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Autore: Layla    19/05/2014    1 recensioni
“È pericoloso per una ragazza far entrare quattro ragazzi sconosciuti in casa sua.”
“Noi siamo innocui.”
Mi risponde il secondo alto.
“Lo spero per voi e ricordatevi che vi faccio entrare solo per la birra.”
“Ce l’hai un nome, principessa di ghiaccio?”
Mi chiede il ragazzo con i capelli lunghi, mentre gli altri sono andati a prendere un paio di casse di birra.
“Sì, mi chiamo Holly.
Tu?”
“Vic, Vic Fuentes.”
“Piacere.”

{Tratto dal primo capitolo. Seguito di "Do it for Baltimore, do it for me"
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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14)'Cause I've seen love die way too many times when it deserved to be alive

Tornare di nuovo a casa con Alex è la miglior cosa del mondo, soprattutto se la sua mano calda stringe la tua sempre più fredda della sua.
Il barbecue è andato benissimo, le sorellastre di Wen non sono così male dopotutto, non mi dà nemmeno fastidio che Vic abbia deciso di prendere in simpatia Sophie: ha bisogno di qualcuno migliore di me o che almeno non abbia sempre in testa qualcun altro.
May è simpatica, anche se mi preoccupa il fatto che porti avanti una gravidanza da sola, come farà quando il bambino o bambina sarà nato?
“A che pensi?”
Mi chiede Alex, mentre apre la porta.
“A May e a come farà a crescere il bambino da sola.”
“Le servirebbe un ragazzo responsabile che la aiuti.”
“Ne conosci uno?”
Alex si gratta il mento.
“Zack, penso. Non conosco molto bene i ragazzi dei We Are in The Crowd e nessuno dei ragazzi dei Pierce The Veil pensa a diventare padre, eccetto Vic. Vic però mi sembra interessato all’altra sorella.”
“Sì, lo credo anche io ed è un bene, almeno non soffrirà troppo per noi.”
“Hai ragione!”
Mi risponde sbadigliando.
“Hai sonno?”
“Sì, è stata una giornata impegnativa, ho dovuto recuperare la donna che amo.”
Io sorrido.
“Per fortuna che ce l’hai fatta!”
“Altrimenti sarei stato costretto a stare per secoli con una stronza.”
Saliamo insieme in camera e ci spogliamo, buttandoci poi a letto, la luna piena ci guarda dalla porta finestra e sembra sorriderci.
Ho fatto un po’ di casini, ma alla fine sono riuscita a capire quello che volevo veramente e a ottenerlo: sono una ragazza fortunata.
“Spero che Vic si trovi presto una ragazza, mi sento in colpa nei suoi confronti, gli ho dato troppa corda.”
“La troverà, la troverà.”
Dopo di che Alex si addormenta come un bambino, io lo seguo poco dopo.
La sveglia sembra suonare nemmeno cinque minuti dopo, invece sono le otto e io devo volare a lavoro.
Saluto Alex con un bacio e corro a prepararmi.
Arrivo allo studio con un sorriso che va da un orecchio all’altro, che non stupisce né Wen né Bryan, credo che un po’ se lo aspettassero.
“Fammi indovinare, Mia…
Ti sei rimessa con Alex?”
Io annuisco.
“Finalmente, così ti vedremo sorridere di nuovo!”
Io arrossisco.
“Cosa vuoi con questo?”
“Che prima non sorridevi molto, tutto qui.”
Le piccole verità che distruggono.
“Bryan, non farla a sentire a disagio.”
Mia cugina gli dà una piccola sberla sulla nuca che lo fa ridere, io invece mi sento un po’ stupida, ma cerco di nasconderlo. È incredibile come a volte le persone attorno a te ti conoscano meglio di te.
Per fortuna durante il resto della mattinata nessuno fa più commenti del genere e io torno a essere la solita segretaria efficiente, ma un po’ meno iena.
A mezzogiorno e mezza mi sto avviando con gli altri al bar per mangiarmi un panino quando il mio cellulare si mette a suonare, controllo il numero e quasi svengo.
