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Autore: Strega_Mogana    15/05/2014    5 recensioni
Un sogno che apre gli occhi sulla realtà
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus, Lily/Severus
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Storia scritta per la Severus House Cup - mese di Maggio, indetta dal Calderone di Severus.




Piccole cose

L'aria profumava di biscotti.
Severus Piton si ritrovò nel centro della piazza principale di Hogsmeade. Stranamente il villaggio era silenzioso e deserto.
Il mago si guardò attorno spaesato, chiedendosi come fosse arrivato al villaggio quando poche ore prima era a Londra.
L'orologio della Torre batté cinque lenti e rimbombanti colpi. Echeggiarono nei vicoli deserti.
Un leggero venticello si alzò all'improvviso e il profumo di biscotti sembrò diventare più intenso. Gli ricordava i pomeriggi d’estate passati a casa Evans dove la madre di Lily preparava sempre una torta e i biscotti al cioccolato per l’ora del the.
Sua madre ci aveva messo mesi a capire come usare il forno Babbano senza bruciare troppo l'arrosto, così da evitare le urla del marito che non si capacitava della sua riluttanza verso le cose Babbane quando era una strega e con quella bacchetta poteva fare tutto quello che voleva.
Un'altra folata di vento e, questa volta, l'aria portò con se l'odore dell'arrosto bruciato di sua madre e gli insulti dell'uomo che avrebbe dovuto chiamare padre.
Un sopracciglio sottile si incurvò verso l’alto, incuriosito. Avvertì dei passi alle sue spalle.
E per un lunghissimo istante pensò che fosse suo padre che voleva punirlo per aver bruciato l'arrosto.
- Eccomi Sev! - urlò una voce femminile prima che potesse voltarsi.
Severus sgranò gli occhi d'ossidiana; avvertì chiaramente la tensione sciogliersi in petto, il suo povero cuore aumentare i battiti e, nello stesso momento, una morsa gelata stringergli la bocca dello stomaco.
Si voltò di scatto vedendo una figura minuta correre nella sua direzione.
Sotto quello splendido sole di Giugno, Lily correva verso di lui. I bellissimi capelli ramati brillavano sotto la calda luce. Era la Lily donna che gli aveva voltato la spalle. La splendida sposa e madre che lui aveva potuto vedere solo da lontano e quando ormai era troppo tardi.
La osservò mentre si fermava davanti a lui, con le guance rosse e il fiatone. Lily si era piegata leggermente in avanti, appoggiando la mani sulle ginocchia cercando di riprendere fiato.
Si sollevò dopo qualche istante, sorrideva come mai prima di allora aveva mai fatto.
Non con lui almeno.
Era un sorriso maturo. Il sorriso di una donna e non quello della ragazzina che aveva diviso con lui i primi anni di scuola.
- Scusa il ritardo. – disse lei.
- Ritardo?
- Tu mi hai dato appuntamento qui per il the del pomeriggio.
Ora entrambe le sopracciglia erano incurvate verso l’alto in una muta domanda.
- Non te lo ricordi?
Lentamente il mago scosse il capo.
- Probabilmente sto sognando.- mormorò dopo qualche analizzando ogni cosa che lo circondava.
Si guardò attorno, non c'era nessuno, nessun rumore, nessuna ombra o voce che provenisse da qualche casa o negozio.
Era un villaggio fantasma.
Ora che ci faceva caso non vedeva neppure Hogwarts in lontananza che vegliava in silenzio sul villaggio come un fratello maggiore.
La strega ridacchiò squadrandolo dall'alto in basso catturando di nuovo la tua totale attenzione.
- Questo spiegherebbe il tuo insolito abbigliamento.
Severus abbassò lo sguardo e sentì le guance andargli a fuoco.
Tutto il suo corpo stava andando a fuoco.
- Salazar! - sibilò - Sono nudo.
Era nudo in mezzo al villaggio di Hogsmeade deserto, con l'aria che sapeva di biscotti e arrosto bruciato, davanti a Lily oltretutto.
Lei rise più forte reclinando il capo all'indietro, una risata che riempì il silenzio irreale dei vicoli. Non era una risata di scherno, non lo stava prendendo in giro, era sinceramente divertita.
Si asciugò una lacrima che aveva fatto capolino dai suoi occhi smeraldo e gli tese una mano.
- Allora dove vuoi portarmi?
- Io... io... Lily... sono nudo.
Lei gli lanciò un'occhiata maliziosa.
- Oh non preoccuparti di questo. Ho visto di peggio.
