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Autore: Evaney Alelyade Eve    04/05/2014    4 recensioni
Una mattina di Gennaio, la più fredda del mese, gli Alfa tornano e Derek li affronta, mentre Stiles non può nulla se non ascoltare con il cuore in gola quella che sembra a tutti gli effetti una lotta.
Derek sparisce, e anche se tutti lo reputano morto, Stiles sa che quello stupido sourwolf è lì, da qualche parte..
Genere: Angst, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Derek Hale, Nuovo personaggio, Stiles Stilinski , Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fandom: Teen Wolf

Pairing/Personaggi: Derek Hale/Stiles Stilinski, un po' tutti, Nuovo Personaggio, Alpha Pack, lieve accenno Peter Hale/Chris Argent, Scott McCall/Isaac Lahey,
Rating: Giallo.
Chapter: 25/?
Genere: Angst, mistery, introspettivo, sentimentale, Dark.
Warning: Slash, sequel di
Breathe your life into me, I can feel you.
Note: Il titolo è una strofa di "The Calendar" – Panic!AtTheDisco.
Il rapporto di Peter e Chris, è descritto quì, per chi se la fosse persa:
I found a note with your name and a picture of us
DISCLAIMER: Non mi appartengono, non ci guadagno nulla ç_ç

 

 

 

 

 

 

Put another ‘x’ on the calendar.
Winters’s on its deathbed.

 

 

 

 

Chap XXV

 

 

 

 

 

Yuhele e Meredith si osservarono a lungo in silenzio, o almeno così credette all'inizio Deaton, per poi rendersi conto che le due stavano conversando, non con la voce ma con la mente. Da quello che gli aveva insegnato Yuhele ed aveva appreso nel corso della vita, quel tipo di comunicazione poteva avvenire solo fra anime strettamente simili fra loro o, in alcuni casi, tra due frammenti della stessa anima.
Che cos'aveva legato la madre di Stiles e Yuhele?
Alan sapeva solo che Meredith Stilinski era stata la Prescelta e sua allieva prima di Stiles, ma Yuhele aveva sempre accuratamente evitato di parlare di lei e l'uomo, dal canto suo, non aveva mai insistito nel chiedere. Sapeva per esperienza che certe cose andavano tenute segrete e che c'erano ferite più profonde di altre di cui era impossibile spiegare la causa. Rimase lì, ad osservarle, in silenzio.
Sembrava che l'intero bosco che li circondava fosse immobile, nel rispettoso silenzio di chi sta per apprendere segreti che non andranno rivelati mai. Persino i pochi animali usciti allo scoperto rimanevano in attesa, gli occhi puntati sulle due figure al centro del cerchio che adesso brillava di luce argentea, dando al quadro un'aurea surreale e mistica. Alan si ricordò dei momenti passati intorno al fuoco, sotto alle stelle, con la sua famiglia.
“Merehe.” disse poi Yuhele, alzandosi in piedi. Alan non poteva vederle il viso, ma dalla voce capì che stava piangendo.
Yuhele.” rispose la donna, sorridendo dolcemente, La sua voce sembrava provenire da un posto molto lontano. Le porse la mano che l'altra afferrò immediatamente, stringendola fra le proprie. Alan notò solo allora che, per quanto la donna sembrasse viva, non lo era affatto: la mano era traslucida e trasparente, sembrava condensarsi come nuvole in un punto per diventare invisibile in un altro.
Yuhele emise una specie di gemito affranto, cadendo in ginocchio, come se le fosse caduto sulle spalle un peso troppo grande da sopportare.
“Mi dispiace mitaka ki” singhiozzò quest'ultima “mi dispiace, mi dispiace.”
Meredith rimase a fissarla, accarezzandole la testa con gentilezza. Lo so.” disse semplicemente, continuando a confortarla.
Alan non sapeva di preciso quanto tempo avevano passato in quel modo, e non aveva modo di orientarsi nemmeno con il cielo, visto che era sprovvisto di stelle.
Yuhele ascoltami, non ho molto tempo, lo sai.
“Sì, Merehe, ti ascolto.”
Gli Spiriti sono inquieti, so che puoi sentirlo. Coloro che sono stati uccisi con la Luna di Sangue o con l'approssimarsi di essa, coloro che sono stati confinati nella memoria... torneranno. Sono spiriti prigionieri di vendetta e dolore, rabbia e tormento.
“Quanto tempo ci resta?”
Poco, temo. L'Ordine, già debole a causa di quello che fu, è stato scosso, sin dalle fondamenta, dal risvegliarsi di tutte queste Forze. Cante, ascoltami bene:

Nella notte senza stelle,
cinque sono quelle
che si risveglieranno.
Una notte senza Luna è segno di sventura.
Corri, fa presto, e trova la luna nascosta
Dov'è posta?
Conosci la risposta.
Se il Cielo Nero resterà,
cinque anime nere questo desterà
e nel cuore dei Tributi entrerà.”

