Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: Inathia Len    09/05/2014    1 recensioni
Celia Stebbins è una ragazza qualsiasi, ma nasconde un segreto.
Celia sogna.
Celia ricorda.
Di un tempo in cui un uomo che viaggia in una cabina blu più grande all'interni rispetto all'esterno l'ha salvata dalla morte, quando era solo una bambina. Ma Celia non sa la verità, non sa che la donna che chiama madre non lo è davvero, non sa chi lei sia.
Quando i sogni si colorano di rosso e Celia ricorda di un pianeta andato distrutto, sa che deve scoprire la verità. E sa anche che c'è un solo uomo che la può aiutare: Sherlock Holmes.
Primo cross-over tra Doctor Who e Sherlock, ambientato tra la seconda e la terza stagione del primo e dopo la terza del secondo. Fatemi sapere che ne pensate :-)
Genere: Angst, Azione, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: John Watson, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

You’ve drawn the answers

 

Entrò nella stanza schiarendosi la gola, sentendosi come colpevole di una qualche interruzione.

-Oh, John, la colazione- disse Sherlock, sorridendo a Celia, mentre a lui si accartocciavano le viscere.

-Grazie, signor Watson.-

-Dottor Watson- puntualizzò Sherlock.

-John basta e avanza, davvero.-

-Sei arrivato giusto in tempo. Celia mi stava raccontando di "sua madre"- disse Sherlock, virgolettando in aria le ultime parole e raggomitolandosi sul divano con il the in mano. -Siediti.-

John fece per andare a recuperare una sedia dalla cucina, ma Sherlock gli fece cenno di prendere posto accanto a lui.

-Allora, tua madre, eh?- chiese John, giusto per riprendere il filo del discorso. -Nessun padre?-

L'occhiata che gli scoccò Sherlock lo fece sentire piccolo e stupido.

-Sherlock sostiene che io non abbia un padre, che Roona mi abbia adottata quando avevo circa quattro anni. Io non ricordo nulla.-

-Nessuna domenica dai nonni, regali o feste di compleanno?- insistette John, curioso.

Celia scosse la testa.

-Mamma diceva che papà era morto quando ero molto piccola, in un incidente d'auto quando viaggiava insieme ai suoi genitori. Lei, invece, aveva perso i suoi che era poco più che adolescente.-

-Hai mai visto le tombe?- chiese Sherlock.

-La gente non fa gite domenicali al cimitero, Sherlock- lo riprendi tu.

-Ma comunque la risposta è no. Ogni volta che provavo a farle domande, soprattutto quando ero più piccola, cambiava sempre argomento. E alla fine ho imparato ad accettarlo come un dato di fatto. C'erano famiglie numerose, con tanti cugini, zii e nonni... E poi c'eravamo noi due.-

-E i sogni? Quando sono cominciati?- domandò John. -Ne hai parlato con tua madre?-

-All'inizio sì. Bè, cominciati è una parola grossa. Li ho sempre fatti, ma di recente sono diventati più dettagliati.-

-Da quando, riesci a ricordare?-

-Da quando a Londra hanno cominciato a succedere cose strane.-

Calò il silenzio, interrotto dalla suoneria di un messaggio. Sherlock tirò fuori il suo telefono e una smorfia insoddisfatta si disegnò sul suo volto. John allungò il collo e Sherlock gli mostrò lo schermo.

-Sempre il solito incompetente- borbottò, mentre John aggrottava le sopracciglia.

-Bè, non è che avesse molti dati...-

-Non prendere le sue difese. A volte mi domando se non abbia vinto il lavoro a Scotland Yard con i punti della spesa.-

-Sherlock!- lo riprese John, ma si vedeva che stava ridendo.

-Scusate, qualcuno mi vuole dire cosa sta succedendo?- si intromise Celia.

-Ho chiesto a Lestrade, uno che sostiene di essere detective ispettore a Scotland Yard...-

-Sherlock!-

-... di trovare la famosa Rose, ma mi ha risposto che ha troppi pochi elementi. Oh, toccherà rivolgermi a Mycroft. Quale gioia- aggiunse in tono funereo.

-Mycroft è suo fratello, lavora per il governo- spiegò John.

-Lui È il governo, di fatto- puntualizzò Sherlock. -Ma ho ragione di credere che non avremo migliore fortuna con lui.-

-Tu non ricordi nient'altro?- chiede John. -Con il cognome saremmo a cavallo.-

Celia si passò entrambe le mani sul viso e sospirò.

-Forse nel prossimo sogno... Ma non lo so davvero. Non è un qualcosa che posso controllare. Potrebbero anche smettere di punto in bianco.-

Sherlock socchiuse gli occhi e giunse le mani sotto il mento.

Quando aprì di nuovo gli occhi, il suo sguardo era appena appena folle.

-I disegni!- gridò, saltando suo divano. -Ah, sono certo che la chiave sia lì! Dobbiamo andare a casa tua, Celia, e farci dare tutti i tuoi disegni!-

E poi sparì verso la camera da letto, da dove riemerse dopo qualche istante, vestito di tutto punto e con il cappotto in mano.

-Bè? Datevi una mossa!-

 

Mezz'ora dopo erano tutti e tre strizzati nel sedile posteriore di un taxi e sfrecciavano verso casa di Celia. Lei guardava fuori dal finestrino, persa tra i suoi pensieri, nervosa per l'incontro prossimo con la madre. Da quando, la sera prima, aveva sbattuto la porta e se n'era andata, non l'aveva chiamata né, tanto meno, le aveva detto dove era andata a stare. Forse non avrebbe approvato la sua scelta, ma l'appartamento di Baker Street le piaceva, come le piaceva la signora Hudson e, in particolare, le piaceva il suo coinquilino. Sherlock era folle, più lo conosceva più se ne rendeva conto, ma quella follia era geniale e contagiosa. E forse poteva davvero esserle d'aiuto. Perché quei sogni la inquietavano, soprattutto per il fatto che stavano cambiando. L'iniziale sentimento di calma e gioia stava scomparendo, sostituito da un terrore e una paura terribile. E poi c'era quella consapevolezza che l'aveva tanto sconvolta nella notte: il suo pianeta era stato distrutto. Cosa significava? Era stato detto e ridetto alla tv che le esplorazioni spaziali non avevano trovato alcuna forma di vita extraterrestre... Com'era quindi possibile che lei venisse da un altro pianeta che, addirittura, era andato distrutto? Però non c'erano dubbi, sapeva che quello era vero come che il cielo fosse azzurro e l'erba verde.

Sherlock aveva detto che la risposta era nei suoi disegni. Nei disegni c'era la cabina blu, lo sapeva e lo stesso anche nei sogni. Quella cabina era stata la sua Arca di Noè, ormai ne era certa...

Ma come erano collegate le cose? Chi erano l’uomo dalla giacca di pelle nera e Rose, la buona ragazza bionda?

-Siamo arrivati- mormorò funerea, quando il taxi si fermò, indicando il palazzo di fronte a loro.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Inathia Len