La sera
è
calata da un pezzo sul cielo che avvolge Hogwarts, in questo normale
mercoledì,
passato come al solito tra lezioni, allenamenti di Quidditch e pasti
consumati
velocemente nella Sala Grande.
L’unico elemento che disturba la normale routine della scuola
di Magia e
Stregoneria è l’inquietante presenza dei
Dissennatori, che aleggiano intorno
alle mura dell’edificio come una sorta di mostruosi
protettori contro
l’eventuale introduzione nel castello dell’uomo
più ricercato del momento: il
criminale Sirius Black.
Ma tutto ciò non sembra toccare minimamente la storica
quiete che pervade la
biblioteca, al momento occupata solamente da una manciata di studenti,
chini
sui libri ed accompagnati dal lento fruscio delle piume d’oca
sulle pergamene.
Tra questi, seduti ad un tavolo vicino alla sezione di Trasfigurazione,
si
trovano i due Caposcuola di Grifondoro e Corvonero, giustamente
considerati da
tutti come un esempio di serietà e correttezza, i classici
tipi tutto d’un
pezzo che per nessuna ragione al mondo si lascerebbero distrarre da
qualsiasi
forma di stupidaggine o frivolezza a discapito dell’impegno
scolastico.
Percy Weasley e Penelope Light stanno insieme ormai da quasi un anno,
trascorso
fra fugaci e clandestini incontri corredati da baci
all’interno delle aule
vuote della scuola, una fitta corrispondenza estiva e la conseguente
scoperta
della loro relazione da parte dei fratelli di lui, con le altrettanto
conseguenti ed incessanti prese in giro da parte di gemelli Fred e
George.
Chiunque al mondo però, non avrebbe mai potuto dubitare che
i due fossero fatti
davvero l’uno per l’altra.
Tuttavia, Penelope non riesce proprio a concentrarsi sui libri questa
sera. Ha
un’aria decisamente assonnata, fatica a tenere gli occhi
aperti e quando ci
riesce, lancia continuamente sguardi carichi di noia a Percy che, al
contrario,
sembra pienamente immerso nella lettura, mentre gli occhiali gli
scivolano
lungo il naso.
La ragazza è decisamente infastidita. Si rende conto che
purtroppo deve
rassegnarsi a trascorrere la serata in un inferno di monotonia, ma
ugualmente
non riesce proprio a trattenersi dallo sbuffare, maledicendo in
silenzio
esasperante calma piatta.
Penelope in momenti come questo stenta davvero a capacitarsi di quanto
può
essere noioso il suo ragazzo.
Anche lei ama studiare e non è certo nota per essere una
persona
anticonformista o indisciplinata, ma da qualche tempo ha incominciato a
sentirsi inquieta.
Avrebbe solo voglia di buttare tutti quei libri all’aria,
cantare a
squarciagola rompendo l’opprimente silenzio della biblioteca
ed uscire dal
castello per poi correre come una pazza sotto la pioggia battente.
Invece,
quella atmosfera così tranquilla le ha messo addosso una
sonnolenza
incredibile, tanto che le parole scritte sul suo testo scolastico si
confondono, si mescolano e lentamente spariscono, inghiottite
nell’oscurità.
Un volto maschile vagamente familiare all’improvviso compare
dal nulla,
sorridendole in modo piuttosto beffardo. Il suo sguardo malinconico
rende
ancora più irresistibili quei grandi occhi grigi e rivela
senza dubbio i segni
di un passato alquanto turbolento. I suoi capelli neri, lunghi fino
alle
spalle, gli donano un aspetto esotico, anche se tutto quel fascino in
definitiva viene un po’ sciupato dal viso magro, dalla barba
incolta e
soprattutto dalla veste bianca a strisce grigie orizzontali che indossa.
Penelope è sicura di averlo già visto da qualche
parte. Ma al momento non
ricorda né dove né quando.
Tremando impercettibilmente, la ragazza lo osserva stupefatta per
qualche lungo
secondo, dopodiché, finalmente, prende coraggio e tra un
balbettio e l'altro si
rivolge al proprio interlocutore.
