Capitolo 13:Il Silver Millennium
Una luce bianca e
calda avvolse tutti gli esseri umani sopravvissuti, diffondendo nei loro cuori
una pace che mai avevano provato, ma questo senso di beatitudine scomparve,
quando questa fonte luminosa si dissipò.
Tutto attorno a loro
apparve in una distesa disseminata solo da rocce dove il colore grigio e
argento regnavano sovrani.
Il teletrasporto aveva
avuto successo e i terrestri non sapevano se esserne contenti o meno, non
vedendo nel loro futuro molta prosperità in quel luogo.
“Siamo davvero sulla
luna?” chiese Shingo guardandosi attorno.
Kenji, come a volergli dare conferma, gli
mise la mani sulle spalle e lo fece girare, dandogli la possibilità di vedere
uno spettacolo che pochi umani potevano dire di aver visto.
Dalla luna, la vista
del pianeta terra era meraviglioso, sebbene fosse più azzurro di come sarebbe
stato in condizioni normali.
Tutti quanti,
guerriere incluse, rimasero senza fiato a quello scenario, scordando per una
frazione di secondo la loro situazione.
Sailor Moon era
accanto a Tuxedo Kamen e
Sailor Chibiusa e si sentì improvvisamente cogliere
da un senso di nostalgia.
Tornò con la mente ai
tempi passati, quando dal balcone della sua camera, nel palazzo reale, fissava
per ore quello splendido pianeta azzurro, fantasticando sulle gite che avrebbe
potuto fare insieme ad Endymion.
Senza rendersene contò
strinse la presa al braccio di Mamotu, il quale,
guardandola con dolcezza, le domandò “Cosa c’è Usako?”
La ragazza sorrise e
scosse la testa “Niente. È solo…sembra quasi che il tempo sia tornato
indietro!” disse per poi abbracciare il ragazzo, gesto non tanto apprezzato da Kenji, il quale con il broncio disse “Non c’è niente di più
romantico di uno scenario del genere e a quanto pare quei due sono ispirati da
tale bellezza!”
“Oh tesoro, lasciali
stare, sono così carini!” disse invece Ikuko
intenerita.
Passò poco tempo prima
che le Sailor decisero di mettersi in marcia, non essendo ancora arrivati a
destinazione.
“Usagi,
dove stiamo andando? Un posto non vale l’altro?” chiese confusa la madre.
“No, dobbiamo trovare
un rifugio o quando il sole calerà, congeleremo!” rispose la ragazza.
“E dove mai vuoi
trovare rifugio qui?” disse Shingo scettico.
“Nell’antico regno del
Silver Millennium!” rispose la ragazza come se fosse la cosa più logica al
mondo, mentre in lontananza una cupola cominciò a intravedersi.
Un mormorio si diffuse
tra la gente, non riuscendo a capire come una cosa del genere non fosse mai
stata trovata dagli astronomi.
Quando la barriera fu attraversata,
le persone si guardarono intorno ancora più stupite, riconoscendo tra le rocce,
pezzi di architettura, come colonne, statue che decoravano fontane e cose del
genere.
“Usagi…fino
ad ora, io e tua madre non ti abbiamo chiesto niente nonostante la maggior
parte dei vostri discorsi fossero assurdi. Ma ora vogliamo chiarimenti. Come
spieghi tutto questo?” disse Kenji sorpreso, quando
vide quelli che erano i resti di un lungo viale che conduceva a un palazzo in
rovina.
Chibiusa strinse la mano alla ragazza quando
la vide titubante.
“Usagi?”
la chiamò la madre, cercando di invogliarla a parlare.
L’interpellata
sospirò, ma prima che potesse prendere parola, Sailor Pluto l’anticipò,
aiutandola nel difficile compito di dire chi era in realtà.
