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Autore: Ciel    09/05/2014    1 recensioni
Dopo aver giocato alla Collection HD di Kingdom Hearts, una ventata di nostalgia mi ha spinto a scrivere questa breve fic. Cronologicamente posta fra Chain of Memories e KH2 (e parallelamente a 358/2 Days), il protagonista è forse il personaggio meno riutilizzato all'interno della saga, ma a parer mio anche uno dei più interessanti e carismatici: Riku Replica.
"Ma Riku Replica non moriva in CoM?!", vi chiederete. Sì, ma volevo davvero raccontare qualcosa in più su di lui. Quindi, non mi metto a spoilerare come avviene il suo ritorno, spero solo che possiate apprezzare la storia che ho imbastito e gli sforzi per poterla integrare all'interno della saga senza incongruenze. Riku Replica is back!
Genere: Azione, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: DiZ, Naminè, Riku Replica / Repliku
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: KH Chain of Memories, KH 358/2 Days
Capitoli:
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Capitolo 4
Verità (prima parte)

"Come puoi farlo? Mi stai tradendo?!"
"Non avevo detto che volevo fare buon uso di te?"
"No..."


"Si trova laggiù" disse DiZ indicando la strada a Riku Replica. I due si trovavano al piano terra del Castello dell'Oblio, davanti alla scalinata che conduceva ai piani sotterranei.
"In ogni piano ci sono decine e decine di stanze, due individui potrebbero visitare l'intero castello senza mai incontrarsi" spiegò l'uomo. "E riuscire a vedere tutte le sale è un'impresa ai limiti del possibile. Proprio per questo ho la sensazione che questo posto celi ancora molti segreti".
Riku rimase fermo a fissare le scale che scendevano verso il basso. Il casco scuro nascondeva bene la sua espressione assorta e malinconica: era da lì che proveniva.
Ansem proseguì: "Il laboratorio di Vexen si trova al quarto piano sotterraneo. Perché ti interessa?"
L'altro rimase in silenzio. Continuava a fissare la scalinata che si faceva più buia ad ogni gradino.
"Com'era il tuo rapporto con Vexen?" chiese ancora l'uomo. "Ti ha creato lui, doveva essere come un padre..."
Il ragazzo si voltò a guardare DiZ. "Non l'ho mai considerato un padre", rispose con voce atona. "Per me era più un..."
Creatore? Fabbricatore? Costruttore?
Queste e altre parole attraversarono la mente di Riku, incapace di scegliere la più adatta. Chissà se, in fondo, un prodotto programmato per non avere un cuore possedeva la facoltà di sentirsi deluso dal comportamento di chi una vita glil'aveva data e poi plagiata.
"Non importa" disse Ansem con tono fermo. "Hai detto che avresti protetto Sora. Non che ne sia entusiasta, ma dovresti occuparti di quello piuttosto che fantasticare sulle tue origini".
"Ho detto che avrei aiutato Naminé, non che sarei stato il tuo cane da guardia" rispose la Replica con tono acido.
I due rimasero a guardarsi in malomodo per qualche secondo, poi DiZ si girò e tornò indietro, verso il tredicesimo piano. Riku aspettò che scomparve anche l'eco dei suoi passi, rimanendo di nuovo soli, lui e la scalinata lì di fronte.
Si rese conto però che Ansem non aveva tutti i torti: non sapeva cosa avrebbe trovato nel laboratorio di Vexen, ma in realtà non sapeva bene cosa stesse cercando.
Stava per incamminarsi verso i piani inferiori quando il rumore del portone d'ingresso che si apriva lo fece bloccare. Si voltò e vide sbucare da dietro la porta un grosso individuo con orecchie a punta, due occhietti perfidi e un largo sorriso compiaciuto stampato sul muso grosso e paffuto.
"Uh? E tu chi sei?!" chiese Pietro non appena notò il ragazzo col casco.
Riku non proferì parola, si limitò a rimanere fermo dove si trovava. Il suo opponente blaterò qualcosa sottovoce mentre lo squadrava da capo a piedi.
"Bah, fa come ti pare! L'importante è che tu non voglia ostacolarmi, impiastro! Ho un lavoro da svolgere".
"Cosa hai intenzione di fare?" domandò la Replica mentre il grosso felino si dirigeva verso i piani superiori.
"Oh, pensavo che il gatto ti avesse mangiato la lingua... AH, GATTO! Questa è buona!"
Il ragazzo con un gesto deciso del braccio fece comparire la sua arma. L'istante successivo era in posizione di lotta. "Cosa hai intenzione di fare?" ripetè con tono fermo.
"Oh, andiamo moccioso! Non vorrai mica metterti contro il buon vecchio Pietro?"
Riku non si mosse. Rimase fermo, come in attesa di giudizio... o di giudicare lui stesso.
Pietro sbuffò e si avvicinò a grandi passi verso il burattino. Era alto almeno il doppio e largo tre volte tanto. "Dico sul serio, non penso che ti convenga. Il tuo casco non mi spaventa mica..."
Un fendente tagliò l'aria e con essa un paio di ciuffi neri. L'enorme gatto osservò i suoi peli volteggiare lentamente verso il pavimento, mentre Riku era tornato nella sua posizione da battaglia.
"Che tu sia dannato!" urlò Pietro sferrando un pugno contro l'avversario, ma il burattino fu di nuovo più agile: fece un piccolo balzo per poggiarsi coi piedi sul braccio del nemico, si diede la spinta ed eseguendo una capriola in aria lo colpì con un calcio piazzato al mento. Pietro cadde rovinosamente all'indietro, la Replica invece era atterrata in piedi senza perdere minimamente l'equilibrio.
"Che c'è, ti serve un vantaggio?" chiese sarcastico Riku facendo scomparire l'Animofago. Mentre il suo opponente lo guardava adirato rialzandosi, il ragazzo fece qualche passo con fare indifferente, rimanendo vicino al muro bianco del Castello.
"Coraggio..." lo stuzzicò ancora Riku. "Pensavo fossi più forte di così".
Pietro scattò verso l'avversario per saltargli addosso, ma questo evitò l'attacco abbassandosi e facendo finire il grosso gatto contro la parete.


