Libri > Eragon
Segui la storia  |       
Autore: Ayedail    01/08/2008    2 recensioni
Questa storia è ambiantata quando ancora nessuno di noi era nato. Molti anni fa prima della caduta dei cavalieri.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La mattina seguente entrambi si svegliarono presto, Brom sembrava invecchiato dalla sera prima, i suoi occhi si erano spenti. Ferghas era assente, probabilmente era assolto nei suoi ricordi pensò Brom. “già, ricordi quanto vorrei essere stato più tempo a casa mia” disse il cavaliere
Brom all’età di otto anni tocco l’uovo di Saphira e da allora ha sempre vissuto in Illirea, erano passati dodici lunghi anni da allora. Solo una volta li ha rivisti. Due giorni prima della loro morte. Infuriato con il destino entrò in casa e si accinse a indossare la sua corazza. Si tolse la tunica che indossava e ne mise una che si accorse essere nera. “quale coincidenza” pensò con tristezza”
Sopra la tunica indossò la cotta di maglia, una volta assestata, cominciò a legare gli schinieri alle gambe, poi passò agli usbeghi. A protezione delle spalle mise il balteo. Il suo corpo era interamente rivestito da una spessa cotta di maglia, rinforzata nei punti più importanti. Indossò per ultimi i guanti, allacciandoli saldamente all’avambraccio.
Si guardò allo specchio, lo scintillio della corazza lo irritava, non era abbinato al suo carattere, mormorò tre parole infondendo più rabbia possibile. Ogni anello e pezzo di acciaio si colorò di un nero intenso, che assorbiva la luce, non permetteva nessun riflesso o sberluccichio. Ora era “felice”.  Guardò i pugnali regalatigli da Vrael ma decise di non portarli, pensò “sono troppo rozze quelle bestie per meritarsi una fine cosi veloce”.
Allacciò giudizio sul suo fianco sinistro e appoggiò sulla schiena il suo scudo a torre. Saphira lo stava osservando da tempo sapeva perfettamente cosa provava il suo cavaliere ma volle chiederlo comunque ” Come ti senti oggi?Ce la farai a combattere?” Brom la guardò ma non rispose. Apri solo di più il suo legame con lei.  Saphira sentì il suo cuore che piangeva di disperazione ma la sua anima urlava selvaggiamente vendetta.  Andarono in contro a Ferghas che finalmente si era riscosso dal suo torpore, Indossava già la sua armatura verdastra, dalle sue spalle pendeva una spaventosa flamberga. Verde iridescente , dalla lama ondulata, nel guardamano incastonato c’era uno smeraldo. Brom fece una domanda retorica. “andiamo?” lui lo guardò  e rispose “Preferisci restare qui mentre quegli assassini girano liberi?” Entrambi montarono in sella e partirono.
Kuasta appariva loro come un cumulo di macerie incendiate, i corpi dei cittadini erano ovunque. Nessuno era stato risparmiato. Uomini donne nessuna differenza, erano tutti bersagli da colpire. Volarono in circolo a lungo sopra la città. Fu Hywell a avvistare la retroguardia degli urgali. Erano una dozzina, appostati ai lati del cancello a sud che dava sulla strada di Dras-leona, come per aspettare qualcuno-
Brom e Ferghas desideravano intensamente scagliarsi contro quegli esseri ma la loro ragione li fece desistere. C’ è di  sicuro sotto qualcosa disse Brom. Ferghas assenti. Entrambi sondarono la città per vedere chi era rimasto. Non percepirono nulla, all’inizio poi scoprirono una cinquantina di urgali appostati lungo le vie. Ma non era quello che cercavano, in cosi pochi non avrebbero potuto distruggere un intera città. Espansero il loro raggio di azione. La fortuna gli sorrise, a meno di mezza lega, dentro una conca si annidavano un centinaio di urgali.
Brom comunico la scoperta al suo amico, nessuno dei due era sorpreso. Ancora i fatti non quadravano. Cosa aspettavano gli urgali? Brom esternò ad alta voce il suo pensiero. L’altro andò in ricognizione, diretto a sud verso Dras-leona, dopo un quarto d’ora lo chiamò mentalmente: “a circa sette  leghe stanno arrivando i soldati imperiali sono circa dieci plotoni, presumo che siano loro che aspettino.” Brom riflesse velocemente, e giunse a una conclusione “Temo che gli urgali vogliano espandersi e conquisteranno le città una per una… tendendo imboscate e assaltando inermi.”
