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Autore: Bloode    12/05/2014    0 recensioni
Cameron è il primo grande amico di Ariel, si conoscono da quando Ariel è nata e hanno giocato insieme fino all'età di sette anni. poi un giorno Cameron e la sua famiglia svaniscono nel nulla. Ariel crede che si siano trasferiti e la sua vita continua anche senza Cameron. dieci anni dopo Ariel sembra una ragazza come tante altre e cerca di vivere una vita normale, ma lei in realtà custodisce un grande segreto: appartiene alla grande famiglia delle Fate. tuttavia riesce a conciliare le due vite senza troppi intralci. un giorno però nella vita di Ariel arriva un ragazzo nuovo dal quale lei dovrebbe star lontana perchè è venuto per darle la caccia. ma c'è qualcosa negli occhi di questo ragazzo che attrae irrimediabilmente Ariel. e questo potrebbe creare un grande problema sia per il mondo delle Fate, quello di Ariel che per la setta dei Cacciatori: la nuova famiglia di Cameron, o per come lo conoscerà Ariel... Blake.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ariel.. cosa diavolo stavate facendo?”
“Leyla.. non lo so, era naturale! Lo conosco!”
“Da tre settimane! E sai che è un cacciatore! E stai quasi per baciarlo? Capisco Trent ora!”
“Non esagerare adesso.. comunque io credo che lui non sia un vero cacciatore.. insomma lui è Cam! Un mio amico! Giocavamo insieme da piccoli!poi un giorno è sparito e io.. non  ne ho più saputo nulla.. fino ad oggi almeno”
“Ne hai la certezza che questo ragazzo sia lo stesso bambino con il quale giocavi da piccola?”
“Si, cioè non del tutto, ha una voglia sul collo, dove l’aveva anche Cam ma.. non so se basti questo”
“No! Non basta! Non puoi andare a baciare un cacciatore solo per una voglia sul collo e perché questo ti ricorda il tuo amore d’infanzia! Appena avrai prove certe ne riparleremo. Fino ad allora stai comunque attenta e: mantieni le distanze! Sono stata chiara?”
“Si..”
Leyla allora scrollò le spalle e fece dietrofront per tornarsene in cucina. Ariel rimase ferma, in stato catatonico; senza sapere cosa fare. Poi un colpo di tosse proveniente dalla porta alla sua destra la fece trasalire, era Blake. Ne avevano di cose da dirsi, o almeno, lei aveva tante domande da fargli. Si avvicinò alla porta socchiusa e si prese un momento per se prima di poggiare la mano sulla maniglia. Il cuore le martellava  forte nel petto, sentiva un nodo nello stomaco e non riusciva a capacitarsi che da quella conversazione con quel ragazzo, piombato di prepotenza nella sua vita già scombussolata, sarebbe dipeso non solo il suo futuro, ma anche quello della sua famiglia e quelli che le stavano attorno. La mano era sulla maniglia. Una volta entrata lì dentro tutto sarebbe cambiato, e non sapeva se in meglio o in peggio, Ariel sapeva solo che non poteva continuare a vivere in questo continuo stato di incertezza che da troppo tempo caratterizzava la sua vita. Un respiro profondo e la maniglia si abbassa. Quanto coraggio ci vuole per compiere quel piccolo gesto che chissà quante volte non ci siamo nemmeno accorti di compiere nella quotidianità. Un piede nella stanza; un passo minuscolo, meno di mezzo metro, eppure quello era il primo passo per assumere una nuova consapevolezza di se e della sua vita.
“Blake?”
Lui girò la testa e lentamente aprì gli occhi, il volto ancora imperlato di sudore, ma l’espressione era più rilassata.
“Hei..”
“Senti, per quanto riguarda prima..”
“No.. ascolta, è meglio se parlo prima io”
Fece lui tirandosi su con uno sforzo che quasi pareva disumano. Mentre provava a mettersi seduto una smorfia di dolore si dipinse sul suo volto e Ariel dovette reprimere l’istinto di accarezzarlo, di toccarlo, di sentire il contatto fra i loro corpi.  Bisogno che ultimamente provava fin troppo spesso quando si trovava sola con Blake. Poi lui proseguì:
“Non voglio nascondermi dietro al sedativo, o dietro al dolore.. io ero consapevole di quello che stavo per fare, ero consapevole che stavo per baciarti e.. non credo sia la prima volta che succede. Io so che può sembrarci sbagliato, perché tu sei una fata ed io.. beh io non lo so che cosa sono.. ma sento il desiderio di baciarti.. ho bisogno di un tuo bacio.. perché ho come la sensazione che legato ad un tuo bacio ci sia un ricordo che adesso è offuscato, appannato.. che non riesco a vedere bene e sono quasi del tutto cer..”
