Jack fissò Elsa correre
via.
Rimase immobile ad osservarla: quelle parole che gli
aveva urlato contro gli fecero molto male, perché
esprimevano tutta la
sofferenza che Elsa provava, tramutata in rabbia contro di lui.
Ma forse era meglio così, forse la rabbia l'avrebbe
aiutata a dimenticare prima, a darle la forza di iniziare una nuova
vita, una
vita senza di lui.
Ciò di cui non riusciva ad essere sicuro, era se lui
sarebbe mai stato capace di dimenticarla.
Il solo pensiero che quella sarebbe stata l'ultima volta
che l'avrebbe vista, lo faceva stare malissimo. Ma lo sapeva, era
inevitabile.
Doveva farlo per il bene di Elsa.
Diede un'ultima occhiata al castello di ghiaccio, ripensò
a tutti i bei momenti passati con lei: li avrebbe conservati per sempre
nei
suoi ricordi. Poi si fece coraggio ed uscì, questa volta
diretto verso il
bosco.
L'unica cosa che le importava era andare via, lontano da
Jack, lontano da quella realtà che faceva ancora fatica ad
accettare
Senza accorgersene in poco tempo
si ritrovò in città. L'ultimo
luogo in cui voleva andare a dir la verità: infatti molti la
guardavano storto
o perché non aveva ancora fatto andare via la neve o
perché la vedevano
turbata. Non le importava nulla in quel momento, se avesse potuto li
avrebbe
fatti sparire tutti, quindi corse verso un vicolo isolato.
Quando vide finalmente che nei pressi non c'era nessuno,
si abbandonò su una panchina e iniziò a sfogare
tutte le sensazioni che aveva
trattenuto dentro fino ad allora, scoppiando in un pianto disperato.
Pianse per minuti, ore, nemmeno lei sapeva per quanto.
Perché il tempo non aveva più senso, nemmeno
quelle lacrime ce lo avevano, perché
per quanto avesse potuto piangere, le cose non sarebbero cambiate.
Jack non sarebbe tornato.
Quella speranza di una vita veramente felice al suo
fianco era solo un'illusione.
Demoralizzata, guardava
un punto fisso, non sarebbe mai stata
veramente libera e felice. Ma una voce alle sue spalle le fece
sussultare,
interrompendo quei pensieri.
"Regina Elsa, siete voi? State bene?"
Non aveva la forza, né la voglia di voltarsi, si
limitò a
dire: "Andate via vi prego!"
"Vi ho visto correre via turbata...se posso esservi
di aiuto..."
Elsa si sentì poggiare una mano sulla sua spalla, quel
contatto la sorprese: di solito la gente evitava di toccarla.
Si voltò curiosa di sapere chi fosse e fu ancora
più
sorpresa di trovare un membro del Consiglio Reale.
"Voi siete il re Dylan, delle terre del nord!"
"In persona" rispose, accennando un sorriso.
"Non avete paura di me? Dei miei poteri? Non so...che
potrei congelarvi o roba simile" chiese, riferendosi al fatto che
l'aveva
toccata senza problemi.
"Avete intenzione di farlo?"
"No"
"Allora non vedo dove sia il problema. Il fatto che
una persona possa fare qualcosa di male non vuol dire che lo
farà! Una persona
che cena con te potrebbe usare il coltello per pugnalarti, proprio
quando meno
te lo aspetti, ma questo non vuol dire che lo farà. Se
dovessi aver paura di
ciò che potrebbero fare le persone non dovrei più
frequentare nessuno, non
credete?"
Elsa non era proprio sicura che fosse la stessa cosa, ma
fu contenta nel sapere che qualcuno non aveva paura di lei o che almeno
stesse
provando a consolarla.
"Devo avervi comunque delusa, come sto deludendo
tutti. Ho cercato in tutti i modi di portare via il gelo da Arendelle,
ma
questa volta non ci sono riuscita e non so se troverò mai il
modo"
"Prima o poi lo troverete e se proprio non doveste
riuscirci...a me non dispiace il freddo! Vivo nelle terre a nord di
qui...lì
c'è quasi sempre la neve, ma se devo essere sincero mi avete
deluso per
un'altro motivo"
Elsa sgranò gli occhi.
