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Autore: Selhin    24/07/2008    6 recensioni
Mi dispiace per chi la segue, ma non riesco più a scrivere questa storia. Il mio stile è troppo cambiato, eppure non me la sento di cancellarla. Grazie per avermi seguito. Un seguito della serie tv...sono passati 3 anni dal ritorno di Hitomi sulla Terra...da allora è cresciuta, è cambiata...ma una nuova visione le farà capire che un nuovo nemico si prospetta all'orizzonte... e perciò farà ritorno su Gaea...
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Cap 7- L’Escaflowne

  Cap 7-  L’Escaflowne

 

 

 

 

 

 

 

 

  Van e Hitomi procedevano veloci, l’uno accanto all’altra, in uno dei tanti corridoi del palazzo.

Dopo che la ragazza era piombata nella stanza del giovane re, e c’era stato quel boato agghiacciante, si erano guardati un attimo in silenzio. Spaventati, confusi. Lei si era alzata, seguita subito dal ragazzo, e senza dirsi una parola erano usciti dalla stanza in fretta. Sapevano esattamente cosa fare, senza sentire il bisogno di comunicarlo all’altro, come se potessero leggersi nel pensiero. Ad Hitomi piacque questa sensazione familiare, questo sentirsi completamente in sintonia con lui. Mentre per Van era tutto confuso. Certo, notava la grande affinità che c’era fra loro, ma non ne comprendeva la ragione. In fondo, per lui, era un’estranea.

Mentre avanzavano la ragazza lo osservava di sottecchi, sorridendo tra se per quella situazione. Se erano ancora in sintonia allora forse si sarebbe ricordato di lei a breve. Questo pensiero le diede una nuova speranza, e per un attimo dimenticò ciò che stava accadendo attorno a loro.

Anche Van la guardava, rivolgendole sguardi confusi e imbarazzati ogni tanto. Le sembrava ancora incredibile che quella ragazza fosse un abitante della Luna dell’Illusione e che, oltretutto, lui l’avesse già conosciuta. Come poteva aver dimenticato una cosa del genere? Aver rimosso una sola persona dalla sua memoria. Ma adesso non era il momento di pensare a questo. Fanelia era in pericolo, sicuramente qualcuno li stava attaccando, come aveva detto la ragazza.

Ad ogni persona che incontravano dicevano di scappare avvertendo chiunque incontrasse. Bisognava mettere tutti al sicuro.

Tornata alla realtà delle circostanze Hitomi vide avanzare verso di lei l’amico - Hiroshi! - lo chiamò correndogli incontro, seguita da Van.

I due ragazzi si guardarono per qualche istante, ma dovevano rimandare il comprendersi a dopo.

  - Tutto bene Hicchan!? - chiese la ragazza guardandolo. Sembrava così scosso.

La guardò un istante poi annuì incerto - Si, ma cosa sta succedendo? -

la ragazza scosse la testa - Non ne sono sicura, ma credo che sia un attacco nemico.-

  - Ma non abbiamo più nemici, dopo la guerra…- replicò Van alzando la voce.

Hitomi si alzò in piedi, aiutando Hiroshi - Senti Van…- iniziò -…a quanto pare, dei nemici ce li avete, altrimenti non avrebbero attaccato così Fanelia. Adesso, la cosa principale da fare è mettere tutti al sicuro, dopo penseremo a combattere, d’accordo?- era così decisa che sembrava quasi che fosse lei a governare.

I ragazzi annuirono sconcertati nel vederla così decisa.

Hitomi disse a Hiroshi di cercare Allen - E dopo?- chiese lui.

  - Digli che avrà lui il compito di mettere quanta più gente possibile al riparo…bisogna fuggire da qui, e alla svelta…- posò lo sguardo su Van, notandolo molto accigliato.

  - Che succede? - chiese preoccupata.

Dopo qualche istante di esitazione Van rispose crucciato - Sbaglio o il re sono io?-

Hitomi annuì guardandolo - Certo…perché?-

  - E allora devo decidere io no?- sembrava alquanto seccato. Come si permetteva quella sconosciuta di dare ordini.

  - Scusami…- profondamente mortificata abbassò lo sguardo -…volevo solo essere d’aiuto…-

Hiroshi, che aveva osservato la scena confuso, disse apertamente - Accidenti come sei permaloso…quindi che faccio?- chiese rivolto all’amica, ma lei non rispose.

