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Autore: _Alaska97    13/05/2014    2 recensioni
[...] "Io ero ancora in balia della marea: il mio guardare al futuro si fermava appena al concerto di quella sera. In effetti, mi si poteva considerare vuoto, ma non ero un quasi-uomo qualunque, la mia vita non si poteva soppesare secondo i canoni dei diciannovenni comuni.
Ero Harry Styles, un quinto dei One Direction, milioni di fan acclamavano il mio nome, pendevano dalle mie labbra, cantavano ciò che io cantavo. Questo sì che ti faceva sentire il re del mondo, altro che Di Caprio."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO IV



« Quindi... ti sei divertito in Italia, suppongo. » Buttò lì con non-chalance l'intervistatrice, sfoderando il marcato accento Francese.
Niall soffocò una risatina con la mano quando apparve la foto di Gaia su uno schermo a fianco al divanetto dove ci avevano fatti accomodare.
Potevo sentire gli obbiettivi delle videocamere chiudersi sul mio viso per cercare di rubarmi qualche espressione compromettente.
« Oh certo, un clima invidiabile. » Risposi evasivo, fingendo di non aver notato la foto che nelle ultime ore aveva fatto il giro di Instagram e Twitter. I ragazzi risero seguiti a ruota dall'intervistatrice; io sorrisi, sfoderando il potere delle mie fossette.
« Dai, Harry. Sai che intendo. Insomma, le Directioners di tutto il mondo vogliono sapere chi è quella fan che è riuscita ad accalappiarti! » Ovviamente. La maglietta di Gaia aveva sollevato un bel putiferio.
Le fan avevano notato immediatamente la sua t-shirt del Take Me Home Tour. Il loro sogno diventava realtà: una Directioner mano per mano con un membro dei One Direction.
L'intervistatrice mi aveva messo al muro e lo sapeva. Sfoderava un affascinante sorriso sornione.
« Veramente sono io che ho accalappiato lei. »
« Davvero? »
« Giuro. Nel bagno delle donne. » Tutti risero.
« Rimorchia ovunque. Impossibile andare in giro con lui. » Commentò Louis, rinnovando il clima ilare.
« E come si chiamerebbe la nuova fiamma di Harry Styles? »
« Non è la mia “nuova fiamma”. » Aggiunsi con una smorfia, accennando le virgolette con le dita. Mi aspettavo che tutti arrivassero a questa conclusione, ma sentirsela sbattere in faccia era un altro paio di maniche. Qualsiasi donna che venisse fotografata insieme a me, si trasformava nella mia nuova ragazza o, peggio, nella conquista di una notte.
Odiavo la fama di Playboy che volevano a tutti i costi cucirmi addosso. Io non ero così.
« E cos'è? » Rimbeccò la donna, interessata alla piega che aveva preso l'intervista.
« Una nuova amica. » Replicai candidamente.
« Le Directioners devono essere delle amiche straordinarie... » considerò Zayn altrettanto candidamente, spostando l'attenzione da me a lui.
Niall annuì con forza. « Dolci, appassionate, divertenti... » elencò entusiasta.
« Fantastiche. » Si aggiunse Liam con un sorriso.
La domanda seguente fu diretta a Louis. Tirai un sospiro di sollievo. Non mi piaceva che si andasse a toccare la mia vita privata, era irritante.
Quasi sussultai nel rendermi conto che consideravo Gaia 'vita privata'.
 
 
 
