23/05/2014
2 recensioniFLOWERS/ FIORI
Elfman Strauss non era mai stato il tipo d’uomo paranoico, nemmeno con le sue sorelle. E, nonostante gli fosse capitato più volte di essere preoccupato per i suoi compagni, non aveva mai rasentato l’ossessività.
Eppure, per motivi oscuri che la sua mente virile non arrivava a comprendere, quella faccenda lo stava mandando fuori di testa, occupandolo ogni secondo a tormentarsi nella più cupa e paranoica preoccupazione.
“Insomma Elf-niichan, calmati. Non le è capitato nulla di grave, è solo una caviglia slogata. Non ci morirà mica” si lamentò Lisanna, sbuffando sonoramente alla vista dell’ennesimo tormento del fratello.
“Ma Lisanna…” tentò lui, ma uno sguardo serio della minore gli fece intendere che, se avesse continuato, sarebbe stato lui quello in pericolo di vita. Accidenti a Ever, pensò; si era fatta male andando in missione con i Rainjishu, che poi aveva causato i tormenti interiori di Elfman, che avevano fatto nascere un principio di nevrosi in Lisanna.
“Perché non vai a trovarla?” interruppe Mirajane, entrata in quell’istante nella camera. Anche se non avesse avuto il suo sopraffino intuito per gli impicci amorosi, la barista avrebbe capito comunque cosa poteva assillare il fratello a tal modo.
“Sì, nee-chan, davvero un’idea fantastica, da vero uomo. Vado da lei con che scusa? Di certo non posso ammetterle che ero… sì insomma, che sono preoccupato per lei… non è da vero uomo” bofonchiò ironicamente il gigante, girandosi i pollici con imbarazzo.
“Potresti portarle un regalo di pronta guarigione” propose la maggiore dei tre fratelli, sfoderando un sorriso che doveva essergli di incoraggiamento. Che però il fratello interpretò più come un ‘smettila di lamentarti e vai al suo capezzale. Ora’
“Già… forse hai ragione tu, nee-chan… è una cosa molto… da uomini”
Dieci minuti dopo, Elfman era per strada, diretto a casa di Evergreen a Fairy Hills e senza nessuna idea per la testa sul regalo da portarle. Voleva qualcosa che ispirasse guarigione, e allo stesso tempo fosse un segno di affetto. Qualcosa che, allo stesso tempo, rientrasse nella categoria delle cose che la fata adorava.
In quel momento stava lasciando la zona cittadina, mentre le case lasciavano il posto ai campi di erba verde, punteggiati da fiori colorati.
Elfman ebbe un’illuminazione, lanciando un grido vittorioso e gettandosi i testa nel manto erboso.
Quando bussarono alla porta, Evergreen si tirò su dolorante dal letto, appoggiandosi alla stampella di legno. Non era nulla di molto grave, ma quella strega dai capelli rosa la aveva obbligata a una settimana di riposo, e negli ultimi tre giorni, quindi, era rimasta confinata a casa, con mamma Fried che ogni tanto passava a trovarla per occuparsi della lavanderia e della cucina.
Cielo, quel tipo doveva trovarsi un hobby.
E anche lei, visto che aveva passato quel periodo di convalescenza a pensare al chiodo fisso della sua mente. L’aspetto più brutto di quel periodo di riposo era il non poter andare alla gilda, e di conseguenza il non poter vedere Elfman.
Quando il martellare alla porta si fece più insistente, Ever quasi inciampò in uno dei tappeti a stampo floreale per poter raggiungere il pomello prima che lo scocciatore ricominciasse a martellarla. Forse era Fried, o magari una delle altre ragazze di Fairy Hills. Stranamente, a Fairy Tail vigeva la regola del ‘periodo della crocerossina’ per tutte le ragazze, quando una di loro era malata. E, almeno per la fata, non era nulla di bello. Stava per prepararsi all’ennesima visita indesiderata, ma con suo sommo stupore si accorse che, vista la stazza che la sovrastava, non poteva trattarsi di una donna. O di una pseudo-donna come Fried.
“Elfman!” esclamò sorpresa, quando riconobbe il gigante.
Contrariamente all’aura minacciosa dell’uomo, la sua espressione era quella di un bambino imbarazzato, e continuava a giocherellare con le mani dietro la corposa schiena.
“Emh... ciao, Ever. Volevo, sai, sapere come stai. È una cosa da uomo!”
La fata ridacchiò, felice di averlo finalmente incontrato. Stando con lui, tutti i tormenti interiori passavano, e nonostante fosse sempre un po’ nervosa, riusciva a comportarsi naturalmente come faceva solo con i suoi compagni di team.
“Perché non entri?” lo invitò, aprendo di più la porta. Abbassando il capo e comprimendo le spalle, Elfman riuscì a passare, stando attento a non darle assolutamente la schiena.
Evergreen si incuriosì, ma l’uomo la anticipò sul chiedere cosa nascondesse, porgendoglielo come se fosse una bomba pronta ad esplodere invece di una… cos’era quella cosa, una ghirlanda di fiori per caso? Più che altro, la maga vedeva un ammasso di fiori tenuti insieme dalla colla, che era colata in vari punti e faceva assumere alla suddetta corona un’aria quasi spettrale.
Ever si portò una mano alle tempie, sorridendo sconfitta.
“Sei davvero imbranato” mormorò, quasi ne fosse contenta.
Elfman invece, fece una faccia a dir poco sconsolata, ma la maga gli prese la ghirlanda di mano e se la sistemò tra i capelli. Poi si sporse in avanti, lasciandogli un delicato bacio a fior di labbra, come ricompensa.
Il mago arrossì vistosamente, ma la fata, anche lei paonazza, cominciò a rimirarsi ad uno dei tanti specchi della camera, e per spezzare l’imbarazzo di entrambi chiese: “Che… che ne pensi? Persino un orrore come la tua ghirlanda sta bene, su una fata come me” si vantò, cacciando il suo ventaglio da chissà dove tra le pieghe del vestito. Sfilò uno dei fiori, e lo infilò tra i capelli di lui, restando a rimirare il suo operato e spostandolo più volte fino a quando non trovò la posizione perfetta.
“Mmh… hai ragione” assentì lui. Aveva proprio ragione; Evegreen era veramente una donna abbastanza speciale da far sembrare bello qualunque altra cosa, anche i suoi fiori incollati.
NOTA D'AUTRICE
Ciaoz minna-san :)
spero che questa fic piaccia, perchè la ElfEver è una delle mie coppie preferite *cuoricini da shipper che volano ovunque*
Grazie a Teera per avermi chiesto di partecipare a questo evento ^^
baci!
Nazori-chan