“devo dirgli del pericolo? o ritorno da te?” chiese Ferghas con ironia.
La risposta di Brom fu tagliente come la sua spada, “la vendetta è nostra e spetta solo a noi, avvertili del pericolo e digli di aggirare la città posizionandosi a 4 leghe da Kuasta casomai gli urgali volessero scappare”
Un sorriso feroce affiorò sul volto di Brom pregustava già la vendetta. Saphira era rimasta sconcertata dalla veemenza di Brom, non si era mai comportato cosi. “Brom, so che sei arrabbiato ma attento a non smarrire te stesso, sappi che ti seguirò ovunque.”
“Non temere Saphira, sai bene che mi fido ciecamente di te” rispose accarezzando il collo della dragonessa.  Brom osservò meglio la città e notò che solo cinque vie portavano alla piazza. Tre erano ostruite da macerie due erano libere. Gli urgali si trovavano su una di questa mentre l’altro gruppo era sull’altra. Brom sapeva di doverli dividere per non permettere che formassero compagini, in modo che fossero innocui.
La parte restante della città era un guazzabuglio di vie, quasi tutte ostruite, in modo da formare un intricato labirinto. La porta della città però era aperta quindi sospettò che gli urgali avessero qualche vedetta a nord, e che quando l’esercito si fosse frammentato avrebbero attaccato i ranghi divisi.
In quel momento Brom percepì il battito d’ali di Hywell passò la tattica al suo compagno, il quale fu sorpreso dalle abilità tattiche di Brom. “credo che tu sia il cavaliere più completo che abbia mai conosciuto, è un onore dividere con te questa missione.” Brom arrossi lusingato “Grazie, ma ora ciò che mi preme è cominciare”.
Volarono bassi fino alla porta sud, le mura erano esigue. Kuasta era una città mercantile non una fortezza militare. Per Saphira e Hywell fu uno scherzo schiantare le mura, facendole crollare addosso agli urgali. Un ghigno perverso si dipinse sui volti di entrambi vedendo gli urgali correre verso la seconda postazione difensiva. Non la raggiunsero mai. Due turgide vampate di fuoco avvolsero i corpi degli urgali bruciandoli vivi. Un odore acre venne sprigionato dai corpi. Saphirà guardo le carcasse compiaciuta era da molto tempo che non usava le sue doti, temeva di avere dimenticato le lezioni di Gleader. Un ruggito di collera proruppe sopra di loro una vedetta aveva visto tutto. Stava per scappare, per avvertire i suoi compagni dell’attacco quando Ferghas la fermò. Con aria disinvolta mosse la mano come per scacciare una mosca e disse “letta” l’urgali cadde dal tetto, atterrando di testa. Mori sul colpo, ma ormai il suo urlo era stato sentito,  sarebbe stato inutile andare per il sottile.  Saphira e Hywell incendiarono tutte le vie laterali, in modo che solo le due strade principali rimanessero integre in modo da convogliare gli urgali in due sole direzioni.
Atterrarono nella piazza. Ognuno col suo drago si dispose a una via. Brom smontò da Saphira e fuse la sua coscienza con quella della dragonessa, mormorò un incantesimo imparato da Ferghas  le squame frontali di Saphira si ispessirono. La dragonessa schioccò un occhiolino a Brom e si preparò a combattere. Hywell dall’altra parte adottò una tecnica diversa più congeniale a lui.  Si disposero ai lati della strada dando l’impressione che nessuno la presidiasse, aspettando che i nemici fossero vicini per sorprenderli. Entrambi sfoderarono le lo armi, quello era solo il riscaldamento, il grosso sarebbe venuto dopo. Gli urgali caricarono Brom, mentre sul fianco opposto non succedeva nulla , ma Ferghas non si mosse sapeva che era una trappola, infatti percepiva chiaramente delle forme di vita appostate lunga la sua via. “ Atra  esterni ono thelduin, mon’ranr lifa unin hjarta onr, un du evarinya ono varda “ disse rivolto al suo amico.
