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Autore: MaryTheFangirl01    15/05/2014    2 recensioni
Salve gente! Ci rivediamo con la mia nuova storia! Dunque, come forse alcuni di voi sapranno io AMO Jack Frost e Elsa come coppia, perciò eccomi qui a pubblicare una storia con pairing Jack Frost/Elsa.
Questa storia comincia con Jack che si è perso nei dintorni di Arendell... altro non vi dico, solo che ci saranno colpi di scena! Buona lettura!
Genere: Fantasy, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Frost
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Erano giorni che io e mio padre viaggiavamo. Dovevamo incontrare la regina di Arendelle, a quanto avevo capito, per discutere di affari. Avevo chiesto a mia madre di andare al posto mio, ma lei? Devo cominciare a prenderti le tue responsabilità, un giorno sarai regina al posto mio... Uffa!! Sempre a rompere le scatole. Per fortuna mio padre non era così rigoroso e il viaggio era stato abbastanza piacevole, anche se molto lungo.
Stavo per chiedergli quanto mancasse all'arrivo, ma prima che potessi parlare restai stupefatta dal clima di quel luogo. Pensavo fosse estate, come mai c'era la neve? Mi era stato detto che saremmo arrivati prima del prossimo inverno! Qualcosa non mi quadrava, decisamente. E poi, quella situazione non mi piaceva per niente...
Anche mio padre sembrava essere della stessa opinione, a giudicare dalla sua espressione, ma glielo chiesi comunque.
-Papà, come mai c'è la neve? Sbaglio o è ancora estate?
-Non lo so Merida, non lo so proprio.
Attraccammo al porto del paese e venimmo accolti da una ragazza che tremava di freddo, anche se probabilmente aveva più vestiti lei che la bottega di un sarto.. In effetti, anch'io stavo morendo di freddo!! Ero vestita leggera, non ero preparata all'emergenza neve!
-B-B-Benvenuti a-ad Arendelle! Scusate il disagio, m-ma al momento a-a-abbiamo q-qualche problema tecnico. Mi presento: s-sono la principessa A-Anna e c-credo che voi siate il re e la principessa del c-clan più i-importante della Scozia, re Fergus e sua figlia Merida. P-prego, vi accompagno al castello.
-Gra-a-etchù! Grazie mille.
-Oh cavolo, scusatemi! Tenete queste coperte, vi terranno caldi.
-Grazie principessa.
E così ci avviammo verso il castello. 
Una volta arrivati, chiedemmo di poter parlare con la regina Elsa, ma la principessa Anna sembrò innervosirsi un po' a sentir nominare la regina.
-Mi dispiace, non c'è. Potrete parlarle appena sarà tornata, ma credo che dovrete aspettare parecchio.
-Si può sapere perché?
Accidenti, perché non imparavo a tenere il becco chiuso! La principessa sembrò molto triste, così mi affrettai a riparare.
-Volevo dire, potremmo conoscerne il motivo, se ci è concesso saperlo?
-Purtroppo temo che non mi crederete mai, ma ve lo dico lo stesso, avete il diritto di sapere. Dunque, mi dispiace informarvi che è stata mia sorella, la regina Elsa, a causare tutto questo. Lei ha ricoperto il regno di neve e ha fatto arrivare il gelo. Sono certa che non è stato intenzionale, lei non riesce a controllare i suoi poteri e può darsi che le siano sfuggiti di mano. E poi, ora che ci penso, è stata tutta colpa mia. Io l'avevo provocata e lei ha perso il controllo! Dopo aver congelato tutto, è scappata via. Ero riuscita a trovarla, ma mi ha mandata via, per proteggermi. Scusatemi!!
Scoppiò a piangere davanti ai nostri occhi e cadde a terra in ginocchio. Mi pentii quasi subito di quello che dissi un secondo più tardi, ma non potevo fare altrimenti: dovevo aiutare quella ragazza.
-La troverò io e la convincerò a tornare e a sciogliere la neve!
