Cap
1
Erin
osservava le vele che sventolavano sull’albero
maestro della nave lunga. Non aveva mai solcato gli oceani, ma
conosceva
abbastanza di quel mondo da sapere che solo a Pyke costruivano
imbarcazioni di
quel tipo. Vele nere, una ciurma di uomini senza lingua, il capitano
più folle
che avesse mai solcato le onde. Da quando la Silenzio aveva fatto tappa
a
Braavos non si parlava d’altro se non di lui: Euron
“Occhio di Corvo” Greyjoy,
così marcio che persino suo fratello maggiore, e signore,
Balon aveva deciso di
non averci più nulla a che fare.
-
Non dovresti avvicinarti così tanto al porto, non
in questi giorni, ragazzina. –
La
voce di Olyver la colse impreparata e la fece
sobbalzare.
-
Sono perfettamente in grado di badare a me stessa.
– replicò, incrociando risolutamente le braccia al
petto.
Il
locandiere proruppe in una bassa e catarrosa
risata, venendo scosso subito dopo da un attacco violento di tosse.
-
Sono diversi dai pirati che arrivano sulle nostre
coste, bambina, questi sono Uomini di ferro. Fuorilegge, assassini,
stupratori;
decisamente non il tipo di uomini con cui una ragazzina graziosa come
te
vorrebbe trovarsi a tu per tu. –
-
Non sono una ragazzina, ho smesso di esserlo anni
fa. –
Il
vecchio annuì cupamente. Rammentava con
precisione quando sua sorella Olivia aveva preso in casa quel
frugoletto di
pochi giorni, orfana di una delle sue migliori amiche. Anche il ricordo
di Era
gli era rimasto impresso nella mente. Si assomigliavano così
tanto, mamma e
figlia, che a volte doveva faticare per ricordare a se stesso che la
fanciulla
con cui parlava non possedeva la fragilità materna.
-
Lo so, Erin, ma non è comunque saggio stare così
vicino a quella nave. È maledetta. –
La
ragazza puntò gli occhi azzurri in quelli di
Olyver, sgranandoli leggermente.
-
Quindi quella è davvero
la Silenzio? –
- È la
Silenzio tanto quanto è vero che hai davanti a te Euron
Greyjoy, bambina. –
La
voce che interruppe il loro scambio di battute
era bassa e insinuante, condita da una lieve traccia di divertimento, e
l’occhio che non era coperto dalla benda la osservava con
un’intensità che la
fece rabbrividire. Era di un azzurro scuro, quasi blu, e ricordava le
profondità marine.
Olyver,
al suo fianco, si irrigidì e si mosse
istintivamente davanti a lei, quasi volesse proteggerla.
-
I miei uomini hanno bisogno di cibo e acqua,
magari anche un po’ di compagnia. Mi aspetto di trovare tutto
questo nella tua
locanda, vecchio. –
-
La mia locanda è al vostro servizio. Erin, va’ a
dare una mano in cucina. – la esortò, poggiandole
una mano sulla spalla e
spingendola con decisione verso la porta.
Era
sul punto di protestare, ma qualcosa dentro di
lei le disse che non era quello il momento adatto per ricordargli che
lei non
era una servetta da locanda. Annuì, rivolgendo un ultimo
rapido sguardo in
direzione di Euron, e fece come le era stato detto.
Non
aveva mai pensato al fatto che Occhio di Corvo
potesse essere piacente. Di solito quando sentiva il suo nome era solo
per
enumerare l’elenco di vittime e distruzione che si era
lasciato alle spalle,
mai nessuno aveva anche solo accennato alla bellezza di quel pirata.
Scosse la
testa, scacciando quelle sciocche considerazioni. Era un assassino, un
uomo
pericoloso, non aveva nulla a che vedere con la figura del lord o del
prode
cavaliere che tutte le ragazze passavano la vita a sognare.
Bessie,
una delle servette che solitamente
intrattenevano gli avventori, si precipitò in cucina. La
raggiunse, il visetto
a forma di cuore tirato in un’espressione preoccupata.
-
Vuole te. –
Non
disse di chi si trattava, era evidente. Solo un
uomo in tutta Braavos si sarebbe permesso di chiedere di essere servito
da lei.
