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Autore: OperaIncompiuta    29/04/2014    3 recensioni
Vi siete mai chiesti cosa succede quando comprate un nuovo libro e, dopo averlo letto, lo sistemate sul ripiano della libreria? Il nuovo arrivato e i veterani andranno d'accordo? O sarà un bagno di carta e pagine? Come si fa ad andare avanti quando scopri che tutta la tua vita, le cose che conoscevi, i tuoi affetti, la tua casa sono dei parti della mente di qualche geniale scrittore? E cosa succede se, per cause esterne, vieni lasciato proprio a metà della tua storia?
DAL PRIMO CAPITOLO:
"Ogni tanto invidiava gli altri libri che la Proprietaria aveva lasciato a metà e scaricato nei ripiani più bassi, perché loro non sapevano come sarebbero andati a finire; per quanto lo riguardava, la proprietaria era la terza volta che leggeva la sua saga, ma aveva interrotto la lettura proprio nel mezzo di Harry Potter e il Calice di fuoco. Ecco così che Harry si ritrovava un Ron e una Hermione quattordicenni che però sapevano già di doversi sposare! Assurdo!
Delle voci lo riscossero dai suoi pensieri..."
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[Storia Interrotta, scusate :( ]
Genere: Comico, Demenziale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: AU, Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, Contesto generale/vago
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(Attenzione: questi personaggi non mi appartengono e sono frutto delle menti geniali di scrittori che, sinceramente, ritengo degli idoli... Buon divertimento!)





-Shhhhh, ragazzi fate silenzio!-
-Ahi! Ron quello era il mio piede!-
-AH! Miseriaccia Hermione, non mi spingere!-
-Ragazzi scusate, ma questo è un mantello dell’invisibilità, non una tovaglia!-
-Scusa Harry, è solo che ormai siamo troppo grandi per starci tutti e tre! E poi, i capelli di Hermione mi danno prurito al naso!-.
-Grazie Ronald, sempre delicato!
-Basta, silenzio! Sono arrivati…-
La Proprietaria arrivò tutta eccitata davanti al ripiano con un altro libro tra le braccia e quasi non si accorse del suo gatto che le schizzò tra le gambe: con cura lo ripose al suo posto, proprio vicino alla sua saga di Harry Potter, lo osservò per un po’, per vedere come stava sulla libreria, e poi finalmente si allontanò.
-Harry, riesci a vedere il nome dei nuovi arrivati?-
-No, mi dispiace… Ron? Tu sei più alto!-
-Sangue di blatta, Harry! Con questo cespuglio che ha Hermione in testa non vedo a un palmo dal naso!-.
-Adesso basta! IO me ne vado!-
-E dai Hermione… stavo scherzando!-
-Beh Ronald, si vede che tu ed io abbiamo due idee diverse di umorismo !-
Hermione uscì da sotto il mantello dell’invisibilità in tutta fretta, senza neanche guardarsi alle spalle.
-Forse è meglio che tu vada a parlarle-
-Ma Harry, se lei non capisce quando uno scherza io non posso farci niente!-
-Dai Ron, non posso sempre risolvere io tutti i vostri battibecchi! Dannazione, un giorno vi sposerete!-
-Uff. Già, hai ragione… Ogni tanto mi chiedo se la Scrittrice non si sia fumata qualcosa quando ha scritto quella parte…-
Detto ciò, anche Ron uscì da sotto il mantello e corse dietro a Hermione; Harry, invece, rimase lì in piedi ad aspettare di vedere i nuovi arrivati. Un tempo era lui il paciere del gruppo, il mediatore nelle continue discussioni tra i suoi due migliori amici; da quando circa dieci anni prima la Proprietaria aveva finito Harry Potter e la Pietra Filosofale, Harry aveva subito capito quale sarebbe stato il suo futuro; ma, da quando Lei aveva finito Harry Potter e i Doni della Morte niente era più stato lo stesso.
Ogni tanto invidiava gli altri libri che la Proprietaria aveva lasciato a metà e scaricato nei ripiani più bassi, perché loro non sapevano come sarebbero andati a finire; per quanto lo riguardava, la Proprietaria era la terza volta che leggeva la sua saga, ma aveva interrotto la lettura proprio nel mezzo di Harry Potter e il Calice di fuoco. Ecco così che Harry si ritrovava un Ron e una Hermione quattordicenni che però sapevano già di doversi sposare! Assurdo!
