Le
Mille Linee
Delle Lunghezze d'Onda
Capitolo
7
Era arrivato in anticipo.
Per la prima volta in tutta la sua vita, Soul Eater Evans era
arrivato in
anticipo.
E Maka era in ritardo.
Per la prima volta in tutta la sua vita, Maka Albarn era in
ritardo.
Qualcosa non quadrava.
Anche Patty sembrava nervosa, il che faceva capire alla Death Scyte
quanto la
situazione fosse grave.
... E se Maka avesse deciso di non venire? Se non avesse più
voluto vederlo?
Dopotutto, in tre anni, non gli aveva mai risposto nemmeno una volta.
Chi gli
assicurava che non avesse trovato qualcuno di più cool di
lui?
Slam.
«Shinigamisama!».
Maka.
La ragazza era sulla soglia della stanza dello Shinigami, ansante, e non
aveva più i codini. Fu la primissima, scioccante
cosa che registrò.
«Mi scusi. Chiedo umilmente scusa!»,
esclamò nel frattempo lei, riprendendo
fiato. «Ho avuto un contrattempo!».
Era più bassa di come se la ricordava. I capelli -
lunghissimi - erano raccolti
in una coda e le dondolavano dietro la schiena, mentre si avvicinava a
loro,
metà correndo e metà camminando. La frangetta le
copriva ancora del tutto la
fronte, cadendole irregolare sul viso un pelino più
femminile, nonostante lo
sguardo segnato da ombre scure urlassero una notte insonne e la poca
importanza
che Maka continuava a dare al trucco.
E quelle..? No... Aveva un paio di tette! Non
esageratamente grosse, ma
comunque indubbiamente tette, e se l'occhio non lo
ingannava, sotto
l'immancabile mantello nero - non allacciato, una volta tanto - Soul
poteva
intuire un accenno di curve nei posti giusti. Strano, veramente strano,
era
assolutamente convinto che Maka potesse controllare anche i proprio
ormoni,
bacchettona com'era, ma forse quell'atteggiamento tanto ostentato in
passato
aveva ora lasciato spazio a uno stile di vita meno rigido. Aveva anche
abbandonato l'abbigliamento da secchiona: niente più gonna
scozzese e
maglioncino, ma un paio di jeans e una semplice maglia bianca,
sicuramente più
comodi in battaglia.
Comunque, non c'era dubbio: era lei.
Eppure... Eppure, non erano più loro.
Il silenzio di quei tre anni non solo aveva scavato grosse incertezze
in lui,
ma aveva anche creato un muro tra di loro, muro che si era inspessito
ad ogni
secondo passato separati... Muro che improvvisamente
scricchiolò, quando Maka
gli puntò gli occhi dritti nei suoi.
«Ciao, idiota», gli sorrise, lasciandogli
intravedere un luccichio verde da
sotto i ciuffi arruffati.
Sorriso che lui ricambiò a trentadue denti. «Ciao,
secchiona».
La vide trattenersi, come se volesse evitare di abbracciarlo o pestarlo
di
botte. Probabilmente non voleva lasciarsi andare a smancerie davanti a
Kidd,
che ora, da loro superiore, risultava una presenza ingombrante. E poi,
a parte
pochissimi momenti, l'orgoglio aveva sempre avuto la meglio sulle loro
dimostrazioni d'affetto. Non era da loro, insomma.
«Come vi sentite?», domandò lo
Shinigami, distraendolo.
«A posto», rispose lui, affondando nelle tasche le
mani che gli prudevano dalla
voglia di toccare Maka e assicurarsi che lei non
fosse un'illusione.
Non era mai stato bravo a percepire e classificare le anime, ma su
quella della
Tech non aveva alcun dubbio: era troppo flebile, sembrava quasi che si
fosse
indebolita, il che, conoscendola, era impossibile.
... Giusto?
«Tutto ok», annuì intanto Maka,
raggiungendo il suo fianco.
Era rimasta un po' a distanza, e la sua espressione era diventata
indecifrabile.
Aveva ragione. Nonostante l'inizio promettente, qualcosa non andava.
«Allora, credo che potremmo iniziare...», fece
Kidd, facendo un cenno ai due di
avvicinarsi mentre saliva sul patio.
«Non ci dai nemmeno il tempo di fare due
chiacchiere?», borbottò con poca
convinzione Soul, più per stemperare l'atmosfera pensante
che per vera
seccatura.
«Da quando ti interessa sapere cosa ho fatto in questi tre
anni?», Maka lo
gelò.