Yuhele sussultò come se avesse preso la scossa; Alan la vide tremare anche se non faceva affatto freddo.
“Stai dicendo che-” ma s'interruppe quando notò che le forme di Meredith divenivano sempre più evanescenti. Il tempo stava scadendo. “Chi è il Carnefice? Tu lo sai?”
Meredith annuì.
Cante, per favore, ti supplico, veglia sulla mia famiglia.” la voce dello Spirito si spezzò mentre una lacrima perlacea le correva lungo il viso, perdendosi poi nel mare dei suoi capelli. Yuhele annuì con aria solenne.
“Lo farò.” promise “Chi è il Carnefice, Meddie?”
Un'Ombra è scesa sul cuore Puro. Tu lo sai chi è. Ptanyetu possiede la sua gemella, Bloketu.
Alan riconobbe quella specie di canzoncina: sua nonna la cantava spesso quando cose cattive succedevano nella tribù.
Yuhele voltò il capo verso di lui, all'improvviso: aveva gli occhi spalancati come due piattini di caffè e le tremava il labbro. Alan sentì un tuffo al cuore: quegli occhi grigi e determinati che sempre gli avevano dato speranza, erano colmi di paura.
Qualunque cosa rappresentasse la canzone, se terrorizzava Yuhele in quel modo...
Yuhele” Meredith richiamò nuovamente la sua attenzione “non c'è più tempo. Due deve ritornare Uno.”
“NO!” urlò l'altra, allontanandosi di un passo dalla figura che adesso porgeva lei le mani, un'indicibile espressione di tristezza le solcava il viso.
Hai promesso.” le ricordò questa, decisa. “Lo sai, cante, io sarò sempre con te.”
Yuhele si avvicinò nuovamente, nuove lacrime le solcavano il viso. Il vento prese a vorticare nuovamente, con maggior vigore, attorno alle due figure, nascondendole poi, totalmente, alla vista di Alan. Gli animali scapparono tutti via.
Quando finalmente il vortice rallentò sempre di più fino a svanire, Alan vide che Meredith era scomparsa e che Yuhele giaceva al centro del cerchio, svenuta.
La sua pelle riluceva appena.
Nello stesso istante cinque ululati rabbiosi si levarono dagli alberi, nella direzione in cui si trovava la sua clinica.
“Non c'è più speranza?” chiese Alan, una disperazione senza fine sembrava essere scesa su di loro, spessa ed impenetrabile come il cielo buio sopra le loro teste.

 

*

 