Sbadigliai sonoramente passandomi le mani sul viso.
Niall aprì gli occhi quando mi mossi: ero seduto per terra, appoggiato ad uno degli asettici muri dell'aeroporto e Niall aveva appoggiato il capo sulle mie gambe tese, delle quali avevo quasi totalmente perso la sensibilità.
Il biondino si rizzò a sedere sfilandosi gli auricolari, permettendomi di contrarre i pezzi di marmo che, in quell'oretta di dormiveglia, qualcuno aveva sostituito ai miei arti inferiori.
Zayn era accasciato su una delle scomode poltroncine di fronte alla nostra nicchia di muro, i capelli bruni spettinati sulla fronte ambrata, Liam era al suo fianco, concentrato sul suo Ipad e Louis si era allontanato con Josh, il nostro batterista, probabilmente in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti.
Si era verificato un problema con il nostro jet privato, che, amabilmente, aveva pensato di lasciarci a piedi pochi minuti prima della partenza.
Austin non si vedeva da nessuna parte; probabilmente stava rompendo le palle a destra e a manca per farci partire al più presto per la Spagna.
Come se il mio pensiero l'avesse evocato, il nostro manager spuntò da chissà dove con passo pesante.
« Sono riuscito a trovare qualche posto su un aereo di linea... Dovrebbe partire tra mezz'ora. » Ci informò, facendo scattare in piedi Zayn.
« Oh, grazie al cielo. Ho la schiena a pezzi!» Esclamò quest'ultimo stiracchiandosi e afferrando la maniglia del proprio trolley.
Mi alzai con l'aiuto della parete alle mie spalle, ancora mezzo intontito.
« Non vedo l'ora di rilassarmi su una spiaggia spagnola. » Commentò Liam con un mezzo sorriso.
« Ohhh sì, mare, sole, un bel mojito. » Aggiunse Louis dopo averci raggiunto con una corsetta, masticando una barretta al cioccolato.
Io mi sporsi verso di lui e ne addentai un boccone a tradimento. « Buona. Al caramello. »
Lui fece una smorfia allontanandola dalla mia portata. « E' mia, infame. »
« Dovresti condividere, egoista. » Aggrottai le sopracciglia scherzosamente.
« Condivido tutto tranne il cioccolato... Ed Eleanor! » Aggiunse guardandomi corrucciato prima che potessi buttar lì la mia battuta. Io scoppiai a ridere posandomi un pugno sulle labbra per non imbrattare di cioccolato tutto l'aeroporto.
Seguimmo Austin verso la biglietteria. Lo schermo degli imbarchi segnalava proprio un volo per la Spagna da lì a venti minuti. Sopra di questo, appariva un volo per l'Italia che stava imbarcando proprio in quel momento al terminal 2.
La serata con Gaia prese a vorticarmi per la testa prendendomi di sorpresa. Erano passati solo tre giorni, perciò ricordavo ogni dettaglio. Era molto tempo che non uscivo con un'amica senza pretese e, quella ragazza Italiana, era stata un vero toccasana.
La serata avrebbe potuto essere estenuante, con lei che mi tempestava di domande poco opportune, declamandomi il suo amore incondizionato e sospirando continuamente come un animale ferito. Invece Gaia era stata assolutamente irreprensibile, piacevole ed estroversa al punto giusto.
Afferrai un braccio di Niall e incontrai il suo sguardo limpido e chiaro. « Torniamo in Italia. »
Lui aggrottò le sopracciglia, cercando di cogliere un presunto senso nascosto nelle mie parole. Quando si accorse che parlavo sul serio disse: « Cosa ti sei fumato Styles? ».
Io posai le mani sulle sue spalle, scuotendolo come per risvegliarlo da un presunto torpore. « Dai fratello… » lo esortai con occhi brillanti. « Mancano più di dodici ore alla prima data spagnola. Abbiamo tempo di girarci quattro volte Milano. »
« Non possiamo fare quello che vogliamo… »
« Facciamo sempre quello che vogliamo. »
« Austin si incazzerà come una iena. »
« Ti presenterò Gaia. »
Brillò una scintilla nei suoi occhi azzurri. « Allora è per quest..? »
« Ci stai? » Lo interruppi.
« Cosa complottate!? » Il bel viso di Lou, la nostra Hair Stylist, vece capolino dal nulla. Lux, sua figlia, la bambina più dolce del mondo, era addormentata beatamente sulla spalla della madre.
« Noi? Complottare? » Rimbeccai con non-chalance.
« Quella ragazza, ne vale la pena Haz? » Aggiunse lei, ignorando la mia evasione di colpa, con fare saccente. Doveva aver ascoltato tutta la conversazione svoltasi tra me e Niall.
Mi presi un attimo di troppo per rispondere. « E’ mia amica. »
Lei sollevò un sopracciglio perfetto, soffiando via un ciuffo biondo dagli occhi.
« Okay, tecnicamente la conosco appena ma... lei mi vede. » Cercai di spiegarle, aggrottando la fronte nello sforzo di trasformare in parole le mie sensazioni. « Hai presente il primo giorno di scuola elementare? Non conosci niente e nessuno a parte la tua famiglia, il tuo universo inizia e finisce con la tua cameretta o il parchetto dietro casa.
Improvvisamente, ti ritrovi in una stanza ricolma di bambinetti sconosciuti.
Nessuno ti trasmette niente al di là della semplice simpatia, ma poi, arriva lui (o lei).
Ti tende la mano e ti regala un sorriso sdentato. Il suo sguardo non ti passa attraverso, ti scava dentro. Lui ti vede. E tu vedi lui. »
Niall e Lou mi osservarono straniti. Lux si mosse tra le braccia della madre, ma gli occhi di questa erano tutti per me.
« I ragazzi mi vedono, Lou. Tu mi vedi. E anche lei, anche Gaia riesce a vedermi.»



