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Autore: Tikal    08/05/2014    5 recensioni
Elisa è una ragazza solitaria, che preferisce affidare i suoi pensieri e le sue storie alle parole di un blog, dove si firma "Hope", speranza.
Una ragazza un po' fuori dal normale, con gli occhi verdi e un ciuffo azzurro, che conosce il potere e la magia delle parole, il loro incanto, affascinante e allo stesso tempo terribile.
Un incontro farà prendere alla sua vita una piega completamente nuova, che la trascinerà in un'avventura a cavallo tra il reale e il fantastico, alla scoperta del mondo nascosto sotto i suoi occhi, un mondo che non aspetta altro che essere scoperto.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 
 
“Alex mi guardò, i suoi occhi si posarono sul mio volto e si soffermarono sulla cicatrice che percorreva la guancia.
 – Abbiamo vinto. – mormorò, lasciando cadere a terra la spada. – È finita, finalmente. – i nostri occhi si incrociarono, un pozzo scuro e senza fine contro il mare dai mille colori. Proprio come la prima volta che la incontrai. Sembravano passati secoli, invece, quel giorno che cambiò per sempre la mia vita, risaliva a poco più di un anno prima. – Siamo liberi. Giustizia è fatta. – annuii. Anche se era costata cara, avevamo vinto. Era così strano pensarlo. Per mesi avevo creduto di stare combattendo per una causa persa, e alle volte avevo pensato che non ce l’avremmo mai fatta, ma in quel momento, davanti a lei, ero felice di non aver rinunciato.
Lei si avvicinò a me, bellissima, anche dopo una battaglia. I capelli castani luccicavano al sole, la ciocca azzurra aveva quasi perso del tutto il suo colore, diventando sempre più chiara. Il viso sporco di sangue e terra si aprì in un sorriso, rivelando la fossetta sulla guancia sinistra. Per ultimi lasciai gli occhi. Verde il destro, azzurro il sinistro, entrambi con una piccola macchia marrone vicino alla pupilla, quando le sue labbra rosse si arcuarono all’insù, anch’essi mi ricambiarono il sorriso, brillando per la gioia e le lacrime. Ne avevamo affrontate così tante assieme, avevamo visto la morte in faccia più di una volta, ma le eravamo sempre sfuggiti.
– Grazie Andrew. – mormorò, avvicinando le sue labbra alle mie.
Fu il più bel bacio del mondo.”
 
Elisa chiuse il computer, un vecchio pc portatile, e sospirò. Le sarebbe piaciuto moltissimo trovarsi al posto di Alex, forse era proprio per quello che aveva creato quel personaggio, tempo prima.
Erano sei mesi che scriveva, quasi ogni giorno, sul suo blog, pubblicando ogni volta un nuovo capitolo della sua storia. Era un modo come un altro per evadere da quella vita che odiava con tutta se stessa, peccato che poi era sempre costretta a tornarvi.
Gettò un’occhiata sul comodino e prese in mano il telefono. Aprì i messaggi ricevuti, controllando gli ultimi, i suoi compagni continuavano a litigare per chi avesse ragione riguardo la soluzione di un problema di fisica. Erano le undici e mezza, probabilmente avrebbero finito per l’una.
Bloccò il cellulare e si mise sotto le coperte, aspettando che il sonno la accogliesse tra le sue braccia.
 
La sveglia suonò in ritardo quella mattina.
Elisa per poco non cadde dal letto, quando la voce di Jovanotti che cantava a squarciagola “La notte dei desideri” non le arrivò alle orecchie, distruggendole i timpani.
Tirò pigramente fuori una mano, spegnendo le note della canzone sugli ultimi accordi. Si alzò a sedere stropicciandosi gli occhi, stanca come non mai, e il suo sguardo cadde sul display luminoso della radiosveglia, che segnava le sei e cinquantatre.
Si precipitò fuori dal letto, terribilmente in ritardo, per poi inciampare in uno dei cuscini a terra e finire a gambe all’aria.
“Odio il lunedì mattina” pensò soffiandosi via un ciuffo castano dagli occhi.
 