Delle voci lo riscossero dai suoi pensieri, così cercò con lo sguardo da dove provenissero: due ragazzi sui sedici/diciassette anni si stavano avvicinando con circospezione, lei addirittura con arco e frecce alla mano. Si diede qualche minuto per osservarli bene, giusto per capire se fossero i protagonisti, la nemesi, degli aiutanti, magari qualche comparsa: non era la prima volta che gli capitava e ne aveva passate di tutti i colori. Gli venne subito in mente quella volta che, convinto di salutare un protagonista come lui, aveva dato il benvenuto a una nemesi che, peraltro, gli aveva congelato i piedi.
Cercò di evitare di pensarci e si concentrò sui due ragazzi: lei era alta, mora, con i capelli legati in una treccia appoggiata sulla spalla ed un'espressone sospettosa in volto; lui, invece, alto quanto lei, era biondissimo, con due spalle muscolose e lo sguardo curioso. Entrambi portavano vestiti sgualciti, quelli del ragazzo anche piuttosto slargati, e si vedeva da un chilometro che erano decisamente spossati dalla fame o dalla stanchezza. O da tutt’e due. Decise di avvicinarsi per tenare di sentire il loro discorso.
-…so, Peeta, ok? Smettila di dirlo!-
-Ok, scusa Katniss. Stavo solo cercando di escludere le possibilità meno plausibili!-
-Già, però mi sembrava ovvio di non essere più nel Distretto 12!-
-Già, però…
-Shhhhh!
-Co-cosa c’è?-
-Mi è sembrato di sentire un movimento, uno spostamento d’aria!
Harry rimase paralizzato: aveva troppa paura di muoversi e ritrovarsi una freccia da qualche parte, ma d’altra parte aveva un po’ di timore di rivelarsi perché, dannazione, quella ragazza era così… sicura di sè. E magari, anche della sua mira. Non sembrava certo cattiva, anche se si portava dietro quell’arco, ma avrebbe preferito non fare di nuovo quel salto nel vuoto e presentarsi con degli sconosciuti. Ma dopotutto che scelta aveva? Lei era riuscita perfino a sentire il solo frusciare del mantello…
-Senti, vengo in pace… Ti prego, abbassa l’arma- Nello stesso identico momento in cui aveva aperto bocca, la ragazza chiamata Katniss lo aveva subito puntato col suo arco.
-Dove sei? Ti sento ma non ti vedo! Solo i codardi si nascondono!-
-Io non sono un codardo!- Harry si tolse il mantello, facendo aprire la bocca dallo stupore a entrambi i ragazzi –Io sono un Grifondoro, non un infido Serpeverde!-
-Ma come hai…-
-Peeta, aspetta… Dev’essere un nuovo trucchetto di Capitol City! Allora, cosa sei: un’allucinazione, un ibrido, un nuovo tipo di robot in forma umana programmato per farci fuori con gentilezza? Beh, mi dispiace per te ma io non ci sto a rischiare di nuovo la pelle per far…
-Ma cosa vai farneticando! Io non sono un robot, sono un mago!
Se c’era una cosa che Harry odiava era dare lui la brutta notizia da solo: di solito c’erano con lui sia Hermione, per spiegare in modo semplice la loro situazione, che Ron, per aiutarlo ad alleggerire la situazione. Però, da quando erano stati lasciati a metà, non passava giorno che i suoi migliori amici non litigassero. Ah, certe volte era così frustrante! Harry cercò di concentrarsi sul suo attuale problema e sul convincere la cosiddetta Katniss a non trasformarlo in uno scolapasta.
I due, con lo sguardo perplesso, stavano discutendo a bassa voce su ciò che aveva appena detto: a quanto pare, da loro non si vedevano molti maghi in giro! Nonostante l’accesa discussione, la ragazza non staccava un secondo gli occhi da Harry, cosa che lo inquietò ancora di più: se avesse anche solo provato a prendere la bacchetta dalla tasca posteriore, era sicuro che lei se ne sarebbe accorta e gli avrebbe fatto un altro buco per mangiare.
-Ehi senti, se sei un mago, allora perché non ci fai vedere qualche magia?
-Peeta, ma ti sembra il momento?!
-E dai Katniss, diamoli almeno la possibilità di dimostrarci che dice il vero.
-Sentite, non possiamo sederci un attimo, così vi racconto tutto con calma dall'inizio?
-Perché invece non ce lo racconti da in piedi e magari anche velocemente?
-Dai Katniss, non essere così dura con lui! A me non sembra tanto cattivo.