Recuperò
un paio di caraffe, spillò dalle botti del
di vino di Dorne, e s’incamminò senza una parola
verso il tavolo che Occhio di
Corvo aveva occupato insieme a un paio di uomini, quelli che dovevano
essere i
suoi ufficiali più alti in grado.
-
Il vostro vino. – annunciò, sbattendo le caraffe
sul tavolo con malagrazia.
Euron
inarcò un sopracciglio scuro, osservandola
come se stesse aspettando qualcosa.
-
Desideri qualcos’altro? –
-
Piuttosto sgarbata per essere una servetta di
locanda. Versaci il vino, bambina. –
Obbedì,
senza preoccuparsi di nascondere quanto quel
compito umiliante la rendesse furibonda.
-
Per la cronaca, non sono una servetta di locanda.
E adesso, desideri altro, mio signore?
– sputò tra i denti.
Euron
lasciò che l’occhio libero la sondasse dalla
testa ai piedi.
-
In effetti, qualcos’altro ci sarebbe. –
Un
ghigno malizioso gli stirò le labbra.
-
Non intendo di certo scaldarti il letto, ma forse
Bessie sarebbe disposta a farlo. – aggiunse, indicando con un
cenno del capo la
servetta che era intenta a fare la svenevole con un paio di ragazzotti
del
porto.
-
No, non m’interessa. – replicò in
fretta, degnando
Bessie di una misera occhiata, prima di tornare a fissarla.
-
Non sei una servetta di locanda, non sei una
puttana. Perché mai una ragazzina dovrebbe frequentare una
locanda che affaccia
sul porto? –
Si
morse la lingua, impedendosi di replicare che ciò
che faceva o meno non erano certo affari suoi.
-
Amo il mare e cerco una nave su cui imbarcarmi. –
Non
sapeva neanche lei perché lo aveva detto, ma le
sue parole non erano state accolte dalla risata che si era aspettata.
No, Euron
la guardava come se avesse appena detto qualcosa di inaspettato e
tremendamente
interessante.
-
E perché un capitano dovrebbe volerti nella sua
ciurma? – la provocò, con un luccichio divertito
nello sguardo.
-
Sono una braavosiana, duello meglio di qualunque
altro uomo che potrebbe prendere il mio posto nell’
equipaggio. –
Sapeva
di aver dato l’unica risposta che avrebbe
alimentato la sua curiosità. Nel suo cervello stava
già cominciando a prendere
forma un’idea. Insana, ai limiti della pazzia, certo, ma non
lo erano forse
tutte le idee geniali?
-
Una spadaccina eccellente, eppure sei ancora qui.
– considerò Euron.
-
Non perché mi siano mancate le occasioni, ma
nessuna nave era alla mia altezza. –
Era
una mossa arrogante e rischiosa, lo sapeva bene,
ma se voleva che Occhio di Corvo la prendesse in considerazione doveva
esporsi
come mai aveva fatto nella sua breve vita.
-
L’arroganza non si addice a una bella ragazza. –
commentò.
-
Io invece trovo che si addica, quando è
giustificata dai fatti. –
Euron
esplose in una risata bassa e roca, simile al
latrato di un lupo.
-
Mi piaci, ragazzina, magari potrei prenderti nella
mia di ciurma. – considerò, abbozzando poi un
sorriso ironico, - Sempre se la
reputi alla tua altezza, ovviamente. –
Erin
esultò mentalmente. Ce l’aveva fatta, Euron le
aveva proposto proprio ciò che voleva! Si sforzò
di rimanere impassibile, come
se l’idea di unirsi a loro non la toccasse minimamente.
-
Suppongo che sia una proposta accettabile. –
*
Mentre
le onde si infrangevano contro la prua della
Silenzio e le gocce d’acqua le bagnavano il viso dagli zigomi
alti, Erin sedeva
sul parapetto e osservava il promontorio in lontananza. Erano in
viaggio da una
settimana e finalmente si intravedeva il porto di Pyke. Il viaggio era
stato
diverso da come lo aveva immaginato. L’unica persona in grado
di sostenere una
conversazione era Euron, ma il suo atteggiamento la indispettiva e
pertanto aveva
cercato di stargli il più lontana possibile. Non che lui le
avesse reso la cosa
facile, visto che non perdeva occasione per stuzzicarla. Si era fatta
un’idea
ben precisa di quell’uomo; il suo bell’aspetto e il
suo titolo dovevano aver
sedotto centinaia di donne in ogni porto e il fatto che lei gli
resistesse era
una sfida al suo orgoglio. Tanto meglio, lei non voleva essere come
tutte le
altre; non era il capriccio di una notte, una donna da usare per
scaldare il
letto e poi da gettare via. Euron Greyjoy avrebbe fatto meglio a
capirlo e
comportarsi di conseguenza o, in alternativa, a lasciarla perdere del
tutto.