SBAAAM



Ancora intontito per il colpo subito, Pietro cercava di staccarsi dal muso l'intonaco bianco, ma Riku non gli diede neanche quell'attimo di tregua: sfoderò di nuovo la sua arma e la puntò contro di lui.
"Fuori di qui" sillabò il ragazzo.
Il cattivo si lasciò sfuggire un debole cenno affermativo col capo, fece comparire un varco oscuro alle sue spalle e vi entrò, andandosene. Riku rimase ancora una volta solo con le scale che conducevano ai sotterranei.


Qualche piano più in basso, una figura con un cappuccio nero calato sul viso stava ispezionando il Castello dell'Oblio.
Chiuse dietro di sé l'ennesima porta che aveva trovato, soffiando come scocciato.
- Non riuscirò mai a trovare quella camera... - pensò l'individuo proseguendo per il corridoio bianco, ma all'improvviso un grosso tonfo proveniente dai piano superiori lo fece distrarre.
"Cosa diavolo era?" si chiese ad alta voce togliendosi il cappuccio. Capelli rossi raccolti dietro la testa in grossi ciuffi, occhi verdi con due lacrime capovolte disegnate sotto di essi e il mento appuntito. Axel guardò verso l'alto divertito.



Capitolo 5
Verità (seconda parte)

"Esatto, sono finto, fasullo! Il mio aspetto, i miei sentimenti, tutti i miei ricordi!"