Il mago guardò la mano che le gli porgeva, poi tornò a guardasi attorno.
- E' veramente un sogno?
- Certo, Severus. Tu sei nudo e io sono morta.
Il suo stomaco fece una capriola a quella frase. Tornò a guardarla, Lily continuava a sorridergli nonostante quello che aveva appena detto.
E la mano era sempre tesa verso di lui.
- Vuoi portarmi da qualche parte oppure devo restare tutto il tempo in questa piazza deserta con la mano tesa?
Severus fece un mezzo sorriso e le prese la mano. Quando fu a contatto con la sua pelle morbida, la sua pelle di donna che lui non aveva mai osato neppure immaginare di sfiorare, sentì l'aria attorno a lui vibrare di energia e il villaggio attorno a loro sfumò, i contorni divennero meno nitidi, le case sbiadirono fino a sparire. Tutto durò un infinito istante e dove prima c'erano le case apparvero dei muri con un'orribile carta da parati rosa a fiori; avvertì immediatamente il dolciastro odore di the agli agrumi e di altre miscele, mentre un caldo quasi soffocante lo avvolse insieme all'odore di troppe torte e biscotti appena sfornati.
I contorni di quella nuova stanza presero forma, i colori divennero vivaci, ma a Severus non serviva guardarsi attorno per capire che erano finiti nella Sala da The di Madama Piediburro.
I tavolini rotondi erano occuparti da coppiette intente a parlare sottovoce e tenersi per mano. Alcuni erano giovani studenti, altri coppie adulte intende e godersi qualche momento di intimità.
Sui tavoli c'erano teiere e tazzine fumanti, sui piattini dolci e biscotti dal profumo inebriante.
Nessuno sembrò notare la loro improvvisa apparizione e il suo ignobile modo di non vestire.
Lily si voltò a guardarlo sinceramente divertita.
- Qui? Sei sicuro?
- No. - mormorò il mago guardando gli orridi addobbi sul soffitto – Ma ormai siamo qui.
Si sedettero ad un tavolo nell'angolo più lontano. Lui dava le spalle alla sala, mentre Lily poteva vedere tutto e tutti.
Gli altri avventori del locale, comunque, non si mossero dalla loro posizione.
- Se sono riuscito a portarti qui, perché sono ancora nudo?
Lily rise. Una risata fragorosa, di cuore. Severus si voltò verso la sala imbarazzato, ma nessuno alzò lo sguardo o spostò lo sguardo nelle loro direzione.
Si voltò di nuovo, Lily ridacchiava ancora nascondendo il volto lentigginoso dietro un menù color rosa confetto.
- La vuoi smettere?
- E' una fortuna essere qui, sai?
Un sopracciglio sottile si saettò verso l'alto mostrando alla strega la migliore espressione di scetticismo del suo repertorio.
- Stavo pensando alla gelateria di Fortebraccio e alle sue freddissime panchine di pietra, ti si sarebbe congelato tutto il sedere.
- Che consolazione. - sospirò l'altro – Ho bisogno di qualcosa per coprirmi. - disse poi sperando che un mantello o dei vestiti comparissero dal nulla.
Era pur sempre il suo sogno, no?
- Oh andiamo! Ti ho già detto che ho visto di peggio!
- Tipo? - la punzecchiò lui.
- Peter.
Severus fece una smorfia schifato.
- E quando avresti visto Minus nudo?
- Durante il settimo anno. - spiegò lei appoggiando il menù sul tavolo e facendo scorrere il dito – Sono entrata nel dormitorio maschile e lui usciva dal bagno. Posso assicurarti che non è stata una bella visione.
- E perché saresti andata nel dormitorio maschile?
Lily sollevò lo sguardo dal menù e gli lanciò un'occhiata che lasciava spazio a pochi dubbi.
- Non lo voglio sapere. - mormorò il mago con un'altra smorfia schifata.
- Deciso! - dichiarò la strega puntando con decisione il dito su una delle voci del menù – Prendo la torta al limone e meringa con un po' di panna.
- Lily...
- Cosa c'é? Di certo non posso ingrassare!
Severus decise di non ribattere, prese il menù dalla sua compagna e lesse velocemente ogni voce. Era decisamente il sogno più strano che avesse mai fatto, ma aveva deciso che era inutile combattere contro qualcosa che, nonostante fosse il suo sogno, non era in grado di controllare come desiderava.
O forse non poteva ribellarsi proprio perché era un sogno.
Gli stava per venire un forte mal di testa. Si poteva soffrire di emicrania in un sogno?