“Questo sono i resti
del Silver Millennium, un regno potente e prosperoso che per secoli ha regnato
sull’intero sistema solare, mantenendo la pace. Noi guerriere Sailor proveniamo
tutte da altri regni, presenti sui nostri rispettivi pianeti e siamo nate con
il compito di proteggere la famiglia reale della luna da possibili attacchi
nemici. I sovrani erano amati da tutti i loro sudditi per la bontà dei loro
cuori e per le grandi prodezze fatte per far si che la pace regnasse, questo
anche grazie al potere del cristallo d’argento, strumento di cui solo loro
potevano usufruirne a pieno. Con il cristallo la famiglia reale ha permesso a
questo regno di fiorire, nonostante le caratteristiche inospitali del
satellite. Ma come tutte le cose anche il Silver Millennium ha conosciuto la
sua fine. Che sia stato destino o semplice disgrazia, non si sa, ma una
tremenda battaglia con una forza oscura, che si era impossessata degli esseri
umani, ha portato alla morte di tutti gli abitanti della luna. L’unica
superstite fu la regina, colei di cui avete sentito parlare nei nostri
discorsi. La grande Regina Selene!”
“Non era tanto grande
se non è riuscita a salvare nemmeno una persona del suo popolo. Prima parlavi
di questa famiglia reale come se fosse chissà che cosa e ora invece scopriamo
che non era niente di speciale. Sinceramente non ci vedo molta differenza tra
tutti gli imperi che ci sono stati sulla terra! ” disse Shingo
portando le mani sopra la testa.
Chibiusa andò vicina a Shingo
e imbronciata gli pesto il piede “Prima di parlare arriva alla fine della
storia!”
“O-ok!” disse Shingo sorpreso dalla reazione della bambina.
“La regina Selene
richiamando a sé il potere del cristallo d’argento è riuscita a sconfiggere,
anche se non in modo definitivo, il
nemico e ormai esausta ha raccolto le sue ultime forze per salvare tutti gli
abitanti della luna, tra cui anche la nostra amata principessa Serenity, morta nel tentativo di ricongiungersi al suo
amato principe Endymion. Questa grave perdita le
spezzò il cuore, rendendola più debole, in quanto il cristallo d’argento
risponde ai sentimenti del proprio custode!”
“è riuscita a far
resuscitare i morti?” chiese Shingo sorpreso.
“No, non proprio! Ha
fatto in modo che i suoi abitanti, potessero tornare alla vita in un tempo
futuro, in un periodo di pace sul pianeta terra!” disse infine Sailor Pluto.
“Vuoi dire che degli
alieni si sono incarnati in dei terrestri?” Chiese Shingo
affascinato.
“Mettiamola così, ma a
parte le guerriere Sailor e la principessa, nessuno sa della sua vita passata e
si può ritenere al cento per cento un essere umano!” rispose la guerriera del
tempo.
Ikuko guardò sua figlia a occhi sgranati
“Quindi ti chiamano principessa perché…” cominciò la donna rivolgendosi a Usagi, non trovando però la forza di andare avanti.
Usagi sospirò “Si, io sono la
reincarnazione della principessa Serenity. Questa era
la mia casa, il mio regno e sarei dovuta diventare regina di questo posto se le
cose non si fossero messe male per noi!” disse fermandosi a guardare i suoi
genitori, che la guardavano con aria spaventata.
“Quindi tu sei sempre
nostra figlia o…oppure…” cominciò Kenji tremante.
Usagi spalancò gli occhi e si avvicinò ai
suoi genitori preoccupata.
Prese le loro
mani e disse “Certo! Io sarò sempre
vostra figlia. Come potete pensare che non sia così?” chiese sconvolta “Mamma,
tu mi hai portato in grembo per nove mesi, mi hai dato alla luce, mi hai
cresciuto insieme a papà. Ho fatto i primi passi con voi, ho iniziato a parlare
con voi, ho litigato con Shingo e…abbiamo passato
tutta la mia vita insieme, come potrei non essere vostra figlia. Ho solo
vissuto un’altra vita un millennio fa, ma io… ho ben poco di Serenity. Ho qualche ricordo, qualche emozione di allora,
sono innamorata dello stesso ragazzo, ma non ho lo stesso carattere di allora,
l’unica cosa a rendermi una principessa è l’abito bianco e il marchio sulla
fronte!”
