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Autore: Sherlokette    21/05/2014    2 recensioni
Tratto dal testo:
Era il 2002 quando mio nonno finì in manicomio. Avevo 10 anni.
Oggi di anni ne ho 21, e per tutto questo tempo non mi è stato mai permesso di andarlo a trovare. Come se la follia fosse contagiosa.
Solo adesso mi rendo conto che non è pazzo.
Cosa succede quando i miti racchiudono un fondo di verità?
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Piano piano riuscii finalmente a sentire quell'energia magica della quale parlava Loki, ma al momento di provare ad utilizzarla poco ci mancò che lo prendessi in pieno con una specie di raggio che sfuggì dalle mie mani. Così lui decise che era arrivato per me il momento di imparare a controllarla, e rimasi stupita dei progressi che avvennero in pochi giorni. Capii infatti che non dovevo temere quell'energia, al contrario dovevo sentirla mia per poterla governare.

Eravamo nel bel mezzo di un esercizio semplice (creare una sfera da scagliare lontano contro un bersaglio) quando il mio cellulare squillò: era il signor Wednesday.

-Signore, che piacere sentirla! Dov'era finito? -

-Cara Mystery! Purtroppo impegni più grandi di me mi hanno portato fuori città, ma volevo avvisarti che da lunedì riapriremo i battenti. -

-Fantastico! -

-Però avrei bisogno di te, oggi pomeriggio. Vedi, si è verificato un piccolo inconveniente, in negozio, e una mano non mi dispiacerebbe. -

-Ah, bene, vediamo... Se mi faccio viva verso le quattro va bene? Sono un po' impegnata al momento. -

-Mi basta sapere che verrai. -

Salutai il mio capo e riferii a Loki.

Scocciato, scosse la testa: - E' un peccato, dovremo interrompere le nostre lezioni. E non stavi andando male. -

-Sì, lo so, e non sai quanto mi dispiaccia. Ma il mio capo ha bisogno di me, cosa vuoi che ti dica. -

Tornando indietro col taxi, discutemmo a lungo su come risolvere quest'ultimo problema, stando ben attenti a non insospettire l'autista. Concordammo infine di ritrovarci la sera nell'appartamento e farmi esercitare durante la notte.

Fu davanti al portone del condominio che Loki pensò ad un evento strano: - E' da una settimana che Sif non si fa vedere. -

-Ora che mi ci fai pensare è vero. Avrà rinunciato? -

-Che sciocchezza, Mystery, una come lei porta avanti una missione fino in fondo. Non si fermerà finché non avrà raggiunto il suo obiettivo, qualunque esso sia. -

-Sarò pronta ad affrontarla, stavolta - dissi, sicura di me, stringendo il pugno in segno di forza.

Lui rise: - Vacci piano, aspirante valchiria, il tuo nuovo potere ti aiuterà a tenerle testa, ma non a batterla. -

-Aspirante valchiria? Io? - Venne da ridere anche a me, allora: - Scusa, ma non credo che l'armatura mi doni! -

 

 

 

Di nuovo alla biblioteca, salutai cordialmente il signor Wednesday: lo trovai impegnato, in cima ad una scala di legno, a sistemare alcuni volumi in uno scaffale in alto. Mi rispose allegro: - Bentornata, mia cara! Grazie al cielo sei qui. Ho trovato una bellissima enciclopedia durante il mio breve viaggio, oltre a qualche altro volume molto interessante. Ti spiacerebbe accogliere momentaneamente i clienti al posto mio? Giusto il tempo di mettere tutto al suo posto. -

-Nessun problema. -

Durante tutta la prima parte della giornata, però, furono in pochi a presentarsi. Così riuscii a portare avanti il libro prestatomi in precedenza dal mio capo, e che fra una lezione e l'altra di magia non avevo avuto il tempo di proseguire.

Giunsi così al terzo giorno, il mercoledì. Fui sorpresa di quanto quel capitolo occupasse più pagine dei due precedenti. Ma ad un certo punto i clienti aumentarono in frequenza, e fui occupata fino ad un'ora dalla chiusura. Solo allora potei continuare.

