Capitolo 1
Si salvi
chi può.
Era una
giornata
tiepida e soleggiata. Per le strade di Londra regnava la
tranquillità.
Il via
vai di gente
oramai abituale, si scorgeva chiaramente dalla splendida finestra che
dava
sulla strada di uno dei quartieri più eleganti della
città.
Da quella
finestra,
due occhi grigi scrutavano critici le varie persone che passavano sotto
il suo
sguardo.
Con un
gesto stizzito,
chiuse la tenda, nascondendo così quella che, per lui, era
una visione inaccettabile.
Una voce
che proveniva
da un’altra stanza proferì, con tono di rimprovero
e alquanto scocciato “Quante
volte ti ho detto di non chiudere a quel modo le tende del soggiorno?
Ne hai
già rotte tre! Non abbiamo bisogno di buttare soldi tutti i
giorni. Anche
perché poi, quello che deve andare a comprare ciò
che tu rovini, sono sempre io.
E il sottoscritto qui, non ha più voglia di farsi mezza
Londra di negozi di
tappezzeria perché il principino lì vuole quella
precisa tonalità di rosso
sangue, viola uva o verde pisello! Ok?!”
Draco
percorse la
stanza a passo nervoso e si sedette sul divano, incupendosi. Dannato
lui e
quando gli era venuta la malsana idea di farsi incasinare la vita da
quel
troglodita.
Ma santo
cielo!
Non
poteva lasciare
che gli eventi facessero il loro corso e che Potter venisse ucciso dal
Lord
Oscuro? Se così fosse stato, lui si ritroverebbe a Malfoy
Manor a scolarsi
drink in allegria nell’enorme salone di casa sua, senza alcun
problema nella
testa se non quello di scegliersi qualche ricca e splendida strega purosangue da
sposare per poter
mandare avanti la discendenza della sua casata.
Ma no!
Oh, no! Sarebbe
stato troppo logico, troppo intelligente! Perché continuare
a vivere nel lusso
e nell’agio quando poteva farsi trascinare nel fango da
Potter e dai suoi
dannatissimi problemi? Perché non fare la spia per
l’Ordine della Fenice,
rischiando le chiappe e non si sa cos’altro? Per chi poi? Per
Potter.
Potter!
Lo stesso
troglodita
con cui andava a scuola. Quello con i capelli intrattabili, lo sguardo
idiota e
pieno di insopportabile buonismo.
Se glielo
avessero
detto solo pochi anni prima, probabilmente si sarebbe fatto una grassa
risate
piena di beffa all’indirizzo dell’azzardato
interlocutore, prima di lanciare a
quest’ultimo un incantesimo silenziante in modo tale che non
facesse troppo
chiasso mentre lo appendeva per le palle alla torre di astronomia.
E invece
eccolo li.
Con la
guerra finita e
comodamente spaparanzato sul divano color vinaccia, nella casetta che
condivideva ormai da due anni con il grande Potter.
Bah.
Ancora si
chiedeva
perché aveva fatto tutto ciò. Probabilmente
perché stando a contatto con quel
rincoglionito aveva finito per rammollirsi anche lui. Bella
roba…
“Hey,
non parli più?
Non ti sei mica arrabbiato, vero?”
Dalla
porta fece
capolino la testa arruffata di Harry, che subito gli lanciò
uno sguardo tra il
divertito e il timoroso.
Ok. Dubbi
fugati,
d’accordo? Lo aveva fatto per lui, perché lo aveva
accolto e aiutato nonostante
nessun altro lo avrebbe fatto, perché era potente (Draco lo
aveva sempre
saputo, nonostante non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce con
chicchessia) e
perché nonostante la sua più che evidente
imbecillità Grifondoro, quello scemo
in un modo o nell’altro aveva sempre attirato la sua
attenzione. E poi,
particolare importante: Potter era davvero un bocconcino troppo
appetibile per
lasciarlo in pasto ai vermi.
Fatto
stava, qualunque
fossero state le ragioni che lo avevano spinto ad aiutare Harry e i
suoi
amichetti sfigati, ora si trovava la, imbronciato e seduto sul suo
divano
preferito ad osservare la migliore espressione da capra morta del suo
ragazzo.
Il suo
ragazzo…
Mamma,
quanto era
brutto dirlo!
Il moro
si avvicinò a
lui lentamente, scrutandolo.
“Non
mi starai mica
tenendo il broncio, vero?” gli sussurrò poco
lontano dalle sue labbra, con lo
sguardo pieno di quella luce strana che invadeva sempre gli occhi verdi
del
Grifondoro ogni qual volta che pensava a cose poco caste.