-Ma principessa, vi rendete conto del rischio che correte? Mia sorella non farebbe mai del male a una mosca intenzionalmente, ma è pericoloso perché potrebbe perdere il controllo! E poi non riuscirete mai a trovarla da sola, lasciate che vi accompagni qualcuno!
-Non è necessario, mi basta il mio Angus. Non temete principessa, ve la riporterò indietro viva.
-Se la mettete così, non posso che accettare. Prendete pure tutto quello che vi serve: troverete le provviste nelle cucine e delle coperte, beh... Un po' ovunque. Grazie infinite principessa Merida.
-Figuratevi. Parto immediatamente. Papà, vai a prendere Angus per favore. Io intanto cerco il necessario per il viaggio.
-Figlia mia, sono fiero di te. Stai attenta là fuori, mi raccomando!
E mio padre si allontanò verso le scuderie per andare a prendere il mio cavallo, nonché fidato amico. Presi tutto quello che mi serviva per affrontare il viaggio.
Approfittai dell'assenza di mio padre per parlare un po' con la principessa, riguardo un dubbio che mi era sorto.
-Principessa Anna, siete assolutamente sicura che sia stata vostra sorella? Non potrebbe essere stato qualcun altro? Magari un certo...
-Merida!
Mio padre mi stava chiamando, dovetti salutare la ragazza e uscire.
Così, dopo aver sellato Angus, partii alla ricerca della regina Elsa.
Inaspettatamente, la trovai quasi subito, dopo appena un giorno di viaggio. O, almeno, speravo fosse lei. Chi altri poteva avere un castello tutto fatto di ghiaccio su una montagna nel bel mezzo del nulla? Salii la lunga rampa di scale che portava a quell'enorme palazzo e bussai al portone, che si aprì immediatamente.















Quel maledetto Pitch. Non riuscivo a togliermi dalla testa le sue parole. Sapevo che non era vero, che non dovevo crederci, ma il mio cervello andava per fatti suoi e mi impediva di ragionare in modo razionale. Non ce la facevo più, mi sentivo morire. E come se non bastasse, ogni volta che vedevo Jack sentivo una stretta al cuore. Così come ogni volta che pensavo ad Anna, ad Arendelle, ai miei genitori, a quell'Hans che non mi era mai piaciuto. Chissà se alla fine Anna l'aveva sposato, anche se non credevo l'avrebbe fatto senza il mio consenso. Molto probabilmente era ancora in pensiero per me e questo mi faceva stare male, ma non potevo tornare a casa, ancora non ero capace di sciogliere il ghiaccio che aveva ricoperto tutto il regno.
Non riuscivo a prendere sonno, così mi alzai e uscii in terrazza. Quel posto mi faceva sentire in pace con me stessa, riuscivo a rilassarmi anche quando non ce la facevo più. Potevo stare un po' sola con i miei pensieri, senza però sentirmi oppressa. Era il posto che preferivo in tutto il palazzo.
Sentii una fresca brezza estiva scompigliarmi i capelli, cosa strana visto che il clima non si addiceva proprio al caldo dell'estate. 
Cominciai a giocherellare con una palla di neve che avevo creato, rompendola e riformandola in continuazione. Perché era successo proprio a me? Perché dovevo per forza essere un mostro agli occhi di tutti? Non lo capivo. Forse perché potevo sopportarlo, forse perché ero in grado di superare quell'ostacolo e metterlo a disposizione degli altri. In effetti mi sarebbe piaciuto creare una pista di pattinaggio nella piazza del paese, dove i bambini avrebbero potuto giocare e divertirsi insieme ai più grandi, e dove forse anche io ed Anna saremmo riuscite a stare un po' insieme, senza dover causare catastrofi naturali o cose simili. Magari ci sarebbe stato anche Jack a pattinare con noi, l'avrei presentato a mia sorella, l'avrei portato al castello e poi... Già, poi? Poi che cosa? "E vissero per sempre felici e contenti"? Nah, impossibile. Al massimo, appena fossi riuscita a sciogliere la neve, mi avrebbe salutato allegro come al solito e mi avrebbe piantata in asso. Ma del resto, che potevo pretendere di più? Nulla, non avevo nessun diritto su di lui. Anzi, forse lui aveva un'altra ragazza da qualche parte, chi poteva dirlo.
