Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
Segui la storia  |       
Autore: Manny_chan    23/05/2014    2 recensioni
Il Mondo è cambiato.
Il Paradiso è cambiato.
Sariel stesso è cambiato, tanto che ne ha quasi paura.
Per quello è sulla terra, per cercare un modo per riequilibrare le cose. Ma per farlo dovrà trovare un vecchio nemico e un antico rancore arde nel profondo del suo animo....
Fiction partecipante al contest ''Sesso o amore?'' organizzato sul forum da petite_love e lelle10
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Inferno e Paradiso'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Belial uggiolò debolmente, aprendo gli occhi.
"Cazzo!", sbottò, era completamente intirizzito.
Ah, ecco perché. Durante il giorno il dolce angioletto si era girato, dandogli le spalle e lasciandolo congelare.
"Stronzo...", sbuffò, alzandosi e strofinandosi le braccia.
Aveva bisogno di un caffè bollente...

E di qualcuno che gli sistemasse la finestra…


            

            

 

Sariel aprì lentamente gli occhi. Non commise lo stesso errore quella volta, rimase immobile, inspirando profondamente. Si sentiva meglio, quindi azzardò a mettersi a sedere.

Belial non c'era.
Si alzò, sempre molto lentamente, i suoi vestiti erano chissà dove quindi, per sentirsi meno vulnerabile, si avvolse nel lenzuolo, raggiungendo la cucina.

Si appoggiò silenziosamente allo stipite della porta.

Belial, l'espressione scura e corrucciata, stava seduto al tavolo della cucina  scrivendo qualcosa su uno dei tanti fogli sparsi sulla superficie di legno. Teneva una tazza nella mano libera e una ciambella con i denti. Il contrasto con l'immagine del diavolo del sogno di poco prima, che aveva ancora ben vivida nella mente, fu così forte da strappargli uno sbuffo tra l'incredulo ed il divertito.
Quel flebile suono fu sufficiente ad attirare l'attenzione dell'altro che sollevò lo sguardo dai fogli, fulminandolo. Appoggiò la tazza, prendendo la ciambella con la mano libera. "Farai meglio a fingere di non aver visto nulla", ringhiò

Sariel sospirò. "Altrimenti?", chiese, senza poterlo impedire.
Belial socchiuse gli occhi, lanciandogli uno sguardo di fuoco. "Oh, alla Virtù oltre alle forze é tornata anche l'arroganza... Vuoi davvero giocare a questo gioco con chi ti tiene -metaforicamente parlando- per le palle, dandoti asilo?", chiese beffardo, azzannando la ciambella con ferocia.
Sariel si morse il labbro inferiore, ingoiando l'amaro boccone. Per quanto gli costasse ammetterlo era vero. Era in debito col demonio. Un debito enorme...
Volse lo sguardo altrove con un sospiro.
Belial si godette la sensazione di vittoria per qualche istante, prima di deporre le armi e rilassarsi.
Rilassarsi per modo di dire ovviamente, era impossibile rilassarsi completamente con quell'angelo nei paraggi.
Era sufficiente essere nella stessa stanza con lui per sentire il desiderio pungente di saltargli addosso...
Era una sensazione viscerale che veniva dal profondo; certo, era bello come tutte le creature celesti -ma questo Belial non lo avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura- eppure non era quello. Era qualcosa di molto più selvaggio e disperato...
"Che cosa c'è?"
Belial sbatté le palpebre, riemergendo dai suoi pensieri. L'aveva fissato troppo. Cazzo.
"Lo vuoi un consiglio, mh?", disse, indicandogli la sedia di fronte a sé, sperando di sviare l'attenzione.
Sariel si avvicinò lentamente, sedendosi. "Ti ascolto.", disse. E non lo diceva in modo sarcastico. In quel momento persino i consigli di uno come Belial erano ben accetti.
Il demonio sospirò. "Tornatene in paradiso. Certo, volevi fare un gran bel casino, ma alla fine che possono farti? Sono angeli, al massimo ti daranno una bella strigliata e ti manderanno in un angolino per un po' a riflettere sui tuoi errori. Fidati, é cento volte meglio che vivere in fuga in questo schifo di mondo...", sbuffò, respingendo il senso di nausea che lo assaliva sempre quando era costretto a ricordare che il suo castigo invece era eterno..
Sariel lo guardò in silenzio. Poi scosse la testa. "Non é la paura", disse infine. "Non mi spaventano le conseguenze delle mie azioni. Mi spaventa l'apatia, mi spaventa quello che gli angeli sono diventati. Mi spaventa il fatto che nessuno più faccia quello per cui é stato creato. Proteggere tutto ciò che nostro Padre ha realizzato..."
Tacque, aspettandosi qualche commento sarcastico, che però non arrivò.
"E allora cosa intendi fare?", chiese invece il demonio.
"Non lo so, devo pensarci", ammise.
Belial a quel punto lasciò perdere. Aveva altro a cui pensare. Svuotò la tazza di caffè d'un fiato, tornando ai suoi conti. I preventivi di riparazione della finestra erano esorbitanti, come temeva.