-Certe volte, Peeta, sei proprio ingenuo! I cattivi non sembrano mai cattivi!- Harry, ripensando in particolare ad un certo Oscuro Signore ossessionato da lui, avrebbe avuto qualcosa da obiettare, ma quello non era il momento.
-Io non mi fido! Come potrei dopo quello che è successo nell’arena!
-Sentite, io non so cosa vi sia successo né perché, ma una cosa posso dirvela… Io non centro assolutamente niente!
-Beh, allora dicci un po': di che distretto sei?- Di cosa stava parlando quella strana ragazza?
-Distretto?
-Sì signor mago, distretto! O forse sei un capitolino?- disse tendendo un po' di più l'arco.
-Che dici Katniss, senti che non ha quell’accento? Per me viene o dal primo o dal secondo…-
-No no no, io vengo da Hogwarts! Sì insomma, abito coi miei zii a Privet Drive, ma la mia vera casa è Hogwarts!
-Cos’è Hogwarts? Non l’ho mai sentita…
-Te l’avevo detto! Sta cercando di confonderci, di prendersi gioco di noi!- La ragazza tese ancora di più l’arco, pronta a scoccare.
-Ferma, ti prego, TI PREGO! Io posso dimostrarvelo! Posso dimostrarvi di essere un mago!- I due ragazzi si scambiarono un’occhiata veloce, poi puntarono di nuovo lo sguardo su Harry.
-Ok ragazzo, facci vedere qualche bel trucchetto!- Katniss sembrava piuttosto scettica, ed Harry poteva capirlo, ma Peeta sembrava piuttosto eccitato e incuriosito. Quel ragazzo gli stava già simpatico!
-Va bene… Ora infilo la mano nella tasca posteriore e tiro fuori la mia bacchetta!
-Se sei un mago, perché non la fai apparire? A che ti serve una bacchetta?- Quella Katniss sapeva essere irritante quando voleva.
-Servono perché le bacchette sono i canalizzatori della magia: senza non posso fare niente… forse giusto qualche magia accidentale!- Sorrise al pensiero della volta che aveva per sbaglio gonfiato sua zia Marge dopo che lei aveva insultato la sua famiglia.
-Va bene, va bene... ma niente scherzi!- Lentamente, Harry prese la bacchetta dalla tasca e la mostrò ai due ragazzi: Katniss sembrò rilassarsi giusto un pochino, forse non pensava che quel bastoncino di legno potesse veramente fare qualcosa. Peeta, invece, non stava più nella pelle e tentava in tutti i modi di non sorridere. A quel punto Harry usò l’incantesimo che meglio poteva toglierlo da quell’impiccio.
-Accio arco!- Un movimento del polso e Via! L’arco di Katniss volò immediatamente tra le sue mani, lasciando i due evidentemente sbigottiti.
-Oh mio…
-RIDAMMELO!- Katniss si lanciò verso il ragazzo occhialuto che le aveva appena strappato via di mano chissà come il suo unico arco. Era indifesa, in un luogo a lei sconosciuto, impaurita, lo doveva ammettere, da quello che il ragazzo aveva appena fatto; così aveva deciso che la miglior difesa era l’attacco.
-PROTEGO!- Un gesto del ragazzo e Katniss andò a sbattere contro un muro invisibile che prima non c’era, uno scudo magico pensò.
-Ehi amico, devi insegnarmi! È stato troppo forte!
-RIDAMMELO! RIDAMMI. SUBITO. IL MIO. ARCO!
-Te lo darò non appena mi avrete ascoltato!- Katniss era fuori di se: disarmata, senza vie di fuga sicure, e con Peeta non ancora abituato alla sua nuova gamba robotica, quindi impossibilitato a correre. Fantastico! Lei adorava rimanere incastrata.
-Eh va bene…- Allargò le braccia in segno di resa –Parla!- Harry, a sua volta, si passò una mano fra i capelli per schiarirsi le idee: era in evidente difficoltà. Prese un bel respiro.
-Allora, ascoltate molto attentamente. Tutto quello che conoscete, tutto quello che pensate di conoscere, le vostre vite, le vostre case, le vostre famiglie, il luogo da cui provenite, tutto… Non c’è niente di reale! O meglio, è reale in quanto creato da qualcuno , ma in realtà è tutto finto! Insomma, non so bene come dirvelo ma…- Katniss e Peeta si scambiarono un’occhiata incerta.
-Senti coso, o ti decidi a dircelo chiaro e tondo o vedrai che trovo un modo per oltrepassare la tua barriera magica e…
-Guarda che non è così semplice!