Probabilmente no.
Lily lo fissava con la testa appoggiata sulle mani, le labbra erano tirate in un sorriso divertito.
- Perché? - domandò dopo un po' lei.
- Perché cosa?
- Perché qui. Non sei quel genere di uomo che frequenta le Sale da The. E neppure quel genere di uomo che porta le ragazze nelle Sale da The per amoreggiare.
- Non lo so perché siamo qui. - rispose lui soffermandosi sull'immagine dei biscotti al cioccolato e cocco.
- E' il tuo sogno Severus. - ribatté decisa Lily – Ci sarà un motivo se siamo apparsi qui.
Il mago socchiuse gli occhi un attimo pensieroso.
- Per tutti i gargoyle... - sussurrò dopo alcuni istanti passandosi la mano sul volto – ora ho capito.
- Cosa? Cosa? Cosa?
Severus tirò le labbra in un sorriso, in quel momento Lily assomigliava molto alla bambina che lo tempestava di domande sul mondo magico.
- Eravamo al quarto anno. Ti eri appena lasciata con quel Corvonero idiota di cui non ricordo il nome. Ti avevo chiesto di passare con me San Valentino ad Hogsmeade per insultare tutte le coppiette felici che vedevamo al villaggio.
- Me lo ricordo. - confermò lei.
- Avrei voluto portati qui. Era il mio modo stupido ed infantile per dire a tutti che, in un modo o nell'altro, eri mia.
L'espressione di Lily mutò di colpo, Severus vide chiaramente la tristezza spegnere quello sguardo di smeraldo e si pentì di quello che aveva appena detto.
- Ma non mi hai portato qui. Abbiamo comprato dei dolci a Mielandia e siamo rimasti seduti su una panchina a parlare.
Questa volta fu il turno di Severus di sorridere con tristezza.
- Sapevo che non saresti mai stata mia. - abbassò di nuovo lo sguardo e puntò un dito sul menù – Ho deciso anch'io.
In quello stesso momento la proprietaria della Sala da The si materializzò accanto al loro tavolo. Severus si spostò di lato con la sedia, imbarazzato per la sua nudità, ma Madama Piediburro non sembrò accorgersi della mancanza dei vestiti. Anzi non sembrò accorgersi proprio di nulla.
La corpulenta donna prese l'ordinazione di Lily poi di voltò verso di lui.
- Caffè. Nero e amaro. - ordinò Severus fingendosi disinvolto – E dei biscotti al cioccolato e cocco.
La donna scrisse l'ordinazione su un taccuino dello stesso colore del menù e diede loro le spalle.
Il mago si guardò attorno ancora una volta nella speranza che i suoi vestiti fossero comparsi da qualche parte.
- E' un'inutile perdita di tempo. - fece Lily con tono leggermente esasperato alle sue spalle – Se non compaiono i vestiti è perché sei andato a letto nudo.- Severus sentì improvvisamente caldo alle guance – E ci sono pochi motivi che spingono un uomo ad andare a letto nudo.
Si voltò verso di lei, aveva di nuovo il suo sorriso, ma i suoi occhi erano diversi. L'adolescente, spensierata Lily se n'era andata ed ora restava davanti a lui la Lily donna che non aveva mai conosciuto veramente.
- Mi dispiace. - disse allora il mago.
- Ti dispiace essere felice?
- Non so se sono felice.
- Io lo so!
- Allora non la merito.
- Oh Severus, ancora con questa storia? Non sei stanco di dire sempre le stesse cose?
- Sei morta a causa mia.
- No. Sono morta a causa di Voldemort.
- Ma io...
- Ma tu nulla... hai fatto tutto quello che era in tuo potere per salvarmi. Per salvarci tutti. Va bene così.
- Non hai visto Harry crescere. Non gli sei stata vicina quando più aveva bisogno di una famiglia.
- Ma ora ha la sua famiglia e tu nei fai parte in qualche modo. E io sono decisamente più tranquilla se tu gli sei vicino.
Lily allungò una mano e gli sfiorò il braccio proprio vicino alla cicatrice che un tempo era il Marchio Nero . Avrebbe voluto indietreggiare a quel tocco, non si sentiva degno di essere sfiorato da lei, ma non trovò le forze per farlo.