"Quale?"
"Sono venuto al ballo l'altra sera, speravo di
potervi conoscere finalmente anche al di fuori del Consiglio, ma vi ho
vista
correre via e poi siete sparita per tutta la serata!"
Dylan iniziò a raccontarle alcuni episodi divertenti
accaduti quella sera, scaturendo in Elsa qualche lieve risata.
"Credetemi, penso proprio che sarebbe stato meglio
che avessi parlato con voi quella sera!"
"Bé, possiamo sempre rimediare...siete diretta al
castello?"
Elsa ci pensò: non voleva stare in città, ma
nemmeno
tornare al castello di ghiaccio...tornare a casa era l'unica soluzione.
"Sì"
"Allora sarei onorato se mi deste l'opportunità di
accompagnarvi! Potremmo approfittare dell'occasione per conoscerci
meglio!"
Elsa lo fisso stupita. A quanto pare Jack aveva ragione:
c'erano anche persone che forse l'avrebbero accettata per quello che
era.
Jack.
Lui non sarebbe mai più tornato e lei doveva andare
avanti, non poteva farci nulla. Fissò Dylan, si sorprese nel
chiedersi se
avesse mai potuto avere un futuro con lui.
Sembrava carino, premuroso, gentile...per certi versi
poteva essere ciò che aveva sempre cercato, per certi versi
era anche
oggettivamente migliore di Jack: era visibile a tutti, era un re,
avrebbe
governato insieme a lei, le avrebbe potuto dare un matrimonio, una
famiglia.
Però, nonostante questo, c'era qualcosa dentro di lei che
sentiva che lui non era quello giusto. Certo stava bene, ma non si
sentiva come
quando stava con Jack.
Si chiese se stando con Dylan sarebbe stata bene.
Sì.
Si chiese se stando con Dylan sarebbe stata VERAMENTE
felice.
No.
Lo conosceva da poco è vero, forse era influenzata da
ciò
che era appena successo con Jack, ma sentiva che stare con lui sarebbe
stato
come accontentarsi e lei non voleva farlo. Se non poteva avere quella
vera felicità
in cui aveva sempre creduto, che Jack le aveva mostrato, preferiva non
avere
nulla.
"Mi sento onorata dalla vostra offerta, ma vorrei
stare un po' da sola in questo momento"
"Capisco...spero avremo occasioni migliori per
conoscerci meglio"
"Sono sicura che non mancherà occasione"
Elsa lo salutò, per poi incamminarsi verso il castello.
Era distrutta: sentiva un disperato bisogno di chiudersi
in camera sua, ma appena aperta la porta sentì urlare il suo
nome.
Era Anna: alla sua vista aveva sgranato gli occhi, per
poi correrle incontro e abbracciarla fortissimo, come se non ci fosse
un
domani.
"Elsa sei proprio tu? Ero preoccupatissima, mi sei
mancata moltissimo!"
Elsa non si aspettava un'accoglienza simile, ma era
proprio ciò di cui aveva bisogno, quindi ricambiò
l'abbraccio.
"Oh Anna! Ho detto ad Olaf di dirti che stavo bene e
poi sono mancata solo pochi giorni!"
"Lo so Elsa, ma da quando ci siamo riconciliate ero
così abituata ad averti sempre accanto, che mi sei mancata
troppo!"
Elsa si sciolse dall'abraccio per guardarla in faccia, le
sorrise leggermente.
"Anche tu mi sei mancata!"
"A proposito Elsa...volevo parlarti di una cosa. In
questi giorni ci ho riflettuto molto: ho visto quanto mi sei mancata e
quanto è
orribile stare soli, non voglio che tu rimanga qui da sola. Penso che
chiederò
a Kristoff di vivere qui...potremmo sempre usare la casa che ha
costruito per
le vacanze..."
