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Autore: annasophia evans    01/05/2014    3 recensioni
The Training.
--Steve è Capitan America, ma da un po’ di tempo a questa parte è completamente solo e la sua vita è stranamente vuota. Si sente inutile e deve fare qualcosa, per se stesso e per gli altri.
--Jess ha un potere straordinario che non sa come usare. La materia che le circola al posto del sangue deve essere studiata e lo S.H.I.E.L.D. la chiama per addestrarla ad essere una futura salvatrice, magari ‘vendicatrice’. Le sue aspettative sono basse, e non sa cosa aspettarsi.
--Si troveranno e sarà come rinascere. Cambierà tutto, e loro saranno costretti a vivere i migliori e i peggiori momenti delle loro vita.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Steve Rogers
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CHAPTER 1. – The first day.

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Steve.

La barba incolta e gli occhi chiari un pò lucidi per la stanchezza mi fanno sembrare distrutto più di quanto credevo di essere.
È da cinque minuti che guardo la mia figura riflessa nello specchio, ed è come settanta anni fa. Ricordo di quando cercavo qualcosa di attraente nel mio volto, nel mio corpo, e non c’era mai nulla. Poi l’esperimento, poi tutte quello che ho trovato, e di nuovo, ancora, quello che ogni giorno riesco a perdere.
Ieri sera ho ricevuto una chiamata dallo Shield, mi hanno convocato e, contemplando lo scaffale più in alto della cucina, mi chiedo cosa vogliano. Ultimamente non sono stato né un danno né un aiuto ed entrambe le cose mi spaventano, in un certo senso.
Il vuoto che trovo nei miei pensieri mi abbandona ad un’altra notte vuota e solitaria, come in questi ultimi mesi ho imparato a vivere.
Non sono mai stato così. Ed è difficile ricordare i bei tempi passati quando il mio uncio compagno è il cuscino impregnato di lacrime e sudore.


Jess.

Non so cosa mi sveglia, molto probabilmente la porta scorrevole del bagno che aprendosi fa rumore. Esce la mia coinquilina che non ho ancora conosciuto, ma che intravedo tra il poco spazio che rimane aperto tra le mie palpebre.
È una bella, bellissima ragazza. La pelle chiara, gli occhi grandi e luminosi. I capelli che le scendono sulle spalle e un sorriso che fa invidia al diavolo. Ogni parte del suo volto condivide allegria. Le fossette che le compaiono appena nota che sono spudoratamente sveglia accennano un’espressione un pò malinconica.
Quasi salto per sedermi sul bordo del letto duro come il marmo e tormento i miei occhi con le mani ancora un po’ indolenzite prima di ricordarmi di non aver tolto quel minimo di mascara sufficiente a farmi sembrare un mostro.
-Ehi.- rompe il silenzio, con il sorriso di chi scoppierà a piangere tra un po’.
-Ehi.- cerco di mostrarmi sicura, indipendentemente dal fatto che siano solo le nove del mattino e che io ho ancora tremendamente sonno.
-Piacere, Sophie.- si avvicina a me con la mano tesa, ma mi fermo un secondo a guardare come le sue mani completamente rovinate, sorprendentemente assomiglino alle mie.
-Jessica, o Jess.- cerco di sorridere dolcemente, e lo stesso faccio con la stretta di mano, voglio farle una buona impressione, perché per tutto un anno saremo insieme, e si, lei potrebbe essere la mia unica amica.
-Quindi, qual è la tua storia?- me lo chiede volandomi le spalle per mettere in ordine la valigia ancora piena e intatta.
-Nessuna storia, ero solo una bambina senza genitori e senza una casa, e mi lasciavo iniettare una roba grigia nelle vene fino a qualche mese fa, quando ho scelto di… beh, di andarmene.- mi sale alla gola un magone che mai prima avevo sentito, le lacrime mi arrivano agli occhi e mi giro verso la finestra, facendo finta che la luce del sole che si fa strada tra le finestre sia la causa degli occhi gonfi e tristi. Non so nemmeno come io ci sia riuscita, a dirle, tutte quelle cose. Così velocemente, sembra stupido, ma è stato come togliere un cerotto. E tutto il dolore mi si sta concentrando dentro, tutto in pochi secondi, e quando  Sophie si gira vedo che mi sente la voce spezzata, il cuore distrutto.
-E la tua, invece?- cerco di concentrare la conversazione su di lei, lei si mette seduta, stando attenta a serrare le gambe. Vedo che con qualche mossa che voleva essere distratta si aggiusta l’asciugamano che la tiene quasi completamente coperta.
-Io sono solo intelligente, solo questo.- un sorriso un pò amaro, quasi come se le dispiacesse essere un genio di qualche materia che io non so nemmeno che esistesse.
Ricambio il sorriso, annuendo leggermente, e la guardo negli occhi, cercando di stabilire un minimo di contatto visivo. Scatta sulle gambe gracili e anch’io mi ricordo di aver portato una valigia piena di vestiti che dovrebbero uscire fuori da quell’ammasso di oggetti messi alla rinfusa.
Esattamente come qualcuno che scappa.
In questo momento mi accorgo di aver sempre scappato da qualcosa. Dall’idea di essere nata sola, dall’idea di essere un esperimento incerto.
Dall’idea di non essere mai stata davvero qualcuno.







Angolo """scrittrice""".
Quindi, primo capitolo. Nuovo personaggio, Sophie. Non so, cercando di immaginare il suo personaggio, mi spuntava in mente la Seyfried, so here she is.
Poi, cercavo di immaginarmi un pò Jess, e sinceramente non ho idea di un suo aspetto fisico. Quindi, mi affido a voi e alla vostra immaginazione. Nelle recensioni, cercate di farmi qualche nome di attrice, o cantante, o non so che vedreste bene nei panni della gran figa che Jess diventerà.
Grazie, se siete arrivati fino a quì, e ciao. Ho decisamente bisogno di Lana Del Rey.
  
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