Capitolo 14: La fedeltà delle guerriere
Ikuko, kenji e Shingo, dopo essersi assicurati che la loro Usagi stesse bene,
andarono a cercarsi una stanza,
lasciando soli Endymion e Serenity
con gran rammarico del padre della ragazza.
Esso accettò di
andarsene, ma volle a tutti i costi la camera adiacente con quella della
figlia, in modo tale da potersi accertare che niente di sconveniente accadesse in sua assenza.
Mamoru appoggiò la sua amata nel letto e la
coprì dolcemente, donandole poi un bacio sulla fronte.
Si guardò in torno per
osservare l’ambiante, nel quale nemmeno nella sua vita precedente era mai
stato.
Sebbene avesse dovuto
aspettarsi tutta quella eleganza, trovandosi nella camera di una principessa,
rimase sorpreso da tutta quella regalità.
Essa era di forma
quadrata con un letto a due piazze a baldacchino in centro. Su di esso vi erano
lenzuola bianche con bordature argentate di seta e legate ai pilastri del letto
vi erano tendine bianche trasparenti. A sinistra del mobile vi era un tappeto
soffice di colore rosa pallido, che si
abbinava al colore delle pareti, sulle quali era presente una striatura bianca
poco prima del soffitto, con il simbolo della famiglia reale ripetuto più volte.
A sinistra della
stanza, accanto alla porta di legno pitturata di bianco, vi era un armadio ante
tre ante, decorato con ghirigori dorati
e argentati.
Nel muro davanti al
letto si trovava una libreria enorme, con centinaia di libri, che circondava
una scrivania ben ordinata con diversa cancelleria sopra di essa. Alla parete
di destra c’era l’angolo dove Serenity si preparava
per rendersi presentabile alle cerimonie e feste. Vi era un comodino con
diversi trucchi, spazzole, fermagli per capelli. Uno specchio ovale che
permetteva di specchiarsi interamente e infine, un’enorme vetrata che si
affacciava a un piccolo terrazzo dove la visione della terra era assicurata.
Mamoru si sdraiò accanto ad Usagi e appoggiandosi sul gomito sinistro per tenersi
sollevato, la osservò dormire.
Ogni volta che si trasformava
nella principessa della luna, il ragazzo aveva l’impressione che la ragazza,
diventasse ancora più bella. La sua pelle diventava più luminosa, sui suoi
capelli dorati comparivano dei riflessi argentati e gli occhi, al momento
chiusi, sembravano brillare di più.
Cominciò ad
accarezzarle i capelli delicatamente per non svegliarla, ma ella, come se
percepisse la presenza del suo amato accanto a sé, si avvicinò maggiormente a
lui, poggiandosi sul suo petto.
Passò diverso tempo in
cui i due rimasero abbracciati e Mamoru, a
malincuore, decise che era meglio per lui recarsi nella sua stanza. Avrebbe
voluto rimanere accanto ad Usagi, ma sapeva che
sarebbe stata una pessima idea con il futuro suocero che lo sorvegliava di
continuo.
Cercò di spostarsi
lentamente, ma si rese conto che i suoi movimenti erano resi più difficili
dalla forte presa che Usagi aveva su di lui. Sembrava
come se la ragazza non volesse lasciarlo andare. Fu in quel momento che si
accorse che ella era sveglia e lo stava trattenendo a sé di proposito.
“Scusa, ti ho
svegliato!” disse Mamoru dispiaciuto.
Usagi scosse la testa e si strinse maggiormente a lui.
“Sono sveglia già da
un po’, ma tu non te ne sei accorto a causa dei pensieri che affollavano la tua
mente!”
Il ragazzo sorrise per
poi notare che la sua amata gli stava facendo quegli occhioni da cucciolo che
lo scioglievano sempre, quello stesso sguardo che faceva Chibiusa
quando voleva qualcosa.
“Dove stai andando?
Resta ancora qui con me, per favore!” disse Usagi.