Draco
detestava quello
sguardo. Lo faceva sempre sentire dannatamente vulnerabile e ben
predisposto
verso l’ameba. Cosa di per sé inaccettabile, a suo
parere.
Draco gli
rivolse uno
sguardo pieno di sufficienza e alterigia “Io non tengo il
‘broncio’, Potter”
sibilò, fissandolo male “Sono semplicemente
scocciato dal fatto che abito in un
dannato appartamento in pieno territorio babbano”
borbottò, lanciando uno
sguardo malevolo alla finestra, come se potesse vedere attraverso le
pesanti
tende di raso azzurro il via vai babbano delle strade circostanti
“Che schifo…”
“Draco”
lo riprese
Harry, fissandolo con aria di rimprovero, come sempre faceva quando il
fidanzato infieriva malevolmente contro ‘i suoi amichetti
disagiati’, come
amava definirli il biondo.
Malfoy
sogghignò
divertito dalla prevedibile reazione del compagno. Le manie da cavalier
servente del moro non si erano affatto attenuate nel tempo,
tutt’altro. E
pareva che Draco amasse infastidirlo pigiando su quel lato del
carattere del
moro.
“Potter,
che pena”
esclamò divertito “quando perderai il tuo vizietto
di far da mammina a tutte le
creature disagiate del mondo?”
“Ti
ricordo” borbottò
infastidito, Harry “Che
è stato grazie
al mio essere tanto ‘mammina’ se ho deciso di
salvarti il culo”
“Già.
E aiutandomi hai
compromesso per sempre la salute del tuo” mormorò
divertito Draco, fissando con
soddisfazione le guance del Grifondoro arrossarsi per
l’imbarazzo.
“Io…tu…non
è…”
balbettò il moro, cercando una replica pungente per
rispondere alla
provocazione del compagno.
“Ma
come parli,
Potter?” chiese sempre più divertito, Malfoy
“quando vai nel panico cambi
lingua? Usa il serpentese, almeno”
“Sì,
sì” ringhiò Harry
“Fai pure lo stronzo” concluse acidamente,
ignorando volutamente la luce
pericolosa che si era appena illuminata negli occhi del biondo.
“Com’è
che mi hai
chiamato, Potter?” chiese con tono minaccioso, notando con
soddisfazione lo
sguardo preoccupato del moro. Draco adorava quei preludi di litigio.
Finiva
sempre che se lo scopava di brutto.
“Ho
detto che sei…”
provò a ripetere coraggiosamente Potter, prima che il
compagno scattasse in sua
direzione e se lo caricasse in spalla, dirigendosi verso la camera da
letto a
passo di marcia.
“Draco,
cosa…?”
balbettò Harry con voce stridula.
“Tipico
tuo, Potty,
fare cazzate e poi cagarti in mano quando sai che mi sono
incazzato” disse
Draco, gettandolo sul letto. In verità il biondo non era
affatto arrabbiato,
semmai divertito dai modi sempre nuovi con cui Potter sembrava cercare
la
morte.
“No,
dai, Draco…”
piagnucolò il moro, fissandolo implorante, conscio che il
biondo, ridendo e
scherzando, gli avrebbe fatto pagare seduta stante le parole poco
cordiali di
pochi istanti prima.
“E’
inutile che mi
fissi con quella faccia da cernia” lo ammonì Draco
“Te la sei cercata”
concluse, mentre con un movimento fulmineo lo imprigionò
sotto di sé, sedendosi
sul suo bacino e bloccandogli le braccia sopra la testa con le sue.
Harry, a
sentire il
corpo del compagno così a contatto con il suo, si
lasciò sfuggire un gemito
involontario, che catturò immediatamente
l’attenzione di Malfoy.
“Ma
come, Potty!”
esclamò divertito “prima ti lagni come una
ragazzina e poi reagisci così? Come
sei volubile…”
“Ho
cambiato idea”
mormorò Harry, con gli occhi lucidi “Fai quello
che vuoi” concluse, allargando
le gambe con un movimento quasi istintivo.
Malfoy,
nel vederlo in
stato grazia, sentì la salivazione aumentare e
deglutì leggermente. I cambi
d’umore di quello svitato erano tanto repentini da spiazzare
persino lui, il
più delle volte. In certi momenti, più che con un
uomo, Draco aveva
l’impressione di stare con una ragazzina mestruata.