-Dai Katniss, calmati! So che sei spaventata, ma magari anche per lui non è facile-
-Grazie!- La mora fulminò con lo sguardo il biondo, ma lui non cedette; così, dopo diversi secondi lei sbuffò e fece un impaziente segno ad Harry di continuare.
-Beh, per farvela semplice, quello che volevo dirvi era che… Uff! Quello che sto cercando di dirvi adesso… è che… è che voi… voiAaaaah!- Si passò le mani fra i capelli per la frustrazione.
-Insomma, quello che voglio dirvi è che…
-È che?- Entrambi si sporsero in avanti, impazienti di sapere. Così Harry lo disse senza tanti preamboli.
-È che… è che...- Non si torna indietro.
-Voi siete dei libri!-
 
 *****

-Oh mio Dio... mi viene da vomitare- Katniss era completamente sbiancata.
-Wow, è incredibile! Non ci posso credere che stia accadendo, la magia, la guerra, tutto! E dimmi, questo negozio di dolci, Mielandia, non è che potrei visitarlo?
-Cioè Peeta, tu mi stai dicendo che di tutto quello che ci ha raccontato, la scuola di magia, le case, i fondatori, gli incantesimi, i Babbani, i Purosangue, i Sanguesporco e la guerra tra maghi per il dominio del mondo magico, tra tutto questo tu sei stato colpito da un negozio di dolci?!
-Eh dai Katniss, sai che torte straordinarie potrei fare una volta tornato nel Distretto 12?- Katniss rimase impalata qualche secondo a fissare il suo “presunto” fidanzato a bocca aperta.
-Ma sto scherzando, dai! Ci hai veramente creduto?- Katniss alzò gli occhi al cielo e sospirò, ma in realtà tentava di nascondere un sorriso: ci era cascata con tutte le scarpe, l’arco e le frecce.
-Allora, come hai detto che funzionano queste bacchette?
-Te lo rispiego in modo semplice: la magia è già dentro di me, la bacchetta serve solo per canalizzarla, per aiutarmi ad indirizzarla dove, contro chi e cosa voglio.
-Quindi, se io, per ipotesi, te la rubassi non potrei usarla?- Istintivamente Harry portò una mano alla tasca dei pantaloni. Con quella ragazza non si poteva mai dire.
-Sì, esatto.
-E tu senza non faresti queste… magie?
-Si dice incantesimi e … sì, più o meno. Quando un mago non usa la magia e la “espelle” questa si accumula e può fuoriuscire accidentalmente quando non si riesce a mantenere il controllo delle proprie emozioni.
-Beh, questo mondo dei maghi sembra una forza, un vero paradiso… ma come facciamo a sapere che non ci stai mentendo?
-Katniss!
-Andiamo, Peeta! Va bene il trucchetto del rubarmi l’arco, ma come sappiamo che non era solo un trucchetto? Questa potrebbe essere tutta un’illusione o che so io…
-Ti assicuro che non è un’illusione!
-E la tua parola, la parola di uno sconosciuto, vale tantissimo. Non sono del tutto convinta che tu dica il vero!- Peeta, a quel punto, la guardò storto. Lei sospirò.
-Però,... al contempo, il mio istinto mi dice che non sei pericoloso. E io mi fido del mio istinto. Ti darò una chance!
-Ehm…Fantastico!- Harry non era pienamente soddisfatto, ma quello era il massimo che avrebbe ottenuto da quella cocciutissima Katniss: certo, non poteva pretendere che gli credesse sulla parola, ma non gli sembrava neanche di aver meritato la sua sfiducia.
-È troppo strano pensare che l’arena, gli Hunger Games, Prim, mia madre, Gale, noi… Ah, mi fa male la testa! Scusatemi...- Katniss si alzò e si allontanò dai due ragazzi per riprendere fiato e metabolizzare il tutto.
-Dici che…
-No, lei è abituata a risolvere i suoi problemi da sola; da quando è morto il padre, lei ha mantenuto la sua famiglia tutta da sola. Non ha mai chiesto aiuto a nessuno… e la rispetto per questo. In oltre, non ho proprio tutta questa voglia di starle vicino…
-Avete litigato? Se ti può aiutare, ti dico che tra fidanzati questo è normale.
-NONONO frena amico, hai capito male! Noi non… non stiamo assieme…
-Ma?
-Ma…- Peeta sospirò: doveva dirglielo? Dopotutto, Harry si era completamente aperto con loro: gli aveva raccontato tutto, dalla tragica morte dei suoi genitori alla guerra che avrebbe affrontato contro un certo Lord Voldimort o cose così. Diamine, gli aveva perfino parlato dei suoi futuri figli!