  - Fa come ha detto…- accordò il re alla fine, incamminandosi velocemente lungo il corridoio -…evidentemente è vero, che ha già avuto a che fare con me, se sa dare ordini del genere.-

La ragazza sollevò nuovamente lo sguardo, sorridendo a quel complimento nascosto, e iniziò a seguire il giovane re. Poi si voltò nuovamente verso l’amico - Vai sulla Crusade. Ci vediamo a Palas…-

Hiroshi non capiva - E come arriverete a Palas? -

La ragazza sorrise - Vedrai…adesso muoviti.- si voltò e raggiunse Van, che si era fermato ad aspettarla.

  - Un’altra cosa…- aggiunse il sovrano osservando il proprio sosia -…cerca Merle. Prenditene cura per favore.-

 

 

  Correvano veloci nel bosco subito accanto al palazzo.

Non si fermavano, non parlavano. C’era solo una grande fretta, e una grande paura di non fare in tempo. Dovevano affrettarsi.

La ragazza temeva di non ricordare la strada, ma il re avanzava spedito e sicuro, quindi non le restava far altro che seguirlo fiduciosa.

La meta sembrava non arrivare mai, e intanto gli attacchi nemici si erano fatti più contigui. Ancora non era riuscita a scorgere un solo nemico però. Che fosse di nuovo l’opera dei giganti invisibili di Zaibach? Le sembrava poco probabile, però era l’unica ipotesi che riuscisse a formulare al momento. Anche nelle sue visioni, non aveva mai visto il nemico vero e proprio. Quello sulla quale era sicura, era che gli attacchi venissero dall’alto, dal cielo.

Senza accorgersene il ragazzo davanti a lei iniziò a rallentare - Dovremmo esserci quasi…-

  - Sei sicuro? -

Van la scrutò arruffato - Bè…non proprio, è molto che non vengo più qui…-

  - Ma l’Escaflowne non si trovava accanto alla tomba di tua madre, tuo padre e Folken? - chiese d’impulso lei.

  - E tu come fai a sapere dell’Escaflowne? Era per questo che mi seguivi? - chiese Van agitato, prendendole le spalle.

Hitomi spalancò le grandi iridi chiare - Quante volte bisogna che te lo ripeta? - chiese stanca - Tu non ti ricordi di me, ma io c’ero…sono stata con te sull’Escaflowne diverse volte, che tu ci creda o no…-

Passò qualche istante di silenzio tra di loro, interrotto solo da un altro scoppio, questa volta più vicino - Dobbiamo far presto Van…- lui le lasciò le spalle.

  - Già…in ogni caso, ho spostato l’Escaflowne più all’interno, per evitare che fosse trovato…-

Hitomi sospirò rassegnata - E ricordi come arrivarci? -

Van scosse la testa - A dire il vero, speravo che entrando nel bosco me ne sarei ricordato, ma è troppo che non vengo…-

Passò qualche altro secondo silenzioso. In lontananza le urla della gente che cercava di mettersi al riparo, che piangeva invocando qualche nome confuso.

  - Bè, c’è un qualcosa che ti ricordi del luogo che può farci da indizio? - gli chiese Hitomi passandosi una mano fra i capelli chiari.

Il giovane re sembrò riflettere - Ricordo di averlo nascosto vicino ad una cascata…non era molto grande…-

La ragazza annuì seria, poi prese il ciondolo dal collo, facendolo scintillare alla luce rossastra del tramonto.

  - Ma quel ciondolo è…- Van non finì la frase perché la ragazza lo zittì con lo sguardo.

Chiuse gli occhi e cercò di concentrarsi, stringendo forte la pietra cristallina.

Una cascata. Devo trovare una cascata.

Nel buoi della sua mente, iniziò a materializzarsi l’immagine lontana di un ruscello. Poi degli alberi verdi, e al fondo, una piccola cascata. Poi lo vide.

  - Presto, da questa parte…seguimi!-

Iniziò a correre nel bosco, seguita, seppur sconcertato, dal ragazzo.

 

 

  Sola. Completamente sola.

Non sapeva dove andare. Era terrorizzata.

L’esplosione era avvenuta all’improvviso, accanto a lei.

Macerie incandescenti le erano cadute addosso, e adesso aveva un braccio ustionato.

Piangeva, ma nessuno pareva sentirla.

Era intrappolata sotto a quelle che erano le rovine di una delle abitazioni della cittadina.

Vedeva, con i suoi grandi occhi, uomini, donne e bambini che correvano impauriti.

Ma nessuno si accorgeva di lei.

Nessuno sentiva le sue urla di dolore, paura e angoscia.

Altre esplosioni, alcune lontane, altre vicine.

Aveva paura, ed era completamente sola.

Non poteva muoversi, non poteva scappare.

Era in trappola.

