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Autore: MM_White    01/05/2014    5 recensioni
[Consigliato a chi ha letto Mockingjay, Missing Moments]
Da quando sono tornati nel 12, non fanno altro che parlare. Parlano per guardarsi negli occhi, per ritrovarsi. Ma la verità è che lui lo fa per ricordare. E lei per dimenticare.
Dalla storia: "Passiamo il pomeriggio scambiandoci carezze e baci e la cosa sembra non dispiacere a nessuno dei due. Mi trascina con lui sul divano e io mi rannicchio tra sue gambe, con la testa appoggiata sul suo petto. Sento il suo cuore e il suo calore. Di nuovo. E fuori nevica ancora."
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Al mio mentore, Fredlove.




Da quando siamo tornati nel 12, non facciamo altro che parlare.

Parliamo per guardarci negli occhi, per ritrovarci.

Ma la verità è che lui lo fa per ricordare. E io per dimenticare.

Chissà come sogghigna adesso la fortuna, osservandoci.
 



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- Sae la Zozza a volte usava cani selvatici per le sue zuppe.
- Vero. - Rispondo mandando giù un altro boccone di focaccina. - Diceva che una volta messi nella zuppa, diventavano manzo.
Peeta ride. Una risata improvvisa, genuina, che mi riempie il cuore di un calore inaspettato.
- Ha anche una nipote, vero o falso? - Mi chiede con curiosità.
- Vero. - Gli rispondo senza aggiungere altro sulla ragazzina che tutti considerano un pò svitata. Mi chiedo quante domande e insicurezze tormentano adesso i suoi sogni.
- Katniss, - mi fissa – qual'è il tuo colore preferito?
Non sta cercando di confermare un dubbio, mi ha rivolto una domanda. Una domanda alla quale dovrei rispondere davvero e non con un semplice «vero» o «falso». Siamo sdraiati sul grande tappeto del salotto, uno accanto all'altro. Il televisore spento, come sempre. Mi sollevo sui gomiti e lo guardo.
- Il rosso, Peeta. - Esamino attentamente la sua reazione. - Non te lo ricordi?
Lui si mette seduto e mi fissa. I suoi occhi azzurri diventano intensi, sta cercando di richiamare a sè stralci di memoria. So che ce la puoi fare Peeta. Ricorda. Ti prego, ricorda. Ricordati di me. Noto un guizzo consapevole nella sua espressione e proprio mentre penso che abbia finalmente riacquistato la memoria, lui fa spallucce.
- No, Katniss, mi spiace.
Mi lascio cadere sul tappeto, affranta. Peeta si alza in silenzio e si allontana. Io non reagisco. Ho lo sguardo rivolto verso il soffitto bianco. Sento la porta d'ingresso aprirsi e poi richiudersi. Sento la mia schiena sussultare. Sento il rumore del vento fuori dalle finestre e il mio cuore che batte forte. Sento una lacrima scendere calda sulla mia guancia. Sento freddo.






Osservo la neve cadere lenta sul davanzale. Peeta e io ci vediamo ogni mattina per la colazione. Mi porta sempre focaccine, biscotti e altre bontà ma non giochiamo più a vero-falso. Ormai ha di nuovo memoria sul distretto 12, sugli Hunger Games, ma immagino faccia male non avere ricordi proprio sulla persona che si ama. O almeno questo è quello che dicono tutti. Perchè lui ricorda di avermi amato, non è così?
- Oh, Peeta. - Mi ritrovo a sussurrare, appannando il vetro. - Ti prego, ritorna da me.
Sussulto sentendo la porta spalancarsi proprio in quel momento e vedendo un Peeta affannato fare ingresso in cucina.
- Il tuo colore preferito non è il rosso. - Ha le mani appoggiate sulle ginocchia. Dopo aver ripreso fiato solleva il capo e mi guarda. - È il verde.
Esatto. Esatto Peeta. Non riesco a trattenere un sorriso. Ha ancora l'affanno quando mi chiede «Vero o falso?» e io di tutta risposta mi avvicino e lo bacio.
Aspetto che indietreggi disgustato, sottraendosi così ad un contatto di questo tipo, ma non lo fa. Appoggia la sua fronte sulla mia e mi guarda. Sento il cuore battere all'impazzata. Socchiudo con timore gli occhi quando apre bocca. Adesso succede, penso, adesso mi sbraiterà contro che sono uno schifoso ibrido. Non so se sono pronta a sentirlo inveire ancora, ma quando inzia a parlare la sua voce è calma, dolce.
- E questo cosa voleva essere, un «vero»?
Mi allontano e mi volto per far sì che non si accorga del rossore che quasi sicuramente ha colorato il mio viso.
- Da oggi in poi sarà il mio modo per dirti «vero».
- Ma così non è giusto, - Dice. - Voglio un bacio anche nell'eventualità di un «falso».
- E che senso avrebbe? - Rispondo divertita. Sollevata.
Lo sento avvicinarsi a me.
- Così posso avere un tuo bacio in entrambi i casi.
Mi prende la mano e mi conduce in salotto. Adesso che so che non mi considera più un mostro, ho il coraggio per farlo. Lo blocco, lo faccio voltare verso di me e lo abbraccio. Lo stringo forte a me e lui ricambia con la stessa intensità.
- Bentornato, - sussurro tra le lacrime. - Bentornato.





Passiamo il pomeriggio scambiandoci carezze e baci e la cosa sembra non dispiacere a nessuno dei due. Mi trascina con lui sul divano e io mi rannicchio tra sue gambe, con la testa appoggiata sul suo petto. Sento il suo cuore e il suo calore. Di nuovo. E fuori nevica ancora.

- Effie ed Haymitch stanno insieme.
Scoppio a ridere e lo bacio. - Assolutamente no! - Rispondo.
- Johanna è nata nel distretto 7.
Lo bacio ancora. Non credo che Peeta abbia ancora dubbi su questi ricordi ma ormai ci abbiamo preso gusto entrambi a scambiarci questi baci fugaci. Guardandoci, sfiorandoci.
- E tu mi ami.
Mi prende alla sprovvista. Chino il capo da un lato, ci penso su per un pò e poi lo bacio. Un bacio lungo, passionale. Come il bacio nell'arena durante l'Edizione della Memoria. Quando le nostre labbra si staccano rimaniamo di nuovo l'uno sulla fronte dell'altro.
- Era un «vero» o un «falso»?
Scivolo lentamente dal divano e lo tiro per un braccio. Lui mi segue in silenzio mentre lo trascino sù per le scale e poi nella mia camera da letto.



- Credo di averti già risposto, Peeta.






Ciaooo. Qui è l'autrice che vi parla. Non sono bravissima con le fan fiction e soprattutto con le OS ma questa credo mi sia riuscita benino. Se alcune di voi hanno pensato fossi una grandissima str***a ad aver terminato la storia con la frase "lo trascino sù per le scale e poi nella mia camera da letto" bhè sappiate che non era davvero mia intenzione (essere str***a).
In realtà dietro questo crudele atto si cela un segreto tanto oscuro quanto triste: sono una completa frana nelle scene di sesso, per cui le lascio ad autrici molto più in gamba di me. Per ora accontentatevi delle mie storie candide e pudiche come il culetto rosa di un bebè appena borotalcato.
- Ho cercato "borotalcato" sul web e credo proprio che esista sul serio, e io che pensavo di aver coniato un nuovo termine -
A presto, MM

   
 
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