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Autore: Neko    26/04/2014    3 recensioni
Le nostre eroine sono potute tornare alle loro vite normali solo per poco. Nemmeno il tempo di riposare che un nuovo nemico, subdolo quanto tutti gli altri, se non peggio, compare a portare scompiglio nella vita delle guerriere Sailor e il loro obbiettivo è lo stesso di sempre, eliminare la principessa Serenity, ma cosa accade se il nemico non attaccherà direttamente lei, ma qualcosa a cui è strettamente legata, portando ripercussioni su tutti?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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Capitolo 11:Custode del cristallo d’argento.

 

Una risata riecheggiò nuovamente nell’aria.

Le guerriere Sailor si misero in allerta, sapendo già che da li a pochi secondi avrebbero avuto una brutta sorpresa.

Tuxedo Kamen scese dall’albero su cui aveva passato la notte e affiancò la sua amata, mettendole un braccio intorno alla schiena, come a rassicurarla.

Poteva vedere infatti che Usagi era tesa. Essere il bersaglio principale della maggior parte dei nemici che avevano avuto, non l’aveva abituata a tutta quella tensione.

La ragazza ringraziò il ragazzo per il gesto con un sorriso, per poi mettere mano alla sua spilla e chiamare a sé i suoi poteri, ritrasformandosi nuovamente in Sailor Moon.

Kenji e Ikuko sentirono il loro corpo venire attraversato da brividi. Non volevano rivedere la figlia in difficoltà, sebbene avessero compreso che prima della fine di quella storia, le guerriere sailor avrebbero dovuto affrontare diverse difficoltà.

Sailor Nettuno si morse il labbro nervosamente. Avrebbe voluto aggregarsi alle sue compagne per difendere la principessa, ma sapeva di dover mantenere la sua posizione, sebbene ormai sentisse le sue energie quasi al limite. La perdita del sonno non aveva aiutato, ma avrebbe fatto questo ed altro per preservare la vita di Usagi. Non lo faceva solo perché era suo compito, essendo una delle sue guardiane, voleva proteggerla perché si era affezionata tantissimo a quella ragazzina spensierata. Le voleva un mondo di bene e sapeva che questa era la motivazione principale per cui tutte le Sailor si erano ripromesse di proteggerla. La questione principessa e futura regina del pianeta, sebbene importante, veniva in secondo piano.

Kendra non si fece attendere e apparve in tutta la sua glaciale bellezza ed eleganza. Non toccava terra, ma levitava a mezzo metro da terra.

Si guardò intorno e sempre con la sia aria minacciosa e seria, quando vide le guerriere fare un passo in avanti e mettersi sulla difensiva, disse “Calmatevi guerriere, non sono qui per combattere…non ancora almeno. Sono qui per vedere se ci sono sviluppi positivi…per me ovviamente!”

Kendra fissò Usagi, la quale cercò di reggere il suo sguardo.

Kenji si fece coraggio e posizionandosi davanti alla sua bambina disse “Che cosa vuoi? Ti puoi pure scordare mia figlia. Non ti permetterò di portarla via al suo papà!” Detto questo l’uomo lanciò un’occhiataccia veloce a Mamoru, come a digli che il messaggio valeva anche per lui.

Kendra si mise comodamente a sedere sull’aria e accavallando le gambe e incrociando le braccia disse “Come siamo coraggiosi. Mica male per un misero essere umano. Mi piace la tua grinta, peccato però che non mi tocchi minimamente!”.

La donna tornò a fissare Usagi e le domandò “Allora Sailor Moon, come va? Mi sembri piuttosto arzilla nonostante quanto successo!”

“Infatti, sto benone. Forse  mi hai sottovalutato un po’ troppo non credi?” disse seccata Usagi.

“Oh andiamo, lo sanno tutti che se non sai a terra mezza morta è solo grazie ai tuoi patetici amici. Quindi non fare la gran donna!” disse Kendra annoiata.

