Il mio angelo custode…
Il canto degli uccelli mi toglie dalle braccia di
Orfeo, facendomi aprire gli occhi sul mondo.
Strano trovare uccelli in questa stagione, fa così
freddo, potrebbe anche nevicare…
Ma quei sonori uccellini sono lì, su quell’albero, cantando
come se fossero la mia sveglia personale.
Mi alzo dal letto e guardo l’orologio.
Le sei!?!
È presto, molto presto. Ma stranamente tu non sei
più qui.
Il tuo posto accanto a me è vuoto, le coperte
disfatte e messe alla rinfusa, il cuscino storto. Ti sei svegliato presto,
molto prima del solito…
Guardo sul tuo comodino, vicino alla tua parte di
letto, per vedere se hai già preso gli occhiali, ed effettivamente non ci sono,
ma qualcos’altro attira la mia attenzione.
Mi avvicino al piccolo mobile di legno, e prendo tra
le mani quella che è una vecchia fotografia.
Passo un dito sulla sua superficie, come per sentire
che è lì realmente, nelle mie mani, e che non scomparirà in una nube di fumo.
Anche non essendo una molto vecchia foto posso sentire col tatto che la
superficie è rigata e un po’ ruvida, ma i colori di essa sono ancora perfetti,
senza una macchia o una sbavatura.
Dall’interno della foto un sorridente Harry Potter e
un altrettanto felice Draco Malfoy mi salutano agitando le mani. Entrambi vestiti
con una tuta da Quidditch ed entrambi al loro ultimo anno. Guardandoti mi perdo
nei tuoi immensi occhi color giada e nel tuo splendido e confortante sorriso,
che tante volte ormai ho visto da allora.
Non siamo abbracciati, ma ci diamo la mano, un gesto
ancora più forte di un abbraccio, un legame più profondo. Un legame che
fortunatamente non è andato ad estinguersi, ha continuato ad ardere come i
colori di questa foto.
Eppure più ci guardo, diciassettenni uniti dalla
passione, e più mi accorgo che non siamo cambiati molto da allora, anche se
ormai sono passati più di cinque anni.
Sei tu che mi tieni la mano, io ricambio solo la
stretta; sei tu che sorridi, prima guardando me poi l’obbiettivo della
macchinetta; sei tu che, anche lì negli anni passati, non ti sei arreso alla
prima sconfitta ma hai continuato a combattere.
Quella era una semplice partita a Quidditch, la
finale, era un evento importante ma al contempo non lo era; soprattutto in
confronto alle altre sconfitte e battaglie che abbiamo affrontato.
Battaglie ben più importanti e impegnative, da cui
non dipendeva la Coppa delle Case ma il destino dell’umanità…la tua vita…la
nostra vittoria o la nostra sconfitta…la nostra fine…
M fortunatamente tu non ti sei arreso e hai dato
coraggio e forza a tutti noi.
Ci hai rimesso in piedi, ci hai spronato a
continuare a combattere e ci hai portato alla vittoria.
Non è stata certo una battaglia facile.
Questa era la guerra per la sopravvivenza e tutto
dipendeva da noi.
Tutto gravava sulle nostre spalle.
Ma ora siamo qui, insieme, ad affrontare il nostro
quotidiano e semplice destino.
Il meritato riposo dopo la guerra…
La meritata felicità dopo il dolore…
Il tanto ambito amore…
Ma se ora io mi trovo qui è solo grazie a te.
Grazie a te che sei riuscito a trovare la parte
migliore in me, a portarla alla luce del sole e salvarla dall’oscurità in cui
era immersa…
Grazie a te, che mi hai fatto scoprire cosa vuol
dire amare, anche la persona a noi più diversa e contrapposta…
Grazie a te, che sei rimasto al mio fianco, rialzandomi
anche quando eri tu la persona che aveva più bisogno di una presenza affianco…
Grazie a te, mio angelo dagli occhi verdi, che ora
sei qui e mi dai l’amore tanto desiderato…
Grazie di tutto.
Ancora mi ricordo, il Draco Malfoy di tanto tempo
fa.
Quello che amava sfotterti e umiliarti
pubblicamente, e che cieco non si accorgeva che la persona migliore al mondo si
trovava proprio accanto a lui…
La persona per lui più importante…
Ma allo stesso tempo il suo peggior nemico…
Ma se tu non fossi venuto a rischiararmi con la tua
luce angelica sottraendomi dall’abbraccio demoniaco e dall’oscurità in cui ero
avvolto, io sarei ancora lì, a dannarmi per non aver capito che l’unica cosa
che mi serviva eri tu.
Il mio angelo protettore…
Custode…
Puro…
Etereo…
Luminoso…
Bianco…
Ma pur sempre mio…
Mio per sempre ora…
Ora che mi hai sottratto al mio crudele destino,
prendendomi nella tua eterea luce e portandomi in un Paradiso a me sconosciuto…
Sottraendomi all’ira di mio padre e del suo
Signore Oscuro, che è rimasto suo e non è diventato il mio per la sua folle
volontà…
Salvandomi al mio destino da Mangiamorte e al
sentiero della mia vita, tracciata sulla via del male, ma che tu sei riuscito a
deviare e rischiarare le mie tenebre…
Tenebre che io effettivamente non volevo.
Tenebre che mi avvolgevano per un volere non mio, e
mi soffocavano.
Quelle tenebre decise da mio padre, che tu hai tolto
per sempre dal mio cammino portandomi con te nel tuo paradiso luminoso e puro.
E nel tuo paradiso di luce ho capito che tutto ciò
che volevo in realtà eri tu, e il tuo amore.