-
Siamo quasi arrivati, tra dieci minuti scendiamo a
terra. – le annunciò, comparendo da sottocoperta.
C’era
un’emozione nuova nella sua voce, una
sfumatura che non vi aveva mai avvertito prima. Se non
l’avesse creduto
impossibile avrebbe detto che si trattasse di nostalgia.
-
Da quanto è che non metti piede a Pyke? –
-
Nove anni, dieci mesi e tre giorni … anzi, due,
oggi non conta. –
-
È molto tempo. – commentò, dandosi
della stupida
per il commento che le era uscito.
-
Già, è più di metà della
tua vita, giusto? –
Scrollò
le spalle. E questo adesso che c’entrava?
-
Perché sei tornato proprio adesso? – chiese,
rompendo il silenzio che era sceso tra loro.
-
Mio fratello, Balon, è morto ieri. –
Magnifico,
proprio la domanda che non avrebbe mai
dovuto fargli; però il fatto che il giorno precedente
avessero improvvisamente
cambiato rotta l’aveva stupita e lei non era il tipo di
persona a cui piaceva tenersi
dentro le proprie curiosità.
-
Mi dispiace. –
Euron
si accigliò, rimuovendo con cura la benda che
aveva sull’occhio. Non era blu come quello di destra, ma di
un nero assoluto
che sembrava brillare in modo sinistro. Tuttavia quella singolare
eterocromia
lo rendeva se possibile ancora più affascinante ai suoi
occhi.
-
E perché mai? A me non dispiace. –
ribattè.
Il
rumore dell’ancora che veniva calata e degli
uomini che tiravano le funi per assicurare la nave lunga alla banchina
del
porto interruppero la loro conversazione.
-
Stammi vicina, non allontanarti per nessun motivo
al mondo. – le disse, porgendole il braccio come avrebbe
fatto un cavaliere che
scortava la sua dama.
Perplessa,
decise di rimandare le richieste di
spiegazioni e di fare ciò che le veniva detto. Non conosceva
Pyke, ma da quanto
vedeva le donne dovevano essere considerate appena un gradino sopra
agli
animali e i servi.
-
Zio Euron, sapevo che saresti arrivato non appena
il cadavere di mio padre fosse diventato freddo. –
A
parlare era stata una ragazza che doveva avere tre
o quattro anni più di lei, il naso aquilino e il fisico
asciutto. Stava in
piedi tra quelli che dovevano essere i suoi uomini e ostentava
un’aria di
potenza e sicurezza che non avrebbe mai creduto di poter vedere in una
donna
delle isole. Provò un moto di simpatia immediata nei suoi
confronti.
-
Asha, la mia nipote preferita. Lei è Erin, dalla
città di Braavos. – aggiunse, in una sorta di
presentazione.
Avvertì
lo sguardo di Asha che la esaminava con
circospezione, quasi volesse capire con chi aveva a che fare. Sostenne
il suo
sguardo con decisione finchè non vide che le sue labbra si
stiravano in una
specie di sorriso di apprezzamento. A quanto sembrava aveva appena
passato il
suo esame.
-
Hai scelto una moglie di sale molto giovane. –
considerò, prima di rivolgersi a lei, - Quanti anni hai,
Erin? –
Una
moglie di sale? Stava giusto per mandare al
diavolo Euron quando avvertì una certa rigidità
nel suo avambraccio, come se la
stesse invitando ad assecondarlo. Ingoiò il rospo,
riproponendosi di affrontare
il discorso una volta che fossero rimasti soli.
-
Diciannove, milady. –
Asha
annuì, pensierosa. Se il fatto che la sua
papabile zia acquisita fosse più giovane di lei la turbava
non lo diede
minimamente a vedere.
