Insane
Dolce, il ticchettio dell’orologio a muro.
Ancora più dolce, il lento gocciolare del sangue.
Mi diverte ammirare le lacrime scarlatte gettarsi,
disperate, dal tavolo sopra cui sono adagiate.
Così ingenue, così fragili, raggiungono il terreno
distruggendosi in mille minuscole gocce, alimentando la pozza carminia dinanzi
a me.
Oh, non mi guardare con quegli occhi.
Lo sapevi dopotutto, no?
Scherzare con me era come accarezzare la Signora Morte e poi
tentare di fuggire via.
Ne eri a conoscenza del mio stato mentale, o sbaglio?
Dimmi se erro, poiché per tutto questo tempo ho creduto che
tu fossi il mio assistente sociale, giunto sull’uscio della mia abitazione con
l’intento di guarirmi da questa mania.
Ma sai, a volte i pazzi sono molto più forti, più
resistenti, di voi illusi sani di mente.
Sorge spontanea una risata, al solo pensiero della vostra
arroganza.
Credete davvero di riuscire a leggerci dentro, ad aggiustarci?
A quanto pare avevo ragione io.
Ammirando il tuo cadavere, coperto di zuccheroso sangue
scarlatto, steso senza vita sul tavolo della cucina, posso dichiararlo con
sicurezza.
Questa volta, i sani hanno fallito.
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Ancora una volta, l'ispirazione delle due e dieci ha fatto il suo dovere. Il giorno prima di partire. Bah.
Spero di aver scelto la categoria giusta.
Se sapessi perchè l'ho scritta, ve lo direi. Semplicemente, ho sentito le parole uscire da sole.
Ora che la rileggo, penso di aver solo voluto descrivere il punto di
vista di assassini pazzoidi e di come reagiscono di fronte a un
assassinio appena commesso. L'unica cosa di cui si curano è
vincere coloro che cercano di curarli. Magari ho ceffato, però a
mio parere è comunque un punto di vista interessante.
E dopo questa flash-fic, vi saluto gente. Ci rivediamo fra quattro settimane, kiara_chan si prende una vacanza.
kiara_chan