Presa da un’angoscia profonda e irreale, iniziò a scavare con le unghie affilate nella terra.

Cercava di aprirsi un varco.

Era piccola, e non ci sarebbe voluto molto spazio.

Ma appena credeva di essere riuscita nel suo intento, altre macerie le crollavano davanti, lasciandole ben poche speranze.

E poco ossigeno.

 

 

  - Accidenti a quella gatta…dove sarà andata adesso?-

Hiroshi correva veloce per le vie oramai distrutte di Fanelia.

Aveva fatto come Hitomi gli aveva chiesto. Aveva trovato Allen, e insieme erano riusciti a mettere in salvo molte persone, nascondendole nei boschi.

Ma il re gli aveva dato l’incarico di proteggere Merle, quella gatta dispettosa che lo aveva infastidito da quando l’aveva conosciuta.

Eppure non la stava cercando certo perché gliel’avesse chiesto Van.

Il motivo era un altro.

L’avrebbe cercata ugualmente anche se lui non gliel’avesse chiesto.

Purtroppo avanzava lentamente per colpa del ginocchio.

Non era ancora guarito, e gli faceva anche male. Però non poteva certo fermarsi per così poco.

Si chiedeva, fra una corsa e l’altra, dove fossero Van e Hitomi, e cosa avessero in mente. Quando aveva detto ad Allen che erano corsi via chissà dove, non gli era sembrato affatto stupito. Anzi, pareva quasi soddisfatto. Un altro mistero in più da svelare continuava a dirsi.

 Si fermò per riprendere fiato. Il dolore al ginocchio aumentava, e i polmoni gli dolevano per l’aria pesante di fumo che si era sparsa per la città.

C’era un caos allucinante, e nessuno sembrava ancora aver compreso da chi venissero questi attacchi nemici.

Chiuse gli occhi, cercando di prendere fiato in fretta. Poi, all’impossibile, scorse un piccolo e flebile lamento. Era lontano, anzi, più che lontano sembrava rinchiuso.

Cercò di capire da dove arrivasse, e cosa fosse soprattutto.

Un singhiozzo.

Un rantolo.

Non sapeva da cosa era spinto, ma si diresse senza esitazioni verso un cumulo di detriti.

E seppe che sotto c’era lei.

  - Merle! - urlò forte.

S’inginocchiò li accanto, con gli occhi già lucidi - Ti prego, rispondimi…-

Iniziò a scavare con le mani, graffiandosi con le pietre appuntite.

Sentiva male, ma non poteva fermarsi.

Spostò un grande masso annerito. Era pesante, ma ci mise tutto se stesso e non sentendo né la fatica né il dolore.

Nella piccola apertura che aveva creato, vide una piccola mano con le lunghe unghie affilate aggrappate alla terra. Era certo che avesse tentato di scavarsi un’uscita.

Ma non si muoveva, era immobile.

  - No, no…no! Ti prego Merle! -

Il ragazzo afferrò la mano e sentì che emanava un lieve tepore. Poi dal niente, un piccolo movimento, quasi impercettibile.

Ma lui lo sentì.

  - Stai tranquilla…- la rassicurò ormai all’orlo delle lacrime -…adesso ti tiro fuori io. Cerca di resistere.-

Si guardò intorno, in cerca di aiuto, ma non lo trovò. Continuava a tenerle la mano, per infonderle coraggio, per farle sapere che lui era li.

Non seppe da dove, ma trovò la forza di spostare gli altri massi sopra la gatta, e finalmente la vide.

Sdraiata a pancia in giù, il corpo annerito dal fuoco, il pelo del braccio sinistro bruciato con la pelle ustionata. Anche sul viso, leggermente.

L’attirò a se, stringendola, cercando di svegliarla.

  - Svegliati ti prego…- era più un ordine che una preghiera.

Non poteva credere di non aver fatto in tempo.

Poi sentì qualcosa su di sé. La guardò, e vide i suoi grandi occhi viola semiaperti, osservarlo confusi. Sul viso le si accennò un sorriso.

  - Merle, mi riconosci? Sono io, Hiroshi! -

La strinse di più, guardandola spaventato.

  - Grazie…- un sussurro lieve, ma reale.

Hiroshi sorrise, e si alzò in piedi, tenendola in braccio.

S’incamminò verso la Crusade, sollevato di essere riuscito a salvarla.

 

 

  - Eccola, è quella la cascata! - esclamò Van che correva dietro a Hitomi.

La ragazza si fermò, riprese fiato, e si guardò attorno - Dov’è l’Escaflowne? - chiese al ragazzo.