– Alla buon’ora. – l’accolse sua madre una volta scesa in cucina. – Ti ho già preparato la colazione, muoviti o farai tardi. – Elisa annuì, ringraziando silenziosamente la madre, e si mise a tavola. Ingurgitò velocemente la brioche e il latte, per poi correre a vestirsi.
Tirò fuori la prima cosa che trovò dall’armadio: un paio di jeans blu e una maglietta bianca a manica corta con una stampa a cui non fece caso. Indossò una vecchia camicia di jeans sopra la maglia e si guardò allo specchio.
Si era tagliata i capelli due anni prima, e da allora li teneva sempre corti, con un taglio asimmetrico. In quel momento erano spettinati e sparati in aria, come se si fosse appena alzata dal letto (cosa peraltro vera).
L’estate precedente si era colorata una ciocca del ciuffo d’azzurro, per somigliare di più ad Alex, la protagonista dei suoi racconti, e molti degli insegnati la guardavano male per quello.
Sorrise all’immagine riflessa nello specchio, e i suoi occhi verdi la ricambiarono allegri.
Nessuno sapeva chi fosse in realtà la scrittrice misteriosa che si firmava “Hope”, speranza in inglese, e che da sei mesi teneva un blog dove pubblicava le sue storie.
Nessuno sapeva chi fosse, nessuno tranne tre persone.
 
– Aspetta! – gridò Elisa al pullman che si allontanava velocemente. Quella giornata non era iniziata affatto nel modo giusto, e alla prima ora avrebbe dovuto incontrare la strega della Bianchi, l’insegnante d’inglese più incompetente del mondo. La ragazza portò le braccia al petto, sbuffando indispettita. Non aveva la minima intenzione di beccarsi una sgridata da una che non sapeva nemmeno coniugare un congiuntivo, ma non sarebbe mai arrivata a scuola in orario.
Controllò l’ora sul display del cellulare; lo schermo segnava le sette e mezza. Sospirò sconsolata e si rassegnò a comporre il numero della madre per farsi portare a scuola in macchina.
– Ehi mamma, si, sono Elisa. Potresti chiedere alla zia se mi potrebbe portare a scuola? Qui il pullman è già passato. – Cercò di farlo sembrare un incidente, e che non era colpa sua. Funzionò, Elisa era un’attrice fantastica grazie alle ore passate a scuola, dove si sforzava di sorridere e di non mandare a quel paese i ragazzi che non sopportava e che la prendevano in giro.
Si appoggiò al palo della luce di fianco alla pensilina e si infilò le cuffie nelle orecchie, cercando di fare in modo che il volume della musica superasse quello dei suoi pensieri. Peccato solo che i suoi pensieri strillavano sempre come se fossero ad un concerto di musica rock. Aumentò il volume ancora di più, e la voce di Jovanotti superò il rumore caotico e disordinato della sua mente.  

 
 
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ANGOLO AUTRICE

Grazie mille per essere giunti fin qui!!
Premetto che è la prima storia originale che pubblico, e spero di non aver fatto un disastro.
Passiamo alla storia. 
Il testo che si legge all'inizio è mio, Andrew ed Alex sono due miei personaggi che fanno però parte di un'altra storia (decisamente incasinata), che però penso non pubblicherò qui. 
Il personaggio di Elisa è ispirato molto a quello di Alex che è a sua volta ispirato ad un'altra persona (faccio troppi giri, lo so.)
Il capitolo è cortissimo, me ne rendo conto, ma i prossimi capitoli si allungheranno.
Pubblicherò ogni venerdì (salvo imprevisiti) e spero vivamente che la storia vi piaccia.
Al prossimo capitolo!!
Virgia99
 
   
 
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