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Autore: ErZa_chan    10/05/2014    2 recensioni
[dal testo]
Erin avrebbe tanto voluto essere come loro: avrebbe voluto poter cambiare, continuando però a emanare luce e a essere felice. Da quando aveva scoperto di essere stata adottata, aveva sempre cercato le attenzioni altrui e, non essendoci riuscita in maniera normale, era ricorsa a metodi drastici. Tuttavia, ogni tanto, si sentiva molto combattuta, come se una parte di lei non desiderasse tutta quella violenza e quell'odio. La verità e che avrebbe semplicemente voluto essere normale. [...]
Erin ha 19 anni e, dopo aver scoperto di essere stata adottata, reagisce diventando turbolenta e prepotente. Fin da piccola presenta delle diversità fisiche, come la piccola pietra azzurra, che porta incastonata sul polso destro. Una sera, durante un litigio coi suoi genitori, la ragazza perde il controllo e si trasforma. Inizierà così il viaggio che la porterà a scoprire la sua vera identità grazie all'aiuto di uno strano dio dell'inganno e una squadra di supereroi..
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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"Sei pronta Erin?" domandò Grein, aprendo appena la porta.

 

"Arrivo, arrivo!" sbuffò lei, mentre finiva di raccogliere i capelli in una lunga treccia laterale.

Si alzò, impacciata dall'elegante vestito che era costretta ad indossare quando si muoveva per il palazzo, afferò il proiettore di Stark e raggiunse il ragazzo.

 

"Andiamo." ordinò, più a Byron che a Grein e si avviarono verso le prigioni.

 

Quando furono davanti al corridoio delle celle, la guardia guardò preoccupato Erin

 

"Stai attenta, mi raccomando..E' pur sempre il dio degli inganni."

"Grein, devi smetterla di preoccuparti per me. Ora vai, penso io a Loki." rispose lei, scuotendo il capo con fare stizzito.

 

Lui annuì poco convinto e la fece entrare nella cella di Loki, che guardava la scena divertito, stranamente in silenzio.

Quando il ragazzo di fu allontanato, il dio guardò Erin e ghignò divertito:

 

"Sei qui solo da qualche giorno e già fai cadere i ragazzi ai tuoi piedi?"

 

La ragazza lo fulminò con lo sguardo:

 

"Grein non è caduto ai miei piedi, stupido dio del caos."

 

"Pochi mi hanno chiamato stupido e sono sopravvissuti" la ammonì lui.

 

"Bene, io sarò una di quelli."- rispose gelidamente Erin-"Ti devo parlare."

 

"Ma stiamo già parlando. Ti facevo più sveglia."

 

"Basta coi tuoi giochetti, Loki. Sono seria."cercò di zittirlo lei-"Mi sono informata, prima di tornare qui, raccogliendo dati piuttosto interessanti. Penso di aver capito in che arco di tempo si localizzino i miei sogni. Sai di cosa sto parlando, vero?" domandò, incerta, tirando un'occhiata a Byron, accuciato da un lato.

 

"Si, sono al corrente di ciò. Sentiamo, cosa vorresti da me?"

 

"Quanti anni fa è avvenuta la guerra tra Æsir e giganti di ghiaccio?"

 

"E' questo che sogni, quindi? La tua mente si turba solo per qualche morto?" sogghignò il dio.

 

Erin represse l'impulso di saltargli alla gola e strappargliela a morsi.

 

"No, Loki. Non sono solo incubi, sento che in qualche modo possano avere un collegamento con la realtà...e poi c'è dell'altro, penso sia dovuto alla suggestione..Ma non è di questo che volevo parlare: ti ho fatto una domanda."

 

Il dio aspettò qualche istante, prima di rispondere lentamente:

 

"La guerra di cui parli, sciocca ragazzina, è avvenuta circa 1050 anni fa."

 

"Quindi è questa la tua età?"

 

Loki si irrigirdì:

 

"Come fai a saperlo?"

 

"Le voci girano: credi che dopo l'attacco sulla Terra non mi fossi informata sul tuo conto? So che sei stato ritrovato da Odino, durante questa guerra, quando eri appena un neonato. So anche che sei un gigante di ghiaccio, proprio come me."

 

"Dove vuoi arrivare?"

 

"Dimmelo tu, dio del caos. Sei tu l'esperto nei giochi di parole. Cosa riesce a dedurne la tua brillante intelligenza da quello che ti ho appena raccontato?"

 

Loki la squadrò per qualche istante, come per decidere se stare al gioco o meno, poi rispose lentamente:

 

"Credi che possano essere ricordi, non semplicemente incubi..."