“Lo so! Sono la prima ad ammettere che senza i  miei amici sarei persa, ma ciò non toglie che al momento posso combatterti e non mi puoi portare via facilmente come speravi! Mi dispiace di aver rovinato i tuoi piani!” disse la guerriera della luna.

Kendra sogghignò “Non hai rovinato niente. Prima o poi ti avrò in mio potere e il cristallo sarà mio!”

La donna spostò il suo sguardo alla luna e alzando un braccio in alto, disse “Che tu stia bene o meno, credi di poter nuovamente affrontare un altro attacco come quello di prima, se non più forte?”

Usagi sgranò gli occhi e si aggrappò a Mamoru quando sentì nuovamente l’ondata di dolore attraversare il suo corpo.

Le guerriere ricorsero ai loro poteri per fermare la donna, ma nuovamente una barriera invisibile la proteggeva.

“Se hai bisogno di una barriera per proteggerti da noi, significa che non hai un minimo di spina dorsale. Avanti, affrontaci se ne hai il coraggio!” disse Sailor Urano arrabbiata.

“Sempre così combattiva! Ma sei sicura di volermi affrontare direttamente?” le chiese Kendra.

“No, Sailor…Urano!” disse Sailor Moon cadendo sulle ginocchia “Non la s-sfidare!”

Kendra strinse il pugno, che era alzato verso l’alto, come a potenziare il suo attacco contro la guerriera della luna “Taci tu. Perché  vanificare questo suo desiderio suicida?”

Usagi strinse gli occhi e si portò nuovamente le mani al petto.

“Sailor Moon!” la chiamarono le guerriere.

Ikuko non potendo sopportare oltre le sofferenze della sua bambina, si fece avanti e urlò “Ti prego, lascia stare mia figlia. Prendi me al suo posto, ma liberala da tutto questo!” disse la donna disperata e con le lacrime agli occhi.

Le guerriere sussultarono a quelle parole, Sailor Moon in primis, spaventate all’idea che la nemica la rapisse, per dare qualche sorta di ultimatum e rendere quella situazione più complicata.

La guerriera della luna si sarebbe trovata nella difficile scelta di salvare tutti o sua madre. Sapeva bene quale sarebbe stata la sua scelta, o per meglio dire la scelta giusta da fare, e sperava vivamente di  non trovarsi in quella situazione, perché non sapeva se avrebbe trovato il coraggio di condannare sua madre.

Kendra abbassò il braccio, permettendo ad Usagi di riprendere fiato e guardò con disprezzo la donna che si era appena rivolta a lei “E così, questa è la tua madre terrestre? Coraggiosa direi, ma anche un’illusa se pensa di poterti salvare barattando la sua vita per la tua!” disse la nemica per poi spingere la donna violentemente a terra con un gesto del braccio.

Ikuko colpì duramente il terreno con la spalla e rimase a terra dolorante.

“Mamma!” urlò Usagi preoccupata. Cercò di alzarsi e correre da lei, ma una volta in piedi, al primo passo le gambe cedettero e si ritrovò  nuovamente in ginocchio.

Usako, tutto bene?” chiese Tuxedo Kamen, cercando di aiutarla a rimettersi in piedi, facendo pesare un po’ del suo peso su di lui.

La donna venne soccorsa da Kenji, Shingo e Sailor Mercury. Quest’ultima, utilizzando il suo computer, controllò le condizioni di Ikuko.

“Ami, come sta?” chiese Usagi con agitazione.

“Sta bene, ha solo una lussazione alla spalla, che si può risolvere mettendogliela a posto!” disse Sailor Mercury guardando Sailor Moon.

Ikuko strinse gli occhi quando una fitta di dolore la colpì, ma disse “Puoi sistemarla?” chiese alla guerriera di mercurio, la quale sussultò.