A quanto pareva la Technician non aveva registrato la sua ironia, e
bastò quel
piccolo fraintendimento a far esplodere tutti i brutti presentimenti
che Soul
aveva soppresso fino a quel momento.
Era allibito. Accusava lui, lo accusava di essere sparito.
Ma come si
permetteva?! Aveva calpestato il suo mantra centinaia di volte,
inviandole
lettere su lettere e ignorando cocciutamente il fatto che a ogni
risposta
mancata avrebbe perso interi pezzi della sua dignità!
«Mi è sempre importato», si difese,
involontariamente ringhiandole contro. «È a
qualcun altro che non è mai fregato un accidente di farsi
viva!».
«Ma che stai dicendo?!», sibilò Maka,
voltandosi verso di lui per affrontarlo a
muso duro. «Non sono io quella che non ha risposto alle
e-mail e alle lettere
con cui ti ho intasato la posta!».
«Io non ho ricevuto proprio un bel niente da te!».
«Beh, nemmeno io da te!».
«Se avete finito di urlare...», si intromise
stancamente Kidd, sedendosi con
eleganza su un divanetto, «... Potrei iniziare a spiegarvi
come mai ho
intercettato tutti i vostri tentativi di mantenere i contatti,
impedendo che
arrivassero a destinazione».
Soul e Maka girarono di scatto la testa verso lo Shinigami, smettendo
di
abbaiare l'uno contro l'altra.
«Tu... Cosa hai fatto?!», domandò la
Death Scyte, incapace di decidere se
essere più incredulo o più incazzato.
La Meister, altrettanto spiazzata, aveva la bocca aperta.
«Dovevo verificare una cosa».
«E si può sapere che cosa?!»,
sbottò Soul, esponendo con rabbia i pensieri che
correvano veloci nelle teste dei due umani della stanza.
«Quanto in depressione
una Weapon e la sua Tech possono cadere se l'altro improvvisamente
scompare
dalla faccia della Terra?!».
… Depressione?
Questa era una sorpresa. Maka sapeva perfettamente che Soul era
introverso e
molto riflessivo, ma proprio su questo aveva contato: visto che era
abituato a
stare per gli affari suoi a rimuginare per ore sui propri pensieri,
almeno lui
sarebbe dovuto riuscire a non lasciarsi andare al disfacimento
psicologico.
Anche perché, se ne ricordava bene, quando in passato le era
capitato di
iniziare a rimuginare su Chrona Soul le aveva ripetuto fino allo
sfinimento che
la depressione era una cosa veramente poco cool.
«Nemmeno io riesco a capire», concordò
la bionda alla fine, arrendendosi
all'evidenza e decidendo che avrebbe affrontato con Soul
quell'argomento più
tardi, in privato. «Perché l'ha fatto?».
«Dovevo verificare se ci fosse una remota
possibilità di purificarvi completamente
dal sangue nero», iniziò Kidd, facendo scivolare
lo sguardo dall'uno all'altra,
«... Ho pensato che dividendovi avreste smesso di
reinfettarvi a vicenda».
«E ovviamente non ha funzionato»,
sospirò Maka, scuotendo la testa.
«Già», lo Shinigami fece una smorfia.
«Sono passati tre anni, e l'infezione non
si è estinta in nessuno dei due. Sospetto che il sangue nero
sia semplicemente
sopito, ma se vi sincronizzaste ora, verrebbe fuori
immediatamente».
Tech e Weapon si scambiarono uno sguardo.
«Shinigamisama», lo chiamò dopo qualche
attimo Maka. «... Perdoni se sono
diretta e poco rispettosa, ma lei è stato un completo idiota
se pensava davvero
che io o Soul saremmo guariti».
«Mi aggrego», annuì Soul, rilassando
appena la mascella. «Avresti dovuto parlarne
con noi, Kidd».
Lo Shinigami guardò male la Death Scyte per un secondo; non
gli piaceva che lo
chiamassero con il suo vecchio nome, ma poteva capire che fosse
più la rabbia
che la coscienza a far parlare la Weapon, quindi evitò di
farne un problema di
stato. «Dovevo esserne sicuro».
«Un corno!», esplose allora Soul, facendo un passo
verso Kidd, come se volesse
aggredirlo fisicamente oltre che verbalmente. «Abbiamo
buttato tre anni nel
cesso, grazie a te!».
«Alzando la voce non risolviamo nulla, Soul», lo
rimbeccò Maka, alzando gli
occhi al cielo. «Sono sicura che lo Shinigamisama non ci hai
fatto venire qui
solo per comunicarci che siamo un pericolo ambulante se combinati
insieme».