E fu un particolare a catturare la mia attenzione. Qui riporto le testuali parole: “La radice della parola inglese per indicare questo giorno (wednesday, appunto), può essere fatta risalire all'antico Wodan's day, dove Wodan (o Wotan) indicava uno dei tanti appellativi del dio nordico...” Lì mi bloccai.

Risi fra me e me, pensando ad una strana coincidenza, finché non mi ricordai una seconda frase: “... sono padre anch'io, e ho sempre fatto del mio meglio per guidare i miei figli.”

Rimasi sbigottita.

Chiusi il libro.

Mi voltai lentamente verso il mio capo, ancora in alto sulla scala, ma non stava mettendo a posto i libri, no, era come se si fosse accorto di come lo stavo guardando.

Come se avesse sentito il mio cuore fermarsi nell'attimo stesso della realizzazione.

-Non posso crederci... - riuscii a mormorare.

Lui scese dalla scala, rispondendomi: - Il mio messaggio era abbastanza chiaro: la tua conoscenza ti avrebbe portato alla verità. Anche se ci è voluto un po' più di tempo del previsto. -

Il suo tono era calmo. Continuando a darmi le spalle, aggiunse: - Non aver paura. Se collaborerai con noi, finirà tutto entro stanotte. -

-Noi? Stanotte? - Cercando di non farmi sentire, mi avvicinai alla porta, pronta a scappare verso casa, verso Loki.

Assistetti così alla trasformazione del signor Wednesday: un lungo mantello rosso scuro ricadde sulle sue spalle , e sulla testa comparve un elmo dorato ornato di ali metalliche. Avevo già la mano sulla maniglia della porta, quando si voltò verso di me: un'armatura aveva sostituito il sobrio completo che indossava in precedenza, e a coprirgli l'occhio sinistro c'era una placca dorata modellata sulla forma dell'orbita.

-Noi, sì: stanotte ci siamo tutti riuniti per catturare Loki. -

Aprii velocemente la porta, ma una figura all'esterno, anch'essa in armatura, mi bloccava la strada. Riconobbi Sif, fiera, coi capelli legati in una coda alta.

-Temo, però, che dovremo coinvolgerti nel nostro piano. -

 

 

 

-Non posso credere che vi siate preso la briga di venire fin qui su Midgard a cercare Loki di persona... - borbottai, rivolta ad Odino. Sif mi teneva d'occhio, bloccandomi ogni via di fuga e tenendomi al centro della stanzetta sul retro della biblioteca. Non mi stava minacciando con armi o altro, non ne aveva bisogno.

-Dovevo. Appena abbiamo scoperto della sua fuga ci siamo messi subito a cercarlo ovunque, ma ogni volta che riuscivamo a rintracciarlo lui svaniva. - Il padre degli dei fece una pausa nella sua spiegazione, per poi riprendere: - Anche mio figlio Thor si era unito alla ricerca. E' stato lui a dirci che Loki si trovava qui a Londra e che sembrava essersi fermato. -

-Thor? Qui? E perchè non si è mai fatto vedere? -

Il re sorrise, divertito: - Che mi dici di tutti i temporali di questi ultimi giorni? -

Sussultai: - Era lui? -

-Sì. E dovrebbe arrivare qui a momenti, assieme ai tre guerrieri. -

Poco dopo udimmo un bussare energico alla porta sul retro. Odino andò ad aprire, e sorpresa riconobbi il nuovo venuto: - Ma tu sei il venditore di pentole!! -

Lo sconosciuto, con abiti color blu petrolio in parte coperti da un'armatura scura, fece un profondo inchino, lasciando intravedere sulla sua schiena una faretra piena di frecce e un arco di insolita fattura: - Hogun, Lady Lysle. -

Dietro di lui entrò allegro un altro uomo: - Fandral, milady! Lieto di rivedervi! -

Rimasi basita: - Il... Il postino? Quello della raccomandata? -

Un terzo uomo, piuttosto in carne e dalla folta barba rossa, si presentò a sua volta, alzando una mano in segno di saluto: - Volstagg, al vostro servizio! -

-Il tizio che mi aveva urtata in strada!! - esclamai.