Voleva diventare medico, ma non aveva ancora iniziato la scuola che le avrebbe permesso di conseguire la laurea e non conosceva l’esatta procedura per sistemare una lussazione.

“Ecco…io non…” cominciò a dire Ami, la quale temeva di peggiorare la situazione con un suo intervento

“Ci penso io!” disse Sailor Urano, inginocchiandosi a terra. Le ragazze rimasero sorprese. Nessuno, a parte Sailor Nettuno, avrebbe detto che fosse in grado di compiere un’azione del genere.

“Ma come…” chiese Sailor Mercury confusa.

Urano sorrise “Sono una ragazza spericolata, mi sarò slogata la spalla almeno un “centinaio” di volte e…sono una vera esperta!” disse e senza nemmeno dare un avvertimento a Ikuko, le risistemò la spalla che con un tac riprese il suo posto normale.

Vedendo il dolore che la donna provava, Sailor Urano disse “Chiedo scusa per non averla avvisata, ma quando ti avvertono non si è mai pronti per il passo successivo, quindi meglio eliminare il problema senza troppe esitazione!”

Ikuko aprì gli occhi lentamente quando sentì il dolore scemare e la ringraziò.

Usagi sentì come se un peso le fosse stata tolto dal cuore “Grazie Sailor Urano!” disse per poi vedere la guerriera alzare un braccio come per dirle “nessun problema”.

“Avete finito i vostri comodi?” disse Kendra per poi sbuffare.

Sailor Mars avrebbe voluto avere il potere di incenerirla con gli occhi.

Usagi la fulminò con lo sguardo e urlò “Non ti perdonerò mai per aver fatto del male a mia madre!”

Senza pensarci due volte la guerriera della luna, ricorse al suo scettro per poi lanciare il suo potere dritto verso la barriera che proteggeva la nemica.

“E inutile Sailor Moon!” disse Sailor Venus, dopo diversi tentativi della compagna ad abbattere la difesa nemica.

Sailor Moon però  non demorse e ripensando a quanto successo alla madre, aumentò il suo potere fino a mandare in frantumi la barriera.

Le guerriere rimasero sorprese e Sailor Chibiusa disse “Caspita, è proprio arrabbiata!”

Nonostante la barriera fosse caduta, Sailor Moon fermò l’attacco e con rabbia chiese “Perché…perché ce l’hai tanto con me? Il fatto che tu ti diverta a torturarmi, mi rende chiaro che il tuo intento non è solo il cristallo d’argento. Hai qualcosa che vuoi farmi pagare a tutti i costi!” disse la ragazza continuando a fissarla con uno sguardo arrabbiato, che infastidì Kendra.

“Il tuo sguardo...tale e quale a quello di Selene. Quanto lo detesto. Vi credete migliori di tutto l’universo, vero?”

“Ora è chiaro. Tu ce l’hai a morte con qualcosa che ti ha fatto la regina Selene e dato che lei non c’è più, ti vuoi vendicare su Usagi, in quanto sua erede!” Disse Sailor Mars innervosita da certi comportamenti, in quanto i figli non dovevano mai pagare per colpe che avevano i genitori.

“Erede? Erede di chi?” domandò Kenji confuso, guardando poi sua moglie che aveva l’aria confusa quanto lui.

 “Molto bene Sailor Mars, grazie per averci illuminato su una questione che nessuno avrebbe capito!” disse Kendra con un sorriso ironico in volto, smorfia che venne sostituita da una di rabbia quando continuò “Mia sorella mi ha confinato a vivere nell’oscurità del sistema solare, in un pianeta sul quale i raggi del sole a malapena lo sfiorano al punto di sua massima vicinanza…e questo è il minimo, quindi credo di avere tutto il diritto di riprendermi ciò che mi spetta di diritto!”

Usagi sussultò “S-sorella?” disse debolmente.