“Tu… tu chi sei? Che cosa ci fai in
biblioteca?”
“Non siamo in biblioteca, Penelope. Ti sei addormentata,
mentre stavi
studiando.”. le risponde l’uomo incrociando le
braccia sul petto.
“Mi sono addormentata? Non ci posso credere!”
esclama la ragazza mugugnando
come una bambina. “Io non devo addormentarmi, anzi, devo
studiare il più
possibile. Dovrò affrontare i M.A.G.O. alla fine di
quest’anno!”
“Datti una calmata, tesoro.” la tranquillizza lui
mettendole le mani sulle
spalle. Dopodiché le sorride di nuovo, questa volta
più gentilmente, e con modi
affabili incomincia a spiegare il perché della sua visita.
“Non ci metterò molto, ma mi sento in dovere di
informarti. Sai, io provengo
dal tuo subconscio e anche se adesso non mi riconosci, sono certo che
comprenderai tutto quanto nel momento in cui ti sveglierai.
Apri bene le orecchie: la tua vita è una noia mortale,
Penelope Light.”
Nel sentire quel giudizio così poco piacevole nei confronti
della propria
esistenza, la giovane Corvonero immediatamente si lascia scappare un
gesto di
stizza e si allontana velocemente dallo sconosciuto.
“Come ti permetti? Non è affatto vero…
ci sono un sacco di cose interessanti
nella mia vita!”
“Ad esempio?” le chiede lui, sfidandola.
“Lo studio dell’Aritmanzia, tanto per
cominciare.” risponde Penelope dopo
averci riflettuto sopra per qualche istante.
“Io intendevo qualcosa di leggermente più
eccitante.” le ribatte l’uomo con un
sogghigno.
“D’accordo. Una volta, durante una gita a
Hogsmeade, ero a corto di galeoni ed
ho rubato una scatola di Api Frizzole.” confessa lei,
visibilmente imbarazzata.
Quel furto non l’aveva mai rivelato a nessuno, nemmeno a
Percy, che sicuramente
sarebbe rimasto quantomeno scandalizzato venendo a conoscenza di questo
bruciante segreto.
L’uomo si limita ad alzare le spalle.
“Se sapessi cosa ho fatto io a Hogsmeade ai miei tempi, ti
verrebbero i capelli
bianchi.”
Penelope nel sentire quest’affermazione rimane a bocca
aperta, incapace di
proferire parola. Cosa diavolo voleva quel tizio da lei?
Intuendo la domanda inespressa della ragazza, poco dopo lui riprende il
proprio
discorso tranquillamente.
“Quello che voglio dirti, Penelope cara, è di non
sprecare la tua vita sui
libri o passandola ad assegnare punizioni a destra e a manca a chiunque
compia
una minima sciocchezza. Non dico che devi diventare una piccola
delinquente
come il sottoscritto…” ed a questo punto sulle sue
labbra si insinua ancora
quel sorriso irriverente che lo caratterizza.
“Ma almeno cerca di spassartela un po’ di
più. Ormai è troppo tardi per il tuo
ragazzo, che è totalmente assorbito dalla sua smania di fare
carriera al
Ministero della Magia, ma tu invece, questa sera hai mostrato chiari
segni di
ribellione, che potrebbero farti diventare più simpatica nei
confronti degli
altri tuoi compagni e soprattutto non ti faranno rimpiangere in futuro
gli anni
più belli della tua vita.”
Penelope rimane ammutolita definitivamente. Una piccola lacrima pulsa
ripetutamente dentro al suo occhio destro nel tentativo di uscire, ma
la
ragazza cerca di respingerla per non dover sembrare ancora
più stupida di
quanto è in questo momento.
Tutto ciò che le ha detto lo sconosciuto è vero:
tante volte avrebbe voluto
gironzolare di nascosto, magari di notte, cercando di scoprire i tanti
segreti
di cui Hogwarts è provvista, o tirare una bella Caccabomba
in testa a quel
antipatico di Gazza, ma il suo dovere di Caposcuola e la sua fama di
persona
perbene glielo avevano sempre impedito.
