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Autore: Gokychan    22/07/2008    2 recensioni

Erano le dieci di mattina quando Draco si era catapultato nel suo ufficio, cominciando a urlare non si sa che a proposito della Weasley e di una qualche tazza a rana.

Dal comportamento e dalle parole sconclusionate dell’amico, Zabini aveva dedotto che Draco non aveva ancora ingurgitato il suo caffè della mattina.

Genere: Romantico, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ginny Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

Si salvi chi può.

 

Era una giornata tiepida e soleggiata. Per le strade di Londra regnava la tranquillità.

Il via vai di gente oramai abituale, si scorgeva chiaramente dalla splendida finestra che dava sulla strada di uno dei quartieri più eleganti della città.

Da quella finestra, due occhi grigi scrutavano critici le varie persone che passavano sotto il suo sguardo.

Con un gesto stizzito, chiuse la tenda, nascondendo così quella che, per lui, era una visione inaccettabile.

Una voce che proveniva da un’altra stanza proferì, con tono di rimprovero e alquanto scocciato “Quante volte ti ho detto di non chiudere a quel modo le tende del soggiorno? Ne hai già rotte tre! Non abbiamo bisogno di buttare soldi tutti i giorni. Anche perché poi, quello che deve andare a comprare ciò che tu rovini, sono sempre io. E il sottoscritto qui, non ha più voglia di farsi mezza Londra di negozi di tappezzeria perché il principino lì vuole quella precisa tonalità di rosso sangue, viola uva o verde pisello! Ok?!”

Draco percorse la stanza a passo nervoso e si sedette sul divano, incupendosi. Dannato lui e quando gli era venuta la malsana idea di farsi incasinare la vita da quel troglodita.

Ma santo cielo!

Non poteva lasciare che gli eventi facessero il loro corso e che Potter venisse ucciso dal Lord Oscuro? Se così fosse stato, lui si ritroverebbe a Malfoy Manor a scolarsi drink in allegria nell’enorme salone di casa sua, senza alcun problema nella testa se non quello di scegliersi qualche ricca e splendida  strega purosangue da sposare per poter mandare avanti la discendenza della sua casata.

Ma no! Oh, no! Sarebbe stato troppo logico, troppo intelligente! Perché continuare a vivere nel lusso e nell’agio quando poteva farsi trascinare nel fango da Potter e dai suoi dannatissimi problemi? Perché non fare la spia per l’Ordine della Fenice, rischiando le chiappe e non si sa cos’altro? Per chi poi? Per Potter.

Potter!

Lo stesso troglodita con cui andava a scuola. Quello con i capelli intrattabili, lo sguardo idiota e pieno di insopportabile buonismo.

Se glielo avessero detto solo pochi anni prima, probabilmente si sarebbe fatto una grassa risate piena di beffa all’indirizzo dell’azzardato interlocutore, prima di lanciare a quest’ultimo un incantesimo silenziante in modo tale che non facesse troppo chiasso mentre lo appendeva per le palle alla torre di astronomia.

E invece eccolo li.

Con la guerra finita e comodamente spaparanzato sul divano color vinaccia, nella casetta che condivideva ormai da due anni con il grande Potter.

Bah.

Ancora si chiedeva perché aveva fatto tutto ciò. Probabilmente perché stando a contatto con quel rincoglionito aveva finito per rammollirsi anche lui. Bella roba…

“Hey, non parli più? Non ti sei mica arrabbiato, vero?”

Dalla porta fece capolino la testa arruffata di Harry, che subito gli lanciò uno sguardo tra il divertito e il timoroso.

Ok. Dubbi fugati, d’accordo? Lo aveva fatto per lui, perché lo aveva accolto e aiutato nonostante nessun altro lo avrebbe fatto, perché era potente (Draco lo aveva sempre saputo, nonostante non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce con chicchessia) e perché nonostante la sua più che evidente imbecillità Grifondoro, quello scemo in un modo o nell’altro aveva sempre attirato la sua attenzione. E poi, particolare importante: Potter era davvero un bocconcino troppo appetibile per lasciarlo in pasto ai vermi.

Fatto stava, qualunque fossero state le ragioni che lo avevano spinto ad aiutare Harry e i suoi amichetti sfigati, ora si trovava la, imbronciato e seduto sul suo divano preferito ad osservare la migliore espressione da capra morta del suo ragazzo.