Decisi di rientrare quando quella brezza leggera cominciò a diventare un vento gelido. Immaginai fosse legato ai miei sentimenti, o forse a quelli di Jack. Dovevo calmarmi, o avrebbe ricominciato a nevicare. Accidenti, mi dimenticavo sempre che dovevo stare attenta.
Mi tranquillizzai e si calmò anche il vento. Beh, almeno quello lo sapevo fare.
Era appena l'alba e io ero ancora affacciata al balcone, quando sentii una voce dietro di me.
-Che fai sveglia a quest'ora?
-Se è per questo, sono sveglia da un sacco di tempo. Non riuscivo a dormire. Tu piuttosto, come mai così mattiniero?
-Incubo. Allora, che si fa?
-Non mi va di allenarmi oggi, che ne dici se facciamo una passeggiata?
Non aspettai neanche la risposta, che mi allontanai e mi diressi verso il portone. Ogni volta che parlavo con lui ero nervosa. Avevo ancora dei dubbi. Io non volevo assolutamente crederci, ma qualcosa mi diceva di non scartare totalmente quell'ipotesi. Pitch Black era stato capace di mandarmi in confusione tanto da non farmi più capire la differenza tra realtà e fantasia. Ma, soprattutto, appena avevo incontrato il viso allegro di Jack Frost, tempo fa, mi ero innamorata di lui. Era chiaro cosa provavo, solo che ancora non l'avevo ammesso a me stessa perché non volevo crederci, specialmente dopo le parole di quel tizio. Ma, in realtà, io non sapevo quasi nulla di Jack o di Pitch. Sapevo solo che erano nemici e che Jack lo aveva sconfitto una volta. Mi aveva parlato di alcuni suoi amici, le leggende, che erano state citate e descritte anche da Pitch. Con la differenza che Jack era allegro e nostalgico mentre mi parlava di loro, come se fossero i suoi migliori amici, invece Pitch provava disprezzo per loro e li odiava. Pensai a tutto questo mentre raggiungevo il portone, ma probabilmente Jack era rimasto un po' in terrazza. Lo capivo, anch'io sarei rimasta lì, se non fosse arrivato lui. 
Stavo quasi per aprire la volta del mio palazzo, ma ebbi dei dubbi: volevo davvero andare in giro rischiando che qualcuno mi vedesse? Eravamo molto lontani dalla città, ma qualcuno poteva sempre trovarsi lì di passaggio. Quasi crollai a terra al pensiero di rivedere i miei sudditi. Li avevo visto solo una volta, il giorno in cui fuggii via dal castello di Arendelle e li avevo sentiti chiamarmi mostro, mi volevano uccidere, mi odiavano. No, mi dissi. Non ero ancora pronta ad affrontare quelle persone e, soprattutto, non potevo tornare a casa. Ma potavo davvero chiamare quella prigione "casa"? Per anni ero stata rinchiusa nella mia camera, con il terrore di fare del male a qualcuno che amavo. Ero stata separata da mia sorella, allontanavo i miei genitori, uscivo solo quando non poteva vedermi nessuno, neanche i servitori. A volte ero tentata di bussare alla porta di Anna e chiederle di fare con me un pupazzo di neve, proprio come faceva sempre lei. Non si arrendeva mai, dopo ogni mio rifiuto tornava più determinata di prima. Ma poi, dopo la morte dei nostri genitori, non tornò più. Ero così disperata che sarei voluta morire, pur di fermare quel dolore tremendo. Mia sorella era la persona a cui volevo più bene in assoluto, ma non ero stata capace di proteggerla e l'avevo allontanata da me e tenuta all'oscuro dell'essere orribile che potevo essere, che ero. Oh, Anna! Quanto mi mancava la mia sorellina, che quando eravamo piccole si svegliava sempre all'alba per chiedermi di fare un pupazzo di neve! E pensare che era anche venuta a cercarmi qualche giorno fa e io l'avevo mandata via. Non potevo certo ripresentarmi lì come se niente fosse e prendere le redini di un regno che mi avrebbe uccisa!
