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Autore: _Cissy_    08/05/2014    1 recensioni
Cosa immaginate fosse successo al rientro di Annie Cresta, come vincitrice degli Hunger Games?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Ritorno

Il sole scompariva oltre l'orizzonte, mentre tornavo a casa, nel Distretto 4. Ma sapevo che qualcosa sarebbe cambiato. Non mi sentivo come quando ero partita.
Non vedevo più le cose belle della vita. Vedevo ovunque gli orrori di quella maledetta arena, la gente che si uccideva.. per cosa?
Una misera corona, e la sopravvivenza. La sopravvivenza. Sopravvivi a tutto ciò, e, quando finalmente torni alla tua vita normale, vorresti essere morta, annegata in quell'onda, avvelenata da quella bacca.
Non sapevo nulla. Mi era vietato ogni contatto con i miei genitori. Almeno, vietato fino ad oggi.
-Annie- disse Trist, l'accompagnatrice del mio distretto- siamo quasi arrivati. Presto sarai di nuovo a casa-.
Trist, a Capitol City, era tutto ciò che poteva sembrare una madre: gentile, premurosa, materna.
La maternità che mi mancava.
A soli 15 anni sono stata catapultata in un mondo che non sentivo mio, e adesso non sentivo il mio mondo, la mia casa, non più di mia appartenienza.
Possibile che gli Hunger Games potessero cambiare così tanto? Il treno rallentò, quasi impercettibilmente, fermandosi poi nella stazione del Distretto 4.
Molta gente era venuta ad acclamarmi, per la mia vittoria.
Oh, se solo sapessero veramente, cosa vuol dire vincere: una vita piena di incubi. Quegli incubi mi avrebbero fatto diventare pazza. Letteralmente.
Uscì da quel treno, con la speranza di non vederlo più in vita mia. La mia famiglia, inprima fila: mia madre con le lacrime agli occhi, mio padre che le sorrideva, mia sorella con suo figlio, nato da pochissimo, in braccio; suo marito che le cingeva la vita.

Avrei mai potuto diventare come loro?
Avremmo potuto diventare come loro?
Mi guardai attorno, nella speranza di vederlo. Ma niente.
Immaginavo non fosse venuto: odia gli Hunger Games, odia Capitol City, e, da due anni, odia se stesso.
Mi ero fermata dinanzi al treno, con gli occhi sbarrati, nella speranza che potessi vederlo.

Fu mia madre a riportarmi alla realtà, correndomi incontro e abbracciandomi. Sentivo la sua guancia umida contro la mia.
-Annie, mi sei mancata così tanto- mi disse. Mi prese poi per mano, guidandomi da mio padre.
Anche lui mi abbracciò. Dovevo essere felice del fatto di rivedere la mia famiglia: ma in realtà cercavo lui.
Mia sorella mi venne incontro, con il bambino tra le braccia.
La prima cosa che mi disse mi fece tremare il cuore. -è nato il giorno della tua vittoria-
Poi l'abbracciai, con il bambino ancora addormentato tra le sue braccia. Sottovoce gli sussurrai. -Cristina... Dov'è Finnick?-
Lei sapeva del nostro sentimento. Con un cenno della testa indicò la spiaggia, a 500 metri da me. Le mimai un "Grazie" con le labbra, e scappai in quella direzione.

Gli arbusti, privi di foglie mi strappavano l'abito turchese che avevo indossato per il rientro, ma non mi importava. Avevo sparato che, alla fine, avesse cambiato idea, e venisse ad essere il mio mentore, ma niente.
Dovevo immaginarlo, però: gli Hunger Games cambiano tutti, e non vogliono essere rivissuti, anche attraverso i nuovi tributi.
E poi, non avrebbe voluto vendersi, mentre c'ero io che rischiavo la vita. Mi aveva confessato tutto: avevano aspettato i suoi 16 anni, e poi lo avevano venduto come un cane.
E lui lo faceva, per evitare che qualcosa potesse accadere ai suoi genitori, alle persone che amava. A Me.
Mi aveva confessato tutto, i suoi compiti, i suoi rischi, le sue paure e i suoi sentimenti, in quei maledetti 30 minuti prima della partenza.
-Ti prometto che farò in modo che tu rimanga viva!- mi disse, prima di baciarmi.
Un unico, lungo bacio. Poi, come una bestia da macello, fui messa in quel treno, portata a Capitol City, essere addestrata, intervistata, buttata in un'arena, vedere Jason, il mio compagno di distretto, morire decapitato da parte di un'altro ragazzo, sopravvivere al freddo, al gelo, alla temperatura altissima e ad un'onda che uccise i tributi rimasti... Tranne Me.
E lui, a Capitol City non c'era. Ma non importava, perchè ora lo capivo. Io bramavo di sapere cosa avesse fatto in quei due mesi che ero stata via. Poi lo vidi, seduto sulla riva del mare, quel mare che Panem ci invidiava, quel mare che mi aveva accudito come una figlia, così come tutti gli abitanti del Distretto 4, che aveva prodotto un amore. Iniziai ad urlare il suo nome.
Dopo vari tentativi si voltò. Vedevo comunque i suoi occhi luccicanti per la gioia, di vedermi salva, viva e li con lui.
-Annie!- urlò, poi mi corse incontro. Quando ci incontrammo, finì subito tra le sue braccia.
-Annie, sei qui... sei viva e.. ti amo- mi disse. I suoi occhi verdi mi fissavano, emozionati.
-Ti amo anche io, Finnick- dissi prima di poggiare le mie labbra sulle sue.

A metà della spiaggia dalla sabbia candida, tra la stazione che si svuotava e il mare, due anime coronavano il loro sogno.
Il fato era crudele con noi.
11 anni dopo, il destino tiranno si fece sentire, togliendomi una delle due cose che amavo di più.
  
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