-Eh… è complicato!
-Se fosse stato semplice, non sareste stati una storia avvincente!- Peeta avrebbe dovuto farci il callo a pensare che tutto quello che era successo loro e che sarebbe successo fosse opera di qualche Scrittrice.
-Beh, le cose stanno più o meno così: mi sono innamorato di lei da bambino, è sempre stata l’unica ragazza che ho desiderato. Poi, quando lei si è offerta volontaria per gli Hunger Games e io sono stato sorteggiato…
-Frena frena frena! È già la seconda volta che li nominate… cosa sarebbero questi Younger Games?
-Beh primo, si dice Hunger, non Younger; secondo, per ricordare a noi abitanti dei distretti dei tempi bui, quando 75 anni prima i distretti si sono ribellati a Capitol City, sono stati istituiti gli Hunger Games. Ogni anno, da ogni Distretto vengono sorteggiati un ragazzo e una ragazza tra i 12 e i 18 anni durante la Mietitura per sfidarsi in un’arena creata da Capitol: l’ultimo a sopravvivere vince la sua libertà e una vita di agi e comodità.
-Vuoi dire che voi avete dovuto…
-…uccidere 22 ragazzi? Sì, più o meno è così… Molti sono morti per cause naturali o per mano di altri, ma alla fine siamo tutti colpevoli.
-E voi, come avete vinto in due?
-Per salvarle la vita e farle pubblicità con gli Sponsor, i ricconi che avrebbero mandato aiuti nell’arena, ho rivelato in diretta nazionale il mio amore per lei. Avessi visto come ha reagito!
-Immagino sarà stata felicissima di scoprire cosa provavi per lei!
-Già, così felice che, appena mi ha visto, mi ha spinto contro un muro e quasi me le dava! Era furiosa, pensava volessi screditarla o che so io!
-Ah…
-Già… Comunque, nell’arena è cambiata: hanno fatto una modifica al regolamento per la quale avrebbero potuto vincere due tributi se appartenenti allo stesso distretto. Io ero stato ferito ad una gamba, lei mi ha trovato e, mentre mi medicava in una caverna, ci siamo baciati…- Harry rimase in silenzio, non voleva interromperlo.
-È stata la cosa migliore della mia vita! È stato indescrivibile!-
-Già…- Harry ripensò al suo primo bacio con Ginny, nella sala comune, dopo la partita di Quidditch: aveva ragione Peeta, non c’erano parole per descriverlo.
-Il fatto è che, dopo che abbiamo vinto gli Hunger Games, stavamo tornando a casa e lei mi ha rivelato che… che non mi amava. Che l’aveva fatto solo per gli sponsor e per aiutarmi a sopravvivere. Io non ci potevo credere! Ero sconvolto! Ero sicuro che quel bacio avesse significato qualcosa per tutti e due, l’ho sentito! E ora mi chiedo se non mi sono immaginato tutto…- Peeta abbassò lo sguardo e si portò le mani alle tempie. Non ne aveva mai parlato con nessuno fin’ora.
Harry lo osservò per un po’ e non poté fare a meno di pensare: come si può fingere un sentimento così intenso? Certo, se ci fosse stato di mezzo un filtro d’amore, avrebbe capito, ma recitare l’amore… Non aveva neanche idea di cosa avrebbe fatto lui al suo posto.
-Ma… mi dispiace, Peeta. Non posso neanche immaginare come ci si possa sentire.-
-Beh, sai io…
-MISERIACCIA!-
-PEETA!- Quelle grida li fecero scattare tutti e due in piedi e correre verso la direzione in cui si era incamminata Katniss. Poco più in là, infatti, si ritrovarono di fronte ad una bizzarra scena: chissà come, Ron era in piedi di spalle davanti a Katniss che gli aveva infilato due dita nel naso per tenergli la testa alta e lo usava come scudo umano contro Hermione, la quale stava lanciando incantesimi alla cieca da tutte le parti. Questo perchè, chissà come, le era spuntato un enorme monosopracciglio piuttosto cespuglioso che le impediva di vedere.
-Harry, aiutami! Tu, lascia stare il mio futuro marito, sottospecie di Vermicolo senza spina dorsale!
-Fermati con quella cosa, ragazza, o rischi di colpire di nuovo il tuo pel di carota!
-Ferme ragazze, FERME! Hermione, smettila!
-Katniss, lascialo andare!