Mi decisi ad aprire la porta, ma proprio mentre la mia mano sfiorava il ghiaccio che la componeva, questa si aprì, con mia grandissima sorpresa,
 rivelandomi una ragazza vestita molto pesantemente e con un grande zaino sulle spalle. La cosa che però mi colpì di più fu quell'enorme e disordinata massa di capelli rossi e ricci.
-Siete voi la regina Elsa di Arendelle?
-Se siete qui per gridarmi contro o cercare di uccidermi, vi avverto: andatevene immediatamente, non sono in vena di ricevere visite.
-Vi sbagliate maestà. Sono la principessa Merida, vengo dalla Scozia. Sono venuta qui per parlarvi e riportarvi a casa vostra.
Merida. Merida. Merida!
Ricordavo bene quel nome, insieme a tutti gli altri che Pitch mi aveva elencato. Mi sentii trafitta da mille lame affilatissime, pervasa da un senso di disperazione, completamente distrutta dentro. Tuttavia, il mio sguardo diceva solo una cosa: freddo.
Però poteva anche non essere vero. Magari Pitch aveva elencato nomi di persone realmente esistenti, completamente a caso. Sì, forse era così.
-Oh, dalla Scozia? Ricordo che dovevo ricevere il re e la regina di un clan scozzese, ma non mi aspettavo la vostra visita. Mia sorella vi ha raccontato tutto?
-Credo di sì. Altezza, dovete ascoltarmi! Tornate ad Arendelle, per favore! Vostra sorella è distrutta, anche gli abitanti non ce la fanno più con questo freddo! E poi, credo che manchiate a tutti, specialmente alla principessa.
-Forse a lei sì, ma non credo che il popolo senta la mia mancanza. Del resto, a chi potrebbe mancare un mostro come me? Ora scusatemi principessa, ma non ho intenzione di intrattenermi con voi ancora a lungo, quindi addio e vi prego di perdonare la scortesia di questa frase, ma oggi non è giornata.
-Per favore, Altezza! Voi dovete tornare, voi dovete... Jack? Jack Frost? Sei... Sei proprio tu?

















Angolo autrice che cerca di nascondersi dai pomodori: sì, lo so, sono in tremendo ritardo! Ogni giorno mi dicevo "oggi devo scrivere il capitolo" e poi non ci riuscivo mai. Sono imperdonabile, proprio io che odio quando non si rispettano i tempi! Per favore, vi supplico, perdonatemi!! Ehm... non guardatemi con quello sguardo assassino, dai, adesso l'ho pubblicato, no? Tutto apposto e senza rancore? Ok, ci rinuncio. Mi preparo per le uova e i pomodori marci. Per favore, evitate le lattine.
Ok, che ne dite del capitolo? Lettori:-Non solo non ti fai viva per più di due mesi, ma ci rifili anche un capitolo cortissimo!
Lo so, ma vedete, il fatto è che era molto più lungo, ma il resto ho deciso di metterlo nel prossimo cap perché mi sembrava più carino interrompere sul più bello. Lo sapete che a me piace, inutile che vi lamentate! 
Quindi, dopo questo mezzo capitolo, continuo quella che ormai è una tradizione: recensite in tanti, mi raccomando!!

Un bacione grande grande a chi, anche per sbaglio, ha aperto questa pagina!
Mary <3
   
 
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