Yuhele riprese i sensi lentamente; Alan non le aveva tolto gli occhi di dosso e nel buio della capanna, l'unica cosa che aveva continuato a far luce era la donna stessa.
Mentre la trasportava nella piccola casupola, non era riuscito a sopprimere il pensiero di star stringendo fra le mani la Luna nascosta.
“Sei sveglia?” le chiese, quando aprì finalmente gli occhi. “Ti senti bene?”
Yuhele sembrava dolorante e spaesata come se non ricordasse più chi era e cosa fosse; Alan le poggiò una mano sulla spalla, cercando di tranquillizzarla e quando questa rivolse i suoi occhi su di lui, l'uomo trattenne a stento un'esclamazione di sorpresa: i suoi occhi non erano più grigi, bensì argentei, quasi bianchi. Il nero della pupilla non esisteva più. I suoi capelli erano argentei e anche se non aveva aggiunto alcuna ruga al suo viso giovane, Alan aveva la netta sensazione di trovarsi davanti ad una presenza arcana, più di quanto, forse, la sua mente potesse immaginare.
“Alan?” chiese, e per qualche motivo l'incertezza della sua voce non si collimava bene con l'aura che emanava, comunque, l'uomo le prese la mano, stringendola appena.
“Sì, sono io. Yuhele, che cosa-” ma non sapeva bene come continuare.
Cosa doveva chiederle: cosa sei o chi sei?
Optò per una terza domanda.
“Sei tu la luna nascosta?”
Yuhele lo fissò con i suoi strani occhi argentei, prima di annuire.
“L'ho sempre saputo, in verità.” si guardò le mani come se le vedesse per la prima volta “solo che... è stato tanto tempo fa, sai? Io non ricordavo- dev'essere stato quando ho cercato di aiutare Merehe. Sì, è successo quando l'Uno s'è spaccato in Due.”
Alan la guardò confuso.
“Di cosa-” ma non ebbe modo di chiedere ed ottenere risposta perché all'improvviso cinque ululati rabbiosi scossero, sembra strano dirlo, ma scossero il mondo. Alan avvertì chiaramente la terra tremare sotto i propri piedi. E cosa ancora più incredibile avvertì il cielo tremare, essere squarciato dalla ferocia di quel suono.
Yuhele saltò in piedi, gli occhi spalancati. Alan non poté far a meno di notare quanto, in questa nuova veste, sembrasse più vulnerabile. Doveva forse dipendere da quei grandi occhi argenti... Yuhele sembrava ancora più giovane di prima, bellissima ma tremendamente fragile.
“E' lui!” squittì, portandosi le mani alla bocca, sconvolta.
“Lui chi?” le chiese Alan, affiancandola. Lei lo guardò.
“Ptanyetu, lui, Hanephi we. Non capisci, Alan? Le cinque anime confinate nella memoria! Sono già qui, nel corpo dei Cinque Tributi.”
Alan non ebbe bisogno di chiedere chi fossero i cinque tributi di cui parlava. In verità l'aveva capito subito ma aveva sperato, fino alla fine, che non fosse così.
“Come li salviamo?” chiese, più deciso e pratico di quanto in realtà si sentisse.
“Troviamo il Carnefice, prima. Cinquecento sono passati e i passi vengono affrettati." recitò poi. "Non ci rimane più tempo, Alan. Se lui è qui... presto la battaglia inizierà. Gli Alpha sono prossimi ad arrivare, i Tributi sono stati sacrificati, la Luna Nascosta è tornata e-"
"-la vittima è diventata Carnefice." concluse per lei, l'uomo.
"Alan." il tono vuoto con cui pronunciò il suo nome, atterrì ancora di più Deaton che sbiancò, tremando.
Aveva capito. Avevano capito.
"Un'ombra è scesa sul cuore puro." recitarono all'unisono. Non ebbero bisogno di altre parole ed uscirono fuori, nel buio della notte Nera.
Un nome aleggiava nell'aria, nelle loro menti, sulla punta della loro lingua ma nessuno dei due voleva pronunciarlo perchè se era così, se non si erano ingannati... non c'era speranza.
Nulla avrebbe salvato loro dalla Luna di Sangue.

 

*

 