Cosa vuole Sam Ero da me?
Rispondo lo stesso.
“Pronto?”
“Sei la piccola Holly Lynch?”
“Sì, Sam. Sono io.”
“Avevo bisogno di parlare con Aileen, ma il suo cellulare è irraggiungibile, allora ho provato con Wendy, ma anche lei è irraggiungibile, così ho provato con  te.”
“Dimmi quello che devi dire ad Aileen e glielo riferirò. A volte a casa il telefono non prende.”
“Capisco.
Dille che le voglio bene, un mondo di bene, più di quello che lei pensa.”
Fa una pausa.
“Ok, inutile negare.
Dille che la amo e di perdonarmi se può e soprattutto di non mollare mai e lottare per una vita migliore.”
“Sam? Cosa significa tutto questo?”
“Glielo dirai?”
“Sì, ma cosa significa?”
L’unica risposta che ricevo è il tu-tu del telefono che suona a vuoto.
Io mi sbrigo e raggiungo gli altri senza fare cenno a questa strana telefonata, in fondo è Aileen la destinataria.
Mangiamo e riprendiamo a lavorare, il pomeriggio trascorre tranquillo. Alle sei e mezza chiamo Alex, ho bisogno di lui per traslocare la mia roba dalla villetta alla villa.
“Ciao, piccola!”
“Ciao, Alex!
Ti ricordi che oggi dobbiamo fare il trasloco, vero?”
“Certo, ti raggiungo subito al negozio.”
Chiudo la telefonata e guardo gli altri.
“Beh, io aspetto Alex. Dobbiamo portare le mie cose dalla villetta a casa.
Ciao a tutti.”
“Ciao, Holly!”
“Ciao, Mia!”
I due se ne vanno e io mi siedo su un muretto aspettando Alex e chiedendomi cosa significhi quella telefonata, sembrava quasi quella di un suicida, ma io conosco abbastanza Sam per sapere che è più attaccato alla vita di una zecca.
La soluzione mi colpisce all’improvviso, si stava facendo la sua ultima dose, ecco perché si comportava così.
Salto giù dal muretto e comincio a camminare avanti e indietro, pregando Dio che anche questa volta non lo voglia, che l’overdose non lo uccida. Sono preghiere vane, so benissimo quante volte è stato vicino alla morte e che non potrà sfangarla per sempre.
Poco dopo arriva Alex e io salgo in macchina, gli faccio strada per raggiungere la mia vecchia casa e cerco di accantonare il pensiero di Sam.
Arriviamo alla villetta e scendiamo dalle macchine, Alex mi segue in silenzio, sembra stia studiando il posto.
Iniziamo dalla mia camera e dal bagno e ben presto le cose sono impachettate e il tempo a nostra disposizione è finito.
Domenica prossima la trascorreremo qui, temo.
“Sono stanca e non ho voglia di iniziare un’altra stanza, ce ne andiamo?”
Chiedo ad Alex, lui annuisce.
Portiamo gli scatoloni nella sua macchina, poi torniamo verso la villa, ho un brutto presentimento che non se ne va.
Ho la conferma che è successo qualcosa di brutto quando trovo Wendy che ci aspetta davanti al cancello, sia io che Alex scendiamo dalle rispettive macchine.
“Ciao, Alex.
Holly, ti prego vieni da me, è successa una cosa terribile.”
Io guardo Alex, lui annuisce impercettibilmente.
“Vai, io ti raggiungo dopo.”
Seguo mia cugina ed entro nella villa accanto alla mia, Aileen sta piangendo sulla spalla di Sophie, May e Jack la guardano dispiaciuti.
“Cosa è successo?”
Chiedo spaesata.
“È morto Sam Ero.”
Mi risponde mia cugina, io sgrano gli occhi.
“Io… Io pensavo che fosse in via di guarigione.”
“Lo pensavamo tutti e ci siamo sbagliati, Aileen è distrutta.”