Brom osservava con occhi di fuoco la folla incedere verso di lui, non vedeva l’ora di calare Giudizio su ognuno di loro, non erano degni di essere uccisi con la magia. “Soffrirete per ciò che avete fatto,  vel einradhin iet ai shurì’tugal”. Gli urgali si trovavano a trenta passi verso di lui, dieci contro uno. Saphira non si fece attendere, ne carbonizzò sette, lasciò tre nemici vivi per la gioia di Brom.  Il primo a morire fu il capo urgali, che colpendo con la sua ascia lo scudo di Brom  gli dono nuova forza, ma Giudizio era gia calata sulla sua testa, gli altri due lo attaccarono da due lati diversi, ma Brom era pronto, si tuffò in un affondo fulmineo al collo di uno mentre con lo scudo parava l’altro, non ebbe difficoltà a violare le difese del nemico, dopo tre tocchi scopri il suo fianco sinistro e la spada si seppellì nel petto fino all’elsa. Tolse la spada dal cadavere con disprezzo, osservando curioso il sangue che la impregnava,  L’assalto contro di lui si fermò Brom montò in sella a Saphira e corse ad aggirare il resto degli urgali diretti contro Ferghas. Si posizionò alle loro spalle mentre attaccavano il suo amico. Ferghas finse di avere paura e indietreggiò di qualche passo, a quella vista gli urgali accelerarono lanciando belluine urla di guerra.  Troppo tardi si accorsero della trappola, Un torrente di fuoco li avvolse, cuocendoli nelle loro armature, ne rimanevano ancora metà,  Brom si godette la scena. Ferghas scattò in avanti con la sua flamberga, Passione. Ed era proprio un nome appropriato poiché colpiva mettendoci ogni fibra del suo essere. Colpiva gli urgali ancora prima che lui entrasse nella loro portata. Schiantava le asce con precisi fendenti, il primo urgali cadde a terra decapitato, seguito da un secondo e un terzo, gli urgali avendo capito il suo gioco avanzarono roteando le loro armi ma cosi facilitarono la sua vendetta, scartando di lato ne infilzò due con un solo affondo.  La spada rimase incastrata ma per lui non fu un problema, le zanne di Hywell scattarono rapide, tranciando le gambe dell’urgali  gli ultimi quattro scapparono in ritirata ma trovarono Brom  ad attenderli, un urgali colto da disperazione lanciò la sua ascia contro il cavaliere, fu un misero tentativo. L’ascia rimbalzò contro lo scudo inutilmente, Brom non fu cosi clemente. In sinergia col suo compagno li attaccarono da due lati, Ferghas sfondò lo scudo di un urgali con un preciso colpo di punta colpendolo diritto al cuore. Brom invece colpi l’urgali al braccio, staccandoglielo.  Cadde a terra l’ultimo di quei mostri con il cranio spaccato. L’urgali ferito si contorceva a terra mentre una pozza di sangue si formava sotto i loro corpi caduti. Brom osservò che la mente di quell’urgali era protetta da barriere, fu come un invito a nozze.
Pestò un piede sulla ferita e le difese caddero. Non fu sorpreso dallo scoprire che era un capoclan ma la sua mente era confusa, si suicidò un secondo dopo. Brom parve turbato da ciò che aveva scoperto e lo ripete a Ferghas. “Meglio riferirlo a Vrael.” Detto fatto, Brom allargo molto il suo raggio mentale, ma con suo rammarico non trovò Vrael doveva essere già partito, oppure era nella torre. Riferì ad Oromis ciò che aveva scoperto e ne parve molto allarmato.
I due cavalieri rimontarono in sella. Ora si stavano avvicinando alla battaglia vera e propria, la tensione cresceva ogni iarda che percorrevano. La conca era diventata visibile, al suo interno non si vedevano urgali ma li si potevano percepire. Brom sentì Oromis che lo chiamava “Vrael vuole parlarti alla fine di questa missione, ha modificato i tuoi ordini, devi catturare i capi poi fai ciò che vuoi degli altri. Una nave è diretta verso di voi arriverà oggi pomeriggio. Buona fortuna”
“Magnifico, ci mancava solo di catturare qualche pacifico urgali in questa giornata” disse Brom con fare scocciato.
“a questo punto dobbiamo usare tutte le nostre capacità, non possiamo permettere che si suicidino o scappino. Hai qualche idea?” Chiese Ferghas con un enorme sorriso.
