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Autore: Neko    08/05/2014    5 recensioni
Le nostre eroine sono potute tornare alle loro vite normali solo per poco. Nemmeno il tempo di riposare che un nuovo nemico, subdolo quanto tutti gli altri, se non peggio, compare a portare scompiglio nella vita delle guerriere Sailor e il loro obbiettivo è lo stesso di sempre, eliminare la principessa Serenity, ma cosa accade se il nemico non attaccherà direttamente lei, ma qualcosa a cui è strettamente legata, portando ripercussioni su tutti?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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Capitolo 14: La fedeltà delle guerriere

 

Ikuko, kenji e Shingo, dopo essersi assicurati che la loro  Usagi stesse bene, andarono  a cercarsi una stanza, lasciando soli Endymion e Serenity con gran rammarico del padre della ragazza.

Esso accettò di andarsene, ma volle a tutti i costi la camera adiacente con quella della figlia, in modo tale da potersi accertare che niente di sconveniente  accadesse in sua assenza.

Mamoru appoggiò la sua amata nel letto e la coprì dolcemente, donandole poi un bacio sulla fronte.

Si guardò in torno per osservare l’ambiante, nel quale nemmeno nella sua vita precedente era mai stato.

Sebbene avesse dovuto aspettarsi tutta quella eleganza, trovandosi nella camera di una principessa, rimase sorpreso da tutta quella regalità.

Essa era di forma quadrata con un letto a due piazze a baldacchino in centro. Su di esso vi erano lenzuola bianche con bordature argentate di seta e legate ai pilastri del letto vi erano tendine bianche trasparenti. A sinistra del mobile vi era un tappeto soffice di colore rosa pallido,  che si abbinava al colore delle pareti, sulle quali era presente una striatura bianca poco prima del soffitto, con il simbolo della famiglia reale ripetuto più volte.

A sinistra della stanza, accanto alla porta di legno pitturata di bianco, vi era un armadio ante tre ante, decorato con  ghirigori dorati e argentati.

Nel muro davanti al letto si trovava una libreria enorme, con centinaia di libri, che circondava una scrivania ben ordinata con diversa cancelleria sopra di essa. Alla parete di destra c’era l’angolo dove Serenity si preparava per rendersi presentabile alle cerimonie e feste. Vi era un comodino con diversi trucchi, spazzole, fermagli per capelli. Uno specchio ovale che permetteva di specchiarsi interamente e infine, un’enorme vetrata che si affacciava a un piccolo terrazzo dove la visione della terra era assicurata.

Mamoru si sdraiò accanto ad Usagi e appoggiandosi sul gomito sinistro per tenersi sollevato, la osservò dormire.

Ogni volta che si trasformava nella principessa della luna, il ragazzo aveva l’impressione che la ragazza, diventasse ancora più bella. La sua pelle diventava più luminosa, sui suoi capelli dorati comparivano dei riflessi argentati e gli occhi, al momento chiusi, sembravano brillare di più.

Cominciò ad accarezzarle i capelli delicatamente per non svegliarla, ma ella, come se percepisse la presenza del suo amato accanto a sé, si avvicinò maggiormente a lui, poggiandosi sul suo petto.

Passò diverso tempo in cui i due rimasero abbracciati e Mamoru, a malincuore, decise che era meglio per lui recarsi nella sua stanza. Avrebbe voluto rimanere accanto ad Usagi, ma sapeva che sarebbe stata una pessima idea con il futuro suocero che lo sorvegliava di continuo.

Cercò di spostarsi lentamente, ma si rese conto che i suoi movimenti erano resi più difficili dalla forte presa che Usagi aveva su di lui. Sembrava come se la ragazza non volesse lasciarlo andare. Fu in quel momento che si accorse che ella era sveglia e lo stava trattenendo a sé di proposito.

“Scusa, ti ho svegliato!” disse Mamoru dispiaciuto.

Usagi scosse la testa e  si strinse maggiormente a lui.