Io mi avvicino cautamente a lei, che alza gli occhi.
“Oh, sei tu Holly.
Lui è morto e io non posso nemmeno sapere le sue ultime parole perché questo cellulare del cazzo era scarico.”
Con un gesto di rabbia butta il suo vecchio Nokia dall’altra parte della stanza.
“Le puoi sapere invece. Sam ha telefonato prima a te, poi a Wen e infine a me.”
Aileen si stacca violentemente da Sophie.
“Cosa ti ha detto?
“Che ti vuole bene, un mondo di bene, più di quanto tu creda, poi si è corretto e ha detto che ti ama.”
La sua bocca diventa una O perfetta prima che lei ci porti sopra le mani.
“Ha detto anche di perdonarlo se puoi e di non smettere di lottare per una vita migliore.”
“Sam, oh, Sam.”
Mormora, mentre le lacrime le rigano le guance.
Io guardo Wen, senza sapere bene cosa fare.
“Andremo a Baltimora per il funerale.”
“Verrò anche io.”
Mi volto e noto che Alex è entrato in casa.
“Non ce n’è bisogno, non voglio che le registrazioni siano compromesse per colpa mia.”
Alex scuote la testa.
“Io non conosco questo ragazzo, ma gli devo moltissimo. Senza di lui sarei ancora prigioniero della rete di Lisa, andare al suo funerale è il minimo.”
“In tal caso vengo anche io.”
Gli fa da spalla Jack, quando sono così fissati è inutile cercare di farli ragionare.
“Va bene. Adesso prenoto i voli.”
Risponde pratica Wen, Aileen è tornata a piangere e Sophie cerca di consolarla come può. Io decido di fare qualcosa da mangiare, preparo della pasta e della minestra per ‘Leen, immagino non abbia molta fame.
Quando è quasi tutto pronto chiamo Alex e gli dico di preparare la tavola, lui annuisce e, con l’aiuto di Jack, lo fa.
“Ragazze, è pronto. A tavola!”
Sophie fa alzare Aileen e la fa sedere su una delle sedie, fatto questo le porgo il piatto di minestra e inizio a fare le porzioni per la pasta. Con la coda dell’occhio controllo la mia amica, con aria svogliata e sofferente sta mangiando la minestra.
Sulla tavola è calato il silenzio, nessuno ha molta voglia di parlare, persino Jack e Alex – gli eterni buffoni – decidono che stasera non è il caso di fare cazzate e rispettano il dolore di Aileen.
A volte il destino è un gran bastardo, stava per iniziare una nuova vita piena di entusiasmo e adesso  la inizierà con un peso addosso.
Perché Sam si è fatto quell’ultima pera?
Era a un passo dall’esserne fuori, ormai prendeva sempre meno metadone…
Forse lo sforzo di lasciar andare Aileen è stato troppo per lui, forse si è sentito troppo solo e senza appoggi o forse non sapremo mai il perché, avremo solo un corpo su cui piangere e una tomba da  visitare.
Finita la cena lavo i piatti e chiedo a Wen se c’è qualcos’altro che io possa fare, lei scuote la testa.
“No, non c’è niente che tu possa fare. La terrò d’occhio io questa notte, non voglio che faccia qualche cazzata.
Sam rimarrà sempre un mistero per me.”
“Anche per me, era quasi pulito.”
“Già,forse senza Aileen si è sentito perso o boh, non lo sapremo mai, Holly.”     
Esattamente quello che penso io, così esco dalla casa di Wen e Jack con un po’ di tristezza addosso, Aileen non se lo meritava e nemmeno Sam.
Ok, era un tossico e spacciava, ma quando nasci tra le roulotte spesso non hai altre alternative che comportarti come lui e fare la sua fine.
Mia madre diceva sempre che ognuno di noi nasce con la sua fine  appesa al collo e forse ha ragione.
“Alex, io sistemo la mia roba, ho bisogno di non pensare per un po’.”
Lui annuisce e si siede a guardare la tv.