Il suo ragazzo…

Mamma, quanto era brutto dirlo!

Il moro si avvicinò a lui lentamente, scrutandolo.

“Non mi starai mica tenendo il broncio, vero?” gli sussurrò poco lontano dalle sue labbra, con lo sguardo pieno di quella luce strana che invadeva sempre gli occhi verdi del Grifondoro ogni qual volta che pensava a cose poco caste.

Draco detestava quello sguardo. Lo faceva sempre sentire dannatamente vulnerabile e ben predisposto verso l’ameba. Cosa di per sé inaccettabile, a suo parere.

Draco gli rivolse uno sguardo pieno di sufficienza e alterigia “Io non tengo il ‘broncio’, Potter” sibilò, fissandolo male “Sono semplicemente scocciato dal fatto che abito in un dannato appartamento in pieno territorio babbano” borbottò, lanciando uno sguardo malevolo alla finestra, come se potesse vedere attraverso le pesanti tende di raso azzurro il via vai babbano delle strade circostanti “Che schifo…”

“Draco” lo riprese Harry, fissandolo con aria di rimprovero, come sempre faceva quando il fidanzato infieriva malevolmente contro ‘i suoi amichetti disagiati’, come amava definirli il biondo.

Malfoy sogghignò divertito dalla prevedibile reazione del compagno. Le manie da cavalier servente del moro non si erano affatto attenuate nel tempo, tutt’altro. E pareva che Draco amasse infastidirlo pigiando su quel lato del carattere del moro.

“Potter, che pena” esclamò divertito “quando perderai il tuo vizietto di far da mammina a tutte le creature disagiate del mondo?”

“Ti ricordo” borbottò infastidito, Harry  “Che è stato grazie al mio essere tanto ‘mammina’ se ho deciso di salvarti il culo”

“Già. E aiutandomi hai compromesso per sempre la salute del tuo” mormorò divertito Draco, fissando con soddisfazione le guance del Grifondoro arrossarsi per l’imbarazzo.

“Io…tu…non è…” balbettò il moro, cercando una replica pungente per rispondere alla provocazione del compagno.

“Ma come parli, Potter?” chiese sempre più divertito, Malfoy “quando vai nel panico cambi lingua? Usa il serpentese, almeno”

“Sì, sì” ringhiò Harry “Fai pure lo stronzo” concluse acidamente, ignorando volutamente la luce pericolosa che si era appena illuminata negli occhi del biondo.

“Com’è che mi hai chiamato, Potter?” chiese con tono minaccioso, notando con soddisfazione lo sguardo preoccupato del moro. Draco adorava quei preludi di litigio. Finiva sempre che se lo scopava di brutto.

“Ho detto che sei…” provò a ripetere coraggiosamente Potter, prima che il compagno scattasse in sua direzione e se lo caricasse in spalla, dirigendosi verso la camera da letto a passo di marcia.

“Draco, cosa…?” balbettò Harry con voce stridula.

“Tipico tuo, Potty, fare cazzate e poi cagarti in mano quando sai che mi sono incazzato” disse Draco, gettandolo sul letto. In verità il biondo non era affatto arrabbiato, semmai divertito dai modi sempre nuovi con cui Potter sembrava cercare la morte.

“No, dai, Draco…” piagnucolò il moro, fissandolo implorante, conscio che il biondo, ridendo e scherzando, gli avrebbe fatto pagare seduta stante le parole poco cordiali di pochi istanti prima.

“E’ inutile che mi fissi con quella faccia da cernia” lo ammonì Draco “Te la sei cercata” concluse, mentre con un movimento fulmineo lo imprigionò sotto di sé, sedendosi sul suo bacino e bloccandogli le braccia sopra la testa con le sue.

Harry, a sentire il corpo del compagno così a contatto con il suo, si lasciò sfuggire un gemito involontario, che catturò immediatamente l’attenzione di Malfoy.

“Ma come, Potty!” esclamò divertito “prima ti lagni come una ragazzina e poi reagisci così? Come sei volubile…”

“Ho cambiato idea” mormorò Harry, con gli occhi lucidi “Fai quello che vuoi” concluse, allargando le gambe con un movimento quasi istintivo.

Malfoy, nel vederlo in stato grazia, sentì la salivazione aumentare e deglutì leggermente. I cambi d’umore di quello svitato erano tanto repentini da spiazzare persino lui, il più delle volte. In certi momenti, più che con un uomo, Draco aveva l’impressione di stare con una ragazzina mestruata.