“Sono sveglia già da un po’, ma tu non te ne sei accorto a causa dei pensieri che affollavano la tua mente!”

Il ragazzo sorrise per poi notare che la sua amata gli stava facendo quegli occhioni da cucciolo che lo scioglievano sempre, quello stesso sguardo che faceva Chibiusa quando voleva qualcosa.

“Dove stai andando? Resta ancora qui con me, per favore!” disse Usagi.

Il ragazzo arrossì e rispose “V-vorrei, ma…” cominciò, indicando poi una parete della stanza “…tuo padre si è sistemato nella stanza accanto. Immagina perché. Meglio che non mi trovi qui quando deciderà di farti visita!”

Serenity si tirò su e ridacchiando disse “Dovevo aspettarmelo! Dovremo fare come in passato, quando per vederci, dovevamo nasconderci!”

“Che poi nasconderci non funzionava tanto. La regina Selene conosceva tutte le nostre scappatelle!” rise Endymion.

“Già!” rispose Usagi, per poi chiedere curiosa “Non ti sembra strano che la regina non ci abbia mai ostacolato? Di tanto in tanto mi rimproverava sul fatto che il nostro era un amore proibito, ma non sembrava poi metterci così tanto impegno!”

“I miei genitori invece con i rimproveri ci andavano pesante. Mi hanno anche presentato un centinaio di ragazze, sperando che mi scordassi di te!” disse Mamoru per poi spalancare gli occhi.

“Non credevo avessi tutti questi ricordi! Non me ne hai mai parlato!” disse Usagi interessata.

“In realtà….non so da dove siano venuti fuori!” rispose sinceramente il ragazzo.

“Forse il fatto che siamo trasformati in principi da diverso tempo, sta facendo riaffiorare in noi diversi ricordi!”

Mamoru sembrò d’accordo con quella teoria, ma Usagi improvvisamente si rattristò.

“Cosa c’è?” chiese il primo, notando la sua espressione.

“Ecco…io…mi stavo domandando se…se questi ricordi continueranno a riaffiorare, chi saremo noi infine? Saremo ancora Usagi e Mamoru o diventeremo solamente Serenity ed Endymion?”

Il ragazzo sembrò riflettere sulla questione posta e disse “Se credi che una personalità possa prevalere sull’altra, io credo che saremo chi scegliamo di essere, ma sinceramente io non considero i noi stessi del presente e quelli del passato due entità diverse. Entrambi fanno parte di noi, è ciò che siamo. Adesso anche se indosso i panni di Endymion, non mi sento diverso dal solito e i ricordi del passato del me stesso di un tempo, aumentano solo il numero di esperienze fatte, che possono tornarmi utili. Se siamo davvero destinati a diventare re e regina, non credi che avere un po’ della personalità e ricordi dei noi stessi del passato possa tornarci utile?”

“Si, forse. Ora come ora, non saprei nemmeno da che parte partire a governare un paesino, figuriamoci un mondo intero!” disse s Usagi sospirando.

“E poi cosa importa chi siamo, io ti amerò per sempre comunque, che tu sia Usako o Serenity!” disse Mamoru per poi poggiare le labbra su quelle della ragazza per iniziare a scambiarsi un bacio passionale, il quale venne interrotto da Serenity.

“Ma non preferiresti che fossi più intelligente, meno pasticciona e più elegante come lo era Serenity?”

Usako, non è la prima volta che ti fai queste paranoie. Non so più come dirtelo. Io ti amo per la persona meravigliosa che sei, non mi interessano quali sono i tuoi difetti!” disse Mamoru, prendendole una mano e portandosela al viso.

“Ma anche Neo Queen Serenity sembra essere così diversa da me. Sembra essere così perfetta e…” cominciò Usagi, prima di essere interrotta.