Ma ora basta. Si sarebbe concessa finalmente qualche strappo alla
regola, di
tanto in tanto.
“Che cosa posso fare, secondo te?” chiede Penelope
alzando lo sguardo verso il
suo nuovo amico, che, però sembra del tutto scomparso dalla
circolazione.
La ragazza si lascia involontariamente sfuggire un mugolio di sconforto.
“Penelope… tesoro. Stai russando come mia zia
Muriel e non è certo un bel
sentire. Datti un contegno, per favore.”
La voce di chi le sta parlando arriva con un sussurro
all’orecchio della
ragazza e lei la conosce bene.
Penelope decide di aprire gli occhi. La parte destra del suo viso
è schiacciata
contro il libro di Trasfigurazione e la sua mano sinistra stringe una
vecchia
pergamena usata per gli appunti di Difesa contro le arti oscure.
Dopo qualche istante si alza frettolosamente, cercando di ricomporsi.
“Che figura mi hai fatto fare! Tutti i ragazzini qui intorno
non la smettevano
di ridacchiare e madama Pince mi ha lanciato delle brutte occhiatacce
di
disgusto.” la rimprovera Percy, con i suoi soliti modi
altezzosi.
“Ho fatto uno strano sogno.”
“Beh, te lo ripeto continuamente di non ingozzarti di dolci
al miele. Tu non
vuoi ascoltarmi e questo è il risultato: una serata dedicata
allo studio
completamente sprecata. Adesso andiamocene di qui, la biblioteca sta
chiudendo.”
Dopo aver raccolto le proprie cose, i ragazzi escono dalla biblioteca
senza
dirsi una parola. La giovane ha ancora nella testa gli avvertimenti
dello
strano uomo con la barba. Dove l’aveva già visto?
“Buonanotte professor Piton.” esclama Percy
salutando l’insegnante di Pozioni,
che evidentemente ha incrociato il loro percorso camminando verso il
suo
ufficio.
Piton ricambia il saluto annuendo con la testa. La luce della sua
bacchetta
illumina un manifesto attaccato ad una colonna. Un individuo dai lunghi
capelli
neri, lo sguardo da pazzo ed una barba fatta crescere con noncuranza si
muove
convulsamente, come se volesse uscire dalla fotografia. Sotto di essa
campeggia
una scritta: RICERCATO – SIRIUS BLACK.
Penelope improvvisamente sente il suo cuore battere più
veloce, per via dello
spavento.
Dunque, quel criminale che non ha avuto pietà per la vita
altrui, seguace di
Colui Che Non Deve Essere Nominato, l’uomo che tutti i pezzi
grossi del mondo
della Magia stanno cercando senza risultato, l’unico che
è riuscito ad evadere
dalla prigione di Azkaban sotto il naso dei feroci Dissennatori,
proprio lui,
le aveva dato in sogno quei consigli tanto preziosi solo qualche minuto
prima.
“Ma cosa mi è venuto in mente? Anche se
è stato solo uno scherzo della mia
fantasia, non posso certo ascoltare i suggerimenti di quel pazzo
assassino!”
pensa, mentre il suo ragazzo la bacia delicatamente sulla punta del
naso,
davanti all’ingresso della Sala Comune di Corvonero.
“Buonanotte Penelope. Mi raccomando, cerca di non fare
più brutti sogni e
ricordati che domani sera dovrai assolutamente recuperare tutto quello
che non
hai studiato oggi.” le dice Percy con un sorrisetto da primo
della classe
dipinto sul viso.
Penelope annuisce in modo poco convincente. Davanti alla prospettiva di
dover
passare un’altra serata noiosa come quella appena trascorsa,
il discorso che le
ha fatto Sirius Black le sembra ancora più sensato,
nonostante la brutta
reputazione dell'uomo.
Mentre si infila il pigiama e si mette sotto le coperte, la ragazza
decide
affrontare una volta per tutte Percy, rivelandogli tutto quello che
pensa
realmente riguardo al tempo che passa insieme con lui.
E magari, con un po' di fortuna, potrà approfondire un
po’ di più la conoscenza
con quegli scapestrati dei suoi fratelli, Fred e George.