-Peeta!
-Katniss!
-PEETA!
-Harry!
-Hermione!
-Harry!
-Hermione…
-RON!- Tutti si voltarono a guardarlo: almeno aveva attirato l’attenzione. In quel momento Harry notò che la sua pelle tendeva al verde ed aveva la faccia piena di macchie violacee. Katniss, invece, aveva diverse inquietanti pustole blu elettrico sparse ovunque si riuscisse a vedere. Harry si chiese come avevano fatto in così poco tempo a riempirsi così di fatture; in più, si domandò chi avesse colpito Hermione, visto che Katniss non era una strega, e come avesse fatto Katniss a prendere letteralmente Ron per il naso.
- Senti Hermione, smettila di lanciare incantesimi alla cieca, rischi di colpire uno di noi!
-Ma Harry…
-E Katniss, per favore lascia andare Ron , è il mio migliore amico! Non farebbe male a una mosca, è innocuo.
-Ehi!
-Chi mi assicura che non verrò di nuovo attaccata?
-Hermione, l’hai attaccata?
-Non ho cominciato io… Ma poi lei mi ha spaventata! Ha aggredito Ron!-
-Ok, allora il piano è questo: al tre mettiamo tutti a terra armi e ostaggi! Ok? Uno, due… tre!- Nessuno si mosse.
-Ragazzi!
-Guarda che neanche tu ti sei mosso!
-Katniss…
-Peeta, non è il momento!
-Ok, stavolta dico seriamente, ok? Uno, due, tre!- Harry e Hermione posarono le bacchette, Peeta alzò le mani per far segno che era disarmato e Katniss lasciò andare Ron.
-Miseriaccia… Mi hai fatto male!
-Mica potevo essere delicata, mi avete attaccato!
-Ecco... Senti scusa per quello, è solo che ci hai colti alla sprovvista! Io, comunque, sono Hermione…- Tese la mano verso Katniss che la strinse titubante.
-Katniss…
-Io mi chiamo Ron ma non ti stringerò di certo la mano!
-Ronald!
-Hermione, senti…
-Ciao a tutti, io sono Peeta!
-Ehm… piacere!
-Ciao, io sono Ron… e ora smamma!
-Ron!
-Ron, loro sono amici… più o meno!
-Più o meno?
-Siamo nuovi qui! Siamo appena stati messi sullo scaffale!-
-Peeta, guarda che non devi per forza farci pubblicità!
-Ragazzi, basta adesso… ci sarà tempo per litigare! Prima dovremmo tutti calmarci, presentarci, sciogliere le fatture,… Quindi, a chi va una burrobirra?
 
*****

-Quindi, riassumendo: Katniss ha incontrato Ron e Hermione, li ha aggrediti…
-Non li ho aggrediti!
-Ok ok… ha chiesto con decisone chi fossero, sbucando dal nulla; Ron si è spaventato ed ha fatto qualche scintilla con la sua magia accidentale, tu lo hai aggredito ed immobilizzato con quella… presa per il naso mentre tirava fuori la bacchetta e ti lanciava una fattura. Colto di sorpresa, la bacchetta gli è volata di mano ed è rimbalzata su Hermione, alla quale è spuntato quel monosopracciglio e che ha cominciato a lanciare fatture a vuoto… È esatto?- Tutti fecero un accenno verso Harry. Lui a sua volta guardò Ron e Hermione e si alzò in piedi col suo calice.
-Beh… allora brindiamo al più assurdo, movimentato e… bizzarro Benvenuto che abbia mai dato!
 
 



Nota dell'autrice: Quando ero piccola, credevo che i pupazzi, le bambole e tutti gli altri miei giochi facessero come in Toy story, ovvero che si muovessero e vivessero quando io non potevo vederli! Per questo mi è piaciuta subito l'idea di far vivere sul serio i libri e le saghe che amo e farli incontare sul ripiano della mia libreria! Questo esperimento è nato dopo che ho letto una fanfiction molto bella che citerò in seguito e che mi ha dato l'ispirazione per tentare qualcosa di nuovo... Questa è la fanfic che mi ha ispirata: se a qualcuno interessasse leggerla, è basata sulla saga di Divergent e si intitola "C’erano una volta i problemi mentali di Tris e Peter, e la Drammatica Situazione" di alix katlice.
Spero che quest'idea vi piaccia quanto piace a me e spero anche di riuscire a far agire e parlare i personaggi come avrebbero voluto i loro scrittori...
Ok, fine del messaggio! ;)
 
   
 
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