Il ragazzo arrossì e
rispose “V-vorrei, ma…” cominciò, indicando poi una parete della stanza “…tuo
padre si è sistemato nella stanza accanto. Immagina perché. Meglio che non mi
trovi qui quando deciderà di farti visita!”
Serenity si tirò su e ridacchiando disse
“Dovevo aspettarmelo! Dovremo fare come in passato, quando per vederci,
dovevamo nasconderci!”
“Che poi nasconderci
non funzionava tanto. La regina Selene conosceva tutte le nostre scappatelle!”
rise Endymion.
“Già!” rispose Usagi, per poi chiedere curiosa “Non ti sembra strano che
la regina non ci abbia mai ostacolato? Di tanto in tanto mi rimproverava sul
fatto che il nostro era un amore proibito, ma non sembrava poi metterci così
tanto impegno!”
“I miei genitori
invece con i rimproveri ci andavano pesante. Mi hanno anche presentato un
centinaio di ragazze, sperando che mi scordassi di te!” disse Mamoru per poi spalancare gli occhi.
“Non credevo avessi
tutti questi ricordi! Non me ne hai mai parlato!” disse Usagi
interessata.
“In realtà….non so da
dove siano venuti fuori!” rispose sinceramente il ragazzo.
“Forse il fatto che
siamo trasformati in principi da diverso tempo, sta facendo riaffiorare in noi
diversi ricordi!”
Mamoru sembrò d’accordo con quella teoria,
ma Usagi improvvisamente si rattristò.
“Cosa c’è?” chiese il
primo, notando la sua espressione.
“Ecco…io…mi stavo
domandando se…se questi ricordi continueranno a riaffiorare, chi saremo noi
infine? Saremo ancora Usagi e Mamoru
o diventeremo solamente Serenity ed Endymion?”
Il ragazzo sembrò riflettere
sulla questione posta e disse “Se credi che una personalità possa prevalere
sull’altra, io credo che saremo chi scegliamo di essere, ma sinceramente io non
considero i noi stessi del presente e quelli del passato due entità diverse.
Entrambi fanno parte di noi, è ciò che siamo. Adesso anche se indosso i panni
di Endymion, non mi sento diverso dal solito e i
ricordi del passato del me stesso di un tempo, aumentano solo il numero di
esperienze fatte, che possono tornarmi utili. Se siamo davvero destinati a
diventare re e regina, non credi che avere un po’ della personalità e ricordi
dei noi stessi del passato possa tornarci utile?”
“Si, forse. Ora come
ora, non saprei nemmeno da che parte partire a governare un paesino,
figuriamoci un mondo intero!” disse s Usagi
sospirando.
“E poi cosa importa
chi siamo, io ti amerò per sempre comunque, che tu sia Usako
o Serenity!” disse Mamoru
per poi poggiare le labbra su quelle della ragazza per iniziare a scambiarsi un
bacio passionale, il quale venne interrotto da Serenity.
“Ma non preferiresti
che fossi più intelligente, meno pasticciona e più elegante come lo era Serenity?”
“Usako,
non è la prima volta che ti fai queste paranoie. Non so più come dirtelo. Io ti
amo per la persona meravigliosa che sei, non mi interessano quali sono i tuoi
difetti!” disse Mamoru, prendendole una mano e
portandosela al viso.
“Ma anche Neo Queen Serenity sembra essere così diversa da me. Sembra essere
così perfetta e…” cominciò Usagi, prima di essere
interrotta.
“Tu l’hai mai vista? Hai
mai visto come si comporta quando non deve avere a che fare con il pubblico? Chibiusa ne parla bene, come se fosse la donna più perfetta
al mondo, ma è logico. È pur sempre sua madre, no? Difficilmente quando si
parla di una persona che si ama, si lasciano intravvedere i difetti, perché in
fin dei conti, questi hanno poca importanza!”
Usagi annuì.