A Kidd scappò un sorrisetto compiaciuto. Vedere confermato
l'equilibrio tra la
mente e il braccio di quella coppia lo rassicurò non poco.
«Precisamente di
questo si tratta, Makasan. Da quello che sappiamo il Kishin si sta
risvegliando, perciò mi vedo costretto a chiedervi di
recidere definitivamente
il legame».
«CHE COSA?».
«L'hai detto anche tu», fece notare lo Shinigami
alla prima. «Siete un
pericolo. Siete instabili, e perciò anche i più
soggetti ad impazzire. Non
voglio che rischiate di diventare il prossimo obiettivo della Shibusen,
perciò...».
«Ma, ma io...», balbettò Maka, facendo
scattare gli occhi da Soul a Kidd.
Questo non se lo sarebbe mai aspettato. «No,
non...».
«Non puoi», completò Soul in un
sussurro, spostandosi appena di lato per
coprire parzialmente Maka dalla linea d'azione diretta dello Shinigami,
particolare
che non sfuggì al destinatario di quelle parole smozzicate.
Desincronizzarsi non era stato un problema, perché entrambi
contavano
sull'ultimo legame residuo rimasto tra di loro. Era la loro sicurezza,
il punto
fermo di metà della loro vita. Desincronizzarsi non
significava perdersi, ma
slegarsi voleva dire porre un ostacolo insormontabile tra loro: due
altri - e
definitivi - partner.
«... Non ci puoi costringere», dichiarò
la Weapon.
Dannazione, questo era molto peggio che affrontare il Kishin.
«Ah, davvero?».
«Davvero, Kidd»,
sibilò Maka, alle spalle della Death Scyte.
«Dovrai
passare sul mio cadavere per riuscire a strappare ciò che
resta del mio legame
con Soul!».
I fronti si fissarono.
Maka e Soul erano in posizione d'attacco, compatti, decisi, e Kidd non
si stupì
del fatto che avessero rinsaldato così rapidamente i ranghi
una volta caduto
l'unico apparente ostacolo che li aveva tenuti lontani. Era logico che
lo
facessero. Il punto, oltre che la cosa che lo preoccupava, era un
altro...
«Tre anni fa», iniziò, compassato,
«... siete venuti qui, con l'aria più
terrorizzata che io abbia avuto il dispiacere di vedere sui vostri
volti,
dicendomi che Soul aveva tentato di mangiare l'anima di
Maka». Fece passare lo
sguardo dall'una all'altro, senza dimostrarsi supplice ma sperando che
almeno
capissero la sua posizione. «Quando siete usciti da quella
porta, non eravate
più una coppia».
«Eravamo spaventati. Non sapevamo cosa fare»,
spiegò Maka, senza tentennare.
«Ma adesso...».
«Adesso, cosa?»,
berciò lo Shinigami. «Fino a due minuti fa stavate
litigando, ora vi siete coalizzati contro di me. Come faccio a non
pensare che
questi non siano i primi segni della pazzia?».
«Abbiamo sempre litigato per qualunque cosa! Sarebbe stato
anormale se non ci fossimo
scannati a prima vista, invece!», polemizzò Soul.
«Kidd, non c'è bisogno che ci
spezzi. Basta che non ci sincronizziamo. Come abbiamo fatto
finora».
«No», si intromise Maka.
«Come, no?», Soul si
voltò, colto alla sprovvista.
«Noi ci dobbiamo
risincronizzare». Maka alzò gli occhi da Soul a
Kidd.
«Perché, nonostante tutto, siamo stati noi a
sconfiggere il Kishin l'ultima
volta. Avete bisogno del nostro aiuto, Shinigamisama. Avete bisogno di
me e
Soul, insieme».
Kidd scosse la testa, sconsolato. «Non posso credere alla tua
cocciutaggine,
Makasan».
«E io non posso credere che lei abbia pensato che mi sarei
arresa», sibilò tra
i denti la Technician.
«È fede mal riposta», Kidd
tagliò corto.
«Ho trovato il diario degli esperimenti di Medusa».
«Come..?», balbettò l'altro.
Se il discorso tra la Tech e lo Shinigami era una partita a tennis,
Maka aveva
appena segnato un poderoso, inaspettato ice.
«Era nel mondo delle streghe», spiegò la
Meister. «Prima di venire qui l'ho
dato al Professor Stein. È l'unico che possa manovrarlo con
una certa
sicurezza».
«... Quel libro è stato scritto dalla strega che
voleva far impazzire la sua
stessa progenie», disse Kidd a denti
stretti, «Come puoi pensare che
contenga un qualche tipo di soluzione?».