 

"Esattamente. Ho come quest'orribile sensazione: quello che vedo appare così reale, così terribilmente tangibile...Inoltre vedo sempre la stessa scena: c'è una donna, che fugge, stringendo al petto due fagotti e ad un certo punto viene colpita e uno rotola via, travolto dalla folla." - raccontò di getto Erin- "Ho ipotizzato che possa essere la guerra di cui parliamo poiché l'elmo indossato dall'arciere che colpisce la ragazza è lo stesso di Grein, inoltre sul terreno ghiacciato ci sono decine di cadaveri di Jötunn...Ci sono morte e macerie ovunque...” concluse seccamente, rendendosi conto di essersi appena confidata con una persona molto probabilmente mentalmente squilibrata.

 

Loki era stato attento ad ogni parola detta dalla ragazza, fissandola con crescente interesse.

 

“Non posso né confermare né smentire nulla. Posso solo fare ipotesi, proprio come te.” si limitò poi a dire il dio, stringendosi nelle spalle.

 

“Non c'è un modo per recuperare i miei ricordi?” buttò lì Erin.

 

“Se davvero è passato così tanto tempo come ritieni tu, la tua memoria potrebbe essere alterata dai secoli che hai passato dormiente, protetta dalla gemma. Non è detto che ciò che potremo trovare sia fedele alla realtà.”

 

“Non m'importa.”- rispose di getto Erin- “Voglio solo poter capire..”

 

“Allora, se proprio vuoi, vedi di farlo in maniera corretta.”- sibilò Loki, afferrandole in maniera repentina il polso e facendola sobbalzare- “Posso dare un'occhiata ai ricordi della pietra, sempre che tu mi tiri fuori di qui e mi faccia restituire i miei poteri...”

 

“La pietra ha dei ricordi?” domandò Erin, titubante.

 

“Tutti gli oggetti magici ne hanno, sopratutto se così potenti. Tirami fuori di qui e vedrò cosa posso fare..” sibilò lui, lasciandole il braccio.

 

La ragazza annuì: del resto erano sempre stati quelli i patti. Lui l'avrebbe aiutata a recuperare la sua memoria ed a usare la magia in cambio di uno studio approfondito della gemma e una parziale riconquista della sua libertà.

 

“Parlerò con Odino non appena mi sarà possibile. Adesso invece”- iniziò con rinnovata energia- “Voglio imparare a sfruttare il potenziale della pietra!”

 

Loki ghignò: “Allora mettiamoci a lavoro, sciocca ragazzina.”

 

                                                                                                                   *

 

La piccola sfera di ghiaccio roteò un'ultima volta, prima di infrangersi in tante piccole schegge sul palmo della mano di Erin.

 

“Saper modellare il ghiaccio è, per uno Jötunn, fondamentale: fino a quando non avrai appreso queste basi, non ti sarà possibile sfruttare nessun tipo di magia differente. Avanti, riprova.” la spronò Loki.

 

La ragazza si concentrò, come aveva già fatto poco prima, e percepì una strana sensazione, come se un fluido gelato le percorresse le vene a una velocità pazzesca. La pietra riprese a brillare di un azzurro chiarissimo, quasi bianco e, dopo poco, sulla sua mano si venne a formare un'altra sfera, più grande della precedente.

 

Con un movimento del polso la fece fluttuare in aria, sempre più in alto, fino a sforare il soffitto della cella.

 

“Riesco anche a farla volare!” esclamò stupita.

 

“Si ma, come ho già detto, stupida ragazzina, non dovresti neanche provarci. Non hai le basi per cominciare a usare un tipo di magia differente da quella di modellazione.”

 

“Come sei premuroso..oppure sei semplicemente geloso del fatto che mi riesca subito e senza sforzo?” lo schernì lei, facendo atterrare la sfera di ghiaccio sulla sua mano.

 

Un lampo di rabbia attraversò gli occhi di Loki, che però non rispose nulla.

Erin ghignò soddisfatta, dopodiché torno a concentrarsi sul ghiaccio: guardandolo ebbe come la sensazione di poterlo plasmare a suo volere, senza limiti. Libera.

Era una sensazione stupenda.

 

“Perché non provarci?” si chiese.

 

Chiuse gli occhi e strinse la le dita intorno alla sfera. Cercò di focalizzare l'immagine che voleva creare e sentì il ghiaccio cambiare sotto i suoi polpastrelli.

Quando riaprì gli occhi, al posto della sfera, si trovava una piccola stella, proprio come l'aveva immaginata.

Con aria trionfante si girò verso Loki, giusto per sottolineare ancora le sue capacità.

 

“Cosa vuoi, un complimento? Una carezza sulla testa? Vuoi che ti dica che sei stata brava? Bravissima tesoro.” la schernì lui, con tono acido e crudele.

 

“Grazie caro.”- rispose lei, pungente quanto il dio- “Le carezze sulla testa puoi risparmiartele per il mio cane, che ti diverti tanto a controllare. Adesso sarà meglio che vada.” aggiunse, alzandosi e facendo svanire la piccola stella di ghiaccio.