“E poi un lato non
perfetto dei Neo Queen Serenity lo conosciamo e
questo ti fa capire quanto della vecchia Usagi sia
rimasto in lei!” disse Mamoru divertito.
“Di che parli?” Chiese
Usagi confusa.
“Ti ricordi la lettera
di accompagnamento che Chibiusa ci ha fatto leggere
quando è tornata per la prima volta dal futuro? Era piena di errori di
ortografia e soprattutto scritta tutta in hiragana.
Anche uno straniero farebbe lo sforzo di metterci qualche Kanji!”
disse Endymion prendendola in giro.
“Hai ragion….Mamo-chan. Vuoi dire che non so scrivere?” disse Usagi mettendo il broncio.
“Quello che voglio
farti capire che nessuno è perfetto, nemmeno la te stessa del futuro e se anche
lei sembra più sicura di sé, non è detto che tu non lo possa diventare. Ma devi
essere tu a volerlo e non diventarlo perché ti senti
costretta. D’accordo?”
Usagi sorrise e annuì.
“Bene. Ora riposa, ci
vedremo domani mattina!” disse Mamoru per poi uscire dalla stanza.
Aprì gli occhi
sentendosi improvvisamente strana. Si guardò intorno e apparentemente sembrava
tutto nella norma, anche se l’atmosfera che regnava nella sua stanza era più
cupa, rispetto a prima.
Si alzò uscendo nel
corridoio, dove quella strana sensazione non l’abbandonò.
Sentiva dei brividi
percorrerle tutto il corpo mentre si inoltrava sempre più fra le mura del
palazzo, luogo dove poco prima era tornata la vita e che in quel momento sembrava essere nuovamente caduto in rovina.
Chiamò Mamoru, le sue amiche e i suoi genitori, entrando nelle
varie stanze, ma non trovò nessuno, né alcuna risposta giunse alle sue
orecchie.
Iniziando a sentire il
panico aumentare, continuò a cercare nelle altre ali del palazzo, giungendo poi
fino alla parte più remota dell’edificio.
Non ricordava a cosa
servisse quel luogo, ma le sembrava strano che tutte le persone che amava, si
trovassero in quel posto. Non ne vedeva il motivo.
Fece per andarsene
quando il suono di alcune voci attirò la sua attenzione.
Provenivano da dietro
a una porticina diverse dalle altre, più vecchia e mal tenuta. Dietro doveva
trovarsi la cantina.
Incuriosita aprì
leggermente la porta e vide che all’interno della stanza vi erano le sue amiche
che discutevano tra di loro.
Si domandò perché mai
avessero indetto una riunione senza avvertirla. Pensò che probabilmente
volevano discutere a proposito di un piano per proteggerla e quello
spiegherebbe il motivo per cui erano andate a rintanarsi in quel posto
“sperduto”, ma un altro dubbio l’assalì.
E se si erano riunite
per complottare alle sue spalle?
Sussultò a quel
pensiero. Mai aveva dubitato delle sue compagne e si domandò da dove quel
pensiero fosse venuto fuori.
Le sue amiche non
l’avrebbero mai tradita e proprio quando decise di tornare nelle sue stanze,
sentì dire da Sailor Mars “Io non ne posso più di quella patetica di Usagi!”
L’interpellata sgranò
gli occhi incredula a quelle parole.
Rei era solita
insultarla quando la prendeva in giro, ma le parole dette non erano mai
pronunciate con cattiveria, come era successo in quel momento.
“Nemmeno io. Se non
fosse stato per la sua incapacità, ora ci troveremo ancora sulla terra!” disse
Sailor Mercury, lasciando senza parole Usagi.
“Cosa ti aspettavi?
Non è poi così potente. Come potevamo sperare che salvasse tutto il pianeta?”
chiese Sailor Venus.
“Già, non so cosa
pensavo quando l’ho scelta per diventare Sailor Moon!” disse Luna, per poi
sbuffare.
“Tutti commettiamo
errori Luna. Non ti cruciare!” disse Sailor Jupiter.