«Ci aiuterà a capire come funziona esattamente il
sangue nero».
«Makasan, hai visto con i tuoi stessi occhi cosa è
successo a Chrona. Non vi
permetterò di usare le conoscenze di quel libro, sono troppo
pericolose».
«Shinigamisama, la prego. So quello che sto
facendo», rispose lentamente Maka.
«Ho imparato a controllare il mio sangue nero con l'aiuto di
un'altra Weapon
infetta».
Soul soppesò con attenzione l’idea di essersi
appena slogato la mascella.
Il diario di Medusa? Controllare il sangue nero? Un'altra Weapon
infetta? Che
diamine aveva combinato Maka in quei tre anni, accidenti a lei?!
Per quanto altrettanto sorpreso, lo Shinigami non perse la
lucidità, né
l'irritazione, per domandare: «... Ponendo che tu ora riesca
a
"controllare il sangue nero", mi spieghi come elimineresti il
problema di Soul?».
«Non lo eliminerei, lo aggirerei»,
rispose determinata la ragazza. «Se
Soul non riesce a controllare il suo sangue nero, lo farò
io».
Soul aprì la bocca, pronto a supportare a spada tratta Maka,
ma il ricordo di
una sfilza di suoni fracassati gliela fece richiudere quasi subito. Se
aveva
intuito bene ciò di cui stava parlando, lei voleva entrare
nella Dark Room,
dove c'era il pianoforte. Dannazione... Come avrebbe fatto a spiegarle
quello
che era successo lì dentro?
«Mi staresti dicendo che vuoi sincronizzarti con il suo
sangue nero, oltre che
con la sua anima...?», chiese Kidd, piegando leggermente la
testa.
«Sì. È una cosa che facevo anche in
passato in realtà, solo che non ne ero
pienamente consapevole. Mi dia un po' di tempo. Posso entrare dentro
Soul,
usare le onde anti-magia e tenere a bada la pazzia di entrambi,
sfruttando al
massimo la potenza del sangue nero. Ci darebbe un vantaggio non
indifferente...
soprattutto ora che il Kishin sa come potremmo operare per fermarlo di
nuovo».
Kidd rimase in silenzio, incuriosito dalla piega che aveva assunto la
conversazione. Chissà che si poteva essere inventata, quella
Technician... a
volte lo Shinigami si chiedeva quante volte Spirit avesse passato sotto
banco a
sua figlia i libri della sezione proibita della Shibusen, visto e
considerato
la quantità di cose di cui Maka si era sempre dimostrata a
conoscenza.
«... Potrebbe rivelarsi un suicidio»,
commentò infine.
«Non ho intenzione di lasciar perdere senza almeno
provarci», insistette Maka,
senza sentir ragioni. Era da tre anni che lavorava per ritornare con
Soul, e
non l'avrebbe fermata neanche un divieto diretto dello Shinigami.
«E finora ha
sempre funzionato, perciò non si tratta di un vero e proprio
salto nel buio».
«Hai un piano di riserva? Se ti sincronizzi e anche solo per
un attimo perdi il
controllo, impazzirete tutti e due, e a quel punto saremmo costretti ad
abbattervi», la provocò lo Shinigami.
«Davvero vuoi rischiare la vita di
entrambi?».
«Non posso decidere della vita di Soul», Maka lo
guardò con la faccia tirata.
«... Ma la mia sono più che disposta a metterla in
gioco».
E Soul che aveva avuto il coraggio di pensare che lei non volesse
più avere
niente a che fare con lui... Adesso si scopriva che Maka era disposta a
tentare
il tutto per di riportare le cose a come erano in passato.
«... Prometti che non smetterai di fidarti di me».
Erano state le ultime parole che gli aveva rivolto, prima di andarsene.
Non se
le era dimenticate, questo no, però era anche vero non aveva
potuto impedire
che il tarlo del dubbio si insinuasse dentro i suoi pensieri. Ma adesso
Maka
era lì.
«... Te lo giuro».
Glielo doveva. Con tutto quello che le aveva fatto, Soul glielo doveva,
e per
quanto preoccupato dalle conseguenze alla fine dichiarò:
«Ci sto».
Il viso di Maka si aprì in un altro sorriso, non commosso
come si era
aspettato, ma sollevato. Forse anche lei aveva avuto un tarlo da tenere
a
bada..?
Kidd piegò la bocca in un ringhio, e pressò le
tempie tra due dita. La sua frustrazione
era evidente. «... Non so chi di voi due sia più
pazzo, sinceramente!», sbottò
sdegnato.