"No Anna! Io starò bene da sola, non devi
preoccuparti per me! Sposerai Kristoff ed è giusto e normale
che voi abitiate
insieme. Non voglio che tu costringa Kristoff a vivere qui o che
rinunci tu a
vivere lì, per una sciocchezza simile! Devi vivere dove
vuoi, ed essere felice,
solo così renderai felice pure me!"
Anna le sorrise.
"Ma non capisci Elsa? E' proprio questo quello che
voglio! E' quello che ho sempre voluto in realtà...non
fraintendere sono stata
supermegaultra felice della casa che Kristoff ha costruito per noi due,
ma
l'idea di separarmi di nuovo da te, dopo tutta la fatica che abbiamo
fatto per
ritrovarci, mi distruggeva. Volevo dirlo a Kristoff, ma non ne avevo il
coraggio, dopo la sorpresa e la fatica che aveva fatto! Così
sono venuta a
chiederti il permesso di vivere lì con lui, sperando che lo
avresti negato...ma
non lo hai fatto, perché sei una sorella meravigliosa! Ma in
questi giorni
senza di te ho capito quanto mi saresti mancata, quanto fosse
importante per me
la tua presenza nella mia vita, così ho deciso: gli
parlerò il prima possibile
e se dirà di sì, vivremo qui al castello dopo il
matrimonio...sempre che a te
vada bene! Si lo so, una coppia normale vorrebbe vivere da sola...ma se
é
ritenuto anormale il voler stare sempre vicino alle persone che per te
contano
davvero, allora io sono la persona più anormale che esiste!"
Disse fiera Anna, sfoggiando un potente sorriso. Ma si
rabbuiò vedendo il volto di Elsa: aveva gli occhi lucidi.
"Elsa tutto bene? Ho detto qualcosa che non
và?"
Elsa fissò Anna commossa, non poteva credere a quello che
aveva detto, ma soprattutto non poteva credere di essere stata
così stupida da
pensare che sua sorella non avesse pensato a lei. Anna la amava
veramente come
sorella, proprio come faceva lei e questa ne era la prova inconfutabile.
Perché quando vuoi davvero bene a qualcuno, non ti
importa se devi rinunciare a qualcosa per quella persona. Sei felice di
farlo,
perché il rendere quella persona felice, rende felice pure
te.
Elsa le sorrise, abbracciandola ancora più forte di
prima, sussurrandogli in un orecchio: "Anna, ti voglio bene!"
Anna sorrise, ricambiando l'abbraccio.
"Pure io!"
"Lo so"
Rimasero così per qualche istante, poi furono interrotte
dalla voce di Olaf.
"Uh che bello! Amo i caldi abbracci!"
Le due si separarono.
"Olaf! Ehi, aspetta! Hai detto caldo?" il volto
di Elsa si illuminò: "Ma certo! Anna, forse ho trovato un
modo per
sciogliere questa neve...ma devo tornare sulle montagne!"
"Bene! Allora questa volta vengo con te!"
"No Anna, é una cosa che devo fare da sola...ti
prego fidati di me!"
Anna la fissò delusa e contrariata.
"Uffi...e va bene! Ma torna presto intesi?"
"Promesso!"
Jack
si stava recando verso il bosco, ma durante il
tragitto sentì una gelida voce alle sue spalle.
"Jack, stavi forse venendo a cercarmi? Che buffa
coincidenza, ero proprio curioso di sapere cosa avevi scelto!"
Jack si voltò e vide Pitch sfoggiare uno dei suoi soliti
sorrisi diabolici.
"Bene, dato che ci tieni tanto a sapere cosa ho
scelto...eccoti servito!"
Jack prese dalla tasca i frammenti della fiala che vi
aveva riposto e li scaraventò ai piedi di Pitch.
Nel vederli Pitch sgranò gli occhi: aveva un'aria
stupita, delusa...furiosa.
"Perché Jack? Hai demolito il lavoro e la fatica di
anni! Perché devi rendere sempre tutto più
difficile? Ti avevo proposto una
soluzione ottimale...ottimale per tutti...ora non mi lasci scelta"
"Cosa intendi?"