“non so da dove cominciare” disse Brom.  Saphira e Hywell cominciarono a girare in circolo  sulla conca che appariva vuota. I loro due cavalieri cominciarono a sondare il terreno. Un potente scudo si frapponeva fra di loro e gli urgali. Nessuno dei due sapeva dire se fosse opera di uno stregone o di qualcun altro, non avevano visto mai nulla di simile. Nonostante la protezione i due cavalieri riuscirono a individuare nove coscienze protette da forti barriere. Gli ordini erano chiari “fatene ciò che volete”. Brom raccolse le sue energie, sfondò la solita barriera che lo legava alla magia, quando vide uno scintillio proveniente dalla conca. Fu troppo lento a capire che quella era una lancia urgali. La lancia non colpi lui, ma la sua dragonessa. Ruggirono entrambi di dolore condiviso, poi controllò i danni subiti dalla sua amata. Una leggera scalfitura sulle squame frontali.  Questo era troppo, oltre ogni limite di sopportazione del cavaliere, avrebbero potuto scagliare centinaia di lance contro di lui:ma contro Saphira no. Fece un cenno a ferghas.  “deloi moi” , nella conca si formarono delle sfere di pietra appuntite. Brom fu leggermente più spiccio
“scolir otru fra brisingr” poi fece esplodere le palle di pietra, L’esplosione fu tremenda e le schegge erano arrivate fino alla loro quota. Forse avevano esagerato. Si sentirono entrambi stanchi. L’incantesimo di protezione cadde in quel momento. Quello che apparve ai loro occhi, fu letteralmente inumano. L’esplosione aveva mutilato e carbonizzato ogni forma di vita nella conca, tranne i nove “fortunati”. Non potevano fermarsi in convenevoli, quindi attaccarono subito le barriere mentali dei loro avversari due per volta, caddero sotto il loro dominio. Il nono fu più difficile, lanciò un incantesimo contro Brom, ma abituato dalle battaglie con Islywn sapeva già cosa fare. “Letta” pensò la lancia di ghiaccio si fermo a mezz’aria, la riconobbe all’istante. Era quella che aveva colpito la sua dragonessa. Anche Ferghas che aveva appena sconfitto un mago urgali si accorse di ciò che accadeva. Negli occhi di brom lampeggiò un fulmine di collera, dalla bocca di Brom si udirono solo due parole  “Grav ort”, l’urgali si contorse a terra mentre le sue barriere crollavano come sabbia nel vento. Brom non era intenzionato a smettere, Saphira dovette intervenire a fermarlo. “Brom, ora basta, non ti riconosco piu. Tu non sei quello che io ho scelto da dentro il mio uovo, sei cambiato. Il dolore ti sta rendendo pazzo. Fermati se mi vuoi ancora bene.” Se non fosse stato legato alla sella saldamente Brom sarebbe caduto. Le urla dell’urgali smisero, nel frattempo Ferghas rese inoffensivi i prigionieri. “sogni d’oro cari miei” slyta. Caddero atterra come morti, solo che respiravano ancora, avvolti da un sonno profondo. “Melthanie vestram” aggiunse dopo averli raggruppati. Una scintillante catena di energia unì i loro polsi e le loro caviglie. Se avessero provato  a fuggire, avrebbero passato un brutto quarto d’ora. Brom restava intontito sulla sella mentre incredulo ascoltò la sua dragonessa ripetergli la frase nell’antica lingua.  La risposta di Brom arrivò insicura e timida, come quando Saphira si era schiusa per lui, “perdonami amica mia, ma la rabbia che provo in questo momento, tu non la senti. Per amore nei tuoi confronti ti ho schermata da una parte della mia coscienza, non serve che tu soffra per le mie debolezze.” Brom sentì Saphira scavare nella sua mente, fino alla parte in cui non le era consentito entrare. Senza tante precauzioni cerco di rompere le barriere, ma vennero abbassate da Brom. “come vuoi ma poi non ti lamentare” aggiunse il ragazzo. Il flusso di emozioni travolse il cuore della dragonessa come una mareggiata fuori stagione. Ciò che maggiormente la colpi, fu lo scoprire quanto le parole che aveva detto lo avevano ferito, il suo cavaliere. Ora si accorse del perché Brom in quei due giorni era tanto oscuro e tenebroso.
Si ricordarono entrambi della statuetta del padre di Brom.  Era ancora li nella bisaccia laterale della sella. Li rappresentava perfettamente. Brom nero in volto per gli esiti della battaglia e dalla rabbia che lo consumava. Saphira raggiante per essere tornata di nuovo unita al suo cavaliere e aver scoperto cosa lo opprimeva. Ferghas sorrise alla fine del discorso. Nonostante i due non avessero parlato, le sue conoscenze gli permisero di intuire cosa fosse successo fra i due ma si guardò bene dal chiederlo. Si diedero i turni fino all’arrivo della nave. Caricati gli urgali tornarono a Vroengard a tutta velocità. Brom vide oromis e Gleader che li attendevano a riva. Seduti come nella statua, pensierosi e rassegnati.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Eragon / Vai alla pagina dell'autore: Ayedail