-Già, il nostro amico non è molto bravo a fare la spia! - scherzò Fandral, aggiustandosi uno dei baffetti biondi. L'altro lo guardò male, ma non rispose. Hogun domandò a Sif dove fosse Thor, ma lei scosse la testa: - Non lo so. Si diverte a farci aspettare. -

La porta venne chiusa dalla guerriera, ma di nuovo si sentì bussare dopo pochi secondi. Entrò allora un ultimo uomo, alto, muscoloso, dai capelli biondi medio-lunghi, il volto arricchito da una barba ben curata, e due begli occhi azzurro cielo completavano il viso dai lineamenti marcati. Quando l'occhio mi cadde sul martello che reggeva con una mano, capii.

-Padre, sono venuto appena ho potuto - mormorò al re, con un sorriso.

Odino gli poggiò affettuosamente una mano su una spalla: - Thor, figlio mio, l'importante è che tu sia arrivato in tempo. -

Il dio del tuono portò la sua attenzione su di me: - Siete voi, la giovane che si è presa cura di mio fratello in questi ultimi tempi. -

Era più un'affermazione che una domanda, ma risposi comunque: - Esatto, sono io. -

Lui chinò appena il capo: - Vi sono grato per l'ospitalità che gli avete riservato, ma da stasera in poi ci prenderemo noi la responsabilità di Loki. -

Scossi la testa: - Che volete dire? -

Tutti mi guardarono. Intuii dai loro sguardi quello che stavano pianificando: - Ma certo... Una trappola... - mormorai, sorridendo amaramente, - Non vedendomi tornare a casa, Loki si preoccuperà, mi verrà a cercare qui e voi lo catturerete, mentre è disarmato e distratto, dico bene? -

-E' più sveglia di quanto credessi... - borbottò Fandral, rivolto a Sif, incurante del fatto che stessi ascoltando o meno.

Ridacchiai: - Beh, siete matti se pensate che lui ci cascherà così facilmente. L'odore di trappola si sente lontano un miglio, e francamente: vi aspettate che si arrenderà solo perchè sono vostro ostaggio? -

Incrociai le braccia sul petto, spavalda: - Non è stupido. E voi non potete tenermi qui all'infinito. Cosa farete se lui decidesse di aspettare invece di agire? -

-Ti dispiacerebbe? -

La domanda di Odino mi colse impreparata: - Come? -

-Ti dispiacerebbe se lui non venisse a cercarti? -

Maledizione.

Sospirai: - Un pochino sì. Vorrebbe dire che non gliene importa niente di me. -

-E non hai avuto modo di mandargli un messaggio telepatico, vero? -

Sobbalzai: - Come sa che... -

-Come ben sai, vi tenevamo d'occhio. Tranne che durante questa settimana. Avevamo altri problemi, purtroppo. -

Abbassai lo sguardo: - No. Non ci avevo proprio pensato, lo ammetto. Non l'avrei fatto comunque, per non gettarlo in pasto ai lupi. -

Lì mi venne un dubbio: - E Katherine? Non poteva essere lei al telefono, dicendo che eravate suo zio. - Guardai Sif, intuendo la verità, e lei mi rispose: - E' facile imitare la voce di qualcun altro al telefono. -

In quel momento tutti i tasselli erano al loro posto. Ci avevano spiati praticamente da subito, aspettando l'occasione giusta. Ero stata licenziata. Sif ha provveduto al mio nuovo impiego, portandomi lì dove mi volevano. Ma dovevo comunque sapere, oh sì, quindi Odino mi aveva lasciato degli indizi per farmi arrivare alla verità.

E adesso ero lì, bloccata in una stanza piena di dei norreni, esca di una trappola pronta per il dio degli inganni.

Mi sedetti su una sedia in legno, borbottando: - Loki non verrà. Non può. Avvertirà il pericolo e si terrà alla larga, lo so. -

-Hai poca fiducia in mio fratello - mi rispose Thor.

-Non è mancanza di fiducia. E' ragionamento logico. Non ti butti spontaneamente verso una nuova prigionia se sai che l'ostaggio non è realmente in pericolo. Non sono in pericolo, vero? - aggiunsi, senza sgomento.