“Non ci risulta che la regina Selene avesse una sorella. Inoltre la famiglia reale può avere un solo erede!” disse Mamoru convinto di quanto dicesse.

Non che ricordasse tutti i particolari che riguardavano la famiglia passata di Serenity, ma a giudicare dall’espressione di Usagi, nemmeno lei sapeva dell’esistenza di una possibile zia.

Kendra sbuffò “Sai cosa significa la parola eccezione? Bene quella vipera di mia sorella fu uno strappo alla regola che incasinò la mia vita e anche quello del Silver Millennium. Io ero destinata a diventare regina, io sarei dovuta essere la custode del cristallo d’argento e io avrei dovuto avere il dominio sul sistema solare. Se avessi avuto ciò che mi spettava di diritto, il regno della luna esisterebbe ancora. Non avrei dato la possibilità a Metallia di attaccare il satellite e nemmeno di permettere agli esseri umani, soggiogati dal suo potere, di portare morte e distruzione nel regno. Avrei annientato ogni singolo essere che avrebbe anche solo pensato di avvicinarsi   al mio reame, arrivando anche ad annientare completamente la terra!” disse Kendra con rabbia.

“Se erano questi i tuoi ideali, non mi sorprende che tu non sia stata scelta per salire al trono. Quanto hai appena detto non è infatti degno di una regina…soprattutto non per una regina della luna. Dove sono i buoni propositi e i buoni sentimenti che facevano parte della regina Selene?” chiese Usagi con tono accusatorio.

“Forse sono andati a quel paese quando mia sorella mi ha rubato il cristallo d’argento!” disse la donna con una vena pulsante sulla testa.

“Non lo avrebbe mai fatto. La regina Selene non era assetata di potere. Se non hai ereditato il cristallo allora significa che lui stesso non ti ha scelto come custode e questo a causa dei sentimenti di gelosia che provavi nel cuore. Ha scelto la regina Selene perché lei aveva un cuore puro ed era pronta a sacrificare se stessa per il bene di tutti!” urlò Luna, difendendo la sua sovrana di un tempo.

“Proprio come la vostra cara Sailor Moon vero? Così schifosamente buona da scaturire una luce talmente accecante, che anche il posto più remoto dell’universo riesce a vederla!” disse Kendra disgustata, ricordando l’accecante luce del cristallo d’argento che aveva attraversato lo spazio, quando la ragazza lo aveva usato contro la regina dei ghiacci, qualche tempo prima.

“Secondo me sei solo gelosa, perché tu non hai quel potere!” disse Sailor Venus.

Minako, non mettere il dito nella piaga!” disse Artemis agitando la coda nervosamente.

“Parla pure quanto vuoi guerriera di venere, ma starai zitta quando io mi impossesserò del cristallo d’argento e ricreerò il regno della luna, di cui io sarò la regina e se mai qualcuna di voi guerriere Sailor dovesse sopravvivere, non farete una bella vita sotto la mia tirannia!” disse Kendra divertita.

Usagi stufa di quei discorsi fece un gesto che nessuno mai si sarebbe aspettata. Materializzò il cristallo d’argento, facendolo volteggiare sul palmo della sua mano.

Le guerriere e i genitori la guardarono non capendo le sue intenzioni.

“Che cosa hai in mente, principessa?” chiese preoccupata Sailor Saturn.

Usagi non le rispose e continuò con il suo piano.

“Vuoi il cristallo d’argento? Prendilo!” disse la ragazza, facendo volteggiare il cristallo verso la nemica.

“Sei forse impazzita?” disse Rei sconvolta dal gesto della sua compagna e ebbe l’istinto di afferrare il cristallo prima che lo prendesse Kendra, ma Sailor Pluto la fermò, sbarrandole la strada con il suo scettro.

Rei la guardò confusa e la guerriera di plutone scosse la testa “Fidati della principessa, sa quello che fa! Ora tutto mi è chiaro!”

