Margaret
“Salve,
mi scusi, ero a prendere un caffè, stavo parlando con le colleghe, pensi che
alcune sono persino più agitate di me per l’esame. Fuori sta diluviando….”
E’
“Va tutto
bene?”
“Certo,
va tutto meravigliosamente bene!”
Ma il
tono di Bo non è lo stesso di sempre, sembra nervoso, sembra diverso.
“Ha
bisogno di qualcosa? Le porto un po’ d’acqua?...”
“Non
ho bisogno di niente, la smetta di starmi addosso!”
Margaret
fa un passo indietro, fatica a riconoscere la persona che ha di fronte.
“Volevo
solo esserle utile, credevo avesse bisogno di…..”
“Di
cosa?”
Margaret
è sconvolta, è ferita dal tono e da quella frase inaspettata, schiude le labbra
ma non le escono le parole, maledice quelle lacrime che le rigano disobbedienti il viso, gira le spalle e
corre via da quella stanza che non riconosce più.
Bo, si
rende immediatamente conto di quello che ha fatto, si rende conto che lo ha
fatto per non ammettere che ritrovandosi
solo ha avuto paura, si rende conto che ha sbagliato, ha sbagliato davvero.
Margaret
fugge per il corridoio, quasi si scontra con Karen che la afferra per un
braccio e la blocca.
“Margaret
che succede?”
Margaret
singhiozza talmente che neanche riesce a
parlare. Karen cerca di calmarla, vieni, vieni con me. La porta nella stanza
delle riunioni, ci sono solo loro due.
“Allora
Margaret, che succede?”
“Non
voglio più seguire Bo Duke. Per favore ci metta qualcun altro”.
Ed in
poche parole, spesso interrotta dal pianto Margaret spiega alla capo sala
l’accaduto.
“Margaret,
tu sarai presto un’infermiera, sarai spesso a contatto con il dolore e la
sofferenza dei tuoi pazienti. Devi imparare ad affrontare anche alcuni aspetti
di questa condizione.”
“Forse,
anzi sicuramente ha ragione, ma non ora, non oggi, non con Bo Duke, sento di
non potercela fare.”
“Non
si potrebbe, ma vieni, voglio mostrarti una cosa.”
La
capo sala estrae dalla cassettiera un fascicolo fra i tanti, lo mostra ancora
chiuso a Margaret, sulla copertina “Boregard Duke”. Margaret lo apre, non crede
ai suoi occhi.
“Non è
possibile….non può essere davvero…. una persona in queste condizioni….”
“Ha
dolori talmente forti da impazzire”
“Ma
lui….”
“E’ un
Duke, Margaret, ed i Duke hanno tenacia da vendere, ma ti assicuro che sta
male.”
“Lo
so, ma non giustifica il suo comportamento, la prego voglio essere sostituita”
“Come
vuoi, raccogli le tue cose nella sua stanza, ti faccio avere io notizie”.
Apre
gli occhi e quello che vede subito è una figura di donna. I capelli neri
sciolti sulle spalle sorprendentemente ricci e simpaticamente arruffati. Sta
mettendo alcuni oggetti in uno zaino.
“Margaret…cosa
fa?” è la domanda di Bo.
“Raccolgo
le mie cose, da domani ci sarà un’altra persona al posto mio ad occuparsi di
lei”
“E’
per quello che è successo prima, vero?”
Nonostante
tutto Margaret non può fare a meno di notare che Bo parla a fatica molto più
del solito.
“Lei
ha detto solo la verità” risponde Margaret dando le spalle al suo interlocutore
mentre chiude il suo zaino. “Lei è un paziente come gli altri e come gli altri
ha diritto ad una vera infermiera”
“Lei
lo sarà prestissimo..”
“Ma
non lo sono ancora e non so se lo sarò mai”
“Lo sarà
Margaret, e sarà un’ottima infermiera, mi creda”
“Può
darsi…ora devo andare” e così dicendo va verso la porta.
“Aspetti….”
Cerca
di fermarla Bo, si alza un po’ dal letto ed un dolore lancinante all’addome gli
taglia il fiato.
Si
gira subito Margaret, lo guarda, vorrebbe avvicinarsi di corsa, ma rimane lì
immobile.
“Mi
dispiace molto mi creda”, Bo alza il viso, una mano sullo stomaco a cercare di
placare il dolore. “Le chiedo scusa”
Si
avvicina Margaret e lo guarda, i suoi occhi lucidi fanno più male a Bo di ogni
altra ferita.
“Lei
crede sul serio che basti chiedere scusa perché tutto sia cancellato? Perché
nulla sia mai accaduto? Lei crede che basti chiedere scusa perché venga
dimenticato il male fatto?”
“No
capisco bene che non è così e la capisco altrettanto bene se vuole andarsene.
Ma mi creda vorrei davvero che lei rimanesse e vorrei davvero che accettasse le
mie scuse. Di solito sono più cordiale, mi creda e meno cafone”. Accenna un
sorriso Bo.
La
rabbia prende il sopravvento e le parole di Margaret escono come un fiume in
piena senza più argini.
“Non
lo credo affatto. Lei è uno stupido, presuntuoso ed arrogante…ora ho capito
perché non viene mai nessuno a trovarla”
Non fa
in tempo a finire
Bo non
parla, la guarda, appoggia di nuovo la testa sul cuscino, accenna un sorriso,
il più triste che Margaret gli abbia mai visto sul volto.
Margaret
non sa che dire, ma sa che deve dire qualcosa.
“Mi
dispiace….io non avrei dovuto….non avevo nessun diritto”
Bo la
guarda.
“Me lo
sono meritato.” “Mi ascolti Margaret, io vorrei che lei restasse, ma se proprio
non vuole, la prego di accettare le mie scuse e di credermi, non avrei mai
voluto ferirla”.
Bussano
alla porta.
“Margaret
sei qui, Bo, sei sveglio a quest’ora?” è Karen e torna a rivolgersi a Margaret.
“Ho
appena parlato con Elizabeth, da domani ti sostituirà lei.”
Margaret
guarda Karen, guarda Bo. Bo le accenna un sorriso. Margaret guarda Karen.
“Se
non ci sono problemi….vorrei rimanere io, se per lei va bene, naturalmente”
Karen
sorride. Guarda Bo. Una mano sulla spalla di Karen, la guarda negli occhi fa un
cenno di approvazione con la testa, un sorriso “ne ero certa”.
Margaret
guarda Bo, gli sorride, lui ricambia e sussurra “Grazie”.