Io metto via tutto quello che c’è negli scatoloni concentrandomi su questo e tenendo fuori i ricordi di Baltimora e le domande che ti salgono spontanee, come “Che fine ha fatto quello? E questo?”, io non ho risposte. Onestamente non è che muoia dalla voglia di tornare nella mia città natale, non voglio incrociare nemmeno per sbaglio i miei genitori.
Finito con gli scatoloni scendo dabbasso e mi siedo accanto ad Alex, che sta facendo svogliatamente zapping tra i vari canali.
“Lo conoscevi il ragazzo che è morto?”
Mi chiede accarezzandomi i capelli.
“Sì, lo conoscevo, anche se Aileen e Wen lo conoscevano meglio di me: lui abitava nella zona delle roulotte ed era un amico di Jimmy.”
Rimango un attimo in silenzio.
“Ricordo che una volta, quando Jimmy sentiva di essere prossimo alla fine, lui gli affidò la sorella. Sam ha mantenuta la parola, ha sempre tenuto Aileen fuori dai guai, nonostante lei abbia un caratteraccio.
Forse anche lasciarla venire qui senza protestare né dichiararsi è stato l’ultimo ed estremo tentativo di proteggerla, mantenendo la promessa fatta a Jimmy.”
“Perché dici questo?”
“La vita di Aileen non sarebbe mai migliorata se fosse rimasta con lui e lui questo lo sapeva bene, ecco perché si è tappato la bocca e probabilmente sparato l’ultima dose.
Sam era attaccato alla vita come una zecca, non mollava facilmente, farsi un’unica dose è stato un suicidio mascherato, dando la colpa al caso. Non so se capisci.”
“Sì, capisco e penso che sia l’ora di dormire per tutti e due.”
“Sì.”
Sempre avvolti da questo velo di tristezza ce ne andiamo a letto.
 

Il giorno dopo il sole brilla ironico, Sam amava le giornate di sole.
Arrivo al tattoo store e trovo sia Bryan che Wendy, lei ha un aspetto orribile, è pallida e ha due occhiaie marcatissime.
“È successo qualcosa?”
Chiedo.
“Stanotte l’ho trovata con una lametta in mano, perciò mi è toccato vegliarla tutta la notte, adesso l’ho affidata a May e Sophie. Spero non succeda nulla.”
“Non succederà nulla, tranquilla.”
Cerco di tranquillizzarla, ma l’unica cosa che ottengo è un sorriso storto.
Ci mettiamo al lavoro, la prima cosa che facciamo è rifissare gli appuntamenti di Wendy, Bryan ci guarda curioso.
“Come mai sposti gli appuntamenti di Wen?”
“Io e lei dobbiamo  andare a Baltimora domani, quindi il negozio sarà tutto tuo.”
“Come mai?”
“Dobbiamo andare al funerale di un nostro amico.”
Risponde mia cugina, Bryan ci fa le condoglianze e poi sparisce nel suo antro insieme a un ragazzino che vuole farsi un piercing al labbro.
“Ci ho pensato tutta notte e penso che Sam sia l’ultimo dei romantici e l’ultimo degli amici davvero fedeli.”
“Ti sei ricordata anche tu la promessa che ha fatto a Jimmy?”
Mia cugina annuisce.
“Sì, me la sono ricordata. Probabilmente non le ha detto nulla per proteggerla da se stesso, non importa se questo l’ha ucciso dentro.
Non pensavo l’avrei mai detto, ma Sam mi mancherà, a suo modo volava bene a tutte e tre e voleva che fossimo felici, come avrebbe voluto Jimmy.”
“Sì, quando eravamo là ci ha evitato parecchi guai, spero che ora si siano ritrovati dall’altra parte e che siano felici.”
Mia cugina sorride.
“Lo sono e ci aspetteranno fino a quando non arriverà il nostro momento, per ora ci vegliano solo.
Le due stelle più brillanti del cielo saranno loro e ci proteggeranno.”
“Come sei poetica, O’Connor.”
