddy, riuscisse a fermarla, presa da un impeto improvviso, si alzò dal bancone. Lasciando l'amica a  seguirla con lo sguardo e preoccuparsi, non appena si reso conto di dove era diretta.
 
- Torres, ti stai divertendo eh? Come si chiama il tuo nuovo ragazzo?-
Al terzo bicchiere di tequila che aveva mandato giù e, all'ennesimo sorriso che Callie aveva rivolto a quell'uomo che le era già insopportabile, decise di abbandonare il suo posto al bancone e dirigersi verso la donna mora, poco distante da lei.
Non le era ancora chiaro in mente cosa stava per fare. Tuttavia,  l'alcol, non aveva ancora fatto il suo effetto. Non è che avesse bevuto poi così tanto. Non era ubriaca. Era la gelosia che le stava annebbiando i sensi. Così, fece l'ultima cosa che avrebbe mai fatto se fosse stata completamente lucida.
Una scenata di gelosia. Una pietosa scenata di gelosia.
 Quel tantino d'alcol che aveva mandato giù, le stava semplicemente dando la spinta finale.
 
Si era diretta con passo deciso, col bicchiere ancora in mano. Lo aveva appoggiato sul bancone, vicino all'uomo poco prima di parlare dando adito alla gelosia che la stava ormai sovrastando.
- Arizona, credo che tu abbia esagerato con l'alcol. Faresti meglio a chiamare un taxi e tornare a casa.-
- Non sono così ubriaca Torres. Sono lucidissima. Non ho bisogno di chiamare nessun taxi. Tu forse, faresti meglio a tornare. Non sembri per niente lucida.-
Callie era rimasta seduta, lo sguardo sorpreso appena aveva udito quella voce e subito dopo visto Arizona in piedi di fronte a lei.
Prese dal botta e risposta, nessuna delle due, sembrava minimamente curarsi del ragazzo seduto accanto alla mora.
La bionda, restò per pochi secondi a  fissare Callie.  Non accennava a spostarsi.
Una voce familiare che le giunse improvvisamente alle spalle, la fece voltare.
- Arizona, eccoti.-
Intanto, la donna che si era appena avvicinata, l'aveva affiancata, stringendola per la vita.
Gesto che procurò non poca irritazione ad una Callie già infastidita.
- Coleen? Non eri in ospedale?-
- Ho appena finito il turno e ho pensato di fare un salto, sperando di trovarti qui.-
Callie, era rimasta ammutolita, ad osservare l'intera scena.
- Dottoressa Torres. Anche lei qui. E in buona compagnia vedo.- La salutò l'infermiera, bonaria, ignara della bizzarra situazione che si era appena creata.
-Già. Stavamo giusto andando via.- fu la riposta del chirurgo ortopedico all'infermiera.
Si alzò dallo sgabello sul quale era seduta e lanciando uno sguardo di irritazione e quasi di sfida ad Arizona, si diresse verso l'uscita, accompagnata dall'uomo che aveva appena conosciuto quella sera.
 

-Callie! Sei sparita ieri sera! Dimmi un pò.. concluso bene la serata?-
Una raggiante Addison raggiunse il chirurgo ortopedico al bar dell'ospedale, aveva appena preso un cappuccino.
- Uno anche per me, per favore!-
- Addison, perchè invece non mi racconti tu? Sei di ottimo umore, vedo!-
- Oh, non c'è niente da raccontare. Ho concluso la serata con Teddy. Sai, è molto simpatica.-
- Teddy? Che c'entra Teddy?-
Portando alla bocca il suo cappuccino, e rivolgendo una smorfia all'amica, rispose subito accennando una finta irritazione.
- Sei sparita, con quello. Arizona era in compagnia di Coleen e così, abbandonate dalle nostre migliori amiche, abbiamo concluso la serata insieme, tra tequila e chiacchiere tra donne.-
- E quel ragazzo che non ti si scrollava di dosso?-
- Oh, non era il mio tipo. Era così noioso.-
Sbuffando goffamente, riprese a bere il suo cappuccino. Improvvisamente, ruppe nuovamente il silenzio, con una battuta che di certo, per Callie, non fu la più felice da ascoltare.
- E' un'infermiera del tuo reparto, giusto? Coleen intendo.-
- Si, lo è- Rispose secca la mora.
- Sembrava molto intima ieri sera con pattini a rotelle.-
Finendo di bere il suo cappuccino, e stringendo con tutta la forza che aveva, il cartone che conteneva il liquido, prima di gettarlo, rispose all'amica.
- Non mi interessa,Addison. Ora vado, sono già in ritardo.-
Prendendo la sua borsa, si diresse verso gli ascensori.
 