Non fece in tempo a finire la frase. Ariel si sporse in avanti con un movimento repentino e appoggiò le sue labbra su quelle di Blake. Un bacio veloce. Una leggera pressione, che però scombussolò  Ariel ,tanto che quando si allontanò da Blake la testa le girava ed urtò per sbaglio contro uno scatolone appoggiato precariamente sul bordo della scrivania. Lo scatolone cadde e tutto il suo contenuto si rovesciò sulla moquette.
“Oh guarda che pasticcio ho combinato..”
Fece Ariel chinandosi per raccogliere tutti gli oggetti caduti e rimetterli nello scatolone. Li faceva passare velocemente fra le mani, rossa in viso e senza prestare troppa attenzione a quello che stava reinserendo nella scatola, fino a che le sue mani non toccarono qualcosa di liscio e freddo; una piastrina,che aveva un che di familiare, la prese fra le mani e la rigirò fino a trovare un’incisione. Velocemente la poggiò sul letto e si portò le mani dietro il collo e con un gesto repentino si slacciò la catenina che portava,poi riprese la targhetta e confrontò le incisioni “Ariel&Cam  amici per sempre” la stessa incisione.. era la piastrina che Cam indossava il giorno del compleanno di Ariel, la compagna del medaglione che lui le aveva regalato quel giorno, l’ultimo giorno trascorso insieme.
Subito Ariel si girò e si precipitò da Blake che la guardava confuso
“Che hai Ariel?”
“Cam.. ti ricordi?”
Fece lei mostrandogli i palmi delle mani aperti nei quali c’erano la piastrina ed il medaglione. Lui strizzò gli occhi e poi li riaprì, prese con dita tremanti le due collane e le esaminò. Ariel allora corse in salotto e recuperò il suo zainetto, dentro il quale c’era una cosa molto importante che lei portava sempre con se; tornò in camera e rovesciò il contenuto dello zaino sul letto, cercando convulsamente qualcosa che a quanto pareva doveva trovarsi proprio sul fondo di quest’ultimo.  Scavò convulsamente nello zaino e non appena trovò quel che stava cercando, Ariel lanciò un gridolino. Poi estrasse con cura da un quaderno rigido un rettangolo plastificato e lo girò verso Blake, era la loro foto. C’era una bambina sulle spalle di un bambino, entrambi sorridenti e felicissimi di essere amici. Ariel alzò gli occhi che brillavano per le lacrime e guardò Blake afferrare la foto ed ispezionarla con la fronte corrugata.
“Io.. io non so.. siamo noi?”
“Si! Siamo noi! Al mio settimo compleanno! Mi regalasti questa! Ricordi?”
Fece Ariel mostrandogli il suo medaglione e trattenendo a stento le lacrime. Blake la guardava confuso e scuoteva la testa.
“Ariel.. io sento di conoscerti ma ora.. non so cosa dirti.. non ricordo nulla.. solo quel tuo bacio..”
“Oh Cam.. sei tu! Sei tu! Sei lo stesso bambino che ha passato l’infanzia giocando con me! Tu devi ricordare!”
Fece Ariel, la sua supplica era disperata con le lacrime che oramai scendevano senza più nessun controllo. Blake ne raccolse una con il pollice, poi sollevò leggermente il mento di Ariel e guardandola negli occhi le disse:
“Ti prometto che farò di tutto.. anche l’impossibile per ricordarmi di te.. ora però non piangere, ti prego.. non voglio che tu pianga”
Ariel annuì e tirò su col naso, poi si alzò in piedi e guardò Blake. Nessuno dei due sapeva cosa dire, così lui le tese lamano e lei l’afferrò. Con uno strattone veloce Blake la tirò verso di se e lei cadde sul letto, finendo quasi distesa completamente su Blake. Lui corrugò la fronte preso da una fitta di dolore, ma poi sistemò il braccio dietro la testa di Ariel e lei si appoggiò sul suo petto, la testa nascosta nell’incavo del collo di Blake per nascondere le lacrime, mentre lui con la mano le accarezzava i capelli e respirava piano il suo profumo. Poi un rumore li scosse, dei passi avvicinarsi e Ariel con un movimento rapido si tirò su, poi guardò Blake e nei suoi occhi lesse il dispiacere
“Non voglio complicarti ancora la vita.. già Trent è molto schivo nei tuoi confronti.. non vorrei peggiorarti la vita quando me ne andrò da qui stasera, dimmi che capisci ti prego!”
Blake sorrise ed annuì, poi la porta si aprì e tutta la magia presente nella stanza si dissolse non appena Leyla entrò con due sandwich e fissò prima Ariel e poi Blake con uno sguardo interrogativo
“E allora? Cos’è state facendo le belle statuine? Vi ho portato il pranzo!”
Ariel e Blake sospirarono, poi Ariel prese il vassoio con i sandwich e le bottigliette d’acqua e lo appoggiò sulla scrivania,poi guardò Blake e lui si sedette meglio sul letto
“E ora che si fa?”
“Beh mangiamo! Non so tu ma io ho una certa fame!”
“Veramente vorrei sapere qualcosa di più sul tuo passato..”