“Tu l’hai mai vista? Hai mai visto come si comporta quando non deve avere a che fare con il pubblico? Chibiusa ne parla bene, come se fosse la donna più perfetta al mondo, ma è logico. È pur sempre sua madre, no? Difficilmente quando si parla di una persona che si ama, si lasciano intravvedere i difetti, perché in fin dei conti, questi hanno poca importanza!”

Usagi annuì.

“E poi un lato non perfetto dei Neo Queen Serenity lo conosciamo e questo ti fa capire quanto della vecchia Usagi sia rimasto in lei!” disse Mamoru divertito.

“Di che parli?” Chiese Usagi confusa.

“Ti ricordi la lettera di accompagnamento che Chibiusa ci ha fatto leggere quando è tornata per la prima volta dal futuro? Era piena di errori di ortografia e soprattutto scritta tutta in hiragana. Anche uno straniero farebbe lo sforzo di metterci qualche Kanji!” disse Endymion prendendola in giro.

“Hai ragion….Mamo-chan. Vuoi dire che non so scrivere?” disse Usagi mettendo il broncio.

“Quello che voglio farti capire che nessuno è perfetto, nemmeno la te stessa del futuro e se anche lei sembra più sicura di sé, non è detto che tu non lo possa diventare. Ma devi essere tu a volerlo e non diventarlo perché ti senti costretta. D’accordo?”

Usagi sorrise e annuì.

“Bene. Ora riposa, ci vedremo domani mattina!” disse Mamoru  per poi uscire dalla stanza.

 

Aprì gli occhi sentendosi improvvisamente strana. Si guardò intorno e apparentemente sembrava tutto nella norma, anche se l’atmosfera che regnava nella sua stanza era più cupa, rispetto a prima.

Si alzò uscendo nel corridoio, dove quella strana sensazione non l’abbandonò.

Sentiva dei brividi percorrerle tutto il corpo mentre si inoltrava sempre più fra le mura del palazzo, luogo dove poco prima era tornata la vita e che in quel momento  sembrava essere nuovamente caduto in rovina.

Chiamò Mamoru, le sue amiche e i suoi genitori, entrando nelle varie stanze, ma non trovò nessuno, né alcuna risposta giunse alle sue orecchie.

Iniziando a sentire il panico aumentare, continuò a cercare nelle altre ali del palazzo, giungendo poi fino alla parte più remota dell’edificio.

Non ricordava a cosa servisse quel luogo, ma le sembrava strano che tutte le persone che amava, si trovassero in quel posto. Non ne vedeva il motivo.

Fece per andarsene quando il suono di alcune voci attirò la sua attenzione.

Provenivano da dietro a una porticina diverse dalle altre, più vecchia e mal tenuta. Dietro doveva trovarsi la cantina.

Incuriosita aprì leggermente la porta e vide che all’interno della stanza vi erano le sue amiche che discutevano tra di loro.

Si domandò perché mai avessero indetto una riunione senza avvertirla. Pensò che probabilmente volevano discutere a proposito di un piano per proteggerla e quello spiegherebbe il motivo per cui erano andate a rintanarsi in quel posto “sperduto”, ma un altro dubbio l’assalì.

E se si erano riunite per complottare alle sue spalle?

Sussultò a quel pensiero. Mai aveva dubitato delle sue compagne e si domandò da dove quel pensiero fosse venuto fuori.

Le sue amiche non l’avrebbero mai tradita e proprio quando decise di tornare nelle sue stanze, sentì dire da Sailor Mars “Io non ne posso più di quella patetica di Usagi!”

L’interpellata sgranò gli occhi incredula a quelle parole.

Rei era solita insultarla quando la prendeva in giro, ma le parole dette non erano mai pronunciate con cattiveria, come era successo in quel momento.

“Nemmeno io. Se non fosse stato per la sua incapacità, ora ci troveremo ancora sulla terra!” disse Sailor Mercury, lasciando senza parole Usagi.

“Cosa ti aspettavi? Non è poi così potente. Come potevamo sperare che salvasse tutto il pianeta?” chiese Sailor Venus.