Anche lui osservava lo spazio circostante - Se la cascata è li…-

Vi andò davanti, e si voltò verso sinistra. Hitomi lo imitò.

Li accanto vi stava una grotta, nascosta dagli alberi, buia e profonda. Hitomi guardò il ragazzo incuriosita - E’ li?-

Lui si limitò ad annuire, avanzando verso l’entrata. Ma si bloccò subito.

  - Dannazione!- enfatizzò all’improvviso.

Hitomi lo osservò confusa - Che succede?-

Lui le restituì lo sguardo - Non ho con me il Drag Energist…-  disse mortificato.

La ragazza sospirò rumorosamente, chiedendosi come avrebbero fatto adesso. Poi, l’idea.

Si tolse dal collo il ciondolo di sua nonna, e glielo porse.

Il re sembrava non capire.

  - Prendilo…- lo incitò lei.

  - Perché? - era dubbioso.

Hitomi sospirò di nuovo - La pietra che vedi è un frammento di un Drag Energist…dovrebbe funzionare ugualmente…-

La guardò per qualche istante stralunato, poi afferrò il piccolo oggetto, ringraziandola.

Varcarono insieme l’ ingresso buio e freddo della grotta, avanzando lentamente, e dopo un cammino di un minuto lo videro.

Si ergeva in tutta la sua maestosità, proprio come lo ricordavano.

Negli occhi di Van però c’era una vena di tristezza.

Avevo promesso che non avrei più avuto bisogno di te, e invece la pace sembra finita.

Prese coraggio, e gli si avvicinò, seguito dalla sguardo di Hitomi.

Non appena avvicinò il ciondolo al cuore del Guymelef Ispano, questi iniziarono a brillare all’unisono. Stavano comunicando chissà per merito di quale magia.

Ma non appena avvicino il ciondolo ancora, questo venne respinto da un fulmine azzurro, che lo scaraventò a terra con violenza. Hitomi corse dal ragazzo preoccupata, e lui si mise seduto con il suo aiuto.

  - Che è successo? - chiese la ragazza guardando il giovane.

Lui scosse la testa confuso - Non ne ho idea…forse non…- ma non finì la frase perché un dolore lancinante alla testa lo colpì con ferocia.

Si afferrò il cranio con entrambe le mani, piegandosi su se stesso, sotto gli occhi impauriti della ragazza. Sembrava che la testa dovesse scoppiargli da un momento all’altro.

Hitomi non capiva cosa stesse accadendo, ma prese Van su una spalla e lo condusse fuori dalla grotta. Come il ragazzo si allontanò dal guymelef, uscendo da quell’antro buio, il dolore si attenuò fino a scomparire.

  - Stai meglio? - domandò lei preoccupata.

Van annuì trovando la forza di reggersi in piedi da solo - Cosa è accaduto? - se lo chiese da solo e allo stesso tempo a lei, come se sapesse la risposta ad ogni sua domanda.

Lei scosse il capo - Non lo so…-

  - Ho provato un forte dolore, subito dopo quel fulmine…è come se lo stesso Escaflowne mi avesse respinto…-

Hitomi aveva paura di quello che stava per dire - Vuol dire che non puoi pilotarlo? -

Gli lesse negli occhi la risposta - Ma come può essere? -

  - Non lo so…e adesso cosa facciamo?- rispose lui, alzando lo sguardo al cielo che oramai si stava scurendo.

Passarono secondi interminabili di silenzio carico di tensione e preoccupazione. Cosa sarebbe accaduto adesso?

Un’altra esplosione, più vicina di quel che sembrava, squarciò il loro silenzio.

  - Si avvicinano…che facciamo? - le chiese ancora Van, guardandola.

E lei, guardando quelle iridi scure dense di timori, ansie e preoccupazioni, prese una decisione inesorabile.

Si alzò, imitata poco dopo da lui.

  - Dammi il ciondolo…- disse decisa.

Van non obbiettò, e glielo porse - Che vuoi fare? -

Lei sorrise guardandolo - Se non puoi farlo tu, forse posso farlo io…-

Corse dentro alla grotta senza lasciargli il tempo di dirgli che era una cosa impossibile, fuori da ogni logica. La raggiunse, quando ormai era già di fronte alla grande gemma rossa del guymelef.

  - Smettila…è pericoloso, sai che è impossibile…- cercò di dissuaderla, ma purtroppo non ricordava quanto Hitomi fosse testarda.

Non lo stava ascoltando. Si era estraniata da tutto, chiudendo gli occhi per concentrarsi. Forse i suoi poteri potevano aiutarla.

Strinse il ciondolo con forza. Ti prego, è la nostra unica speranza!