“Oh Ariel ti prego.. ti prometto che ti dirò tutto non appena mi rimetterò!”
“Promesso?”
“Promesso!”
Il resto del pomeriggio trascorse lento. Blake si riappisolava ogni mezz’ora, vista la potenza del sedativo che aveva preso. Ariel intanto si limitava a guardarlo, a toccargli impercettibilmente i capelli con la punta delle dita e ad asciugare la fronte imperlata di sudore quando la sua pelle iniziava a luccicare. Una volta finito di accudire Blake, Ariel si diresse in cucina e si mise a preparare qualcosa per cena per lei, Blake e Trent, le dispiaceva che mangiasse sempre roba del fastfood. Non gli faceva bene, e visto che stava ospitando un ragazzo che non conosceva ma che detestava a prescindere solo per fare un favore a lei  le sembrava il minimo. Verso le sette e mezzo tornò Trent. Non appena sentì al serratura scattare, Ariel si precipitò in soggiorno e vide Trent. Lo salutò con slancio, come al solito e lui la sollevò leggermente da terra
“Hei Ari! Ciao com’è andata la tua giornata?”
Ariel decise di tralasciare le scoperte di quel giorno e il bacio con Blake, quindi scrollò le spalle e poi sorrise e disse
“Oh tutto normale! Una placida giornata passata in casa.. la tua invece?”
“Oh la solita routine in ufficio.. sai che non faccio il lavoro più interessante del mondo! Quello di la come sta?”
“Quello di la si chiama Ca.. emh Blake.. comunque meglio. Leyla gli ha fatto un’altra iniezione prima di andarsene, così fino a domani dovrebbe essere a posto.. io stavo preparando qualcosa per cena.. non voglio che tu cucini anche per noi due! Sarai stanco.. vai a toglierti questa cravatta e lasciami fare fra una decina di minuti dovrei aver finito”
“Sei consapevole del fatto che sembriamo una coppia sposata?”
Fece Trent ridendo di gusto e guardando teneramente Ariel negli occhi. Lei arrossì, ridacchiò ed abbassò lo sguardo, poi lo prese per le spalle e lo fece ruotare in direzione della camera da letto. Ovviamente Trent non oppose resistenza, poi lei lo spinse ridendo verso il corridoio e gli urlò dietro
“Va a cambiarti e sbrigati che se no si fredda tutto!”
“Si, tesoro!”
La prese in giro Trent mentre ridendo si avviava per il corridoio. Si era già tolto la cravatta e stava sbottonandosi la camicia, Ariel rimase un attimo imbambolata sui muscoli tesi della schiena di Trent, poi si scosse e andò in cucina, tirò fuori dal frigo una ciotola di verdure e si mise a sfilettare, poi prese una padella e buttò dentro il tutto, le verdure ripassate in padella erano semplici e facevano bene. Il piatto perfetto! Poi prese un’altra padella e ci mise dentro tre hamburger di macinato di manzo. Mentre cucinava canticchiava piano una canzone ed era talmente assorta nei suoi pensieri che non sentì Trent tornare in cucina, le arrivò dietro le spalle, le prese i capelli spostandoglieli di lato e avvicinò la testa al suo orecchio, a quel contatto Ariel sussultò, si girò e Trent la prese per la vita, lei si ritrovò schiacciata contro il bancone da cucina, con il corpo di Trent premuto addosso. Gli guardò le labbra. Erano così belle. Tutte lì da baciare. E se le avesse baciate? Cosa sarebbe successo? Il suo pensiero corse a Blake, nel letto, sudato, quel bacio così veloce.. poteva baciare Trent solo poche ore dopo aver baciato Blake? No.. non sarebbe stato corretto, quindi poggiò le mani sul petto di Trent e lo spinse leggermente indietro
“Trent aspetta”
“Che hai Ari? Mica avrai paura di me.. Sai che non devi”
“Non.. Non ho paura, mi serve solo tempo”
Trent la guardò con dolcezza e si scostò leggermente, poi disse
“Ok, se è tempo che vuoi, io non ti metterò fretta, sarò sempre qui e lo sai”
Lei per tutta risposta annuì, Trent si allontanò ancora e Ariel si rimise ai fornelli, prestando poca attenzione a quel che stava cucinando e sprofondando in pensieri ben lontani da hamburger e verdure. Con Trent si sentiva al sicuro, era al sicuro; avrebbe avuto tutto il tempo che voleva. Ma Blake era così diverso, così dolce un momento e così sfuggente quello dopo.. aveva dentro di lui la stessa spaccatura che si portava dentro Ariel: l’idea di appartenere a due mondi e non sentirsi realmente parte di nessuno dei due. Ariel era desiderosa di scoprire cosa potesse provare per Blake, o Cameron.. di dare un nome a quel sentimento strano e nuovo che le attanagliava il petto ogni qualvolta che lo vedeva. Solo che a differenza di Trent, lui non ci sarebbe stato per sempre.. aveva una scadenza: esattamente un mese.
  
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