“Su questo non ci
piove!” disse Rei, prendendo la palla al balzo per punzecchiarla.
“Infatti sei ben
lontana dall’essere una principessa! Sei un impiastro, capricciosa, un pozzo
senza fondo. Ancora mi chiedo come tu possa essere mia madre!” disse Chibiusa, facendo la finta affranta.
“Vedi? Nemmeno mia
figlia e la mia guardiana mi portano rispetto e da quanto ne so le principesse
sono servite e riverite e non insultate!” disse Usagi,
facendo la linguaccia alle due.
“Bhe
se io fossi il principe, per questa mancanza di rispetto le farei rinchiudere
nelle prigioni mio palazzo!” disse Shingo, immaginandosi con un bell’abito regale e la corona
in testa.
“Sai Shingo? Non è una cattiva idea!” disse Usagi
guardando di sottecchi Rei, la quale rise nervosamente.
Ikuko accennò a un sorriso sentendosi
sollevata, mentre Kenji non si era lasciato sfuggire
una frase in particolare “Cos’è sta storia che sei innamorata dello stesso
ragazzo? Tu hai una relazione con quel bell’imbusto da più di mille anni?”
disse fulminando il ragazzo.
“Lui è la
reincarnazione del principe Endymion e quindi…
diciamo di si, anche se non stiamo letteralmente insieme da tutto questo tempo!”
disse Usagi alzando le spalle.
Mamoru si abbassò per sussurrare nell’orecchio
della ragazza “Usako, già mi vuole fare a pezzi, se
gli dici anche così firmi la mia condanna a morte!” disse deglutendo. Mentre Usagi sorrise divertita.
Il gruppo continuò a
inoltrarsi nelle rovine, finchè una voce nell’aria
attirò l’attenzione di Sailor Moon, che si fermò di scatto.
“Cosa c’è Usagi?” chiese Sailor Venus, la quale era andata a sbattere
contro la schiena dell’amica.
“Non avete sentito
qualcosa?” domandò la guerriera della luna.
“Io non ho sentito
niente! Haruka?” chiese Michiru.
L’interpellata scosse
la testa.
“Aspettate, ora sento
qualcosa anche io! Sembra quasi…” cominciò Luna.
“La voce della regina
Selene…” terminò Artemis.
Le guerriere si
guardarono intorno finchè, davanti all’entrata del
palazzo reale, una debole proiezione di un corpo apparve davanti ai loro occhi.
Era la sagoma di una
donna dai capelli bianco lilla, legati in due codini, come Sailor Moon. Indossava
un abito bianco e il suo sguardo era dolce e confortante.
Shingo si nascose dietro al padre,
balbettando “N-non credevo che sulla luna ci fossero i f-fantasmi!”
“No Shingo, questo è lo spirito della regina Selene!” disse Sailor
Mercury, inchinandosi al cospetto della regina, così come anche le altre
guerriere Sailor.
Solo Sailor Moon
rimase in piedi, insieme a Sailor Chibiusa che non
sapeva esattamente come comportarsi. Avrebbe copiato le altre guerriere, ma
d'altronde, la donna davanti a lei era sua nonna e inchinarsi le sembrava
troppo formale, anche se in fin dei conti era una estranea.
“Figlia mia,
bentornata!” disse la regina, contenta di rivedere la sua erede nuovamente a
casa.
Ikuko sussultò a quelle parole,
comprendendo che quella donna era davvero la madre della sua bambina. Non sapeva
dire esattamente cosa provasse, ma aveva paura che quella donna, la prima madre
di Usagi, in qualche modo rivendicasse la sua
maternità e le portasse via la ragazza.
“Grazie regina
Selene!” rispose Usagi sorpresa di vedere che il
corpo della donna diventava sempre più trasparente.
Notando lo sguardo
della ragazza la donna rispose “Ho consumato le mie ultime energie per creare
la cupola, in modo da alleggerire il tuo compito. Sono felice di averti potuto
vedere un’ultima volta. Sono orgogliosa di te Serenity!”
disse la regina prima di cominciare a sparire.