- Quando sono rimasta incinta non ero certa di volerlo veramente. – continuò lei a voce bassa - Eravamo in guerra, in un mondo pieno di odio e sangue. Non volevo che mio figlio crescesse in quel mondo. Ma poi ho deciso che ci avrei provato, che se il mio destino era diventare madre in quel mondo di sangue avrei dato a quella creatura tutto il mio amore. Il mio ultimo anno è stato il più felice della mia vita, Severus. Quando Lui è arrivato e io mi sono resa conto che avevo lasciato stupidamente la bacchetta in cucina ho guardato Harry e mi sono sentita la donna più fortunata del mondo. Hai capito Severus? La mia vita, anche se breve, è stata intensa, felice e piena di soddisfazioni.
Il mago annuì, nello stesso momento in cui la proprietaria portava le loro ordinazioni.
L’aroma del caffè gli arrivò alle narici, era forte e stranamente sembrava la cosa più reale in quel sogno ai limiti della follia.
Afferrò la tazza sentendone il calore attraverso al ceramica, se la portò alle labbra e bevve il primo bollente sorso.
Nonostante non sentisse la gola bruciargli sapeva che la bevanda era calda, la sentì scaldargli il corpo nudo, era amaro e nero come piaceva a lui, con un retrogusto di noci tostate e cioccolato fondente appena accennato che gli piacque particolarmente.
Chiuse gli occhi un istante gustandosi quel sapore conosciuto eppure sempre nuovo. Quando sollevò le palpebre Lily stava tagliando con la forchetta la sua fetta di torta.
Era morbida, il profumo del limone gli arrivò e, per qualche istante, cozzò contro l'aroma del caffè.
La forchetta con il primo boccone sparì tra le sue sensuali labbra.
Severus bevve un altro sorso di caffè e lo lasciò scaldargli la gola e lo stomaco.
Si gustò quel momento di silenzio, aromatizzato dal caffè e dal limone.
Bevve un altro sorso e prese uno dei biscotti. La pasta frolla era morbida e friabile, si sciolse nella sua bocca, liberando il gusto delle gocce di cioccolato al latte e il dolce retrogusto astringente del cocco in scaglie sulla superficie. La strega aveva quasi finito li suo dolce, la tazza di the aromatizzato agli agrumi non era stato ancora toccato.
- Sai che non avrebbe funzionato tra di noi, vero? - disse Lily dove aver ingoiato l'ultimo boccone.
- Non possiamo saperlo. - rispose lui posando la tazza sul tavolino rotondo.
- Sì se ci rifletti bene. Siamo sempre stati tropo diversi, Severus.
Il mago la guardò al di sopra della sua tazza, bevve un altro piccolo sorso.
- Abbiamo sempre camminato su percorsi diversi. Per qualche anno le nostre strade si sono incrociate, ma si sarebbero divise comunque. Nel profondo del tuo cuore lo sai che ho ragione. Hai bisogno di una donna che sappia accettare e amare tutto di te e non solo una parte e che abbia i tuoi stessi gusti anche nelle cose piccole.
Severus appoggiò la tazza sul tavolo.
- Fammi un esempio di piccole cose. - le domandò prendendo un biscotto e portandoselo alle labbra.
- I dolci. Io detesto il cioccolato e il cocco. Mi piacciono le torte farcite, con la panna e la marmellata. Tu le odi.
- Queste sono sciocchezze.
- Si comincia sempre dalle piccole cose e dalle sciocchezze, Sev. E noi non avevamo neppure quelle in comune.
Il mago non rispose, finì il biscotto e riprese la tazza di caffè. L'aroma della bevanda sembrò intensificarsi ad ogni sorso.
- Non posso credere ad un sogno.
- Non sono qui per farti cambiare idea Severus. Ma per farti aprire gli occhi. La felicità è vicinissimo a te e se ti fai prendere dai dubbi la perderai e, questa volta, non riuscirai ad andare avanti.
- Lily...
La strega sorrise dolcemente ed incrociò le braccia appena sotto i seni.
- Ora devi svegliarti.
- Cos… no!
Il mago aprì gli occhi di scatto.
Gli ci volle qualche istante per mettere a fuoco il soffitto che stava fissando e altrettanti secondi per rendersi conto che quello non era il soffitto della sua camera ad Hogwarts e neppure di Spinner’s End.
Sbatté le palpebre mentre si ridestava del tutto dall'incredibile sogno che aveva appena fatto.
Avvertì immediatamente la morbidezza del lenzuolo che copriva il suo corpo nudo, un respiro regolare accanto a lui, il calore e il profumo di un corpo femminile.
Sbatté un paio di volte le palpebre, fece un profondo respiro e un altro aroma arrivò alle sue narici.
- C'é odore di caffè in questa casa. - mormorò a bassa voce corrugando la fronte.