“Eh, no” disse Malfoy, guardando Harry con aria contrita “Mica te lo meriti, tu. Non dopo quello che hai detto prima”

“Ma tu sì” rispose subito, Harry.

“Quando vuoi farti scopare diventi incredibilmente svelto a dar rispostine, Potty” commentò Draco, con tono riflessivo. Prima di sentire la replica del compagno, Malfoy lo afferrò saldamente per i fianchi, tirandoselo contro.

Sentì l’ansito di sorpresa di Harry, ma se ne curò ben poco.

“Comincio a pensare che tu sia masochista, Potty” mormorò Draco “è incredibile come tu riesca a trovare un approccio sempre nuovo per farti far del male dal sottoscritto”

“Sono…sono bravo in questo” sussurrò Harry, socchiudendo gli occhi e deglutendo a vuoto mentre osservava Draco avvicinare il viso al suo.

“Molto bravo” concordò Malfoy, strofinando il naso sul collo del moro “ma non mi dispiace questo giochetto al massacro. Finisce sempre in un modo solo: con io che te lo infilo e tu che urli come una ragazzina. Potrei quasi pensare che tu mi infastidisca apposta per questo scopo”

“Non urlo come una ragazzina” protestò debolmente Harry, avvertendo il poco sangue rimastogli nel cervello defluire in parti molto più a sud.

Draco lo fissò con aria scettica, allargando il ghigno divertito che aveva in volto mormorò

“Vediamo, allora…”

 

*   *   *   *

 

 “Draco…”

“Mh?”

“Quando potremo dire agli altri di noi?”

Il biondo si irrigidii istantaneamente, non rispondendo alla domanda del moro, intento a guardarlo con aria guardinga.

Qualche secondo di silenzio dopo, Harry ritentò

“Draco…”

“Potter, che piaga!” esclamò il biondo, sbuffando “Abbiamo appena scopato, puoi evitare di rompere i coglioni ogni dieci secondi?!”

“Draco” continuò imperterrito, Potter “Oramai sono due anni che conviviamo. Sono stufo di dover tener segreta la nostra relazione ai miei amici!”

“Relazione? Quale relazione?” disse Draco, guardandosi in giro “Io vedo solo una patetica imitazione del legame tra un padrone e il suo animaletto”

“Draco...” borbottò cupamente, Harry.

“Potter, metti a tacere la medusa nel tuo cervello. Stai pensando. E sai bene quanto me, che quando pensi non succede mai nulla di bello; cose del tipo in cui tu rischi la pelle e la gente che ti sta vicino muore… te lo leggo in quegli occhi vitrei che quello che ronza in quella caverna vuota che hai per cranio, sono tutte cose che non mi piacerebbe stare a sentire”

“Draco!” esplose, Harry “Sono stufo di questo segreto! Non ho combattuto contro Voldemort per continuare ad aver paura del resto del mondo! Non posso nemmeno invitare Ron a casa mia! Né nessun altro amico!”

“Ti assicuro una cosa, Potter: che i tuoi amici sappiano o meno di noi, non permetterò mai che qualcuno dei loro culi Grifondoro poggi il suo peso sul mio divano, sia chiaro”

“Quanto sei stronzo!” esclamò, Harry. Il moro si immerse per qualche secondo in un silenzio cupo “E poi non ho gli occhi vitrei” borbottò, poi.

“Non sai nemmeno cosa significhi” disse Draco, annoiato.

Il silenzio di Potter si protrasse più a lungo stavolta, calamitando subito l’attenzione del biondo.

“Lo sapevo!” urlò Draco “Non lo sai! Dimmi cosa significa vitreo!”

Harry scoppiò a ridere.

“Non lo sai!” esclamò di nuovo Malfoy “Sei una capra!”

“Lo so cosa significa” disse Potter, cercando di darsi un tono “Non te lo dico per non darti soddisfazione”

Malfoy lo fissò con aria poco convinta, scatenando ulteriori risate nel moro.

“Sei un decerebrato” disse con tono sconsolato.

“Per la mia domanda di prima, comunque?” disse Potter.

“Ancora? Potter, sei una piaga…” sbuffò.

“Allora?” insistette il ragazzo, deciso a prendere Draco per esasperazione.