Usagi strinse i pugni a quelle parole. Non
riusciva a capire come le sue amiche potevano cambiare faccia alle sue spalle.
Prima la elogiavano, le facevano credere di essere capace di fare
l’impossibile, poi invece loro erano le prime a non credere in lei.
“Ora però il problema
rimane. Dobbiamo sbarazzarci di lei!” disse Sailor Urano.
Serenity fece un passo indietro inorridita.
Sperava che almeno le Outher fossero ancora dalla sua
parte. Si erano dimostrate dure molte volte, ma non perché ce l’avessero con lei,
o almeno così credeva.
“Perché non la
consegniamo a Kendra? Ci penserebbe lei a sbarazzarsi
di quella piagnucolona!” disse Sailor Nettuno, sedendosi su di un barile.
“Io non credo sia una
buona idea. Una volta che saprà che l’abbiamo tradita, si unirà a lei e prima
che la nostra nemica possa fare qualcosa, la principessa potrebbe utilizzare il
suo potere per annientarci!” disse Sailor Pluto.
“è vero, solo perché
la principessa è un’imbranata che non sa fare un passo senza di noi, non vuol
dire che il cristallo sia da sottovalutare!” disse Sailor Saturn.
Usagi non riuscì più a trattenere le
lacrime, ma un barlume di speranza si riaccese in lei quando sentì la voce di Chibiusa.
“Ehi, ma che cosa vi
prender a tutti quanti? Vi rendete conto di quello che state dicendo? Volete
davvero eliminare Usagi? Non potete farlo!” disse la
piccola guerriera.
“E perché mai?” chiese
infastidito Artemis.
“Perché è mia madre!”
disse semplicemente.
“Oh già, eliminata
lei, tu sparisci!” disse Sailor Mars, alzando le spalle.
“Grazie tante, per
esservelo ricordate. Per quanto non mi piaccia Usagi,
io voglio nascere!” disse la bambina, mettendo il broncio e facendo crollare
l’ultima speranza della principessa.
Dall’ombra uscì una
persona che Serenity, fino a quel momento, non aveva
visto: Mamoru.
Dall’espressione del
viso, non provò nemmeno a pensare che lui fosse lì per difenderla.
Non aveva mai visto
tanto disprezzo sul volto del suo amato, nemmeno quando cercava di farsi odiare
quando l’aveva lasciata per proteggerla.
“Vorrà dire che non
nascerai. Non ho la minima intenzione di
stare con quella solo per te. Ogni volta che ti guardo mi ricordi lei e non so
chi delle due odio di più!” disse Mamoru infastidito.
Serenity si strinse le mani attorno alla
testa. Quella doveva essere per forza un’illusione. I suoi amici non potevano
essere così cattivi senza che lei si fosse accorta di niente e Mamoru non poteva dire quelle cose orribili a riguardo
della loro figlia futura.
Ma nonostante pensasse
quelle cose, la ragazza non riusciva a trovare pace. Se era solo un’illusione,
lei non avrebbe dovuto sentirsi come se il suo cuore venisse fatto a fettine.
Non dovrebbe sentire tutto quel dolore che provava dentro l’anima.
“Bhe
un modo per nascere ci sarebbe, ma avresti probabilmente un diverso colore di
capelli!” disse Rei.
“Cosa vuoi dire?”
chiese Chibiusa confusa.
“Potrei essere io tua
madre!” rispose la guerriera di Marte, mentre Mamoru
si avvicinò a lei, cingendole la vita, per poi darle un bacio passionale.
Usagi sentì le gambe cedere al suo peso e
si ritrovò in ginocchio, incapace di staccare gli occhi dalla scena.
Non poteva credere che
Rei e Mamoru la tradissero in quel modo.
Poi una voce nella sua
mente disse “Di cosa ti sorprendi? A Rei è sempre piaciuto Mamoru.
Sono anche usciti insieme ricordi? Si è fatta da parte solo per quella faccenda
di Endymion e Serenity, ma
la verità è che non ha mai scordato Mamoru e lui è
rimasto insieme a te solo perché si sentiva costretto!”