Si massaggiò la fronte, non poteva nemmeno lasciarla così. Innanzitutto si sarebbe congelato, e in secondo luogo se gli fosse capitata tra capo e collo un'ispezione improvvisa del suo padrone di casa gli sarebbe costato molto caro quel danno alla sua proprietà.
Sbuffò, sbattendo i fogli sul tavolo e prendendosi la testa tra le mani. Gli era venuta l'emicrania...
"Che cosa sono?", Sariel si era trattenuto per un po', ma la curiosità aveva avuto la meglio.
"Bollette", rispose Belial sbuffando. "Bollette che grazie alla tua grandiosa entrata in scena non riuscirò a pagare."
"Posso fare qualcosa?"
Il diavolo inarcò un sopracciglio.
Era senso di colpa quello?
"Potresti rapinarmi una banca. Ma dubito che lo faresti", sospirò. "L'unica cosa davvero utile in questo momento sarebbe che mi facessi passare l'emicrania",sbuffò.

Sariel si alzò, a quel punto, aggirando il tavolo.
L'aveva forse preso in parola?
O quello, oppure aveva tirato troppo la corda e l'altro aveva deciso di spezzargli l'osso del collo per starsene lì in santa pace.
L'angelo invece si limitò ad appoggiargli delicatamente le dita sulle tempie.
"Meglio?"
Belial non rispose subito, godendosi quell'improvviso sollievo. Non era solo l'emicrania o i dolori ad essere spariti. Ogni dannata volta che aveva un contatto con quell'angelo era come tornare ad essere potente, come in passato. Fame, freddo, stanchezza, tutto scomparso.

Avrebbe potuto starsene lì  in eterno…
Ma a non si faceva illusioni, l’angelo presto se ne sarebbe andato e lui invece aveva bisogno di tenersi stretto quel maledetto lavoro che faceva.
“Devo andare”, sbottò, scostandolo con malagrazia per alzarsi.
Sariel non fece commenti, appoggiandosi al muro. Lo guardò sparire in camera e riemergerne poco dopo, pronto ad uscire.
Il diavolo lo oltrepassò. Poi si fermò, voltandosi lentamente e gli scoccò un’occhiataccia. “Guarda tra i miei vestiti se vuoi, mi da i brividi vederti gironzolare avvolto nelle mie lenzuola”, disse acido.
Sariel sospirò stancamente, senza rispondergli, non ne valeva la pena.
C’era una cosa però che lo incuriosiva...

"Belial', lo chiamò infine.
"Cosa?!", sbottò il demonio, fermandosi sulla porta.
"Toglimi una curiosità. Eri il principe dell'inferno, mi aspettavo di trovarti nella stessa posizione qua sulla terra. Potente, temuto, invece..."
"Invece faccio lo spogliarellista-barra-prostituta in un sordido locale di periferia, che delusione eh?"
"Risparmiati i commenti sarcastici. Sono serio."
Belial a quel punto sospirò, appoggiando la nuca allo stipite. "All'inizio L'ho fatto. Il crimine, non è mai stato un problema, mi ci trovavo a mio agio. Ma una volta era più semplice. Inventavo un nome, una storia, ed era fatta. Ora é diverso. Tutti sono registrati, tutti hanno un’identità, devi avere delle prove, ora, non basta più inventarsi un nome. Non appartengo a questo mondo, angelo, e non ci apparterrò mai. Non invecchio, non posso morire, non posso arrivare ad avere un posto altolocato in questo modo, devo vivere ai margini...", lasciò la frase in sospeso, voltandosi ed uscendo di casa.
Si chiuse la porta alle spalle lasciando Sariel solo, con l'eco delle sue parole.

 

                    

            


Il locale era ancora semivuoto, quando entrò.