“Già, non so cosa pensavo quando l’ho scelta per diventare Sailor Moon!” disse Luna, per poi sbuffare.

“Tutti commettiamo errori Luna. Non ti cruciare!” disse Sailor Jupiter.

Usagi strinse i pugni a quelle parole. Non riusciva a capire come le sue amiche potevano cambiare faccia alle sue spalle. Prima la elogiavano, le facevano credere di essere capace di fare l’impossibile, poi invece loro erano le prime a non credere in lei.

“Ora però il problema rimane. Dobbiamo sbarazzarci di lei!” disse Sailor Urano.

Serenity fece un passo indietro inorridita. Sperava che almeno le Outher fossero ancora dalla sua parte. Si erano dimostrate dure molte volte, ma non perché ce l’avessero con lei, o almeno così credeva.

“Perché non la consegniamo a Kendra? Ci penserebbe lei a sbarazzarsi di quella piagnucolona!” disse Sailor Nettuno, sedendosi su di un barile.

“Io non credo sia una buona idea. Una volta che saprà che l’abbiamo tradita, si unirà a lei e prima che la nostra nemica possa fare qualcosa, la principessa potrebbe utilizzare il suo potere per annientarci!” disse Sailor Pluto.

“è vero, solo perché la principessa è un’imbranata che non sa fare un passo senza di noi, non vuol dire che il cristallo sia da sottovalutare!” disse Sailor Saturn.

Usagi non riuscì più a trattenere le lacrime, ma un barlume di speranza si riaccese in lei quando sentì la voce di Chibiusa.

“Ehi, ma che cosa vi prender a tutti quanti? Vi rendete conto di quello che state dicendo? Volete davvero eliminare Usagi? Non potete farlo!” disse la piccola guerriera.

“E perché mai?” chiese infastidito Artemis.

“Perché è mia madre!” disse semplicemente.

“Oh già, eliminata lei, tu sparisci!” disse Sailor Mars, alzando le spalle.

“Grazie tante, per esservelo ricordate. Per quanto non mi piaccia Usagi, io voglio nascere!” disse la bambina, mettendo il broncio e facendo crollare l’ultima speranza della principessa.

Dall’ombra uscì una persona che Serenity, fino a quel momento, non aveva visto: Mamoru.

Dall’espressione del viso, non provò nemmeno a pensare che lui fosse lì per difenderla.

Non aveva mai visto tanto disprezzo sul volto del suo amato, nemmeno quando cercava di farsi odiare quando l’aveva lasciata per proteggerla.

“Vorrà dire che non nascerai.  Non ho la minima intenzione di stare con quella solo per te. Ogni volta che ti guardo mi ricordi lei e non so chi delle due odio di più!” disse Mamoru infastidito.

Serenity si strinse le mani attorno alla testa. Quella doveva essere per forza un’illusione. I suoi amici non potevano essere così cattivi senza che lei si fosse accorta di niente e Mamoru non poteva dire quelle cose orribili a riguardo della loro figlia futura.

Ma nonostante pensasse quelle cose, la ragazza non riusciva a trovare pace. Se era solo un’illusione, lei non avrebbe dovuto sentirsi come se il suo cuore venisse fatto a fettine. Non dovrebbe sentire tutto quel dolore che provava dentro l’anima.

Bhe un modo per nascere ci sarebbe, ma avresti probabilmente un diverso colore di capelli!” disse Rei.

“Cosa vuoi dire?” chiese Chibiusa confusa.

“Potrei essere io tua madre!” rispose la guerriera di Marte, mentre Mamoru si avvicinò a lei, cingendole la vita, per poi darle un bacio passionale.

Usagi sentì le gambe cedere al suo peso e si ritrovò in ginocchio, incapace di staccare gli occhi dalla scena.

Non poteva credere che Rei e Mamoru la tradissero in quel modo.