 

“Vieni Byron!”- esclamò rivolta al cane- “Oh.. un'ultima cosa, prima che me ne dimentichi: è vero che puoi partorire?”

 

Loki la fulminò con lo sguardo e Erin uscì sghignazzando dalla cella.

 

“Parlerò con Odino, ma non ti garantisco nulla.” gli urlò, prima di sparire definitivamente dalla sua vista.

 

                                                                                                               *

 

Grein l'aspettava pochi metri più in là, ma non era solo.

Accanto a lui c'era una giovane ragazza, i capelli bruni raccolti in una crocchia, le vesti umili.

Erano intenti a chiacchierare fitto fitto quando Erin sbucò dal corridoio.

All'improvviso alla ragazza passò tutto il buon umore che aveva accumulato in quelle ultime ore e si fece cupa in volto.

 

“Tu chi saresti?” domandò immediatamente alla sconosciuta.

 

“Tove, mia signora." rispose intimorita la ragazza, mentre si affrettava a fare un piccolo inchino.

 

"E' una delle ancelle della regina." le spiegò pazientemente Grein.

 

"Bene, allora può tornare da lei. Abbiamo molto da fare, adesso." - sibilò Erin -"E' stato un piacere averti conosciuta, Tove." concluse secca.

 

"Anche per me, mia signora." rispose la ragazza, facendo una piccola riverenza prima di allontanarsi pian piano per il corridoio.

 

Non appena fu sparita dalla loro vista, Grein la guardò trovo:

 

"Qual era il problema?"

 

"Nessuno."- rispose tranquillamente Erin- "Ma abbiamo un sacco di cose da fare e non voglio perdere tempo. Andiamo." disse avviandosi pian piano verso il giardino.

 

Sentiva come una strana rabbia all'altezza dello stomaco, una sensazione che non riusciva pienamente a spiegarsi. Era come le avessero gettato una secchiata d'acqua gelida addosso e, contemporaneamente, le avessero appiccato fuoco.

 

"E se fosse gelosia?" le domandò una piccola voce nella sua testa.

 

Erin la scacciò con un gesto rabbioso.

Scemenze: lei non era mai stata gelosa di niente e di nessuno e non avrebbe iniziato proprio adesso.

Sbuffò sonoramente mentre raggiungevano le scuderie, dove si trovava il suo cambio per allenarsi. Tirare di spada le avrebbbe fatto bene.

Aveva bisogno di sfogarsi, aveva accumulato troppe emozioni in troppo poco tempo.

 

"Che cosa ti ha insegnato il dio del caos?" le domandò Grein ad un certo punto.

 

"Nulla di che. Giusto qualche rudimento della magia. Modellazione del ghiaccio, per la precisione." fu la sua risposta.

 

Il ragazzo sembrò tirare un sospiro di sollievo che a Erin non sfuggì.

 

"C'è qualche problema?"

 

"No, nessuno." - le rispose subito Grein – "In verità sono un po' preoccupato. Loki non è stupido, bensì astuto e manipolatore. Ho paura che possa ingannarti in qualche modo o farti del male." si costrinse a ammettere, sotto lo sguardo gelido della ragazza.

 

"Quante volte devo ripeterti di non preoccuparti per me?"- sbuffò lei-" Adesso esci un attimo, devo cambiarmi." e così dicendo si tolse bruscamente il vestito e si infilò i suoi vestiti terrestri, decisamente più comodi.

 

All'improvviso un nitrito di Alatan attirò la sua attenzione.

Pian piano gli si avvicinò e gli accarezzò la fronte.

 

"Cosa c'è?" gli domandò poi, quasi sorridendo.

 

Non era la prima volta che le capitava di parlare con quel cavallo. Da quando aveva preso l'abitudine di lasciare il suo cambio nelle scuderie vicino al giardino, lo vedeva spesso e, a quanto pare, lui non si era scordato di lei.

 

"Ti lascio Byron a farti compagnia ok?" gli disse, battendogli una pacca sul collo.

 

Dopodichè impugnò la spada che ormai usava abitualmente e uscì, pronta per un'altra lezione.

 

Salve a tutti! Sono faticosamente tornata!

Questo capitolo è stato un po' un parto perchè, purtroppo, ho un orribile blocco.. Spero sia almeno decente.

Ci sto provando con tutta me stessa, credetemi.. mi spiace di aver saltato così tante settimane!

E purtroppo maggio è pure un mese complicatissio per cui questo non fa che peggiorare le cose...Comunque verso giugno dovrei riprendere con regolarità! Non spaventatevi non voglio assolutamente abbandonare!

Grazie a tutte/i voi che mi sostenete!

Erza_chan

( il titolo viene dalla canzone try, di pink :3)

 

 

  
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