Era arrivato un po' in anticipo perché voleva parlare con Zydra. Era già capitato che le rifilasse qualche cazzata che lo sembrasse palesemente, però mai tanto quanto poteva sembrarlo la verità della notte precedente. Temeva che potesse essersi risentita parecchio, con le donne umane non si poteva mai sapere...
Tutto quell'anticipo però non servì a nulla perché Zydra apparve solo dieci minuti prima dell'apertura, con una faccia che definire stravolta era poco.
Si appoggiò al bancone, sbadigliando. "Ehy, Bill... Fammi un caffè dopp... Fammelo triplo và", mugugnò.
Il barman annuì, prese una tazza da cappuccino, lasciando scendere il caffè fino a riempirla. "Sembri una che non chiude occhio da giorni", le disse.
"Quasi", rispose lei, sbagliando. Prese la tazza, soffocandovi un secondo sbadiglio.
Belial le si avvicinò cautamente. "Zydra...", esordì.
"Ares", lo interruppe lei. "Devo andare a ristrutturarmi e ci vorrà più del solito stanotte. Qualsiasi cosa tu voglia dirmi dovrà aspettare", disse, trangugiando il suo caffè.
"Stesso posto stessa ora", aggiunse, strizzando un occhio, prima di sparire nel retro.
Belial sospirò,  per lo meno non sembrava arrabbiata…

La serata  fu particolarmente tediosa, ma si concluse presto.
Attese nella stanza che gli era capitata che gli altri dipendenti se ne fossero andati, poi tornò nel salone principale, prese un paio di birre da dietro il bancone e si sedette ad aspettare.
Amava quei momenti, un attimo di relax dopo il lavoro, chiacchierando con Zydra e scroccando la birra al suo capo, povero stolto, che era convinto che avessero troppa paura di lui per fare una cosa del genere.
Bevve un sorso di birra, poi un altro.
Quando Zydra apparve, con in mano un plico di fogli, era già a metà bottiglia.
"Allora",esordì la donna, appoggiando il plico sul tavolo ed.aprendo la sua birra. "Astarte?"
Belial inarcò un sopracciglio, con aria perplessa. "Eh? Cos...?"
Zydra diede una scorsa ai fogli. "Abbadon, Valefor, Lilith, Morail? Hai detto di essere stato un diavolo no? Quindi quale dei tanti? Alastor? Sy..."
"Oh-oh!", esclamò Belial per zittirla. "Prendi fiato!"

Appoggiò la bottiglia di lato, incrociando le braccia sul tavolo e chinandosi in avanti. "Tralasciando il fatto che metà dei nomi che hai detto sono diavoli femmine. Ma tutto ad un tratto ti sei ricreduta?"
Zydra scrollò le spalle, bevendo un sorso di birra. "All'inizio pensavo fosse una delle tante cazzate che mi rifili quando non vuoi rispondermi. Poi però... Ho messo insieme i pezzi."
"I pezzi?"
"Esatto caro, i pezzi,come un puzzle. Quel tizio che ti é piombato in casa, ad esempio, aveva le ali, non me le sono sognate", ribatté. “E le volte che ti sei preso una pestata per qualche debito non pagato e ti sei rifiutato di farti accompagnare in ospedale, rispuntando il giorno dopo fresco come una rosa. O ancora tu…”, sospirò, appoggiandosi allo schienale. “Quando sei arrivato qua in cerca di lavoro, io ero una trentenne disoccupata che si diceva che avrebbe lavorato qui giusto un paio di mesi, sicuramente, e tu sembravi un ragazzo che a malapena aveva l’età per bere alcolici. Ora io mi avvicino ai quaranta e devo comprare fondotinta sempre più coprenti e tu non sei cambiato di una virgola, ammetto che forse avrei dovuto insospettirmi prima, ma sei sempre stato così riservato che avevo apura di perderti, se avessi ficcanasato troppo. Eri di compagnia piacevole... Quindi ho detto, magari questa non è una cazzata e ho fatto qualche ricerca”, concluse, indicando i fogli. “Ecco cosa ho fatto tutto il giorno.”

Belial aveva inarcato un sopracciglio. “Mi prendi in giro? Cioè… Non credevo che gli umani avessero così tante informazioni su di noi”, ammise infine, fissando la mole di fogli.

“Quindi è vero?”, Zydra si accese una sigaretta, accavallando le gambe. “Intendo la storia dei diavoli e degli angeli, del paradiso e tutto il resto?”

“Buona parte”

La donna a quel punto si prese un attimo per assimilare la cosa; Belial la osservò in silenzio, seguendo con lo sguardo le volute di fumo.

“Allora, me lo dici il tuo nome?”
“Belial.”

Zydra prese di nuovo i fogli, girandone qualcuno. “Ah, ecco!”, esclamò. Le sue labbra si piegarono in un sorriso divertito. “Beh, avrei dovuto capirlo.”
“Cosa?”, chiese Belial, allungando un braccio per prenderle i fogli, ma lei fu più veloce a tirarli indietro.
“Qui dice che Belial è il demonio più vizioso dell'inferno, bellissimo, pieno di grazia, colmo di cattiveria, ribelle e disobbediente.”, lesse, con un ghigno. “Direi che sei tu. Cattiveria a parte.”