Anche senza averne ancora capito il motivo, Riku Replica aveva infine trovato il coraggio di scendere al quarto piano sotterraneo, dove trovò il laboratorio di Vexen.
Era una stanza spaziosa, con ampi spazi e arredamento ridotto al minimo indispensabile. Una libreria colma di volumi su un lato della stanza, dei fogli pieni di appunti e progetti sul muro opposto e in mezzo alla stanza, uno specchio e una serie di scrivanie e tavoli da lavoro sommersi da documentazioni, rapporti e studi sui numerosi lavori portati avanti dal Freddo Accademico. Dalla parte opposta all'entrata, appeso al muro c'era un grosso quadro che raffigurava un Vexen più giovane di qualche anno, in compagnia di un bambino di cinque o sei anni al massimo con un folto ciuffo di capelli violacei che gli coprivano l'occhio destro, entrambi vestiti con un camice da laboratorio. A Riku diede l'impressione che raffigurasse le versioni ancora umane dello scienziato e di Zexion.
Il ragazzo trovò ironico che fosse stato proprio lui ad eliminare il pupillo del suo creatore, ma non gli riuscì di ridere poi molto. Andò verso i tavoli e cercò di decifrare la calligrafia piccola e disordinata di Vexen; trovò appunti riguardo lo studio sulla struttura del Keyblade, sui componenti che formano il corpo umano, sul legame fra anima e mente, e altro materiale ancora che probabilmente aveva a che fare con la sua creazione, ma nulla che riportasse nello specifico l'assemblamento di un burattino vuoto.
Sconsolato, Riku si tolse il casco e si guardò allo specchio. Privo di un corpo solido, poteva ancora vedersi attraversso. Sapeva di avere uno scopo, proteggere Naminé, ma una volta fatto questo, cosa doveva fare ancora? Cosa gli rimanveva da riempire?
Mentre si trovava solo nell'Oscurità, prima che il Re Ombra lo riportasse a galla, la Replica aveva fatto un sogno: era qualcun'altro. Non era la copia di Riku, non era neanche Riku... non sapeva chi fosse in quel sogno, né che faccia avesse, ma gli bastava essere qualcuno.
Invece ora il suo riflesso lo metteva di fronte alla crudele realtà, di quanto non fosse altro che un sogno ingombrante. Tutto ciò che aveva sempre posseduto altro non era che lo spettro di un'emozione o di un ricordo...
O forse no. Forse qualcosa che non fosse solo un'illusione, che fosse solo sua, c'era. Nella sua mente per un secondo balenò un'immagine che era affogata nella sua memoria contraffatta: la visuale di quello stesso laboratorio, qualche tempo prima, quando la sua coscienza artificiosa aveva appena iniziato a prender forma.
Era un ricordo sfocato, ma aveva l'impressione che allora quella stanza fosse ancora più ampia. Cercò di posizionarsi nello stesso posto in cui si trovava in quel momento, ovvero sotto il ritratto di Even e Ienzo, ma prima dei tavoli in mezzo al laboratorio vedeva anche lo stipite di una porta... un'altra porta.
Si girò e tolse il quadro dal muro, trovando un pulsante sotto di esso. Senza pensarci Riku lo premette e subito la parete si mosse, svelando un'altra camera. Era piccola, fredda e a malapena illuminata poiché serviva a mantenere dei corpi inanimati.
Ciondolavano appesi al soffitto da una catena che passava sotto le loro ascelle, ma le loro teste erano erette in maniera innaturale, come se fossero tutti svegli e vigili. I corpi erano nudi ma vuoti, privi persino di unghie e ombelico, e la pelle era liscia e lucida. Non avevano segni particolari se non un numero diverso tatuato alla base del collo e il simbolo dei Nessuno stampato sul volto di ognuno di essi.
Marionette inutilizzate in attesa di uno scopo, senza sapere se mai sarebbe arrivato. La Replica non se ne rese conto subito, ma aveva appena trovato la sua famiglia.
Un senso di angoscia e sdegno pervase Riku, se avesse potuto sarebbe scoppiato a piangere. Osservò tutti quei gusci vuoti per diversi minuti prima di accorgersi di un archivio posto sulla parete alla sua destra.
Si avvicinò, aprì un cassetto che conteneva numerosi fascicoli ognuno con una data. Prese il primo di tutti e la prima pagina riportava la nomenclatura Programma Replica.
Lesse rapidamente la base del progetto, ricreare il Custode del Keyblade per poter mettere l'arma leggendaria ad uso dell'Organizzazione. Proseguì consultando, uno ad uno, i vari fascicoli che contenevano i minuziosi resoconti scritti da Vexen.
Trovò scritto di una Replica indicata come No. I, la prima sperimentata e funzionante, una copia formata dai ricordi di Sora. In un certo senso, Riku poteva considerare questa Xion come una sorella maggiore.
Il ragazzo andò avanti e finalmente trovò il passaggio che parlava di un altro involucro, l'unico messo in funzione oltre Xion... un fantoccio senza numero.
Alla fine, non era che questo: un prototipo superato. Talmente insignificante ed inadeguato da non meritarsi neanche una cifra. Non era solo un falso, era proprio una nullità. Il niente.
Ormai conscio della sua natura, troppo afflitto per continuare, Riku lasciò cadere a terra il raccoglitore e ormai privo di pensieri si avviò verso l'uscita, lasciando aperto il passaggio segreto. Con movimenti meccanici, come fosse un automa, prese il casco e se lo rimise addosso. Uscì dal laboratorio ma rimase fermo in mezzo al corridoio, senza più sapere quale fosse davvero il suo scopo, se mai ne aveva avuti. Mentre cercava vanamente di riflettere su tutto questo, lo raggiunse il numero VIII dell'Organizzazione, incuriosito dal frastuono della lotta fra Riku e Pietro.
"Non ci posso credere..." esclamò sconvolto il Nessuno. "Sei proprio tu?"
La Replica riprese velocemente coscienza di sé quando, riconosciuto Axel, gli tornò alla mente il momento in cui questo gli aveva proposto un accordo per potersi sbarazzare di Zexion e in cambio ottenere un'identità propria.
La risposta alla domanda del rosso fu un urlo colmo di rabbia. Mosso da puro istinto Riku balzò verso Axel per afferrarlo al collo, ma il Nessuno riuscì a scansarsi appena in tempo.
Riku si girò di scatto posizionandosi immediatamente per la lotta, evocando la sua spada.