“No! Non è vero, Mamo-chan mi ama, me l’ho detto prima!” disse la ragazza
rannicchiandosi e scuotendo sempre più la testa, sperando di scacciare quella
voce.
“Lo ha detto solo per
farti stare zitta e per andare presto a dormire. Se ti amasse veramente,
sarebbe stato con te tutta la notte, non si sarebbe spaventato per la presenza
di tuo padre!”
“No, questo non è
vero, no!” urlò la ragazza attirando l’attenzione delle guerriere, che la
circondarono immediatamente.
“Guarda, guarda un po’
chi c’è qui!” disse Sailor Urano con disprezzo “La principessina non riusciva a
dormire per caso? Forse sotto al materasso c’era qualcosa che la disturbava?”
“Oh bene. Sono
contenta che le cose siano venute a galla, almeno non dovrò più fingere!” disse
Sailor Mercury.
“Heles,
Ami-cha…vi prego, ditemi che non è vero?” disse Usagi
in preda alle lacrime.
“è tutto vero baka.
Non so come tu non sia riuscita a capirlo prima eppure…no, non mi sorprende la
cosa. Infondo sei solo una stupida!” disse Sailor Mars abbracciando Mamoru.
“Mamo-chan…” sussurrò Usagi disperata.
“Non chiamarmi in quel
modo. Mi puoi chiamare Chiba-san. Sono stanco di giocare con te. Voglio stare
finalmente con la donna che amo!” disse il ragazzo dando un bacio nei capelli
di Rei.
“No! Vi prego!” disse
dal basso verso l’alto, mentre vedeva le guerriere avvicinarsi maggiormente
vicino a lei.
“Ragazze!” disse,
sempre più impaurita.
“Finalmente avrò la
madre che mi merito!” disse Chibiusa, facendo
sussultare Usagi, la quale vide che i codini della
bambina dal rosa, si stavano colorando di nero.
“No!” disse piano.
“No!” urlò poi con
tutto il fiato che aveva in gola.
Le urla di Serenity destarono tutti, i quali, temendo per l’incolumità
della principessa, si precipitarono nella stanza della ragazza. La trovarono
che si dimenava tra le coperte e fradicia di sudore, come se qualcuno cercasse
di farle del male.
Endymion fu il primo ad affiancare Chibiusa, la quale si trovava già nella stanza, avendo
deciso di dormire con la sua futura mamma, proprio come faceva sulla terra.
La bambina era
spaventata, soprattutto perché i suoi sforzi per svegliare Usagi,
erano stati vani.
“Usako,
Usako, svegliati!” disse Mamoru
scuotendo la ragazza. “Usako, mi senti?”
Anche le sue amiche la
chiamarono ripetutamente, senza che questa però si destasse dal suo sonno.
Sailor Mars le aveva dato anche uno schiaffo, sperando che funzionasse, ma
nemmeno quello ebbe un buon esito.
La ragazza continuava
a dormire e a farfugliare cose incomprensibili, non facendo comprendere alle
guerriere cosa stesse sognando.
“Questo non è un
incubo qualunque. È creato da qualcuno!” disse Sailor Mercury, mentre usava il
suo portatile per controllare le condizioni della sua amica.
“Il suo cervello sta
lavorando di più rispetto a quanto farebbe per un sogno e questo non è
normale!” disse la guerriera di mercurio.
“Potrebbe essere Kendra? Le sta facendo nuovamente il lavaggio del
cervello?” chiese Chibiusa terrorizzata.
“ Non è da escludere!”
disse Ami, chiudendo il computer.
Usagi continuò ad agitarsi finchè urlando, non si mise di scatto a sedere.
Si guardò intorno con
occhi sgranati, in un primo momento non riconoscendo né il posto dove si trovava, né i suoi amici, che
preoccupati la fissavano in attesa che dicesse loro qualcosa.
