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Autore: Rik Bisini    22/07/2008    6 recensioni
Una schermaglia tra il mago di corte di Ingary e la maggiore delle tre sorelle Hatter.
Ispirato alla serie dei libri di D.W.Jones dal primo dei quali è tratto il film di Miyazaki.
Missing moment che si colloca tra "Howl's Moving Castle" e "Castle in the Air".
Per oltre due anni sono stato autore esclusivamente di fanfiction su Harry Potter o Shadow Lady. In occasione del primo contest di Anomina Autori, aperto a lavori su qualsiasi serie, ho pensato di sviluppare l'idea di questa storia. Il vincolo imposto dal bendo sulla lunghezza minima non mi ha permesso di iscrivere questo lavoro. Ho ritenuto sinceramente di poter avere miglior risultato con un altro spunto piuttosto che allungando questo. "Portento di donna" per me è rimasto un'occasione di divertimento e un esperienza nell'interpretazione dei caratteri di Howl e Sophie.
Lo dedico ai miei nonni Anita e Ducci, con affetto e per gli spunti che mi hanno dato inconsapevolmente.
Genere: Commedia, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Portento di donna

La legna brucia nel focolare, diffondendo nel castello di Howl un delicato aroma. È legna di prima qualità, venuta da un albero centenario che vide cadere dal cielo innumerevoli stelle.
Sophie siede nella poltrona accanto al focolare, intenta al suo lavoro. Sta cucendo un cappello, un cappello da signora un po' avanti con gli anni. La persona che lo indosserà, dice Sophie, apparirà graziosa a chi la osserva attentamente, ma non dovrà attirare lo sguardo di estranei.
Sophie lo dice e il cappello si incanta, grazie alla magia che ha avuto in dono e di cui a lungo è stata inconsapevole. Lavora con tranquillità, come se nulla le interessasse al di là di quell'oggetto.
Faccia di bronzo.
Anche Michael ha capito perfettamente ed è lì, sornione. Studia l'incantesimo che gli ha assegnato Howl e pregusta la scena che accadrà. La immagina in silenzio, fin dal momento in cui ha visto Sophie arrivare al castello con un grosso e pregiato ciocco di legno. Micheal assisterà in silenzio a quello che deve avvenire, sapendo bene che non c'è alcun bisogno del suo intervento.
Howl arriva imbronciato, facendo cadere goccioloni per tutto il pavimento. Conoscendolo, è ovvio che non chiede altro che di correre in bagno a togliersi di dosso i vestiti bagnati, a profumarsi ed a controllare che la tintura dei suoi capelli non sia stata lavata via da freddo e pioggia. Purtroppo per lui, è altrettanto ovvio che Sophie ha progetti diversi.
Howl la guarda con affetto e tenerezza. Lei ricambia il suo sguardo. Non hanno smesso di vivere insieme nel castello da quando è piombata qui, invecchiata dal sortilegio della Strega delle Lande. Il cuore che adesso batte nel petto del mago si sarebbe spezzato se lei avesse solo sognato di fare diversamente. Quel cuore che è sempre stato nelle mani migliori fin dal loro primo incontro.
Howl solleva un sopracciglio. Da Sophie c'è sempre qualcosa da attendersi e lui questo lo sa bene.
In un giorno qualsiasi lui si trattiene in bagno, sperando di cogliere segni della sua impazienza. Di rimando lei trova una scusa plausibile per farlo uscire, senza confessare il suo desiderio di abbracciarlo, nascondendo in modo inimitabile che attende con ansia la sua presenza nella stanza.
Se c'è qualcosa che Howl detesta è che gli venga imposto un compito, solo Sophie conosce a meraviglia il modo di convincerlo a svolgere incarichi faticosi o problematici.
Esattamente ciò che sta per succedere oggi.
Howl cerca lo sguardo di Michael che tiene il capo chino, cercando di nascondere un sorriso sotto i baffi. Per il mago è abbastanza, la schermaglia inizia.
« Buonasera, Sophie cara. Cosa stai facendo? »
