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Autore: miss dark    21/05/2014    0 recensioni
Febbraio 2093. In un mondo sopravvissuto alla crisi del petrolio e alla Terza Guerra Mondiale, retto dal Terzo Governo degli Oligarchi e trasformato in un Sistema dove le persone non sono esseri umani, ma ingranaggi di una macchina informatica, gruppi di Cyber Resistenza tentano di ripristinare l'ordine naturale delle cose e di risvegliare le coscienze assopite della popolazione. Aileen e le sue Mine agiscono nell'oscurità da anni per mettere a punto un piano capace di ridare speranza all'umanità, ma un evento improvviso sembra metterne in pericolo la riuscita.
[Prima classificata al concorso "Distopia" indetto da BabyJenks sul forum di EFP]
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Ci siamo, è arrivato il nuovo capitolo!
E tratta anche di uno dei personaggi che, a quanto ho capito, preferite di più :)
Scusate l'attesa, ma a volte mi dimentico persino di avere un computer,
figuriamoci di quello che posso farci!
Buona lettura,
Miss

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17 Febbraio 2093 - Centro Abitativo 158, ex Londra
 
Capitolo settimo
 
 


Matilde si svegliò di soprassalto nel bel mezzo della notte. Un ennesimo incubo aveva turbato il suo sonno e le aveva impedito di riposare la mente, anche quando tutti gli altri avevano la possibilità di farlo. Si chiese, tuttavia, quante persone riuscissero veramente a dormire in un mondo del genere e quante fossero tenute sveglie dall'angoscia e dalla tristezza. Erano domande troppo complesse per essere affrontate a quell'ora. Si voltò dall'altro lato e vide che la sveglia indicava le cinque e cinquanta. L'incubo non le aveva rubato poi tanto tempo di sonno, entro cinque minuti la sveglia sarebbe suonata per ricordarle che doveva collegarsi con la radiotrasmittente per ricevere le notizie da Aileen.
Si alzò e disfò completamente il letto. Ribaltò il materasso: nel centro era stata cucita una cerniera. Da essa Matilde estrasse la propria radiotrasmittente. Era troppo presto per accenderla, era meglio non rischiare ulteriormente di essere scoperti: lei era l'unico membro del gruppo ad essere contattato al di fuori delle ore di libertà e sapeva che questo rendeva la comunicazione ancora più rischiosa, ma non aveva altra scelta. Lei doveva stare con sua figlia durante quelle ore, non poteva certo nascondersi in camera a trasmettere mentre lei giocava nell'altra stanza: non voleva rischiare di essere scoperta da Angelica, coinvolgendola ancora di più di quanto già non fosse. Quanti rischi correva quella bambina solo essendo figlia sua.
Matilde si strinse nelle spalle per il freddo ed uscì dalla propria camera per dirigersi in quella di Angelica. Socchiuse la porta e vide la figlia dormire serenamente nel proprio letto, il respiro regolare e il viso leggermente contratto in un'espressione crucciata: forse si stava ancora chiedendo se esistessero le principesse delle Internaute e magari un qualche sogno stava rispondendo alla sua domanda. Matilde sorrise.
A volte si pentiva di aver accettato quel compito. Si sentiva egoista nei confronti di sua figlia, se fossero stati scoperti lei sarebbe stata marchiata a vita per i reati di sua madre e presumibilmente sarebbe stata rinchiusa in un campo di Prigionia Informatica solo per essere imparentata con un elemento sovversivo. Quando sorgevano in lei quei dubbi, l'unica cosa che riuscisse a tranquillizzarla era la fiducia nella riuscita del piano. Se tutto fosse andato come speravano, il mondo sarebbe cambiato, il Sistema sarebbe stato minato alle fondamenta e sua figlia non solo ne sarebbe uscita incensurata, ma magari sarebbe anche diventata un'eroina e un modello per le generazioni future.
Tornò nella propria camera e accese la radiotrasmittente.
Per alcuni minuti non giunse nessun suono dall'altra estremità dell'apparecchio, poi finalmente la voce di Aileen giunse alle orecchie di Matilde, con una punta di emozione.
- Alfiere, mi ricevi? Passo. -
- Sì, Torre, ti ricevo forte e chiaro. -
- Cielo a pecorelle... -
- ...pioggia a catinelle - rispose Matilde, - Quali sono le novità? Passo. -