“Usagi,
tesoro…tutto bene?” chiese Ikuko sedendosi ai piedi
del letto e accarezzandole una gamba.
La ragazza guardò
tutti i presenti e capì dai loro sguardi di non trovarsi in pericolo.
“E-era s-solo u-un
sogno?” chiese rilassando le mani, che fino a quel momento erano rimasti
serrati.
“Si, tesoro. Ci hai
fatto spaventare. Non riuscivamo a svegliarti!” disse Kenji
preoccupato.
“M-mi dispiace!” disse
in un sussurro la ragazza, abbassando la testa.
“Cosa hai sognato?”
chiese Chibiusa curiosa.
“Io…io…” cominciò Usagi scuotendo la testa “Io non lo ricordo!” disse con
voce tremante.
“Io non ti credo!”
disse Sailor Urano, che era rimasta un po’ in disparte con le braccia conserte
a osservare.
“Sailor Urano non mi
sembra il caso di sforzarla a…” cominciò Sailor Nettuno, ma che venne
interrotta dall’amica.
“Michiru,
lo vedi anche tu in che stato è. È terrorizzata e shoccata
per quanto ha visto in sogno e se è davvero opera di Kendra,
dobbiamo obbligarla a parlare o faremo solo il gioco della nostra nemica!”
disse seria la ragazza.
“Sailor Urano ha
ragione Usako. Dicci cosa hai visto. Potremo aiutarti
se…” Mamoru non terminò la frase sorpreso dal gesto
della ragazza.
Questa infatti, quando
Endymion le afferrò la mano per tranquillizzarla, si
scosse da lui velocemente, come se non volesse essere assolutamente toccata da
lui.
“Usagi!”
disse sorpresa Rei, la quale fu sorpresa quando Serenity
le regalò uno sguardo di ghiaccio. Anche se questo durò una frazione di
secondo, prima che i suoi occhi tornassero normali, il tempo fu abbastanza perché
tutti potessero accorgersi di quel cambiamento improvviso.
“Come temevo? Non è
normale che si comporti così. Cosa può aver visto da portarla a rifiutare una
carezza del principe e a guardarci in quel modo?” chiese Sailor Urano dura, ma
preoccupata allo stesso tempo.
“Principessa, qualsiasi
cosa tu abbia visto, non è reale!” disse Sailor Pluto ansiosa.
Usagi abbassò il capo e annuì “Si, credo…è
che…” cominciò, prima di sentire nuovamente la voce del sogno.
“Chi ti assicura che
quello che stai vivendo ora, non sia una menzogna?”
La ragazza si portò le
mani alla testa e ripeté quello che aveva appena sentito.
“Cosa? Usagi cosa stai dicendo? Questo non è una bugia. Noi siamo
qua davanti a te!”
La ragazza guardò le
persone confusa e chiese “Si vi vedo, ma…chi mi garantisce che non state
indossando una maschera. Chi mi garantisce che non avete intenzione di
tradirmi?” disse ripetendo sempre quello che la voce le diceva. Era come se
nella sua testa ci fosse una battaglia fra le sue paure e la ragione.
Le guerriere
sussultarono.
“No, non lo faremo
mai! Sei una nostra cara amica Usagi, ti vogliamo
bene!” disse Sailor Venus allarmata, inginocchiandosi a terra accanto al suo
letto per afferrarle una mano e stringerla forte.
“E tu queste cose le
sai bene. È solo quella perfida strega che ti mette la pulce nell’orecchio e
quello che mi fa arrabbiare e che tu le
stai anche dando retta!” disse Urano stringendo i pugni.
“Non sto dando retta a
niente è solo che…!” cominciò Usagi mettendosi sulla
difensiva, inutilmente.
“Si invece, hai appena
messo in dubbio la nostra fedeltà principessa!” disse Sailor Saturn rattristata.
Quelle parole furono
come una doccia fredda per Usagi, la quale cominciò a
piangere.