«Shinigamisama», si appellò allora la
Technician. «L'ho già testato sia su
Soul, sia sull'altra Weapon. Funziona. Mi deve credere. Ci dia una
possibilità.
Una sola. Per favore».
Kidd li fulminò con lo sguardo. Lo fissavano come se
avessero intenzione di
fare di testa loro, qualunque fosse la sua decisione.
Si alzò dal divanetto, innervosito, lisciò il
mantello e intraprese il solito
percorso a otto. Per minuti, interminabili.
Soul si ritrovò la mano di Maka a stritolargli la sua. La
scossa che ricevette
non fu la famigliare sensazione dell'incontro di anime, ma una scarica
che gli
fece venire la pelle d'oca.
Cazzo, sono passati davvero tre anni.
Si voltò istintivamente verso Maka, e non si sorprese di
vederla speranzosa
fino alla disperazione.
«... Immagino che tentare non ci costi poi così
tanto».
Guardò lo Shinigami. Non era sicuro di aver sentito bene. In
compenso, le
unghie di Maka che gli stavano quasi per trapassare il palmo le sentiva
benissimo.
«E va bene», cedette Kidd.
«Proviamoci».
Aveva detto di sì.
Era paralizzato dalla testa in giù.
Kidd aveva detto di sì.
«Grazie», la voce di Maka si
incrinò, stavolta fu lei a parlare per
entrambi. «Grazie mille».
«Si tratta di una prova», soggiunse Kidd.
«Non è detto che sia possibile
tornare a fare coppia, per voi due. Se l'esperimento va male,
spezzerò di
persona il vostro legame».
«Abbiamo capito», la Tech annuì seria,
ma con un sorriso. «Gliene siamo grati».
La sua Technician gli tirò una leggera gomitata al braccio.
«G-grazie», balbettò Soul di riflesso.
«Comincerete oggi pomeriggio», decretò
dopo aver fatto un sospiro lo Shinigami.
«Vi aspetterò nel campo di allenamento degli
studenti alle 4 in punto. Fino ad
allora, cercate di non ammazzarvi... Il cammino che avete intenzione di
intraprendere non è esattamente una passeggiata».
«Sì, signore», rispose Maka. «Grazie».
Soul non l'aveva mia vista fare un inchino più profondo di
quello, e anche se
la sua cultura propendeva più per la stretta di mano, la
imitò.
Senza aggiungere nient'altro, si congedarono e uscirono fuori dalla sua
sala.
«... Pensi che ce la faranno, Kidd?»,
domandò Liz, che insieme a Patty aveva
assistito in totale silenzio la conversazione tra i tre.
«Se non fosse che siamo in una situazione di emergenza non
avrei mai permesso
che si riavvicinassero... Ma non potevo non tenere conto del fatto che
sono
stati loro a bloccare il Kishin». Kidd sospirò,
tetro. «Spero tanto di non
averli sopravvalutati».
______________
EVVAI!
*Me che fa un balletto
imbarazzante con dei pon pon improvvisati*.
Dopo sei sofferti capitoli ce l'abbiamo fatta! Puhuhahahah :D non
sapete che
soddisfazione farli incontrare, anche perché nemmeno io ne
potevo più di
tenerli lontani U.U
Cosa più importante ancora, però, è
che sono finalmente riuscita a pubblicare.
Ormai mi sono rassegnata, non riesco più a dare una parvenza
di regolarità agli
aggiornamenti, e vi assicuro che snerva me almeno quanto frusta voi
– anche io
prima di essere una “scrittrice” sono una lettrice,
e rosico tantissimo quando
gli aggiornamenti non si fanno vedere all’orizzonte.
Farò del mio meglio, ma
purtroppo non posso assicurarvi nulla: tra poco inizia una sessione
infinita di
parziali ed esami (sappiate, per chi non lo sapesse, che il secondo
anno di
università in una triennale è la MORTE), e fino a
fine luglio potrei sparire.
Cercherò di pubblicare un capitolo a metà giugno,
tra un appello e l’altro,
sempre che riesca a finire di scrivere e betare... Pregate per me XD
Nel frattempo mi piacerebbe un sacco sapere cosa pensate possa
succedere ora:
ho messo parecchia carne al fuoco fino a questo momento, e sono
curiosa: che
idea vi siete fatti sulla trama, e sui prossimi possibili sviluppi? ;D
Grazie mille, come sempre, a chi segue, chi ricorda e a chi preferisce,
sappiate che avete sempre e comunque tutta la mia stima e il mio
rispetto per
la temerarietà con cui leggete *^*
Al prossimo capitolo!
BBS