Poi una voce nella sua mente disse “Di cosa ti sorprendi? A Rei è sempre piaciuto Mamoru. Sono anche usciti insieme ricordi? Si è fatta da parte solo per quella faccenda di Endymion e Serenity, ma la verità è che non ha mai scordato Mamoru e lui è rimasto insieme a te solo perché si sentiva costretto!”

“No! Non è vero, Mamo-chan mi ama, me l’ho detto prima!” disse la ragazza rannicchiandosi e scuotendo sempre più la testa, sperando di scacciare quella voce.

“Lo ha detto solo per farti stare zitta e per andare presto a dormire. Se ti amasse veramente, sarebbe stato con te tutta la notte, non si sarebbe spaventato per la presenza di tuo padre!”

“No, questo non è vero, no!” urlò la ragazza attirando l’attenzione delle guerriere, che la circondarono immediatamente.

“Guarda, guarda un po’ chi c’è qui!” disse Sailor Urano con disprezzo “La principessina non riusciva a dormire per caso? Forse sotto al materasso c’era qualcosa che la disturbava?”

“Oh bene. Sono contenta che le cose siano venute a galla, almeno non dovrò più fingere!” disse Sailor Mercury.

Heles, Ami-cha…vi prego, ditemi che non è vero?” disse Usagi in preda alle lacrime.

“è tutto vero baka. Non so come tu non sia riuscita a capirlo prima eppure…no, non mi sorprende la cosa. Infondo sei solo una stupida!” disse Sailor Mars abbracciando Mamoru.

“Mamo-chan…” sussurrò Usagi disperata.

“Non chiamarmi in quel modo. Mi puoi chiamare Chiba-san. Sono stanco di giocare con te. Voglio stare finalmente con la donna che amo!” disse il ragazzo dando un bacio nei capelli di Rei.

“No! Vi prego!” disse dal basso verso l’alto, mentre vedeva le guerriere avvicinarsi maggiormente vicino a lei.

“Ragazze!” disse, sempre più impaurita.

“Finalmente avrò la madre che mi merito!” disse Chibiusa, facendo sussultare Usagi, la quale vide che i codini della bambina dal rosa, si stavano colorando di nero.

“No!” disse piano.

“No!” urlò poi con tutto il fiato che aveva in gola.

 

Le urla di Serenity destarono tutti, i quali, temendo per l’incolumità della principessa, si precipitarono nella stanza della ragazza. La trovarono che si dimenava tra le coperte e fradicia di sudore, come se qualcuno cercasse di farle del male.

Endymion fu il primo ad affiancare Chibiusa, la quale si trovava già nella stanza, avendo deciso di dormire con la sua futura mamma, proprio come faceva sulla terra.

La bambina era spaventata, soprattutto perché i suoi sforzi per svegliare Usagi, erano stati vani.

Usako, Usako, svegliati!” disse Mamoru scuotendo la ragazza. “Usako, mi senti?”

Anche le sue amiche la chiamarono ripetutamente, senza che questa però si destasse dal suo sonno. Sailor Mars le aveva dato anche uno schiaffo, sperando che funzionasse, ma nemmeno quello ebbe un buon esito.

La ragazza continuava a dormire e a farfugliare cose incomprensibili, non facendo comprendere alle guerriere cosa stesse sognando.

“Questo non è un incubo qualunque. È creato da qualcuno!” disse Sailor Mercury, mentre usava il suo portatile per controllare le condizioni della sua amica.

“Il suo cervello sta lavorando di più rispetto a quanto farebbe per un sogno e questo non è normale!” disse la guerriera di mercurio.

“Potrebbe essere Kendra? Le sta facendo nuovamente il lavaggio del cervello?” chiese Chibiusa terrorizzata.

“ Non è da escludere!” disse Ami, chiudendo il computer.

Usagi continuò ad agitarsi finchè urlando, non si mise di scatto a sedere.