“Ci penserò” borbottò cupamente, Malfoy, scatenando un sorrisone soddisfatto sul volto di Potter.

Draco non riusciva davvero a capire certi bisogni del compagno. Che bisogno c’era, di rendere partecipi gli altri della loro storia? Non andava bene così, con loro due soli?

Bah, probabilmente erano tutte puttanate Grifondoro che Draco, grazie a Merlino, non avrebbe mai potuto capire.

Ad un tratto, il campanello suonò ed il biondo emise un grugnito infastidito.

“Va a rispondere” mugolò il biondo al suo ragazzo.

“Ma perché devo andare sempre io?” si lagnò, Potter.

“Perché giuro che se è ancora quella stupida direttrice di riviste porno per maghi e streghe che ti vuole proporre di nuovo di far parte dei loro modelli stalloni, un Avada kedavra non gliela toglie nessuno. Che pessimi gusti, poi. Se proprio dovessero scegliere qualcuno per un ruolo del genere, almeno facessero in modo che quel qualcuno sia bello. Tipo me”

“Ok, vado io. Non farla tanto lunga” brontolò il moro, incamminandosi

Draco si sdraiò sul letto, soddisfatto.

Sentì Harry aprire la porta e chiedere chi fosse.

Una voce acuta, stridula e venata di pianto però, lo fece sobbalzare sul letto.

“Oh, Harry!”

“Ginny!” sentì in successione la voce di Harry, sorpresa e preoccupata insieme.

“Dio…” ringhiò, Draco “La stracciona, no!”

Sentì Harry balbettare qualcosa, incerto, prima di invitarla ad entrare.

Draco si alzò lentamente dal letto, con lo sguardo alienato.

Quel coglione di Potter, ha appena invitato una Weasley in casa SUA?!

“Quello io lo ammazzo” mormorò malevolo, Malfoy.

Dal salone arrivavano le voci ovattate dei due. Potter parlava sommessamente e con tono ansioso e la Weasley gli rispondeva con frasi brevi e inframmezzate da singhiozzi molto poco discreti.

“Che schifo” borbottò Draco “Spero almeno che non si pulisca il naso sulla mia tovaglia”

Il solo pensiero lo fece quasi vomitare.

 

Si alzò di malavoglia, dirigendosi verso i due, trovandoli entrambi seduti sul divano. Harry dava pacchette imbarazzate sulla schiena della ragazza, ancorata al suo collo, in pieno crollo emotivo.

Che schifo…

“Mamma mia” borbottò disgustato, Draco, osservando la scenetta.

“Draco” disse Harry, notandolo e lanciandogli uno sguardo pieno di supplica che il biondo ignorò bellamente.

Che se li gestisse Potter, i patemi della barbona.

Ginny, sentendo il nome del biondo si voltò di scatto, puntando lo sguardo su Draco.

“Malfoy” mormorò, staccandosi lentamente da Harry e tirando su con il naso, scatenando una smorfia scontenta sul volto del Serpeverde.

“Weasley…” si limitò a rispondere il biondo.

Quando Draco era passato dalla parte dell’Ordine, non erano stati in molti ad averlo accolto di buon grado tra le loro file, a parte Potter. Nonostante ora la guerra fosse finita, non tutti avevano ancora appianato i sospetti sulla sua persona, Weasley per primi. La sua convivenza con Potter non era un segreto quasi per nessuno, nel mondo magico ed era stata accolta con scetticismo e perplessità generali. I più si erano convinti che Potter se lo tenesse vicino per tenerlo d’occhio.

Se sapessero dove puntano, per la maggior parte del tempo, gli occhi del loro eroe…

“A cosa dobbiamo questa affatto gradita visita, Weasley?” domandò con tono strascicato, Malfoy.

“Draco!” sbottò, Harry.

Malfoy alzò gli occhi al cielo, sbuffando interiormente, quando qualcosa calamitò il suo sguardo, facendolo irrigidire da capo a piedi.

“Dimmi che non è quello che penso” sussurrò con tono glaciale.

Harry e Ginny si scambiarono uno sguardo guardingo e ansioso.

“Potter!” esclamò Mlafoy “che nuova vaccata è, questa?!”

“Malfoy” intervenne Ginny, stringendo più forte la valigia che aveva tra le mani e su cui lo sguardo orripilato di Draco era fisso “Ho un favore da chiedervi”

Salazar! Fulminami, ora! 

  
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