Sif rise: - Certo che no! Una volta preso Loki, sarai libera di andare! -

Portai lo sguardo sul pavimento, e con malcelata cattiveria risposi: - Strano, non sembrate così gentili nei miti, dato che avete ucciso uno dei suoi figli. -

Nella stanza calò un gelo totale. Qualcuno si schiarì la voce; era Odino: - In quell'occasione l'ira accecava le nostre menti... -

-Certo, bella scusa. Massì... - Mi alzai di scatto: - Perchè non vendichiamo il figlio perduto di Odino? Trasformiamo Vàli in lupo, così sbranerà Narfi, suo fratello!!! - Allargai le braccia in modo teatrale: - Non solo, usiamo le sue interiora per legare Loki!!! Conosco la storia a memoria! So cosa gli avete fatto! Era necessario? Anche Sigyn è morta! -

Odino si impettì: - Sigyn scelse da sola il suo destino. -

-Non sarebbe successo se voi... -

Le luci si spensero di colpo, mozzando la mia frase a metà. La luce proveniente dalla strada e che filtrava attraverso una finestrella alla mia sinistra non era sufficiente a farmi vedere gli altri occupanti della stanza. A tentoni cercai una parete. Toccai invece un braccio.

-Thor? -

-Mystery? -

-Che succede? -

-Non saprei dirlo. -

Ma subito la luce tornò. Sembrava tutto come prima, tranne che per un particolare; Fandral esclamò: - Dov'è Sif? -

-E' qui... - mormorò una voce a me familiare alle mie spalle. Con un sorriso, mi voltai di scatto: - Loki! Sei qui! -

Tenendo saldamente la guerriera per le braccia, il dio degli inganni sogghignava malignamente. Indosso aveva un'armatura dorata su abiti verdi, un lungo mantello del medesimo colore gli copriva le spalle, e sul capo aveva un elmo, sempre dorato, sormontato da lunghe corna ricurve verso l'alto.

Mi sentii afferrare a mia volta; era Hogun: - Lascia andare Sif. -

-Oppure? - Loki puntò alla gola della sua prigioniera un corto coltello di ferro.

Inorridii: - Loki, che fai? -

-Mi assicuro la libertà di entrambi, Mystery. - Colsi nei suoi occhi una scintilla malvagia, come non vi avevo mai visto. Deglutii: - Loki, per favore, lasciala. -

-Solo se Hogun lascia andare te, e mio padre acconsente a smettere di darmi la caccia. -

Puntò un po' più vicino a Sif il coltello: - Allora? -

La dea mi guardò: - Vedi? Lui è così. Crudele. Mi ucciderà comunque, non manterrà la parola! -

Sentii la presa di Hogun farsi più salda sulle mie braccia.

Rimanemmo in quella situazione di stallo per qualche secondo, finché Odino non sospirò, dicendo: - E va bene. Hogun, lascia andare Mystery. -

Una volta libera, feci qualche passo verso il dio degli inganni, ma lì mi bloccai: - Sai, credevo... Speravo... Che tu venissi ad aiutarmi... Ma non volevo che succedesse questo. -

-Cosa vuoi dire? -

Avvertii un groppo in gola: - Non pretendevo un salvataggio eroico, tipo il cavaliere dall'armatura scintillante che soccorre la damigella in pericolo, però non credevo avresti agito a questo modo. -

-Ti avevo detto di non fidarti di lui... - sibilò ancora Sif, prontamente zittita da Loki che la strattonò con rabbia.

-Volevo rivedere il momento in cui mi avevi protetta la prima volta. Rivedere un amico. Non una specie di assassino pronto ad uccidere per ottenere ciò che vuole. -

Mi avvicinai ulteriormente: - Per favore, Loki: lasciala andare. Possiamo risolvere tutto in modo meno violento. -

Vidi la sua espressione mutare: la luce feroce nei suoi occhi si attenuò, e i suoi lineamenti si rilassarono piano piano. Gettò Sif a terra, e lei si rialzò subito, correndo verso i suoi compagni.

Solo allora mi avvicinai al dio, e con lentezza gli tolsi il coltello dalla mano, stando ben attenta a mantenere il contatto visivo dei nostri sguardi: - Ti ho promesso che non ti avrei fatto imprigionare di nuovo, e quando io faccio una promessa la mantengo. -

-Allontanati da lui! - mi gridò Fandral. Lo ignorai.