-
Aeron e Victarion sono già alla fortezza. Abbiamo
molte cose di cui discutere. –
Montò
a cavallo, volgendo le spalle allo zio e
spronando il destriero affinchè partisse al galoppo. Uno degli uomini del suo
seguito si affrettò
a porgere le redini di uno splendido stallone da guerra a Euron,
chinando il
capo in segno di rispetto. Con un movimento fluido, il pirata
montò in sella e
si sporse in avanti per issarla con sé. Erin
scivolò nell’esiguo spazio tra il
pomello della sella e il petto dell’uomo, sforzandosi di
ignorare come persino
sotto la cappa di pantera ombra i muscoli guizzanti e il torace marmoreo fossero ben percepibili.
La
cavalcata durò poco meno di un’ora, passata in
religioso silenzio con Asha che li precedeva di una cinquantina
abbondante di
metri.
Erin
si decise a prendere la parola solo quando
erano ormai in prossimità dei cancelli della fortezza.
Desiderava chiarire al
più presto come stavano le cose.
-
E così sarei la tua moglie di sale? –
bisbigliò,
senza curarsi di nascondere il disprezzo e l’oltraggio nella
voce.
Anche
se non riusciva a vederlo in faccia, fu certa
che le sue labbra fossero stirate nel
consueto ghigno che le contraddistingueva.
-
Ufficialmente sì. –
-
Che significa questo, intendo per quanto riguarda
il mio comportamento? – indagò.
Aveva
come l’impressione che la risposta non le
sarebbe piaciuta affatto.
-
Dividerai le mie stanze e dovrai presenziare a
tutte le cene e all’Acclamazione di re che il mio caro
fratellino Aeron avrà
sicuramente provveduto a stabilire. –
-
Dividere le tue stanze? Puoi sognartelo, piuttosto
dormo nelle stalle. – replicò, incrociando con
determinazione le braccia al
petto.
-
Se sei la mia moglie di sale, nessuno oserà
sfiorarti con un dito, ma se vuoi la mia protezione devi impegnarti a
fare ciò
che ci si aspetta da te. Ringrazia che non ti abbia chiesto di farlo
anche
ufficiosamente. –
Questa
volta si divincolò quel tanto che bastava per
permetterle di folgorarlo con un’occhiataccia.
-
Dovrei ringraziarti perché non mi obblighi a
essere il tuo trastullo notturno? – esclamò,
indignata oltre ogni dire.
-
Notturno, mattutino, pomeridiano … sono un uomo
dagli appetiti insaziabili. E comunque sì. Dovresti
apprezzare il fatto che
abbia deciso di rispettare la tua virtù … sempre
ammesso che ci sia ancora,
ovviamente. – concluse, mentre il ghigno malizioso tornava a
solcare il bel
volto.
Il
gomito scattò ancora prima di avere il tempo di
pensare a quanto fosse avventato quel gesto; semplicemente si
ritrovò con la
giuntura conficcata nel fianco dell’uomo e udì con
piacere che questo
tratteneva a fatica un gemito di dolore accompagnato da
un’imprecazione
particolarmente colorita.
-
Ritiro ciò che ho detto; la tua virtù deve essere
sicuramente intatta dal momento che tratti gli uomini in questo modo.
–
-
Solo alcuni uomini, Euron Greyjoy. Solo alcuni. –
rimarcò, sorridendo soddisfatta.
Spazio
autrice:
La
mia prima long in Game of Thrones, il primo
progetto che va al di là di un paio di cartelle scritte in
fretta e furia. Per
l’occasione ho scelto uno dei miei personaggi preferiti
– anche se sicuramente non
vi interessa, gli altri sono, nell’ordine: Oberyn Martell,
Euron Greyjoy,
Bronn, Viserys e Rhaegar Targaryen, Brynden Tully e infine Jaime
Lannister. Questo
solo per quanto riguarda i boy, poi ci sono le ragazze: Arianne
Martell,
Ellaria Sand, Arya Stark, Myrcella Lannister, Margaery Tyrell.
– Insomma, spero
che la storia vi piaccia, anche se è solo il primo capitolo,
e che vogliate
lasciarmi una recensioncina per farmi sapere che ne pensate.
NB:
Qui trovate il link al video che ha ispirato la
storia, con tanto di attori come prestavolto: https://www.youtube.com/watch?v=37d2PjqAchE
Alla
prossima.
Baci
baci,
Fiamma Erin Gaunt