"Ti avevo avvertito Jack. Se avessi fatto la scelta
sbagliata per Elsa sarebbe stata la fine..."
A quelle parole Jack sentì un brivido freddo scorrergli
lungo la schiena, furioso afferrò il suo bastone e lo
puntò contro Pitch
minaccioso.
"Prova solo a SFIORARE Elsa e io..."
Pitch mostrò un'espressione volutamente offesa.
"Oh Jack, credo tu abbia
frainteso...io non farò
proprio nulla..."
Un folle sorriso comparve sul volto di Pitch.
Jack stava per chiedergli qualcosa, quando sentì
improvvisamente un dolore fortissimo ai polsi e alle caviglie.
Portò immediatamente
lo sguardo su di essi, ma rimase sconvolto da quello che vide: erano
circondati
dall'oscurità, quello che sembrava essere il potere di
Pitch! C'era solo un
piccolo problema...Pitch non si era mosso.
Pitch continuò la sua frase di prima: "...perché
sarà lui a farlo!"
Jack girò la testa nella direzione dove stava guardando
Pitch, sussultò nel vedere nuovamente Hans, in sella ad un
cavallo nero.
Non era possibile
quell'uomo era un'ossessione!
Ma fu qualcos'altro a sconvolgerlo: a quanto pare l'ombra
che lo aveva immobilizzato non proveniva da Pitch, bensì da
lui. Inoltre quello
che a prima vista gli era sembrato un semplice cavallo nero, era invece
un incubo.
Hans lo fissava con uno sguardo diabolico e soddisfatto.
Non c'erano
dubbi...quello era proprio un piccolo demonio, altroché!
"Che diavolo...come è possibile Pitch?"
"Vedi Jack, non so se lo sai, ma da quando ti ho
portato qui è iniziata a girare una certa voce...si dice che
debba nascere una
nuova leggenda! Temevo che il mio averti portato qui avesse influenzato
la
cosa, che la tua presenza qui avrebbe favorito gli eventi per generare
una
nuova leggenda e che quella leggenda potesse essere Elsa.
Così vi ho tenuto
sotto controllo, di certo nessuno voleva due leggende con poteri di
ghiaccio
giusto? Ho continuato il mio piano iniziale, infondo se avesse
funzionato avrei
potuto eliminare non solo un guardiano, ma anche una potenziale
leggenda. Se
avessi bevuto quella fiala tutti saremmo stati contenti: tu avresti
avuto la
tua vita mortale, Elsa sarebbe stata felice senza un cuore di ghiaccio
e io
avrei avuto due seccature in meno! Inoltre mi sono chiesto se la nuova
leggenda
dovesse essere per forza scelta dalla Luna o se potesse essere una
scelta dai
Fearling. Così mentre facevo da balia a voi due, cercavo se
c'era qualcuno di
adatto...e alla fine l'ho trovato! Hans: la paura e la disperazione lo
dilaniavano, come il suo immenso desiderio di poter valere
qualcosa...era
perfetto! Ho dato in prestito a lui una parte dei miei poteri, li ha
usati per
ottenere un potere nuovo: il potere di trasformare la paura e la
sofferenza in
dolore...dolore fisico!"
A quelle parole, Jack sentì l'ombra che gli cingeva le mani
stringerli sempre
più, provocandogli un dolore lancinante, che lo
obbligò a mollare la presa sul suo
bastone, che cadde a terra.
"Ma come ben sai Jack, non si diventa una leggenda
dall'oggi al domani, Hans per diventare una vera leggenda deve
dimostrare ai Fearlings
di esserne degno. Pensavo che la prova adatta sarebbe stata andare da
uno dei
tuoi amici guardiani e ucciderlo...ma TU non hai voluto bere quella
fiala,
Jack. Così ora la sua prova sarà uccidere
Elsa..così, tanto per essere sicuri.
Mi chiedo che effetto farebbero i nuovi poteri di Hans sul cuore di
ghiaccio di
Elsa..."