“Preferisco pensare questo piuttosto che dopo la morte non ci sia nulla, non so come la veda tu, ma per me sapere che dopo non c’è niente è una prospettiva che annichilisce.
Perché vivere, sbattersi, amare, darsi da fare se poi non rimane nulla di te?”
Io non rispondo, non ci ho mai pensato.
Il primo cliente della giornata mi toglie dall’impiccio di rispondere, Wen sparisce con lui e io chiamo tutte le persone che domani avrebbero dovuto essere tatuate.
Qualcuno reagisce bene, altri un po’ meno, ma purtroppo non c’è nulla da fare: noi domani non ci saremo.
La giornata trascorre tranquilla, durante la pausa pranzo Wen si attacca al telefono e si stacca solo quando il suo panino è pronto.
Io, invece, vedo Vic nel nostro ristorante e lo saluto, lui ci raggiunge.
Guarda sia me che Wen per un attimo.
“Cosa è successo?
Avete delle facce bruttissime.”
“Ieri è morto un nostro amico, domani dobbiamo andare a Baltimora per il suo funerale.”
Risponde Wen.
“Mi dispiace, condoglianze.”
“Grazie mille.”
“Con voi vengono anche Alex e Jack?”
“Sì, le mie sorellastre invece rimarranno a casa.”
Sul suo volto si fa largo un sorriso pallido.
“Bene, magari passo a trovare Sophie.”
“Siete diventati amici?”
“Qualcosa in contrario, Wen?”
Lei scuote la testa.
“No, sono felice che si siano fatte degli amici, almeno si sentiranno meno spaesate.”
Parliamo ancora qualche momento, poi lui se ne va.
“Pare che abbia preso in simpatia, Sophie.”
“Sei gelosa?”
“No, è che non so se ci si possa fidare di lei e non voglio che lui soffra.”
Wen dà l’ultimo morso al suo panino.
“Beh, ora che ci convivo non sono poi così male. Sophie mi ricorda un sacco me stessa, così triste e chiusa in sé stessa, spaventata. Deve essere stato terribile avere una madre come la sua e mio padre non è un campione nel dare affetto.”
“Capisco. Spero solo che May non decida di organizzare un party mentre siamo via, ha l’aria da ragazza da party.”
“Nah, non credo. È incinta ora.”
“Tu  falle comunque le raccomandazioni.”
“Sì, lo farò, ma non sclerare ora.”
Io guardo incredula mia cugina, poi mi rendo conto da sola di averci messo troppa acredine nei confronti di May e Sophie. In fondo le conosco poco ed essendo stata io a mollare Vic non dovrei essere minimamente gelosa, voglio solo che sia felice e non finisca nelle mani di una stronza.
Finito il pranzo ce ne torniamo in negozio, oggi credo che chiuderemo prima per preparare le valige, anche se non muoio dalla voglia di tornare a Baltimora Sam si merita un ultimo saluto.
È grazie a lui che sono ancora accanto ad Alex.
È tristemente buffo che un ragazzo come lui – buono in fondo – si sia rovinato la vita facendo lo spacciatore e morendo di eroina solo perché era nato dalla parte sbagliata della città.
Quella in cui vedi i tuoi fratelli più grandi che tornano a casa con la coda tra le gambe perché, quando fanno un colloquio di lavoro, temono siano dei ladri o perché il loro insegnante a scuola continua ad accusarli di cose che non hanno fatto solo perché vivono in un roulotte come casa.
Le vedi rovinarsi piano, perdere la maschera da eroi e ti convinci che per te non c’è spazio nel mondo.
Quando Wen lo diceva le credevo parzialmente, la storia di Sam mi ha sbattuto in faccia che quella era la verità e che questo mondo è irrimediabilmente triste e sbagliato.

Angolo di Layla

Ringrazio Mon  e _redsky_ per le recensioni, senza di quelle avrei probabilmente mandato a fanculo questa storia secoli fa. Mi scuso per il ritardo nel pubblicare, ma ieri sera ho dovuto debellare un virus dal mio computer.

   
 
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