Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: SignoraKing    25/04/2014    2 recensioni
"- Devi scusarmi. Ogni volta che ballo con qualcuno comincia a piovere.
A Elena non importava, adorava l’acqua e ballare sotto la pioggia era sempre stato il suo sogno.
- Tranquillo. Amo le piogge estive."

[Questa storia partecipa al contest Frammenti di feste]
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Avvertimento: La storia è ambientata in un universo parallelo dal 2543 al 2547.
Nulla di tutto questo è reale, e probabilmente non lo sarà mai.
Ve lo dico nel caso vi chiedeste perché e come.
La pioggia estiva veste di bianco e blu


Un venticello fresco entrava dalle grandi portefinestre della sala in cui si teneva il ricevimento.
Tutti gli invitanti ballavano o chiacchieravano allegramente, solo la principessa Elena restava ferma e in silenzio sulla terrazza a guardare gli alberi ondeggiare dolcemente al soffio del vento.
I lunghi capelli della ragazza, raccolti in uno grazioso chignon, erano del colore del tè che tanto amava bere e riflettevano i raggi della luna. 
Alcuni ciuffi erano sfuggiti dalla crocchia e creavano dolci onde su di un lato del volto. Piccoli fiori blu erano stati intrecciati ai capelli a creare dolci ricami.
La ragazza giocherellava con alcune foglioline verdi cadute sul davanzale di pietra senza fare particolarmente caso al caos della festa che arrivava da dietro di lei. 
I suoi genitori l’avevano obbligata a partecipare, a mettersi quell’odioso vestito e a mostrarsi agli altri come una vera principessa senza ascoltare nessuna delle sue lamentele. Per le prime due ore, durante la cena, era dovuta rimanere seduta al tavolo senza nessuna possibilità di alzarsi. Aveva parlato con principi e re arrivati da ogni parte del mondo per partecipare alla settimana di feste che si sarebbe tenuta a palazzo.
Ogni anno, i suoi genitori, invitavano nobili e mogli a partecipare ai sette giorni di festa più grandiosi di tutto lo stato.
Il giorno prima erano arrivati tutti, chi in vecchie carrozze trainate da animali di ogni tipo, come da tradizione per i nobili, chi in limousine bianche, nere, rosa, azzurre o perfino placcate in oro, lunghe più di ogni altra macchina del genere.
Nessuno perdeva l’occasione di mostrare quanto ricco fosse e quante cose di valore possedesse.
Anche quella festa era un modo per i suoi genitori di mostrare quanto fossero benestanti, quanto i loro palazzi fossero lussuosi e i loro possedimenti costosi e ben curati.
Elena odiava la “Settimana Portoghese dei Balli”, era puro esibizionismo inutile e fastidioso, ed era anche la settimana in cui lei era obbligata a vestirsi in un modo che odiava e oltretutto a parlare con persone che trovava ignoranti e ipocrite.
Ma d’altronde che cosa poteva farci? Era d’obbligo mostrarsi e mostrare le ricchezze. 
Almeno i suoi genitori le permettevano di stare distante da tutti, dopo la cena, anche se non poteva tornare in stanza.
Quella notte non sarebbe comunque riuscita a dormire: per la cena vicino a lei e ai suoi genitori si erano seduti gli italiani, lei davanti al principe Filippo, un ragazzo affascinante e gentile, anche se poco interessato a parlare con le persone che lo circondavano. Già al primo sguardo si era sentita svenire, i grandi occhi blu del nobile avevano attirato il suo sguardo e quando lui se ne era accorto e le aveva sorriso, lei era arrossita sorridendogli a sua volta in modo un po’ troppo impacciato per una principessa. Per tutta la cena si erano lanciati sguardi furtivi sorridendosi come due ragazzini.
Elena si chiese, ripensando a quelle occhiatine e alla sensazione che le lasciavano, se quello fosse amore o se comunque assomigliasse a quello, perché in quel momento era al settimo cielo e avrebbe voluto sentirsi così per sempre.
Persa nei suoi pensieri non si era accorta che sulla terrazza era arrivato qualcun altro e al sentirsi chiamare si spaventò un po’.
- Principessa Elena?
La ragazza si voltò e la sua paura si trasformò, non capiva bene come si sentiva, ma era una bella sensazione. Sorrise al principe Filippo e si sorprese di quanto fosse alto.
Lo guardò un attimo, si soffermò un po’ sulla cravatta bianca sottile che creava un bel contrasto con la camicia blu e poi anche sui fiori cobalto nella tasca della giacca candida come i pantaloni.
Poi tornò a guardare il sorriso e gli occhi che nella penombra sembravano neri.
- Vuole ballare?
Un fremito percorse la principessa, adorava sentire quella voce, ma odiava quando le davano del lei.
- Solo se, da ora in poi, mi dai del tu.
Al ragazzo non parve dar fastidio quella richiesta e le porse la mano.
Alla luce della luna cominciarono a ballare con passi misurati e perfetti, senza abbassare mai lo sguardo dagli occhi del compagno.
Il vestito bianco di Elena era ampio, ma non gonfio e ad ogni piroetta si apriva facendola sembrare un fiore.
Dal nulla delle nuvole riempirono il cielo e dopo poco cominciò a piovere, ma nonostante le gocce d’acqua i due ragazzi continuarono a ballare per un bel po’.
Per sette sere ballarono sulla terrazza ed ogni volta incominciava a piovere.

L’ultima sera, dopo aver ballato, Filippo si rivolse a lei e un po’ impacciato cominciò a parlare.
- Devi scusarmi. Ogni volta che ballo con qualcuno comincia a piovere.
A Elena non importava, adorava l’acqua e ballare sotto la pioggia era sempre stato il suo sogno.
- Tranquillo. Amo le piogge estive.

Ogni anno, fino al ventesimo compleanno della ragazza, i due si incontrarono solo nella “Settimana Portoghese dei Balli“.
Anche per la sua festa furono invitati nobili da tutto il mondo.
In quell’occasione si mise un lungo abito cobalto con rifiniture dorate e accolse lei stessa gli ospiti.
Quando vide Filippo i suoi occhi si illuminarono e cosciente di essere cambiata quanto lui gli andò incontro.
Dopo la cena i ragazzi andarono dal Re e dalla Regina un po’ titubanti, ma comunque desiderosi di porre quella domanda.
Il principe si fece avanti e dopo essersi inchinato si rivolse al sovrano: - Re del Portogallo, mi concede la mano di sua figlia?
I genitori della ragazza furono più che felici di dare la loro benedizione ai futuri sposi e si alzarono ad abbracciarli consci del fatto che tutti nella sala avevano rivolto lo sguardo verso quella scena così inusuale.

Il matrimonio si tenne il giorno dopo e la “Settimana Portoghese dei Balli” durò 30 giorni dalla festa nuziale, finendo l’ultimo giorno della normale festività.
Quel giorno Elena indossò il classico abito bianco mentre Filippo vestì con un abito uguale a quello che aveva il giorno in cui l’aveva conosciuta.
Anche durante il loro primo ballo da marito e moglie una pioggia estiva bagnò tutto e loro ne furono più che felici.

E così i regni del Portogallo e dell’Italia si unirono in mancanza di altri eredi.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: SignoraKing