Guarda il cappello. Ma è chiaro che vorrebbe che la ragazza giungesse immediatamente al punto. Vorrebbe dirle immediatamente che non se la sente, non è preparato, non avrebbe successo. Sophie sa perfettamente come replicare.
« È un cappello, tesoro, » spiega, come se ce ne fosse bisogno. « Per la signora Chester, la moglie del baularo ».
« Ah. » commenta Howl, incuriosito. Vuole saperne di più e questo è esattamente ciò che si aspetta Sophie.
« Sai, questa pioggia. » racconta la ragazza, « Sta gonfiando molto il fiume. Il signor Chester e gli altri uomini di Market Chipping devono lavorare tutto il giorno per riuscire ad alzare l'argine. L'uomo deve lavorare anche la notte ai suoi bauli, ma è così indietro con il lavoro... La signora è preoccupata che non avranno abbastanza oggetti da vendere. D'altra parte la loro casa è la più vicina al fiume e il signor Chester non vuole che siano solo gli altri ad occuparsi del lavoro ».
« E questo cosa ha a che fare con il cappello? » interviene il mago.
« Io non sono in grado di aiutarla, lo sai. » constata umilmente la ragazza, « Pensavo semplicemente di rallegrarla un po' regalandole un bel cappello ».
Howl volta le spalle a Sophie. Muove alcuni passi verso il tavolo e Michael, che si finge concentrato a pestare un ingrediente nel mortaio.
Il mago scuote la testa e si appoggia con aria depressa al tavolo da lavoro.
« Io sono terribilmente stanco, Sophie. » annuncia.
« Ma certo, Howell. » conviene lei.
Lo ha chiamato con il nome che pochi conoscono, quello con cui lui è noto nel misterioso Galles, la terra da cui proviene e che Sophie e Michael hanno visitato. Usa sempre quel nome, il nome con cui lo chiamano le persone che Howl ama di più, quando vuole chiedere il suo aiuto.
« Ho lavorato a lungo per il Re, oggi. » precisa.
Come mago di corte, Howl ha responsabilità ed onori che non aveva desiderato. Sfugge gli uni e gli altri quando gli è possibile. Sophie annuisce, allontanando il cappello per osservare la forma che le sue mani e la sua magia hanno creato.
« Vuole vincere in fretta la guerra e mi sta chiedendo magie ogni giorno più complicate. » le ricorda.
Sophie gli sorride, con aria innocente. Chi desidera un aiuto da Howl e chiede l'appoggio di Sophie può essere certo che non avrebbe miglior risultato implorando il re stesso.
« Vedo chiaramente che ogni giorno torni molto affaticato ».
« Non si può predire che l'argine crollerà proprio adesso. » precisa l'uomo.
Sophie sorride. Ha vinto di nuovo.
« Tu potresti fare qualcosa, quando ti sarai riposato abbastanza? » domanda.
Tutti, qui al castello, conosciamo la risposta.
Howl la borbotta malvolentieri. Ma è già rassegnato ad acconsentire a quello che vuole Sophie. Il bagno caldo dovrà attendere.
« Posso far abbassare il fiume, ma ho bisogno di Calcifer ».
« Te la senti di farlo, anche se hai avuto una giornata difficile? » insiste lei, premurosa.
« Calcifer? » chiede Howl, « tu sei pronto? »
Se sono pronto? Sono ore che sto assaporando l'aroma di questa squisita legna qui nel focolare. Da quando Sophie è entrata e l'ha alloggiata accanto a me, senza darmi spiegazioni, ho capito che aveva deciso che qualcuno doveva avere i servigi di Howl e del suo demone del fuoco.
« Sono pronto, Sophie! » rispondo.
Howl mi guarda truce. Ero legato a lui dal nostro contratto ed a lui dovevo obbedienza. Ma è stata Sophie a permettermi di sciogliere quel contratto ed a nessuno dei due devo più nulla.
D'altronde li amo entrambi, con i loro vizi e le loro quotidiane schermaglie.
Mi divertono l'espressione feroce di Howl, la risata che ormai Michael non riesce più a nascondere. Mi diverte l'aria indifferente che ha Sophie, nel momento in cui il mago usa il suo potere per lei.
Brucio più violentemente, Howl ed io iniziamo a creare l'incantesimo.

   
 
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