« Desidera qualcosa da bere, signore? » Faceva sempre il suo effetto sentirsi chiamare ‘signore’.
Voltai lo sguardo verso la premurosa hostess, che portava un carrello di bibite.
Le sorrisi. « Sono a posto così, grazie. »
« Io vorrei una Coca Cola… » disse Lou dal posto vicino al finestrino, cullando la figlia profondamente addormentata.
Ormai la piccola Lux era abituata ai viaggi in aereo: riuscivano addirittura a conciliarle il riposo.
« Tenga. » L’hostess allungò la lattina rossa a Niall, il quale si trovava al mio fianco, che la passò a sua volta alla nostra rilassata Hair Stylist.
Fin troppo rilassata.
Passava un sacco di guai ad accompagnarci in Italia, eppure, sembrava che le responsabilità non la toccassero. Probabilmente teneva nascoste le sue preoccupazioni per non inquietarci.
Dopo la mia spiegazione accorata, non avevamo perso tempo: recuperati i biglietti Last Minute, ci eravamo imbarcati n tutta fretta. Fortunatamente una famiglia non si era presentata alla partenza, quindi, avevamo anche posti vicini.
Il Karma era dalla nostra parte.
L’hostess si allontanò lanciando un’altra occhiata a me e a Niall. Probabilmente ci aveva riconosciuto, come aveva già fatto metà aereo.
Forse era per questo che mi sentivo osservato. In realtà mi sentivo sempre osservato, perciò non era decisamente un problema.
« Venti sterline che abbiamo almeno una trentina di chiamate perse ciascuno. » Buttò lì Niall guardando con orrore il cellulare spento appoggiato al tavolino porta vivande.
« Trenta, che abbiamo già l’FBI alle calcagna. » Rilanciai io.
« Nah, probabilmente la Mafia ci aspetta in Aereoporto… » Considerò Lou sorseggiando la sua bibita.
Io e Niall ci sporgemmo in sincrono a osservarla con gli occhi sbarrati.
Lei scoppiò a ridere, infastidendo la piccola Lux appoggiata alla sua spalla.
« Non scherzare su queste cose… Austin ne è capace. » Commentai truce.
« Quello ci viene a prendere… » disse Niall imitando il mio tono.
« Tecnicamente non sa dove stiamo andando. » Puntualizzò Lou.
« Lo sa, lo sa. Ha abilità chiaroveggenti quell’uomo. » Ribatté Niall facendoci scoppiare a ridere.
Al ritorno saremmo stati nella merda fino al collo, ma avvisare Austin in anticipo dei nostri piani sarebbe stato come tirarsi la zappa sui piedi. Ancora venti minuti e il nostro manager avrebbe saputo dove ci trovavamo e che avevamo già prenotato i biglietti aerei per la Spagna per quella sera.
Non che questo avrebbe fatto sbollire la sua rabbia, ma almeno non si sarebbe preoccupato di preparare la frusta.




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ANGOLO AUTRICE:

Grazie a tutti quelli che seguono, leggono, commentano la mia storia. Mi fate sentire importante *__*
Per le appassionate Directioner: vi sarete rese conto che ho sballato un pò la scaletta del tour, ma il mio obbiettivo non è l'assoluta fedeltà alla realtà.

Non so voi, ma io adoro Lou, l'Hair Stylist dei ragazzi *W* Spero di averla resa bene!

Un MAXI HUG, 
Alaska.

 
  
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