Sentì la donna accanto a lui muoversi, i suoi piedi strusciarono contro le sue gambe in un gesto casuale.
- Mi madre mi ha regalato una caffettiera elettrica quando mi sono trasferita. L'ho puntata in modo tale che il caffè fosse pronto quando mi sveglio.
Si voltò di lato incrociando lo sguardo nocciola della strega, aveva il volto in parte coperto dai capelli crespi, ma Severus vide le sue labbra tirate in un debole sorriso.
La felicità è vicinissima a te, Severus.
- Ciao. - disse lei.
Le tolse i capelli del viso e rispose al sorriso.
- Ciao.
Si guardarono in silenzio per qualche minuto, le dita di lui continuavano ad accarezzarle il volto, mentre il profumo del caffè invadeva la casa.
- Ora vado a farmi una lunga doccia. - disse improvvisamente lei – Hai tutto il tempo per pentirti di questa notte, rivestirti, uscire da questa casa e far finta che non sia mai successo nulla.
Il mago sollevò un sopracciglio.
La donna vi trovò qualcosa di vagamente comico in quell'espressione che, spesso, era sinonimo di minaccia, ma se fatta nel suo letto, mentre erano nudi perdeva ogni intenzione intimidatoria.
- Credi veramente che potrei fare una cosa del genere?
- Io so solo che non devo permettere al mio cuore di innamorarsi. E questo, - indicò le lenzuola che li copriva – non aiuta Severus. Noi lavoriamo insieme.
- Lo so. - rispose lui prendendola bonariamente in giro – Ti ho assunta io.
La donna si lasciò sfuggire un sospiro.
- Cosa succederà ora? Cosa dovremmo fare?
- Non lo so. Credo che dobbiamo iniziare dalle... – stirò le labbra sottili in un piccolo sorriso che le scaldò il cuore – piccole cose.
- Fammi un esempio di piccole cose.
Si comincia sempre dalle piccole cose e dalle sciocchezze, Severus.
- La colazione, per esempio.
La strega ridacchiò e si avvicinò al suo corpo perdendosi per un attimo nel suo profumo di uomo e sesso. Si lasciò cullare dal quell’aroma pungente per qualche minuto poi tornò a guardarlo.
- Non mi piace non avere sicurezze. Ma comprendo il tuo discorso.
Si alzò uscendo da quel caldo rifugio che erano le lenzuola, raccolse i suoi vestiti sparsi sul pavimento sotto lo sguardo infuocato del mago per nulla imbarazzata dalla sua nudità.
- Io vado a farmi quella doccia.- dichiarò – Sai bene dov’è la cucina. Puoi scegliere di aspettarmi qui o in cucina.
- E se decidessi di seguirti nella doccia?
- Sai anche dov’è il bagno. – rispose lei con un sorriso malizioso.
Severus allagò il sorriso, con un balzo scese dal letto e la seguì.

* * * *



Si sentiva stranamente rilassato quando si sedette al tavolo della cucina, con addosso i pantaloni a la camicia, a piedi scalzi e con i capelli ancora umidi.
Lei, invece, aveva indossato un paio di pantaloncini e una maglia leggera che, dalle misure, sembrava da uomo.
- Mi devi scusare. - disse la strega mentre apriva tutti gli armadietti della cucina – Siamo rientrati da Hogwarts da una settimana, ma non ho ancora avuto modo di fare la spesa. Non ho quasi nulla.
La osservò muoversi tra gli scaffali e il frigorifero, con un colpo di bacchetta due tazze fluttuavano fino al tavolo, depositandosi delicatamente sul piano. L'aroma del caffè riempiva la cucina a vista e il salottino dell'appartamento, Severus si ritrovò a sorridere mentre lei camminava da una parte all'altra appoggiando cucchiaini e zuccheriera sul tavolo. Il frigorifero si aprì da solo e il cartone del latte passò sopra la sua testa prima di scendere accanto alla sua tazza.
- Trovati! - esclamò euforica lei prendendo un pacco di biscotti dal forno mai utilizzato – Ho solo questi Severus. Durante l'anno mangio così tanti dolci al castello che in l'estate cerco di limitarmi, ma a questi...- arrossì sedendosi davanti a lui – a questi non so proprio resistere.
Severus prese il pacchetto di biscotti e sorrise.
Cioccolato al latte e scaglie di cocco.
Si inizia dalle piccole cose...
- Vanno benissimo, Hermione. Vanno benissimo.

FINE
   
 
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