“Eh,
no” disse Malfoy,
guardando Harry con aria contrita “Mica te lo meriti, tu. Non
dopo quello che
hai detto prima”
“Ma
tu sì” rispose
subito, Harry.
“Quando
vuoi farti
scopare diventi incredibilmente svelto a dar rispostine,
Potty” commentò Draco,
con tono riflessivo. Prima di sentire la replica del compagno, Malfoy
lo afferrò
saldamente per i fianchi, tirandoselo contro.
Sentì
l’ansito di
sorpresa di Harry, ma se ne curò ben poco.
“Comincio
a pensare
che tu sia masochista, Potty” mormorò Draco
“è incredibile come tu riesca a
trovare un approccio sempre nuovo per farti far del male dal
sottoscritto”
“Sono…sono
bravo in
questo” sussurrò Harry, socchiudendo gli occhi e
deglutendo a vuoto mentre
osservava Draco avvicinare il viso al suo.
“Molto
bravo” concordò
Malfoy, strofinando il naso sul collo del moro “ma non mi
dispiace questo
giochetto al massacro. Finisce sempre in un modo solo: con io che te lo
infilo
e tu che urli come una ragazzina. Potrei quasi pensare che tu mi
infastidisca
apposta per questo scopo”
“Non
urlo come una
ragazzina” protestò debolmente Harry, avvertendo
il poco sangue rimastogli nel
cervello defluire in parti molto più a sud.
Draco lo
fissò con
aria scettica, allargando il ghigno divertito che aveva in volto
mormorò
“Vediamo,
allora…”
* *
* *
“Draco…”
“Mh?”
“Quando
potremo dire
agli altri di noi?”
Il biondo
si irrigidii
istantaneamente, non rispondendo alla domanda del moro, intento a
guardarlo con
aria guardinga.
Qualche
secondo di
silenzio dopo, Harry ritentò
“Draco…”
“Potter,
che piaga!”
esclamò il biondo, sbuffando “Abbiamo appena
scopato, puoi evitare di rompere i
coglioni ogni dieci secondi?!”
“Draco”
continuò
imperterrito, Potter “Oramai sono due anni che conviviamo.
Sono stufo di dover
tener segreta la nostra relazione ai miei amici!”
“Relazione?
Quale
relazione?” disse Draco, guardandosi in giro “Io
vedo solo una patetica
imitazione del legame tra un padrone e il suo animaletto”
“Draco...”
borbottò
cupamente, Harry.
“Potter,
metti a
tacere la medusa nel tuo cervello. Stai pensando. E sai bene quanto me,
che
quando pensi non succede mai nulla di bello; cose del tipo in cui tu
rischi la
pelle e la gente che ti sta vicino muore… te lo leggo in
quegli occhi vitrei
che quello che ronza in quella caverna vuota che hai per cranio, sono
tutte
cose che non mi piacerebbe stare a sentire”
“Draco!”
esplose,
Harry “Sono stufo di questo segreto! Non ho combattuto contro
Voldemort per
continuare ad aver paura del resto del mondo! Non posso nemmeno
invitare Ron a
casa mia! Né nessun altro amico!”
“Ti
assicuro una cosa,
Potter: che i tuoi amici sappiano o meno di noi, non
permetterò mai che
qualcuno dei loro culi Grifondoro poggi il suo peso sul mio divano, sia
chiaro”
“Quanto
sei stronzo!”
esclamò, Harry. Il moro si immerse per qualche secondo in un
silenzio cupo “E
poi non ho gli occhi vitrei” borbottò, poi.
“Non
sai nemmeno cosa
significhi” disse Draco, annoiato.
Il
silenzio di Potter
si protrasse più a lungo stavolta, calamitando subito
l’attenzione del biondo.
“Lo
sapevo!” urlò
Draco “Non lo sai! Dimmi cosa significa vitreo!”
Harry
scoppiò a ridere.
“Non
lo sai!” esclamò
di nuovo Malfoy “Sei una capra!”
“Lo
so cosa significa”
disse Potter, cercando di darsi un tono “Non te lo dico per
non darti
soddisfazione”
Malfoy lo
fissò con
aria poco convinta, scatenando ulteriori risate nel moro.
“Sei
un decerebrato”
disse con tono sconsolato.
“Per
la mia domanda di
prima, comunque?” disse Potter.
“Ancora?
Potter, sei
una piaga…” sbuffò.
“Allora?”
insistette
il ragazzo, deciso a prendere Draco per esasperazione.
“Ci
penserò” borbottò
cupamente, Malfoy, scatenando un sorrisone soddisfatto sul volto di
Potter.