Belial la guardò sorpreso. "A parte che la mia cattiveria c’è eccome, ma il resto... Te lo sei inventato al momento", sbuffò, incredulo, allungando di nuovo la mano per afferrare i fogli.
Zydra quella volta glieli lasciò, concentrandosi sulla sua birra, mentre l'altro sfogliava il plico, scorrendo le informazioni.
"Come cazzo fate voi umani a sapere tutte queste cose!" sbottò alla fine il demonio.
Lei fece spallucce. "Suppongo che arrivino direttamente dalla fonte".
Belial appoggiò i fogli sul tavolo, finendo la birra d'un fiato. "Probabile", concesse. Ce le vedeva le vanesie creature di Lucifero sussurrare ai mortali cose su di loro. “E comunque, ero”, la corresse. “Ora non sono più nulla.”
"É così assurdo...", ammise Zydra. "Posso chiederti un favore?"
"Spara."
"Se hai intenzione di uccidermi, me lo diresti? Così, giusto per mettermi il cuore in pace."
Belial la osservò silenzioso. Lo aveva domandato in maniera tranquilla, come se non le importasse.
Sorrise, senza poterselo impedire. "In passato ho ucciso per molto meno...", disse. "Ma tu... Sono sicuro che raccontarlo in giro non é nella tua lista delle cose da fare."
"No, infatti."
"E poi anche se ti sfuggisse qualcosa, dubito che qualcuno ti crederebbe."
"Senza dubbio."
"E poi sei dannatamente brava a letto. Sarebbe un crimine ucciderti."
La tensione, a quel punto, abbandonò le spalle della donna, che rise sommessamente. "Lo prendo come un complimento", disse alzandosi. "Ora scusa, ma sto davvero crollando. Ci vediamo domani...", buffò, soffocando uno sbadiglio. Prese la sua giacca, oltrepassandolo.
"A domani", rispose Belial.

“Ah, un’ultima cosa”, Zydra si fermò, infilandosi la giacca.
“Cosa?”
“L’ho capito sai, perché non lo dici mai.”

“Non dico mai cosa?”
“Ti voglio bene.”, sospirò la donna. “Non lo hai mai detto, né quello né  un sinonimo. Nulla. Ora ho capito perché. Non deve essere facile, vivere senza invecchiare e vedere gli altri farlo.”

Belial non rispose. Sentì i passi dell’altra allontanarsi. Attese, finchè non sentì il rumore dell’uscita di sicurezza, poi appoggiò le braccia al tavolo, affondandovi il viso.
Tutto quello era uno schifo…

            


Rientrò nel suo appartamento che era quasi l'alba. Si guardò intorno circospetto, di Sariel non c'era traccia.

Lo scovò poco dopo, sul balconcino,seduto sulla balaustra di pietra, con la schiena appoggiata al muro e lo sguardo verso il cielo.

L’angelo non si mosse, anche se doveva averlo sentito benissimo rientrare.  Aveva seguito il suo consiglio e rovistato tra i suoi vestiti, anche i più grandi però  gli stavano scandalosamente attillati.
Si era ripreso il trench,tanto per cambiare.
"Sembri uno che sta per partire", disse.
"É quello che sto per fare."
Belial ispirò bruscamente. Ah, di già...
"Ovviamente, vieni, fai i tuoi comodi e te ne vai. Guarda che hai un enorme debito verso di me, angelo!", ringhiò, rabbioso.
Non voleva che se ne andasse.

Sariel si voltò verso di lui. "Lo so", disse calmo. "E non resterà in sospeso. Tornerò", si alzò, in piedi sul cornicione. "Ma prima voglio sistemare una cosa."
Belial arretrò appena, sollevando una mano per schermarsi gli occhi dal bagliore dorato delle ali della virtù.
"Quindi tornerai. E dovrei crederci sulla parola?”

"Tornerò", ripeté Sariel.
“Sempre che sopravviva….” aggiunse, prima di saltare, svanendo in un frullio di piume dorate.

Belial rimase solo, sul balconcino. Rabbrividì, assalito dal freddo improvviso che lo avvolgeva, ogni volta che Sariel si allontanava così...


                                   ---------------------------------------------------------------

Questo capitolo ve l’ho fatto aspettare un po’, ma ho avuto diversi impegni :3
Chiedo umilmente scusa e vi ricordo che se avete

domande, curiosità o altro mi trovate qui.

http://ask.fm/ManuelaMannyBarker

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni / Vai alla pagina dell'autore: Manny_chan