- James…
Si era precipitato da lui appena aveva saputo. Voleva vedere. Non poteva essere vero…
- James… amico mio… Rispondimi!
Il suo corpo stretto fra le sue braccia, freddo, occhi vuoti, senza luce, senza vita.

- Chi vuole diventare un Serpeverde? Io credo lascerei la scuola, e tu?
- Tutta la mia famiglia è stata in Serpeverde.
- Oh, cavolo. E dire che mi sembravi a posto!
- Forse io andrò contro la tradizione. Dove vorresti finire, se potessi scegliere?
- “Grifondoro… culla dei coraggiosi di cuore!” Come mio padre.

E poi i ricordi, all’improvviso, a tradimento, senza chiedere permesso. Solo un attimo.
E un pianto lontano…

- Sirius! Ehi Sirius! – gli corse incontro, abbracciandolo.
- Ah, levati di dosso Ramoso, non sono Lily!
- Diventerò padre Felpato! E’ incinta! Lily aspetta un bambino!
- Cosa? Sul serio?
- Si! Sarò il miglior padre del mondo!

Le lacrime rigavano il volto pallido di Sirius. Era suo fratello, il suo vero fratello, il suo migliore amico, che ora era immobile in un suo abbraccio, che non stava scherzando come faceva al solito.
Non mentiva ora. Non si sarebbe svegliato.
E un pianto lontano…

- Avanti piccola canaglia! Lo so che ce la puoi fare! Dillo!
- Sirus!
- Ah-ah! Bravissimo piccolino! Ancora, fammi sentire ancora!
- Sirus!
- Si può sapere cos’è questo baccano?
- Senti un po’, Lily! Il piccoletto ha imparato a dire il mio nome!
- Sirus! Sirus!
- Aspetta che torni a casa James, sarà più contento di quando ha chiamato lui papà!

Doveva portarlo vicino a Lily, recuperare il suo corpo e vederli insieme ancora una volta. Doveva farlo per loro. Ora che lui si sentiva squarciato, malato dentro. Un criminale, fra loro che avevano dato tutto per tutti, sempre. Un traditore, solo per poter sentire ancora il suo cuore battere, solo per provare ancora emozioni, solo per poter ascoltare quelle urla e quei festeggiamenti in lontananza.
Non avrebbe festeggiato lui. Era stato un prezzo troppo alto da pagare. Avrebbe continuato a versare lacrime.
E un pianto lontano…

- Ci hanno detto che dobbiamo nasconderci.
Sirius non rispose.
- Voldemort ci sta cercando, vuole Harry.
- Avanti James, andrà tutto bene! A volte il mondo vuole solo metterti un po’ paura…
- Ti prenderai cura di lui? Se… se le cose si metteranno male… - stavolta James era serio, non se l’era sentita di scherzare, Sirius.
- Certo. Ci sono io amico.

Dov’era Harry? Glielo aveva promesso, si sarebbe preso cura di lui, lo avrebbe trattato come un figlio, gli avrebbe parlato dei suoi genitori appena fosse cresciuto. C’era troppa gente intorno alla casa, avevano le bacchette levate.
Vedeva Hagrid chino sulle macerie a cercare qualcosa, o qualcuno. Si rialzava con in braccio un involucro di coperte, quel pianto lontano.
- Hagrid… lo curo io, sono il suo padrino… - sussurrò, prima di rendersi conto che da quella distanza non lo avrebbe sentito. Liberò dalla sua presa le mani dei suoi amici e andò incontro a Hagrid.
Lui, forse, avrebbe capito.







Questa storia è molta dolorosa per me... spero di essere riuscita a trasmettere quello che provo, e che voi vogliate farmelo sapere.
Grazie, davvero, un grazie di cuore a tutti coloro che leggono e recensiscono sempre le mie storie! E ad harrytat, che aspettava da un sacco una mia storia! =)