“No, aspetta!” disse Usagi, prima di concentrarsi e dare un po’ del suo potere
allo spirito della regina, la quale tornò ad essere ben visibile. Nessuno,
infatti, a vederla avrebbe detto che si trattava solo di uno spirito.
“Figlia mia
cosa…perché lo hai fatto? Dovevi risparmiare le tue energie per quello che devi
fare!” disse la regina confusa “Ti aspetta un duro compito!”
“Lo so, ma…non ho
avuto il coraggio di…insomma mi sei stata sempre vicina in un modo o nell’altro
e non volevo che tu…” Usagi sospirò, trovando
difficile rendere partecipe dei suoi sentimenti quella donna che in passato era
stata sua madre.
Sentiva di avere un
legame con lei, ma allo stesso tempo faceva fatica a considerarla completamente
sua madre. Si ricordava che una volta era riuscita a chiamarla mamma, ma allora
indossava i panni di Serenity e cominciò a domandarsi
se lei e Serenity fossero due entità diverse che
condividevano lo stesso corpo. Aveva così pochi ricordi del passato nei panni
di Usagi, ma quando diventava Serenity
questi ricordo sembravano diventare un po’ numerosi, più forti, riusciva
addirittura a ricordare gli odori che la circondavano nel Silver Millennium.
Sebbene anche quando vestiva i panni di Serenity,
ragionasse come Usagi, sentiva di essere in qualche modo
diversa.
La regina Selene
sorrise e con la mano destra le sfiorò una guancia, gesto che era solito fare
verso sua figlia.
La sovrana affiancò le
ragazze e rivolgendosi alle sailor disse “Alzatevi in piedi guerriere e venite
con me. Vi condurrò all’interno del palazzo, nella camera riservata al
cristallo d’argento!” si rivolse poi alla famiglia di Usagi
“Sarei felice se veniste anche voi. Conoscere il luogo dove vostra figlia ha
vissuto in passato, può aiutarvi a capire meglio Serenity.
Non voglio che ci siano problemi a causa della sua vita passata e in nessun
modo voglio che voi vi sentiate minacciati da me!” disse quest’ultima frase con
un tono di voce morbido e rassicurante, nei confronti di Ikuko.
Le persone superstite
vennero lasciate ad attendere fuori dal palazzo. Venne detto loro che avrebbero
potuto scegliere dove sistemarsi e che potevano considerare quel luogo come la
loro nuova casa.
La gente si guardò
confusa non capendo dove mai avrebbero potuto fare il nido tra quelle macerie,
ma poco tempo dopo, le loro domande trovarono risposta.
Usagi guidava il gruppo anticipando di
poco la regina Selene. Si guardava intorno meravigliata dalla grandezza del
palazzo, che consciamente a stento ricordava, ma nell’inconscio tutto doveva
essere chiaro, perché le sue gambe la condussero da sola, verso la stanza
indicata dalla regina.
La camera era spoglia
e in rovina come tutto il resto. Le mattonelle che in passato si alternavano
dal bianco al nero, erano sbiadite e impolverate, assumendo presso chè la medesima colorazione. Le tende che un tempo
pendevano e si intrecciavano tra di loro, erano cadute a causa dell’invecchiamento
dei ganci che le sostenevano ed erano rovinate in diversi punti. I vetri delle
finestre che si trovavano molto in alto rispetto alla posizione delle
guerriere, erano rotte, lasciando solo gli scheletri, mentre i frammenti di vetro,
alcuni dei quali colorati, erano sparsi a terra. Infine al centro della stanza,
vi era un piccolo altarino, fatto appositamente per il cristallo d’argento.
Esso veniva posato sul cuscinetto posto in cima e faceva fluire il suo potere attraverso
la luna, rendendola vivibile.
“Poggia il cristallo
d’argento sull’ara, figlia mia!” disse la regina Selene, facendo un cenno con
la mano, dandole il permesso di avvicinarsi.