Ma non accadeva nulla.

Strinse ancora di più l’oggetto fra le mani.

Popolo di Atlantide. Vi prego, aiutatemi!

E, contro ogni aspettativa, dalle sue mani si sprigionò una forte luce rossa, che brillava in contemporanea alla gemma dell’Escaflowne.

  - Ce l’ho fatta!-

Van osservava la scena sbalordito - Non può essere…- continuava a ripetersi.

La ragazza immerse le mani nella gemma, come aveva visto fare al ragazzo in passato. Sentì la pietra farsi liquida. Fredda, ma rilassante. La stava accogliendo.

Appena ritirò le mani, la macchina si mosse, aprendo la cabina.

Prese coraggio, respirando forte.

Forza Hitomi, puoi farcela!

Non appena entrò nella cabina, l’Escaflowne prese le sembianze del drago bianco.

Hitomi guardò Van che la fissava stupefatto - Avanti, sali! - gli gridò forte.

Lui tentennò, restando dov’era.

  - Forza, che aspetti?-

Alla fine si convinse e salì lentamente, sedendosi dietro di lei.

  - Sei capace? - le chiese sconcertato.

Hitomi lo osservò per un istante - Veramente no…-

Il ragazzo sospirò rassegnato - Devi desiderare intensamente di volare. Come se tu fossi l’Escaflowne stesso…- sentiva il dolore alla testa tornare, seppur più lieve di prima.

Possibile che non potesse avvicinarsi più al guymelef ?

Hitomi chiuse gli occhi, concentrandosi.

  - Senti il battito del cuore in sintonia…desideralo…- ascoltava la voce del ragazzo farsi lontana.

E lo sentiva davvero.

Lentamente, l’Escaflowne si librò in aria.

  - Brava! Così…-

La ragazza non riusciva a credere di esserci riuscita davvero.

Dunque, erano così forti i suoi poteri?

  - Ce la faccio…- sorrideva di felicità, e guidò l’Escaflowne fuori dalla grotta, poi su, sopra la foresta. Van le si strinse contro, indebolito dal dolore.

La ragazza si voltò, e vide lo spettacolo terrificante della sua visione.

Ancora una volta Fanelia era andata distrutta, ma per mano di chi?

Vide delle ombre fra le nubi scure allontanarsi all’orizzonte, non riuscendo a capire cosa fossero.

Si alzò ancora più in alto, l’attacco era finito, ma niente era stato risparmiato.

Ormai, non poteva far altro che dirigersi verso Palas.

 

 

 

 

Continua…

 

 

 

 

Ciao a tutti…so di averci messo un’eternità a scrivere questo cap, ma proprio non riuscivo a partorire un’idea decente…

Spero che come sia venuto sia di vostro gradimento…se devo essere sincera, potevo far meglio, ma non ne ho trovato la forza…poi sono stata anche molto occupata, presa dall’ispirazione illuminante per il mio libro, così vi ho trascurato…scusatemi tanto ^^’…passo ai ringraziamenti…

Ah, grazie anche a chi legge senza recensire ^__^ e se qualcuno si vuole aggiungere ad una recensione, sia libero di farlo!!!!!

 

nuvia : mi spiace, ma non ho esaudito la tua richiesta ^^’ non uccidermi però :P fammi sapere se questo capitolo ti è piaciuto!!!

 

Jenny76 : Hai proprio ragione, credo sia una cosa orribile…ma dovevo complicare un po’ le cose no? ^^ E la stima per Hiroshi cresce anche in me…è stato un eroe in questo cap??? un bacio e fammi sapere!!!

 

Mione1986 : ( 1 recensione XD ) no non te l’hanno tagliata visto ^^ dici il drago??? Mah, chi lo sa…

                          ( 2 recensione XD )  anche questa pubblicata ^^ vedo che Hiroshi sta acquistando molto successo ^^ che mi dici di sto cap??? bacioni

 

Cristie : Ma ciao, ben trovata!!! Ti do un caloroso benvenuto…sono felice che questa mia storia ti piaccia tanto ^^ continua a seguirmi, e grazie per aver aggiunto la storia tra i preferiti…bacio

 

giuliastarr : ah ah ah XD ma grazie, quanti complimenti!!! Aspetto il tuo giudizio!!!

 

Ashley : Ben tornata!!! ^^ che bello, sono felice che sia ripassata di qua…e grazie per i complimenti!!!!! un abbraccio

 

Ragazze non so come dirvi quanto conti per me il vostro sostegno!!!

Grazie infinite!!!!!

Aspetto i vostri giudizi!!!! ^__^

 

Selhin

   
 
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