“M-mi dispiace io…io
non volevo. S-sono così confusa, io…io so che quanto ho visto non corrisponde a
verità, ma una parte di me ha sempre paura che voi mi abbandoniate. Non importa
quale sia il modo in cui lo facciate!”
disse cercando questa volta l’abbraccio di Mamoru,
che non glielo negò.
“Se mai ti dovessimo
abbandonare, lo faremo solo perché siamo morte e non perché vogliamo tradirti.
Io e Michiru ti abbiamo fatto credere di averti
tradito nella lotta contro Galaxia, ma solo per arrivare a lei. Non c’è mai
passato per la testa di voltarti le spalle…né a noi due, né alle altre ragazze.
Quindi non dubitare mai più della nostra fedeltà…MAI!” disse Sailor Urano con
sguardo duro “Hai capito?”
Serenity la guardò, si morse il labbro e
debolmente rispose “Si!”
“Ragazze, se la nemica
sta giocando con la sua testa, è davvero difficile riuscire a resistere. Sono
riusciti a fare il lavaggio del cervello anche a me una volta!” disse Chibiusa.
“Sailor Chibiusa ha ragione. Quando il nemico gioca con le tue
paure, a volte è difficile far prevalere la ragione. Ci sono quasi cascata
anche io, anni fa. Se non avessi fatto prevalere i miei sentimenti verso di
voi, vi avrei attaccato quella volta!” disse Sailor Mercury.
“Si, ma alla fine hai
resistito. Non hai ceduto!” disse Sailor Nettuno.
“Prima di tutto, Usagi non ha ancora ceduto, secondo i miei dubbi sono
stati inferti da un semplice automa, non
dalla fonte che lo ha creato, come è successo a Chibiusa
e sta succedendo ora a lei. La loro influenza è di sicuro maggiore,
probabilmente al loro posto, anche io sarei crollata!” continuò la guerriera di
mercurio.
“Questo succede quando non si crede in se stessi!” disse Sailor Urano.
Sailor Mercury alzò la
voce e rivolgendosi alla guerriera di urano disse “Non
possiamo essere tutti come te Heles o come voi Outhers. Voi siete più fredde di noi inners
e non so se questo vostro modo di essere sia dovuto alla vicinanza del sole ai
nostri pianeti o per il modo in cui siete cresciute, ma questo non toglie il
fatto che la differenza tra noi e voi si vede lontano un miglio!”
“Più fredde, cioè
senza sentimenti?” chiese Sailor Urano infastidita.
“Sailor Mercury non intende
dire questo!” cominciò Sailor Pluto “Noi siamo più riflessive e ci lasciamo
condizionare meno dai sentimenti, questo per il compito che ci è stato
assegnato. Noi ai tempi del Silver Millennium siamo sempre state a guardia del regno rimanendo nei
nostri rispettivi posti, mentre le inners, sebbene
avessero il nostro stesso compito, potevano incontrarsi e andare alle feste di
palazzo e fare amicizia tra di loro. Noi abbiamo sofferto la solitudine e
questo ci ha reso come dice Sailor Mercury più fredde, cioè meno incline a
esternare i nostri sentimenti. Non è un offesa, anzi forse in questo momento
per lei è più un complimento, vero?” chiese dolcemente la guerriera di Plutone.
Ami annuì “Ho sempre
ammirato la vostra forza e il fatto che non vi fate intimidire da nessuno!”
Un silenzio cadde fra
i presenti finchè un sospiro si sentì.
“Mi dispiace. Non volevo
creare contrasti fra di voi!” disse Usagi.
“Nessun contrasto. Diciamo
che questa situazione ci ha permesso di conoscerci un po’ meglio. Non credete?”
chiese Sailor Saturn alle altre, le quali annuirono.
Serenity sorrise
riconoscente del fatto che non le facessero pesare la sua momentanea debolezza,
ma per quella volta, non aveva la minima intenzione di tornare a dormire e di
permettere a Kendra di giocare nuovamente con lei.