Usagi fu un po’ titubante e la donna
comprese quale fosse il suo pensiero.
“Non ti preoccupare Serenity. Se necessiterai del suo potere, il cristallo si
materializzerà dentro di te appena lo chiamerai!”
Usagi annuì e fece quanto detto. Appena il
cristallo venne poggiato sul piccolo altare, esso cominciò a volteggiare e
lentamente cominciò ad espandere il suo potere.
Per la gente rimasta
fuori si venne a creare uno spettacolo magnifico.
Il palazzo reale, in
un gioco di luci, piano piano riacquistò il suo antico splendore. Le crepe nei muri
vennero risanate, le colonne spezzate si ricomposero, le fontane ripresero a
funzionare e i giardini intorno fiorirono. Poi una volta risanato il perimetro
reale, il potere del cristallo si diffuse anche oltre. Le abitazioni degli
antichi abitanti della luna, che erano crollati, tornarono al loro posto,
colorati e splendidi come nuovi.
Usagi, che nel frattempo aveva assunto le
sembianze di Serenity, rimase meravigliata da tutto
quello splendore, ma una improvvisa vertigine la fece cadere in ginocchio.
Mamoru, che aveva assunto le sembianze di Endymion, l’affianco subito.
Serenity gli sorrise “Sto bene Mamo-chan, sono solo un po’ stanca!” disse appoggiandosi al suo
petto e, chiudendo gli occhi, si addormentò.
La regina Selene si
avvicinò alla figlia e chiese “PrincipeEndymion,
mi puoi fare la cortesia di condurla nella sua stanza? Si trova infondo a
questo corridoio!”
L’interpellato annuì,
ma prima di compiere anche un solo passo, la voce preoccupata di Ikuko si fece sentire “Posso andare con lui?”.
“Non mi devi chiedere
il permesso per stare con tua figlia signora Tsukino.
La sua famiglia è la benvenuta qui. Ci sono anche delle stanze per voi,
scegliete quella che più vi aggrada e fate come se foste a casa vostra. Questo
vale anche per voi guerriere!” disse la regina Selene gentilmente.
“Grazie regina Selene!”disse Rei, per poi sospirare “E così abbiamo di nuovo
Usagi KO!”
“Ha consumato tutta
questa energia per ricreare il regno?” chiese Sailor Jupiter
rivolgendosi alla regina “Credevo che non sarebbe stato dannoso per lei
riuscire a fare tutto questo. Se no non si spiega come voi facevate a mantenere
il regno così rigoglioso tutto il tempo, senza sentirvi mai debole!”
La regina Selene
sorrise “Questo è vero, ma io ero abituata. Per Serenity
tutto questo è nuovo, inoltre tenete conto che sta usando il cristallo
d’argento anche per allontanare la luna dalla terra. Ora stiamo viaggiando
verso la sua solita orbita, in modo tale che la terra possa riacquistare la sua
solita forma, anche se per far si che torni vivibile ci vorrà dal tempo. Il
sale dei mari ha reso i terreni sommersi non coltivabili. La forza
gravitazionale della luna ha smosso inoltre diverse zolle tettoniche creando
potenti terremoti e alcune dei vulcani si sono risvegliati nonostante
dormissero da tempo!”
“Chi l’avrebbe mai
detto che un satellite poteva causare tutti questi danni!” disse Sailor Venus
esasperata.
“Mia regina, quanto
tempo ci vorrà perché tutti noi possiamo ritornare sulla terra?” chiese Sailor
Mercury.
La regina sospirò “Tutto
questo dipende dalle intenzioni che ha Serenity! Se
vuole o meno guarire solo il pianeta terra senza includerci i suoi abitanti!”
“Cosa intende maestà?”
chiese Sailor Urano confusa.
“Strano, sei stata
proprio tu a dire a mia figlia che lei aveva il potere di rimediare ai disastri
che mia sorella ha fatto. Dalla discussione che abbiamo avuto credo che voglia
provare a darti ragione, anche se questo richiederà diverso tempo!” disse la
regina Selene.