Rimasi a fissare il volto di Loki, che aveva messo su una maschera di impassibilità quasi totale. Smise poi di osservarmi e portò la sua attenzione su Odino: - Non posso credere che abbiate fatto tutto questo, spiarmi e prendere in ostaggio Mystery, solo per catturarmi. Dovrei commuovermi, ma non ci riesco. -

Thor si fece avanti per dire qualcosa, ma il dio degli inganni replicò, affiancandosi a me con aria di nuovo rabbiosa: - Ho perso molto a causa vostra! -

-I tuoi insulti e le tue azioni ci hanno costretti a prendere provvedimenti! - rispose Odino, facendosi avanti per fronteggiare il figliastro.

-Davvero? E' questa la scusa con il quale vi siete ripuliti la coscienza dal sangue di Narfi? -

Avevo il cuore a mille. Avvertivo l'elettricità nell'aria, quella sensazione di lotta imminente nella quale solo una delle due parti avrebbe vinto. E non era la parte di Loki.

Durante la discussione fra i due dei, vidi Sif fare il gesto di poggiare la mano sull'impugnatura della spada per estrarla dal fodero sul suo fianco. Fu allora che decisi di intervenire, anche perchè nel frattempo Odino aveva preso Loki per i bordi del mantello sulle sue spalle.

Li separai, gridando loro di fermarsi, senza accorgermi di aver involontariamente rilasciato la mia magia. Ci fu un lampo giallo, un botto spaventoso, e l'onda d'urto del mio colpo scaraventò a terra i due dei e fece incespicare il resto dei guerrieri, che si tirò indietro.

Mi sembrò che la scena si svolgesse al rallentatore, ma non durò che pochi attimi.

In mezzo a quella confusione, rimasi io, a braccia tese da entrambi i lati, ansante. Subito andai da Loki: - Come stai? -

Inginocchiandomi vicino a lui, lo sentii mugugnare qualcosa. Quando si tirò su, puntellandosi sui gomiti, mi guardò sorpreso: - Cosa... Cosa hai fatto? -

-Non ne ho idea... -

-Hai insegnato la magia ad una mortale?!? - esclamò Volstagg.

-Solo per difendermi! - replicai.

Odino, a sua volta sorpreso, si rialzò, aiutato da Thor.

Intervenni nuovamente: - Padre degli dei, mi ascolti: da quando Loki è qui, intendo su Midgard, libero dalle sue catene, non ha fatto del male a nessuno. E poteva benissimo scatenare il Ragnarok in qualunque momento, ma così non è stato. Perchè? Certamente è sempre il dio degli inganni, ma se fosse davvero malvagio come credete... Io non sarei qui. -

Strinsi a me Loki, ritrovandomi con la sua testa sulla mia spalla, e proseguii incurante delle sue proteste: - Siamo amici. So che non è esattamente un esempio di virtù, ma tengo a lui come a pochi altri a questo mondo. E non voglio che venga rinchiuso di nuovo da qualche parte. - Misi fermezza nelle mie parole, cercando tuttavia di non nascondere la mia sincerità.

Passò un lungo momento di silenzio. Odino mi aveva ascoltata con attenzione, fissandomi con l'unico occhio buono che aveva, serio. Alla fine, si rivolse a Thor: - Cosa ne pensi, figlio mio? -

-Penso che dica la verità. C'è forza e dolcezza nei suoi occhi. -

-Allora... Poniamo per un istante che io conceda a Loki una maggiore libertà; maggiore: non totale. Puoi garantirmi, Mystery Endless Sky, che rimarrai al suo fianco per assicurarti che non ricada in azioni malvagie e atti crudeli come un tempo? -

Presi fiato prima di rispondere sorridendo: - Ci può scommettere. -

-Allora... Credo di non avere scelta che affidarvi a Thor, da oggi in poi. -

-Padre? - Il dio del tuono sembrava perplesso, ma poi Odino gli sussurrò qualcosa all'orecchio che io non capii, ma che fece svanire la confusione dal volto del biondo e lo fece sorridere: - Va bene, è tutto chiaro. -

 

 

  
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