Il Carnefice osservava il cielo senza stelle, in attesa che i suoi segugi tornassero a lui. Stava canticchiando qualcosa.
"Nella notte senza stelle, cinque sono quelle che si risveglieranno. Una notte senza Luna è segno di sventura...
Ghignò quando il cielo fu squarciato da cinque ululati che inneggiavano il suo nome: cinque anime massacrate nella notte di Luna Rossa o da uno dei suoi Figli sarebbe ritornati nel corpo di Cinque Tributi e si sarebbero strette attorno al Carnefice bramando vendetta. O almeno così dicevano le antiche profezie.
Queste cinque anime erano rimaste bloccate in un limbo oscuro, trattenute da catene di rabbia e tormento, l'inappagabile sete di vendetta per l'ingiustizia subita. Il Carnefice non era portatore di Giustizia, non era dalla parte dei buoni, no, lui era vendetta, lui era il Buio che avrebbe divorato la Luce.
Un'Ombra è scesa sul cuore Puro. Tu lo sai chi è. Ptanyetu possiede la sua gemella, Bloketu.” Il ghigno si spense sulle sue labbra; si guardò le mani come fosse la prima volta che le vedeva e sentì una fitta acuta di rabbia trafiggergli le membra. Il piano non era completo: Ptanyetu non poteva vincere se non possedeva anche Bloketu. Hanephi We non poteva far soccombere il mondo alla sua Tenebra se prima non divorava Hanephi Ska.
La rabbia fluì via così com'era arrivata: per sua fortuna, l'inconsapevole Luna Nascosta era appena uscita allo scoperto. Sapeva che presto l'avrebbe trovato e allora... il sorriso si allargò sul suo volto quando cinque giovani si avvicinarono a lui, accerchiando il masso dove si era seduto, lì, nel punto in cui aveva preso l'ultimo Tributo.
“Siamo qui.” ringhiò Scott. O almeno, l'anima nelle sembianze di Scott.
“Woskiske” rispose lui con voce melliflua “finalmente. Benvenuti.” aggiunse saltando gli altri. Scese dal masso ed allargò le braccia come se volesse stringerli tutti.
Li guardò ad uno ad uno.
Woyaptapi” salutò colui che aveva le sembianze di Isaac; poi guardò verso Jackson e disse “Yaecetu”, “Yaza” che ricambiò stirando le belle labbra di Erica in un ghigno, ed infine “Kte” che chiuse per un attimo le palpebre sugli occhi scuri di Boyd.
“Adesso i giochi possono iniz-” ma s'interruppe, rimanendo per un attimo paralizzato nella stessa posa con la quale aveva accolto i cinque.
Che cosa stai facendo?!
Stiles, non mi aspettavo di trovarti già sveglio.
Bastardo, che cosa hai fatto al branco?
Nulla, li ho semplicemente massacrati, e ho usato i loro corpi per invitare i miei Figli ad unirsi alla festa.
Esci dal mio corpo!
Non serve urlare, Stiles, anche perchè non ho intenzione di farlo. Ah, sai? Derek è stato qui ma non ha voluto vederti.
Non- Non ci credo!

Allora lascia che ti mostri...
“Stai bene?” chiese, alzando un sopracciglio, Yaecetu.
“Sì, sembra solo che il mio ospite abbia ripreso i sensi prima del previsto. Comunque sia nulla di preoccupante. Allora, stavo dicendo? Ah sì, che i giochi abbiano inizio!”

 

*

 

Peter levò gli occhi dal laptop quando avvertì i cinque ululati. Dieci minuti dopo Chris Argent entrò nella vecchia casa degli Hale, pallido come un fantasma.
“Hai sentito?”
“Certo che ho sentito, Casper.”
“Chi-?”
“Non chi, Chris, ma cosa.”
Peter voltò appena la testa verso est. Chiuse un attimo gli occhi.
“Yuhele sta arrivando.” poi fissò gli cocchi in quelli chiari del suo amico ed aggiunse con tono grave “Credo che i giochi siano finiti, Chris.”

 

*

 

Deucalion si fermò, al limitare del bosco che conduceva verso Beacon Hills. Tese le orecchie al suono di cinque ululati rabbiosi e ghignò in segno di trionfo.
Sembra che le cose stiano diventando interessanti, pensò, mentre ad alta voce ordinava ai suoi di procedere.

 

*

 

Derek e Cora avevano quasi raggiunto il limitare del bosco, quando li sentirono: cinque ululati rabbiosi che fecero tremare la terra. Il sangue nelle vene dell'Hale si gelò per il terrore: quegli ululati, quelle voci... non potevano essere loro...
Si rivolse alla sua compagna di viaggio.
“Dobbiamo tornare indietro!” esclamò “Devo- Stiles...!”
“No!” ribatté l'altra, afferrandolo per un braccio. “Devi uccidere Deucalion, Derek.”
“Che diavolo dici?! Potrebbe essere in pericolo-!”
“Non potrai fare nulla se non otterrai la forza di Deucalion!”
Derek sbattè le palpebre un paio di volte, guardandola corrucciato.
“Ottenere cosa?”
Cora si mordicchiò le labbra, palesemente a disagio.
“C'è una cosa che non ti ho detto...”
“Non abbiamo tempo.” tagliò corto il moro, avvertendo la voce di Deucalion e l'odore degli altri Alpha. “Dobbiamo andarcene.” e, prendendola per mano, ripresero a correre nel fitto del bosco.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dizionario di Lingua Lakhota.

 

Mitaka ki: Mia sorella giovane.
Cante: Cuore.
Ptanyetu: Autunno.
Bloketu: Estate
Hanephi Ska: Luna Bianca
Woskiske: Essere Violento
Woyaptapi: Rifiuto, Scarto
Yaecetu: Scorretto
Yaza: Dolore, Male
Kte: Massacro, Carneficina.

 

   
 
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