“Vuole dire che ha
intenzione di riportare la terra allo stato in cui si trovava prima che
venissimo attaccati?” chiese Sailor Mercury sgranando gli occhi.
“Direi di si!” disse
sorridendo la regina.
Le guerriere si
guardarono preoccupate, temendo per le sorti della principessa.
“Ma questo potrebbe essere
difficile per lei, potrebbe costarle la vita!” cominciò Sailor Mars allarmata,
stringendo i pugni a una eventualità del genere.
“Sailor Mars ha
ragione. La principessa non ha raggiunto la sua piena maturità nell’utilizzo
del cristallo e anche se la raggiungesse, sarebbe comunque rischioso!” disse
Luna, appoggiata da Artemis.
“Si, avete ragione, ma
tutto questo accadrebbe se usasse il suo potere per rimediare al disastro tutto
in una volta! Serenity e io abbiamo discusso
attentamente. Le persone perite che sono rimaste sul pianeta, sono state
risuscitate, ma non nel vero senso della parola. Possiamo dire che non sono più
morti, ma non sono in grado di svegliarsi, in quanto i loro corpi sono ancora
feriti e dovranno riprendersi dallo stato di decomposizione a cui erano già
andati incontro e per fare questo ci vorranno secoli e mentre guarirà i loro
corpi, il cristallo d’argento curerà anche la terra, finchè
tutto non sarà pronto per il risveglio!” spiegò la regina Selene, dando un’occhiata
a Sailor Pluto, sperando che lei capisse.
“Non può essere! Mia
regina, mi vuole dire che la terra è come se fosse caduta in un profondo sonno,
proprio come sarebbe dovuto accadere con la grande glaciazione che avrebbe
interessato il pianeta e che avrebbe dato vita a Crystal Tokyo?” chiese Sailor
Pluto sorpresa.
La regina annuì.
“Questo vuol dire che
quando torneremo a casa, il principe e la principessa regneranno sulla terra!” disse Sailor Saturn
sorpresa.
“Ma la storia non può
essere cambiata. Non così drasticamente senza che me ne rendessi conto!” disse
Sailor Pluto stranita “Non ho avvertito paradossi temporali!”
“Questo perché il destino
cerca sempre di compiersi. La principessa Kaguya,
colei che sarebbe stata la causa della glaciazione del pianeta è già stata
sconfitta, in quanto è apparsa prima del tempo e il destino ha trovato un altro
modo per portarvi al futuro che conoscete!” disse Selene per poi accarezzare la
testa a Chibiusa che sorrise timidamente.
“Accidenti, sta
accadendo tutto così in fretta!” disse
Sailor Jupiter.
“In fretta? Ci vorranno
quasi mille anni!” disse Sailor Venus “Però in effetti, credevo di avere più
tempo da trascorrere sulla terra prima del grande cambiamento!” disse sconsolata.
“è il nostro destino,
che differenza fa se accade prima o dopo? Sarebbe successo comunque!” disse
Sailor Urano sbuffando.
“Vuoi dire che tu eri
pronta a tutto questo?” chiese Sailor Mars.
Sailor Urano arrossì e
distogliendo lo sguardo disse “N-non proprio!”
Sailor Nettuno sorrise
dicendo “Le dispiace di non poter gareggiare con la sua macchina, al gran
premio che si sarebbe tenuto tra due settimane a Pechino!”
“Ehi, anche io avevo
dei progetti che volevo portare a termine prima di dover dire addio a tutto!”
disse la guerriera di Urano, mettendo il broncio e strappando una risata a
tutti.
“Bene guerriere. Ora
che sapete come stanno le cose, vi consiglio di riposare. Non sappiamo per quanto
tempo potremo goderci questa tranquillità. Kendra è
ancora la fuori e non si darà pace, finchè non avrà
attenuto ciò che vuole. Io sorveglierò su tutti voi! Andate!”
Le guerriere annuirono
e obbedirono volentieri, dato che la stanchezza cominciava a farsi sentire.