E grazie a te ho capito che il bene più prezioso del
mondo è in realtà una cosa semplicissima: l’amore.
Un sordo rumore di cocci rotti proveniente dal piano
inferiore mi fa sobbalzare.
Poso la foto sul letto e corro giù in cucina,
velocemente, inciampando su qualche gradino.
Sull’uscio della cucina ti vedo; un alto e snello
ragazzo di 23 anni vestito solo dei boxer e di una maglietta bianca, con dei
ribelli capelli neri e dei vivaci occhi color speranza dietro a dei tondi
occhiali, che mi guarda innocentemente.
“Scusa per averti svegliato…” dici “Volevo farti una
sorpresa.”
“Non ti preoccupare non mi hai svegliato tu, ero già
in piedi.” Ti rassicurò io avvicinandomi e inchinandomi per ripulire a terra i
cocci del piatto rotto.
Sei tale e quale a prima. Cinque anni non ti hanno
cambiato. Il tuo carattere da Grifondoro, generoso ed altruista, ma al tempo
stesso il mio angelo custode, innocente e puro. Sul tuo corpo le cicatrici
ormai si sono risanate, tranne la solita e famosa cicatrice a forma di saetta
sulla fronte e quella maledetta cicatrice sull’occhio destro, che ti impedisce
di vedere costringendoti a tenere la palpebra abbassata sul tuo splendido
occhio verde. Ma sei bellissimo ugualmente, mio stupendo angelo.
“Che stavi preparando?” ti chiedo dopo aver pulito a
terra.
“Non te lo dico. Aspetta cinque minuti e lo saprai.”
Mi dici sorridendo.
Esco dalla cucina e mi dirigo nel piccolo salone,
allegramente addobbato con festoni e ghirlande natalizie, e ad un angolo un
piccolo albero di Natale, con lucine e palle argento e blu.
Ti eri tanto battuto per farlo Rosso e Oro come il
Grifondoro, ma alla fine, visto che non lo abbiamo fatto della tua Casa ne
della mia abbiamo deciso di farlo in due colori che non avevano nessun
significato per noi, ma che ci piacessero.
Rimango seduto per alcuni minuti sul comodo
divanetto, a fianco all’albero.
Poi finalmente arrivi tu, con in mano un piccolo
vassoio pieno di biscotti ricoperti di cioccolato. Hanno un profumo invitante e
quando li appoggi sul tavolino non riesco più a resistere e ne assaggio uno.
“Come sono?” domandi tu
“Squisiti!” esclamo appena finito il biscotto. Tu mi
guardi sorridente e ne prendi uno a tua volta.
“Hai
ragione!” mi dici, prendendone un altro.
Continuiamo un po’ a mangiare quei buoni biscotti caldi seduti sul divanetto, poi mi alzo e corro al piano superiore, sotto al tuo sguardo interrogativo.
Torno da te in due minuti, con un piccolo pacchetto
in mano, coperto di luminosa carta dorata e con un nastrino rosso scuro, i
colori della tua ex-Casa.
Mentre te lo porgo tu mi guardi sorridente, e me ne
dai uno altrettanto piccolo e con i colori della mia ex-Casa.
“Dai aprilo prima tu!” esclamo io.
“No, scartiamoli insieme.” Proponi.
“Va bene!” dico io sorridente, e cominciando a
togliere il nastro verde scuro dal piccolo pacchetto argentato.
Quando ormai entrambi abbiamo tolto la carta colorata
che ricopriva il pacchetto ci guardiamo, prendiamo in una mano il piccolo
coperchio e lo alziamo delicatamente, pregustandoci la sorpresa altrui.
Il tuo sguardo estasiato mi distoglie dal mio
pacchetto.
“Ti piace?” ti chiedo io impaziente.
“Draco è bellissimo..!” dici tu prendendolo in mano.
“Dai te lo metto.” Esclamo.
Te lo allaccio al polso e un bellissimo braccialetto d’oro
fa risaltare la tua pelle abbronzata anche se inverno. Muovi un po’ il polso
per vederlo meglio ed esso sbrilluccica sotto le diverse angolazioni della
luce.
“Dai apri il tuo ora!” mi inciti tu, curioso quanto
me.
Io alzo il coperchio della scatolina e rimango senza
parole.
Una piccola catenina d’argento risplende sul velluto
blu della scatola, con attaccato un elegante serpente satinato, sempre
d’argento, con un piccolo smeraldo apposto degli occhi.
“Grazie Harry…è splendido!” esclamo io.
Tu sorridi e me lo allacci al collo.
“Ti sta magnificamente!” esclami.
Mi alzo dal divanetto e ti prendo per mano.
“Dove mi porti?” mi chiedi tu, seguendomi.
“A darti il mio secondo regalo per Natale…” ti dico
io sorridendo.
Mi fai fermare tirandomi per un braccio.
Io ti guardo interrogativamente mentre tu ti avvicini
al mio orecchio.
“Ti amo Draco…” sussurri
“Anche io Harry..” ti rispondo io a fior di labbra
“Buon Natale mio angelo custode…” ti dico, prima di baciarti.
Eccomi!!
Ecco un'altra mia oneshot slash
sulla Harry/Draco…
Spero vi sia piaciuta!
L’altra volta alcune persone mi
hanno detto che scrivevo sempre FF tristi…quindi eccovi una slash allegra!
Forse allegra no, ma non è triste!
Forse dolce…mha…dulze dulze! >.<
Cmq approfitto per augurarvi un Buon
Natale!!
Grazie a tutti quelli che mi hanno
letto e che spero mi commenteranno!
Baci ©
Dark