 
- Dottoressa Robbins, ha bisogno della dottoressa Torres per un consulto?-
- No, grazie Rose. Sto aspettando Coleen.-
Sentendo una voce familiare giungerle alle spalle, si voltò di scatto.
- Robbins, ti scomodi pure per venire a trovarla durante il lavoro.. Non è professionale. E ti sia chiara una cosa, non voglio nessun tipo di incontri che non siano di lavoro, nel mio reparto.- La sua voce era piena di irritazione.
- Tranquilla Torres. La sto solo aspettando per andare a mensa. Se non sbaglio, fra cinque minuti siamo in pausa pranzo.-
Rispose la bionda, restituendole la stessa irritazione.
Dopo un breve attimo di silenzio, ricominciò a parlare, sfoggiando tutto il tono sarcastico di cui era capace.
- Conclusa bene la serata con quel tipo, ieri sera?-
- Divinamente, direi. Sai, è molto interessante.. e non solo..- Rispose accennando un finto sorriso alla bionda che intanto, aveva serrato la mascella, irritata dalla risposta della mora.
In fondo, se la stava cercando sola.
- Oh, ecco Coleen. Buon pranzo, dottoressa Robbins.-
Lanciando un'ultima occhiata fulminante alle due donne, sparì dalla loro vista.
- Arizona, tutto ok? Sei strana.-
Era rimasta impalata ad osservarla andare via, e non riusciva a bloccare quel tremore allo stomaco che era sopraggiunto appena udite le parole del chirurgo ortopedico. Ad un tratto, non ebbe più fame.
Rivolgendo un enorme sorriso a Coleen, enormemente finto, rassicurò l'infermiera, incamminandosi verso gli ascensori.
 

Erano passate più di due settimane, e nessuna delle due, sembrava più pensare a quel loro imprevisto, che sembrava ormai lontano.
Arizona, usciva spesso con Coleen, non si trattava di una vera e propria relazione.
Semplicemente, si ritrovavano a trascorrere qualche serata insieme e spesso la concludevano a casa di una o dell'altra, senza che ci fosse qualcosa di serio. Non c'erano sentimenti, non c'era nessun tipo di coinvolgimento se non puramente sessuale. Era una situazione, che ad Arizona andava più che bene.
Imponeva lei di solito le regole, in qualsiasi tipo di relazione.
 
Callie, invece, aveva cominciato a  fare coppia fissa con Scott, il ragazzo del bar.
Uscivano quasi sempre la sera e lui andava spesso a prenderla a lavoro. Non provava sentimenti, ma trovava piacevole passare del tempo con lui.
 
Non si erano più ritrovate a discutere di quel loro momento. Semplicemente, evitavano di farlo.
Sembrava che tutto, fosse tornato come prima.
Avevo ricominciato ad odiarsi come prima.
L'intensità delle loro battute sarcastiche, dei loro sguardi carichi di irritazione, quel loro non sopportarsi quando si ritrovavano nello stesso posto, era anzi, diventata maggiore.
Capitava spesso, che avessero casi clinici in comune, di dover trascorrere ore in sala operatoria insieme, o di ritrovarsi insieme agli altri colleghi al bar o a mensa, e loro, erano sempre insopportabilmente in contrasto.
La loro incompatibilità divenne ancora più eclatante  da quando avevano intrecciato relazioni con altre persone.
L'astio sembrava essere ritornato, la gelosia,invece, sembrava non aver mai dato tregua al loro stomaco.
Ritornava sempre, puntuale come una morsa, ogni qualvolta una sorprendeva l'altra in compagnia di un'altra persona.
L'odio e la gelosia tormentavano entrambe, facevano tremare lo stomaco, irrigidire i muscoli del viso, ingoiare bocconi amari.
L'attrazione da parte di entrambe, continuava ad essere innegabile. Almeno a loro stesse.
La bellezza di Arizona, continuava a fare a Callie, lo stesso dannatissimo effetto. Ogni volta che si ritrovava a guardarla, la trovava di una bellezza estrema. Le sembrava ancora più bella, quando la vedeva irrigidirsi per la rabbia, durante i loro innumerevoli scontri. 
Arizona, combatteva contro i suoi accelerati battiti del cuore, quando improvvisamente si ritrovava ad immergere i suoi occhi, in quelli nocciola dell'altra, quando si ritrovava immersa nell'innegabile sensualità della mora, quando si ritrovava a fissare quelle labbra che le scagliavano contro parole di irritazione e avrebbe solo voluto soffocarle, semplicemente poggiando le sue labbra su quelle carnose dell'altra.
 