Si guardò intorno con occhi sgranati, in un primo momento non riconoscendo né il posto  dove si trovava, né i suoi amici, che preoccupati la fissavano in attesa che dicesse loro qualcosa.

Usagi, tesoro…tutto bene?” chiese Ikuko sedendosi ai piedi del letto e accarezzandole una gamba.

La ragazza guardò tutti i presenti e capì dai loro sguardi di non trovarsi in pericolo.

“E-era s-solo u-un sogno?” chiese rilassando le mani, che fino a quel momento erano rimasti serrati.

“Si, tesoro. Ci hai fatto spaventare. Non riuscivamo a svegliarti!” disse Kenji preoccupato.

“M-mi dispiace!” disse in un sussurro la ragazza, abbassando la testa.

“Cosa hai sognato?” chiese Chibiusa curiosa.

“Io…io…” cominciò Usagi scuotendo la testa “Io non lo ricordo!” disse con voce tremante.

“Io non ti credo!” disse Sailor Urano, che era rimasta un po’ in disparte con le braccia conserte a osservare.

“Sailor Urano non mi sembra il caso di sforzarla a…” cominciò Sailor Nettuno, ma che venne interrotta dall’amica.

Michiru, lo vedi anche tu in che stato è. È terrorizzata e shoccata per quanto ha visto in sogno e se è davvero opera di Kendra, dobbiamo obbligarla a parlare o faremo solo il gioco della nostra nemica!” disse seria la ragazza.

“Sailor Urano ha ragione Usako. Dicci cosa hai visto. Potremo aiutarti se…” Mamoru non terminò la frase sorpreso dal gesto della ragazza.

Questa infatti, quando Endymion le afferrò la mano per tranquillizzarla, si scosse da lui velocemente, come se non volesse essere assolutamente toccata da lui.

Usagi!” disse sorpresa Rei, la quale fu sorpresa quando Serenity le regalò uno sguardo di ghiaccio. Anche se questo durò una frazione di secondo, prima che i suoi occhi tornassero normali, il tempo fu abbastanza perché tutti potessero accorgersi di quel cambiamento improvviso.

“Come temevo? Non è normale che si comporti così. Cosa può aver visto da portarla a rifiutare una carezza del principe e a guardarci in quel modo?” chiese Sailor Urano dura, ma preoccupata  allo stesso tempo.

“Principessa, qualsiasi cosa tu abbia visto, non è reale!” disse Sailor Pluto ansiosa.

Usagi abbassò il capo e annuì “Si, credo…è che…” cominciò, prima di sentire nuovamente la voce del sogno.

“Chi ti assicura che quello che stai vivendo ora, non sia una menzogna?”

La ragazza si portò le mani alla testa e ripeté quello che aveva appena sentito.

“Cosa? Usagi cosa stai dicendo? Questo non è una bugia. Noi siamo qua davanti a te!”

La ragazza guardò le persone confusa e chiese “Si vi vedo, ma…chi mi garantisce che non state indossando una maschera. Chi mi garantisce che non avete intenzione di tradirmi?” disse ripetendo sempre quello che la voce le diceva. Era come se nella sua testa ci fosse una battaglia fra le sue paure e la ragione.

Le guerriere sussultarono.

“No, non lo faremo mai! Sei una nostra cara amica Usagi, ti vogliamo bene!” disse Sailor Venus allarmata, inginocchiandosi a terra accanto al suo letto per afferrarle una mano e stringerla forte.

“E tu queste cose le sai bene. È solo quella perfida strega che ti mette la pulce nell’orecchio e quello che  mi fa arrabbiare e che tu le stai anche dando retta!” disse Urano stringendo i pugni.

“Non sto dando retta a niente è solo che…!” cominciò Usagi mettendosi sulla difensiva, inutilmente.

“Si invece, hai appena messo in dubbio la nostra fedeltà principessa!” disse Sailor Saturn rattristata.

Quelle parole furono come una doccia fredda per Usagi, la quale cominciò a piangere.