- C'è stato un cambiamento di piano - la donna sussultò. Odiava gli imprevisti. - Non abbiamo tempo da perdere, entreremo in azione tra cinque giorni. Preferirei non divulgare i dettagli via radio, ma non mi viene in mente un altro modo per comunicarteli. Passo. -
Matilde conosceva la prudenza di Aileen. La prima e unica volta che l'aveva incontrata, lei aveva fatto personalmente un viaggio di molte ore, stipata in uno dei pochi aerei che ancora effettuavano dei voli, quelli per il trasporto delle provviste alimentari dall'Europa al resto del mondo. La sua missione era evidentemente un'altra, ma aveva colto al volo l'occasione di prendere contatto con lei, in modo da farsene un'idea ben precisa. Era una donna che sapeva correre rischi, ma che non avrebbe accettato di essere in pericolo per mancanza di controlli, specialmente sui suoi compagni.
- Sono tutta orecchi, Torre, e sono pronta ad entrare in azione. Passo. -
Non era affatto vero. Concretamente Matilde poteva avere tutte le carte pronte sul tavolo, ma psicologicamente non aveva ancora iniziato ad elaborare quello che avrebbe dovuto fare. Era sempre stata una donna generosa e solidale, pronta a dare tutta se stessa per gli altri, ma il suo punto debole era la paura. Quando doveva affrontare qualcosa di difficile o spaventoso perdeva qualunque interesse per gli altri e correva al riparo. Probabilmente nessuno avrebbe biasimato chi avesse deciso di abbandonare piuttosto che di mettere in pericolo la propria vita per una missione destinata al fallimento, ma Matilde non poteva venire meno alla parola data. In quel momento non pensava al mondo, alle persone, agli ideali, pensava soltanto che non poteva tradire chi aveva avuto fiducia in lei, ed Aileen aveva rischiato la vita pur di conoscerla: non poteva abbandonarla.
Prese fiato ed ascoltò attentamente le parole del suo capo.
- Fra cinque giorni, alle 15.30, ora di New York. Avrai dieci minuti di tempo per agire e dovrai mantenere la trasmissione per almeno due minuti. Credi di poterlo fare? Passo. -
Matilde rifletté. Cinque giorni, evidentemente si trattava di agire durante la Cyber Parata. Alle 15.30 era previsto il discorso del Primo Oligarca al Sistema, sarebbe durato dieci minuti come tutti gli anni. Sì, poteva farcela.
- Affermativo, Torre, sono pronta. Passo. -
All'altro capo della radiotrasmittente Aileen sorrise. Trovava buffo il modo di comunicare via radio di Matilde, le sembrava stereotipato e un po' sciocco, ma sapeva che per quella donna mantenere degli schemi fissi era fondamentale. Conosceva la sua storia e provava una forte pena per la sua perdita: allevare una figlia da sola, con il perpetuo ricordo dell'uomo che si è tanto amato e tanto pianto, era una sofferenza che lei non riusciva nemmeno ad immaginare. La stimava perché era una donna forte e si fidava di lei perché credeva nella lealtà.
- Perfetto. Allora ci sentiamo per eventuali comunicazioni mercoledì 22 all'una e mezza del mattino, ora di Londra. Va bene? Passo. -
Matilde sorrise: Aileen era una donna molto intelligente, nonché un capo fantastico. Si rendeva conto delle necessità altrui e cercava sempre di soddisfarle. Nonostante il fuso orario.
- Certo, Torre. E grazie di tutto. Passo. -
Aileen tacque per qualche secondo. Quella donna stava rischiando la propria vita per un piano che avevano partorito lei ed Yvonne, e non aveva mai fatto alcuna domanda nè si era mai lamentata di niente ed ora la stava addirittura ringraziando. Per cosa?
- Grazie a te, Alfiere, senza di te il piano non avrebbe chances. Passo e chiudo. -
Matilde spense la radiotrasmittente e rimase seduta sul letto per qualche secondo. Poi scoppiò a piangere al pensiero di perdere per sempre sua figlia, nel caso fosse andato tutto a rotoli, come da qualche giorno a quella parte aveva iniziato a pensare. All'improvviso, però, si rese conto che non tutto giocava a sfavore del loro piano: nessuno ne aveva sentore, i due Assistenti erano preparati e molto intelligenti, Aileen era un capo acuto e previdente. Forse sarebbe andato tutto bene.
Con gli occhi ancora bagnati, abbozzò un sorriso nell'oscurità. Si alzò dal letto ed andò a preparare la colazione per Angelica.
 
Intanto, a migliaia di chilometri, Aileen stava pensando a quanto le persone sapessero essere straordinarie, quando si ricordavano della loro natura umana.
  
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