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Autore: _Peppa    16/05/2014    1 recensioni
{...} «Perché io ti amo, e forse non l'hai nemmeno capito. Io ti amo anche se a volte sei una bambina che fa i capricci o una stronza patentata. Ti amo anche se hai tutti i difetti di questo mondo. Ti amo anche quando stai male e fai stare male anche me, perché ormai io e te siamo una cosa sola. Ti amo anche se tutto. La vita ha deciso di farmi un regalo quest'estate, e sai qual è? Sei tu. Tu, May Snubeford, tu sei il mio regalo dalla vita.»
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Gift.'
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*scusate, niente banner*

May se ne stava seduta sull’altalena in giardino, a casa della zia. Erano passate 21 ore dal suo “litigio” con Harry, e già non ce la faceva più. L’indomani sarebbe partita per tornare a casa, a vivere gli ultimi momenti con suo nonno. Una parta di sé non voleva andarsene, ma l’altra sì. Ci teneva troppo a suo nonno per un ragazzo. Il problema che quello era il ragazzo. Senza troppe complicazioni, magari potevano anche stare insieme. Ma le complicazioni c’erano, e non era sempre giusto.
Ce n’erano troppe. Troppi complessi, troppi problemi. Troppo tutto.
“Fanculo, io non me lo faccio scappare.” – sussurrò May, presa da un improvviso coraggio. Perché ci vuole coraggio per affrontare la vita. Ci vuole coraggio ad alzarsi la mattina e sentire il mondo cosa pensa di te, cosa ha da dirti. Ci vuole coraggio a prendere le decisioni e ci vuole coraggio a prendere le proprie responsabilità. Ci vuole coraggio per andare avanti e, nel caso di May, ci vuole coraggio a capire di chi ti puoi fidare. Di Harry si poteva fidare. Lo avrebbe sempre fatto.
 
Quindici minuti dopo si trovava fuori l’hotel dove sapeva che alloggiava Harry. Era stata una cosa di istinto, ma voluta. Doveva riprendersi Harry e farlo rientrare nella sua vita. Doveva dirglielo.
Arrivò alla reception e chiese il nome del ragazzo. “Sono sua cugina.” Disse, sperando che la donna se la beva.
Fortunatamente fu così.
La sua era la stanza 245. Terzo piano, quarto corridoio.
Bussò, sperando che Harry fosse sveglio.
“Brutto coglione, rispondi o sfondo la porta.”
Non rispondeva e May, impaziente lo chiamò.
Uno, due, tre squilli..
«Pronto?» - rispose una voce alquanto assonnata.
Solo in quel momento la ragazza si rese conto di quello che stava facendo, ma poco le importò. Ormai era nell’hotel, di fronte la stanza di Harry, al cellulare con lui. «Razza di coglione, sono dieci minuti che sono fuori questa porta, apri prima che la sfondi»
Harry si ricompose subito e riconoscendo la voce della ragazza che –sì – amava, si drizzò in piedi e «aspetta un attimo»
Corse verso il bagno e si lavò velocement ei denti. L’alito mattutino non gli era mai piaciuto. Insomma, a chi è che piace?
Aprì la porta, e si ritrovò davanti una May con le braccia conserte e la faccia scocciata e impaziente. Lei entrò.
«Non sono qui per prendermela con te, ma devo dirti alcune cose. Stamattina mi sono alzata alle sei in punto e ho pensato, tanto. Per me non è la notte che porta consiglio, è l’alba. Ho penso a quanto sono stata egoista e a quelle volte in cui credo che le tragedie succedono solo a me. Non è così, hai ragione tu. Non sono qui per giudicarti o per fare la parte della vittima, ma sono qui per dirti che mi sono alzata alle nove e sono venuta a piedi, da casa mia, fino a qui. Solo per te. Solo per chiarire, solo per spiegarti tutto. Solo per dirti quanto cazzo sto male per quello che mi succede e forse non lo so, non ti interessa, ma sono pronta a incamminarmi verso un nuovo inizio, magari con te. Domani parto e non voglio sprecare questo giorno, avendo il rimorso di te, ella tua mancanza e pensare a quanto posso essere stupida e a quanto posso assomigliare ad una bambina di tre anni. Sono qui per te, e se vuoi puoi anche cacciarmi fuori, non rivedermi mai più. – ora era May ad andarsene ma si girò di nuovo – e, un’ultima cosa.. anche io ti amo»
In un primo momento, Harry voleva riderle in faccia, ma solo per il modo buffo in cui cercava di scusarsi, ma ci pensò, sorrise e la baciò. La baciò con tanta passione, tanta quasi da toglierle il fiato.
Gli mancavano le sue labbra e chissà se le avrebbe assaggiate più. “Meglio vivere il momento.”
«Ti amo, ti amo, ti amo» - si sussurrarono entrambi. Si spostarono un po’ più in là, e mentre nello stomaco di May la giungla ballava la conga, Harry pensava a quanto era bello essere al momento giusto con la persona giusta. E mentre loro erano ancora abbracciati, mentre ancora si baciavano, i vestiti volavano. Era il momento. Era quello il cambiamento. A volte la vita può essere cattiva e meschina, ma i bei momenti ci sono. Il loro ne era uno.
 
Più tardi May ed Harry si erano incamminato in quella spiaggia dove anni fa la ragazza ci era stata con il nonno. Aveva chiesto lei di ritornarci, ed Harry ne aveva approfittato per portare la sua chitarra. Non era un esperto nel suonarla, ma se la cavava.
«Pronta?» chiese Harry e May annuì.
«Well you done done me and you bet I felt it.. canta con me»
May annuì ancora.
«Tried to be chill but you're so hot that I melted..»
Si guardarono negli occhi ancora felici. Avevano fatto l’amore e per una volta nella vita May era convinta di quello che aveva fatto. Era convinta di lei. Era più forte, più sicura. Harry era la sua ancora, il suo rifugio; cantavano quelle parole di quella canzone così conosciuta di Jason Mraz e così bella.
«There's no need to complicate, our time is short, this is our fate, I'm yours»
Il nostro tempo è corto, questo è il nostro destino, sono tuo.
 
«Sei brava però» Harry accennò una risata.
«Grazie, anche te non sei male!» May sorrise a denti stretti.
«Ho le mie qualità»
«Modesto, tanto»
«Vieni qui» sussurrò Harry. Mai si accoccolò al suo petto. «Quando parti, quindi?» continuò.
«Mmh, parto stanotte. E’ il primo aereo di domani, e voglio essere lì prima che mio nonno muoia davvero. Non ci sono più speranze, l’han detto i medici»
«Mi dispiace. Non starò a dirti cose tipo “passerà, il tempo” perché so che il dolore ci sarà sempre, ci sono passato anche io»
«Secondo te, le cose come andranno?»
«Dici tra di noi?»
«Anche»
«Non lo so. Spero di sentirti ancora, May Snubeford. Magari un giorno ti vedrò su qualche cartellone pubblicitario del mio paese»
May rise. «Forse»
«Harry?» lo chiamò ancora. «Dimmi, May»
«Non promettiamo che ci chiameremo, che ci messaggeremo sempre o che faremo ogni sera una chiamata su Skype. Se le cose non andranno così, promettimi solo che mi penserai come la ragazza che hai conosciuto ad una festa e di cui ti sei innamorato fin dall’inizio. Io, almeno, farò così»
Harry la guardò. Quanto era bella. «Lo farò»



*scusate, niente angolo autore, chi vuole mi chieda perché non c'è*
just a gif.


 
  
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