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I resoconti del MOGURI impiccione osservatore

Resoconto di "Verità"


Doppio capitolo come promesso, con un bel po' di cose da dire, kupo!!!
Riku Replica è di nuovo alla ricerca di se stesso e ha ben pensato di tornare nel luogo dove è nato per cercare risposte, kupo. Dopo che il simpaticone DiZ gli ha indicato la strada, l'Autore ha avuto la brillantissima l'idea di parlare del rapporto che potevano avere il nostro eroe e il suo creatore, Vexen. E capite il perché della citazione messa all'inizio del capitolo 4, kupo!!!
Come anticipato, Pietro entra in scena ed esce altrettanto velocemente!!! E vorrei ben vedere, dopo una figura tanto meschina (ed onomatopeistica, per i più colti)... ma voglio anticiparvi che il gattaccio tornerà presto per prenderne altre!!!
Ma arriviamo al piatto forte di questo doppio capitolo: il laboratorio di Vexen e la scoperta del Programma Replica, kupo!!!
Il laboratorio e la stanza segreta, gli altri fantocci inutilizzati (e questi venivano già accennati in uno dei Rapporti Segreti di 358/2 Days, kupo), la sconcertante verità per il nostro protagonista, il suo ricordo sepolto... l'Autore ammette di sperare di essere riuscito a trasmettere un'atmosfera gotica e sinistra.
E Xion non poteva non essere citata. Lei come sorellona di Repliku? Aww!!!
E a proposito, per la descrizione delle bambole inanimate l'Autore ci tiene a far sapere che si è vagamente ispirato all'aspetto che aveva Xion nella battaglia finale di 358/2 Days, kupo, come se prima di ottenere delle sembianze quei manichini fossero la 'base' per il corpo. L'Autore si sente particolarmente generoso e vi regala addirittura uno schizzo per farvi un'idea più precisa: http://i61.tinypic.com/2j674wo.jpg
Ora però viene da chiedermi una cosa: se Riku Replica non ha mai visto Vexen come un padre, kupo, lo scienziato come vedeva le sue creazioni?
Di certo non come dei figli, ma personalmente credo che non li abbia mai neanche visti come semplici cavie o oggetti. A tal proposito, mi permetto di riportare uno dei Rapporti Segreti di 358/2 Days, l'unico scritto dallo stesso Vexen, kupo!!!


"Note di ricerca 326
Il progetto procede a gonfie vele. No.I, la copia migliore, è un successo maggiore del previsto. L'altro involucro giudicato non idoneo alla numerazione è stato portato al Castello dell'Oblio per essere sottoposto a ricerche. Una cosa però è chiara: questi due Nessuno sono speciali."



Quindi, una qualche sorta di (freddo) affetto professionale? Temo che non lo sapremo mai, kupo!!! Una cosa è certa invece: se Riku Replica avesse continuato a leggere arrivando all'ultima frase, non sarebbe così sconfortato e confuso... e non sentirebbe il bisogno di sfogarsi con Reno di Final Fantasy 7 Axel, kupo!!!
Un'ultima curiosità: il ricordo che torna in mente a Riku nel finale del capitolo si riferisce alla scena nei titoli di coda di Re:Chain of Memories della storia di Sora.
Nel prossimo capitolo, "Fiducia", ne vedrete delle belle!!! Kupo!!!

  
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