Draco non
riusciva
davvero a capire certi bisogni del compagno. Che bisogno
c’era, di rendere
partecipi gli altri della loro storia? Non andava bene così,
con loro due soli?
Bah,
probabilmente
erano tutte puttanate Grifondoro che Draco, grazie a Merlino, non
avrebbe mai
potuto capire.
Ad un
tratto, il
campanello suonò ed il biondo emise un grugnito infastidito.
“Va
a rispondere”
mugolò il biondo al suo ragazzo.
“Ma
perché devo andare
sempre io?” si lagnò, Potter.
“Perché
giuro che se è
ancora quella stupida direttrice di riviste porno per maghi e streghe
che ti
vuole proporre di nuovo di far parte dei loro modelli stalloni, un
Avada kedavra
non gliela toglie nessuno. Che pessimi gusti, poi. Se proprio dovessero
scegliere qualcuno per un ruolo del genere, almeno facessero in modo
che quel
qualcuno sia bello. Tipo me”
“Ok,
vado io. Non
farla tanto lunga” brontolò il moro, incamminandosi
Draco si
sdraiò sul
letto, soddisfatto.
Sentì
Harry aprire la
porta e chiedere chi fosse.
Una voce
acuta,
stridula e venata di pianto però, lo fece sobbalzare sul
letto.
“Oh,
Harry!”
“Ginny!”
sentì in
successione la voce di Harry, sorpresa e preoccupata insieme.
“Dio…”
ringhiò, Draco
“La stracciona, no!”
Sentì
Harry balbettare
qualcosa, incerto, prima di invitarla ad entrare.
Draco si
alzò
lentamente dal letto, con lo sguardo alienato.
Quel
coglione di
Potter, ha appena invitato una Weasley in casa SUA?!
“Quello
io lo ammazzo”
mormorò malevolo, Malfoy.
Dal
salone arrivavano
le voci ovattate dei due. Potter parlava sommessamente e con tono
ansioso e la
Weasley gli rispondeva con frasi brevi e inframmezzate da singhiozzi
molto poco
discreti.
“Che
schifo” borbottò
Draco “Spero almeno che non si pulisca il naso sulla mia
tovaglia”
Il solo
pensiero lo
fece quasi vomitare.
Si
alzò di malavoglia,
dirigendosi verso i due, trovandoli entrambi seduti sul divano. Harry
dava
pacchette imbarazzate sulla schiena della ragazza, ancorata al suo
collo, in
pieno crollo emotivo.
Che
schifo…
“Mamma
mia” borbottò
disgustato, Draco, osservando la scenetta.
“Draco”
disse Harry,
notandolo e lanciandogli uno sguardo pieno di supplica che il biondo
ignorò
bellamente.
Che se li
gestisse
Potter, i patemi della barbona.
Ginny,
sentendo il
nome del biondo si voltò di scatto, puntando lo sguardo su
Draco.
“Malfoy”
mormorò,
staccandosi lentamente da Harry e tirando su con il naso, scatenando
una
smorfia scontenta sul volto del Serpeverde.
“Weasley…”
si limitò a
rispondere il biondo.
Quando
Draco era
passato dalla parte dell’Ordine, non erano stati in molti ad
averlo accolto di
buon grado tra le loro file, a parte Potter. Nonostante ora la guerra
fosse
finita, non tutti avevano ancora appianato i sospetti sulla sua
persona,
Weasley per primi. La sua convivenza con Potter non era un segreto
quasi per
nessuno, nel mondo magico ed era stata accolta con scetticismo e
perplessità
generali. I più si erano convinti che Potter se lo tenesse
vicino per tenerlo
d’occhio.
Se
sapessero dove
puntano, per la maggior parte del tempo, gli occhi del loro
eroe…
“A
cosa dobbiamo
questa affatto gradita visita, Weasley?” domandò
con tono strascicato, Malfoy.
“Draco!”
sbottò,
Harry.
Malfoy
alzò gli occhi
al cielo, sbuffando interiormente, quando qualcosa calamitò
il suo sguardo,
facendolo irrigidire da capo a piedi.
“Dimmi
che non è
quello che penso” sussurrò con tono glaciale.
Harry e
Ginny si
scambiarono uno sguardo guardingo e ansioso.
“Potter!”
esclamò
Mlafoy “che nuova vaccata è, questa?!”
“Malfoy”
intervenne
Ginny, stringendo più forte la valigia che aveva tra le mani
e su cui lo
sguardo orripilato di Draco era fisso “Ho un favore da
chiedervi”
Salazar! Fulminami, ora!