"TU...maledetta ombra strisciante! Se farete del
male ad Elsa, ve ne pentirete amaramente! Non vi permetterò
di toccarla!"
Pitch raccolse il bastone di Jack.
Lo fissò con un ghigno
malefico, per poi lanciarlo a Hans
che lo prese al volo. Cosa che fece sciogliere le ombre che legavano
Jack, il
quale sentiva però ancora le caviglie e i polsi doloranti.
"Sono curioso di vedere come farai senza il tuo
bastone...mi chiedo chi la raggiungerà prima: se Hans a
cavallo del suo
incubo...o TU!"
Jack sentì la sua risata diabolica echeggiare per le
montagne, il che gli fece ribollire il sangue.
Doveva raggiungere Elsa per primo.
A qualunque costo.
Forse lo aveva
fatto per evitare che Anna vedesse un suo eventuale ulteriore
fallimento.
Forse lo aveva
fatto per stare ancora un po' da sola.
O forse lo aveva
fatto perché, in caso fosse riuscita davvero a sciogliere
quella neve, se Jack
fosse stato ancora nei paraggi, forse sarebbe passato da lei per
congratularsi.
Lo avrebbe potuto
rivedere.
Scosse la testa, come per cacciare via quel pensiero,
pensando tra sé: "No Elsa, non
devi
pensare a Jack, concentrati su Anna! Solo così potrai
sciogliere quella
neve"
Ma fu interrotta da una voce alle sue spalle che chiamava
il suo nome. Si girò per vedere chi fosse.
Non poteva crederci che fosse lui, che quella persona
fosse lì.
Come vedete ho
introdotto un piccolo cameo su Dylan. Molti di voi si
chiederanno(giustamente)
chi è, bene è il tipo che secondo alcuni
rumors(niente di ufficiale per ora)
dovrebbe mettersi con Elsa in Frozen 2. Apparte che è un
rumor che mi sembra
poco fondato (perchè in teoria lui dovrebbe essere un re con
gli stessi poteri
di Elsa, il che mi sembra troppo banale), l'ho voluto inserire per
chiarire una
cosa: ovvero che Elsa è veramente innamorata di Jack, e
anche se in frozen 2 ci
fosse un Dylan o qualcuno di simile, Elsa non lo amerebbe allo stesso
modo.
Inoltre volevo dire che anche se ci sarà Frozen 2 (senza
Jack D: ) la mia fic
avrebbe comunque senso, perché Jack torna indietro dopo,
cambiando gli eventi.
Pitch in questo
capitolo fa un discorso bello lungo, spiegando il suo piano, se non vi
è chiaro
qualcosa chiedete! Bé una cosa è chiara: Pitch
è davvero subdolo bisogna
ammetterlo, e inizio a spaventarmi dato che i suoi dialoghi mi vengono
bene XD
Un piccolo
chiarimento sul concetto di ''amore'' espresso. Secondo me ( e anche la
disney
dato frozen U.U ) l'amore vero non è solo quello tra un uomo
e
una donna, ma
anche tra amici, sorelle , ecc. Ma è difficile da trovare,
è quello che ti fa stare
davvero bene e ti fare sforzi e sacrifici per l altro, essendo felice
di farli.
Elsa è quello che trova in sua sorella, ed è
quello che
dentro di sé vorrebbe
da un uomo al suo fianco, ecco perché non accetta l'invito
di
Dylan. Inoltre odio i luoghi comuni che dicono che è normale
sposarsi, è normale fidanzarsi, è normale avere
figli,
vivere da soli, essere indipendenti, ecc...per me l'unica cosa normale
è essere veramente felici e rendere tali anche le persone a
cui
vogliamo davvero bene e non abbandonarle mai, non il fare delle cose
solo perchè si deve o perchè si è
arrivati ad una
certa età.
Tornando a noi...
La nuova leggenda non era detto fosse scelta dalla luna...ci avevate
mai pensato?
Chi sarà stato il
primo a raggiungere Elsa?
Scusate la
descrizione un po' lunga :D
Al prossimo
capitolo!