Kendra spalancò gli occhi quando capì le intenzioni di Sailor Moon “Tu sei pazza, mi stai consegnando il cristallo d’argento di tua spontanea volontà?”

Usagi alzò le spalle “Si, prendilo pure…se ne hai il coraggio!” disse incrociando le braccia.

Kendra guardò il cristallo e quando lo vide avvicinarsi a lei, fece istintivamente qualche passo indietro.

Le sailor non compresero il motivo del suo indietreggiare.

“Ha il cristallo a portata di mano e non prova nemmeno a prenderlo?” disse Sailor Jupiter confusa.

“C’è di sicuro qualche trucco. Sailor Moon non darebbe via il cristallo così facilmente!” disse Sailor Urano.

“Nessun trucco!” disse Sailor Pluto “La principessa le sta veramente cedendo la sua fonte di potere!”

“Cosa?” chiese Sailor Mars “Ma allora…”

“Guarda come si sta comportando il cristallo. Si sta avvicinando a Kendra sempre più, nonostante in passato abbia rifiutato di sceglierla come custode. Non torna da Usagi di sua spontanea volontà. Non vi sembra strano?” chiese Sailor Pluto.

“Dovrebbe?” chiese Sailor Venus “So che il cristallo d’argento è legato a Usagi, ma se è lei di sua spontanea volontà a cederlo, perché dovrebbe tornare indietro?”

Finchè nessun altro ne proclama la proprietà, Usagi e il cristallo sono legati. Lui sta facendo quello che la nostra principessa vuole che faccia e in questo caso, lei vuole far ritirare o sconfiggere Kendra. Ma sarà quest’ultima a scegliere il suo destino!”  continuò Sailor Pluto.

“Si, ma se Kendra lo prende per noi è finita!” disse Sailor Jupiter.

“Però Kendra sembra più spaventata che interessata a prenderne possesso!” disse Sailor Mars, che non comprendeva il comportamento della nemica, sebbene ne fosse ben contenta.

Luna comprese le intenzione di Usagi e cercò di mettere al corrente anche le guerriere “Sailor Moon non ha mai avuto intenzione di cedere il cristallo e anche se volesse, nelle condizioni in cui si trova ora il cristallo, Kendra non potrebbe prenderlo!”

“Luna ha ragione! Ci siamo domandati perché Kendra volesse far diventare malvagia Usagi e per noi era impossibile comprenderne la ragione senza sapere chi fosse lei in realtà!” disse Artemis.

“Continuo a non capire!” disse Sailor Saturn guardando Sailor Pluto la quale spiegò “Neo Queen Serenity un giorno mi ha spiegato come funziona il passaggio del cristallo d’argento da un membro della famiglia reale all’altro. L’erede che ne prenderà possesso deve essere puro, proprio come la fonte del suo potere. Se nascondesse qualche sentimento negativo, che sia dannoso verso gli altri, il cristallo non lo riconoscerebbe come suo custode e sparirebbe fin quando un altro membro reale non fosse stato degno di ricevere i suoi poteri!”

“Cioè vuoi dire che il cristallo non può essere toccato da persone malvagie? Ma non ha senso....fino ad oggi di nemici che lo volev…” cominciò Sailor Venus, per venire interrotta da Luna “Il cristallo d’argento può essere toccato da chiunque e essere preso in custodia dal male come abbiamo già detto, ma non accetterà mai di farsi manipolare da un membro della famiglia reale della luna che ha intenzioni cattive, per farlo dovrebbe essere trasformato, ecco perché voleva rendere malvagia Usagi!”