Dottorandi e strutturati del Seattle Grace Hospital furono scelti per aiutare in un complicato intervento in un ospedale di Boise.
Tra gli strutturati, pronti alla partenza, c'erano anche Callie e Arizona.
Arizona, fu quasi la prima a salire. Prese immediatamente posto, come  a voler soffocare, la sua paura di volare. Il chè, sembrava una cosa impossibile, dati i suoi costanti voli, ogni sei mesi nel caldo continente.
Aveva da poco chiuso gli occhi. Cercava di rilassarsi. Un movimento alla sua destra, glieli fece aprire immediatamente.
- Robbins, a quanto pare, è l'ultimo posto libero.-
Perfetto. Tra tutti i medici che avevano preso parte a quel viaggio di lavoro, la Torres doveva sedersi proprio accanto a lei. A lei che aveva paura di volare e la mora, rappresentava l'ultima persona alla quale mostrare la sua debolezza.
-Torres, fammi un favore. Sta semplicemente zitta.-
Fu la risposta secca che la bionda rivolse al chirurgo ortopedico che si era appena messa a sedere.
L'aereo era decollato da pochi minuti. Appena fu alto nel cielo, l'ansia cominciò ad assalire il chirurgo pediatrico.
La mora, sembrava non accorgersene. Aveva gli occhi chiusi e si rilassava ad ascoltare la musica del suo ipod.
Si sentì improvvisamente sfiorare il braccio. Subito dopo, lo sentì stringere. Aprì gli occhi per incrociare quelli preoccupati della bionda, che improvvisamente ritirò la sua mano, voltando il suo volto verso il finestrino.
Mossa sbagliata. Ma non voleva che l'altra scoprisse quella sua piccola debolezza.
- Arizona, va tutto bene?-
Aveva sfilato le cuffie e si era completamente rivolta verso la bionda.
- Certo, Torres. Rimettiti le cuffie e lasciami in pace.-
Infastidita dal tono secco e poco gentile dell'altra, Callie tornò a voltarsi frontalmente rimettendosi le cuffie.
Il pilota, decise proprio in quel momento, di far compiere una piccola virata all'aereo che fece precipitare il povero chirurgo pediatrico in preda all'ansia.
Cominciò a torturarsi le dita. Ed ingoiare a vuoto.
- Dovresti chiudere gli occhi e provare a rilassarti.-
- So quello che devo fare Torres. Non è certo la prima volta che prendo l'aereo.-
- Appunto. Vorrei capire come cavolo fai ad affrontare diciotto ore di viaggio ogni volta.-
- Tequila. E una lunga dormita.-
- Cosa?-
- Hai capito benissimo.-
- Ti chiamo la hostess e ti faccio portare dell'alcol allora.-
- Sei impazzita? Non crederai davvero che mi possa mettere a bere quando c'è praticamente quasi l'intera equipe di chirurgia su questo dannato aereo.-
- Come vuoi.-
- Fatti gli affari tuoi Torres. Ritorna ad ascoltare la tua dannata musica.-
La vide chiudere gli occhi e tentare di rilassarsi.
Sembrava finalmente essersi addormentata.
Si girò per guardare fuori dal finestrino. Amava osservare le nuvole quando volava. E invece, si sorprese ad osservare il perfetto profilo di quella donna bionda seduta a pochi centimetri da lei.
Era bellissima. Anche quando dormiva.
Non si rese conto, di quanti minuti rimase ad osservarla. Troppi.
Tornò a guardare dritta, doveva a tutti i costi distogliere lo sguardo da quella perfezione.
Chiuse anche lei per un attimo gli occhi. Sentì un peso sulla spalla e di nuovo, una mano stringerle il braccio.
Si voltò in direzione della donna seduta accanto a lei. Dormiva e non si rese conto di essersi appoggiata alla mora come a cercare protezione.
Avvicinò per un attimo la sua fronte a quella di Arizona che non accennava a svegliarsi.
La guardò, guardò il braccio della donna intrecciato al suo, la sua espressione più serena.
Riprese ad ascoltare musica. Riusciva a sentire il profumo di quella donna appoggiata a lei, il suo respiro ora regolare, sul suo collo.
Per un attimo, desiderò che quel viaggio non avesse una fine.
Ma invece stava per finire.
La sentì improvvisamente muovere, poi, la spalla più leggera e il braccio libero.
Si voltò a guardarla. Si era svegliata. L'espressione di evidente imbarazzo ed irritazione dell'altra, le strapparono un sorriso.
- Finalmente, Robbins, pensavo non ti svegliassi più. Cominciavi a pesarmi.-
- Io.. io.. -  Ancora frastornata dal viaggio e dal sonno, Arizona, sembrava essere sovrastata dall'imbarazzo.
- Ok, ho paura di volare, Torres. Ora per favore, togliti quel sorriso idiota dalla faccia.-
- E come una bambina hai cercato rifugio.-
- Ero in preda al sonno. Non l'ho di certo fatta apposta. Cosa credi? Che volessi dormire abbracciata a te?-
- No. Ma è quello che hai fatto, per tutto il volo. -
- Torres, sei sempre così insopportabile.-
- Robbins, al ritorno siediti lontana da me.-
- E' proprio quello che ho intenzione di fare, Torres.-
 
Poco dopo, raggiunsero l'albergo che avrebbe ospitato i medici del Seattle Grace per i tre giorni successivi.
Era il momento dell'assegnazione delle stanze.
L'annunciò che seguì poco dopo, fece rimanere di stucco entrambe.
- Dottoresse Robbins e Torres,  vi è stata assegnata la stanza 502.-
Si girarono a guardarsi contemporaneamente negli occhi con un'espressione di sbalordimento sul volto.
  
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