“M-mi dispiace io…io non volevo. S-sono così confusa, io…io so che quanto ho visto non corrisponde a verità, ma una parte di me ha sempre paura che voi mi abbandoniate. Non importa quale sia il  modo in cui lo facciate!” disse cercando questa volta l’abbraccio di Mamoru, che non glielo negò.

“Se mai ti dovessimo abbandonare, lo faremo solo perché siamo morte e non perché vogliamo tradirti. Io e Michiru ti abbiamo fatto credere di averti tradito nella lotta contro Galaxia, ma solo per arrivare a lei. Non c’è mai passato per la testa di voltarti le spalle…né a noi due, né alle altre ragazze. Quindi non dubitare mai più della nostra fedeltà…MAI!” disse Sailor Urano con sguardo duro “Hai capito?”

Serenity la guardò, si morse il labbro e debolmente rispose “Si!”

“Ragazze, se la nemica sta giocando con la sua testa, è davvero difficile riuscire a resistere. Sono riusciti a fare il lavaggio del cervello anche a me una volta!” disse Chibiusa.

“Sailor Chibiusa ha ragione. Quando il nemico gioca con le tue paure, a volte è difficile far prevalere la ragione. Ci sono quasi cascata anche io, anni fa. Se non avessi fatto prevalere i miei sentimenti verso di voi, vi avrei attaccato quella volta!” disse Sailor Mercury.

“Si, ma alla fine hai resistito. Non hai ceduto!” disse Sailor Nettuno.

“Prima di tutto, Usagi non ha ancora ceduto, secondo i miei dubbi sono stati  inferti da un semplice automa, non dalla fonte che lo ha creato, come è successo a Chibiusa e sta succedendo ora a lei. La loro influenza è di sicuro maggiore, probabilmente al loro posto, anche io sarei crollata!” continuò la guerriera di mercurio.
“Questo succede quando non si crede in se stessi!” disse Sailor Urano.

Sailor Mercury alzò la voce e rivolgendosi alla guerriera di urano disse “Non possiamo essere tutti come te Heles o come voi Outhers. Voi siete più fredde di noi inners e non so se questo vostro modo di essere sia dovuto alla vicinanza del sole ai nostri pianeti o per il modo in cui siete cresciute, ma questo non toglie il fatto che la differenza tra noi e voi si vede lontano un miglio!”

“Più fredde, cioè senza sentimenti?” chiese Sailor Urano infastidita.

“Sailor Mercury non intende dire questo!” cominciò Sailor Pluto “Noi siamo più riflessive e ci lasciamo condizionare meno dai sentimenti, questo per il compito che ci è stato assegnato. Noi ai tempi del Silver Millennium siamo sempre  state a guardia del regno rimanendo nei nostri rispettivi posti, mentre le inners, sebbene avessero il nostro stesso compito, potevano incontrarsi e andare alle feste di palazzo e fare amicizia tra di loro. Noi abbiamo sofferto la solitudine e questo ci ha reso come dice Sailor Mercury più fredde, cioè meno incline a esternare i nostri sentimenti. Non è un offesa, anzi forse in questo momento per lei è più un complimento, vero?” chiese dolcemente la guerriera di Plutone.

Ami annuì “Ho sempre ammirato la vostra forza e il fatto che non vi fate intimidire da nessuno!”

Un silenzio cadde fra i presenti finchè un sospiro si sentì.

“Mi dispiace. Non volevo creare contrasti fra di voi!” disse Usagi.

“Nessun contrasto. Diciamo che questa situazione ci ha permesso di conoscerci un po’ meglio. Non credete?” chiese Sailor Saturn alle altre, le quali annuirono.

 Serenity sorrise riconoscente del fatto che non le facessero pesare la sua momentanea debolezza, ma per quella volta, non aveva la minima intenzione di tornare a dormire e di permettere a Kendra di giocare nuovamente con lei.

  
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