“Esatto. Se io diventassi cattiva, il cristallo d’argento girerebbe il suo potere a servizio del male e Kendra potrebbe usufruirne, dopo che mi ha ucciso. Ma nelle condizioni in cui è ora, se prova a sfiorare il cristallo, non so cosa succede. Potrebbe venire eliminata, purificata, reincarnata ecc. Sono tante le possibilità e non essendo mai successo qualcosa del genere in passato, non sappiamo cosa possa accadere di preciso. Per questo Kendra ha tanta paura di toccarlo…dico bene?” chiese Usagi, per poi fare sprigionare al cristallo una forte energia, che andò a colpire Kendra. Ella senza più difese, andò a sbattere duramente contro un muro dell’edificio scolastico, cadendo poi a terra.

Dopo aver attuato quanto gli era stato ordinato, il cristallo si diresse verso la sua custode, che fu ben felice di riaverlo con sé.

Kendra si infuriò per quell’affronto e tornando a volteggiare, con uno sguardo carico di odio diretto verso Sailor Moon disse “Tu! Me la pagherai per questa umiliazione. Quando otterrò il cristallo, ti faro patire dolori che nemmeno puoi immaginare e la stessa fine faranno le persone a cui vuoi bene!” disse infine, per poi scomparire nuovamente nel nulla.

“Non so come hai fatto, ma sei stata fantastica!” disse Chibiusa sorridendo, ma il suo viso si fece serio, quando vide l’aria preoccupata di Usagi.

“Cos’hai?” chiese la bambina.

L’interpellata scosse la testa “Spero solo di non aver peggiorato la situazione sfidandola in quel modo!”

“Hai fatto bene. Non possiamo rimanere qui a subire, dobbiamo attaccare!” disse Sailor Jupiter stringendo i pugni.

Usagi annuì poco convinta, sapendo che non potevano fare niente finchè rimanevano lì dentro. Doveva trovare una soluzione e doveva farlo presto.

“Ragazzi, non resisto più!” disse Sailor Nettuno stringendo gli occhi e cadendo sulle ginocchia. Sailor Urano le fu subito accanto e alzò lo sguardo verso lo squarcio della cupola da dove stava nuovamente fluendo l’acqua, ma questa invece di aumentare sempre più, sembrava diminuire, finchè la perdita non si riparò del tutto.

“Grazie Sailor Nettuno, ora riposati. Posso senza problemi tenere la barriera alzata ora e questo lo devo solo a te, che mi hai concesso di recuperare le forze!” disse Usagi, per poi avvicinandosi a sua madre, per vedere se stesse realmente bene.

Un’altra giornata trascorse e la notte calò nuovamente. Tutti quanti erano giù di morale e alcune persone arrivarono addirittura a pensare che sarebbe stato meglio morire a causa dell’onda, invece che rimanere imprigionati in quella cupola attendendo che la morte sopraggiungesse.

Quando i viveri sarebbero terminati, tempo sette giorni e tutti sarebbero periti e una settimana di agonia erano peggio di un’onda che li travolgeva. Alcuni di queste persone che avevano perso le speranze, avevano anche tentato di togliersi la vita provando a buttarsi dall’ultimo piano dell’edificio. Erano sempre dovute intervenire le guerriere a salvarli e cercare di rincuorare un po’ coloro che si credevano spacciati.

Quando tutti erano addormentati, qualcuno era troppo agitato per prendere sonno- Questa era Usagi, la quale aveva paura della minaccia di Kendra. Se prima avrebbe semplicemente ucciso coloro che amava, ora la loro nemica era  decisa a farli soffrire, di far provare loro una lenta agonia e lei non voleva che questo accadesse per colpa sua.

Si allontanò da Mamoru, accanto al quale stava dormento, concessione che suo padre le aveva fatto,  a causa della preoccupazione che in quel momento aveva verso Ikuko.

Controllò di  non averlo svegliato e andò a sistemarsi in centro al cortile e alzando lo sguardo consultò la luna.

“Regina Selene, cosa devo fare?” domandò in un sussurrò.

 

La mattina successiva Usagi attese che tutti fossero svegli e riunendo tutte le guerriere disse con determinazione “Ragazze, andiamo sulla luna!”

 

 

 

 

  
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